Se lo dice lui

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Le pubblicità nella Tube di Londra sono una cosa da vedere, mi è capitato di fare diverse foto – come ai dibattiti sollevati dall’Economist se sia giusto dare il voto ai detenuti, o legalizzare la vendita degli organi – fra cui questa qui, su cui mi ero ripromesso di fare un post chissà quando:

Io credo nei diritti delle donne. Come Maometto.


avevo rinunciato a farlo subito perché si tratta di un argomento faticoso, in cui bisogna fare sempre mille premesse, e avere cento cautele, perché la vulgata è che una religione non si posso criticare. Si possono criticare le idee altrui, ma chissà perché quando il nostro interlocutore percepisce nella propria testa che quelle idee gliel’abbia riferite il Creatore – beh, allora, sono intoccabili.

Tantopiù con l’Islam: essere contro l’Islam sarebbe sbagliato. Chissà perché. Io sono islamofobo, cristianofobo, fascistofobo, omeopatofobo, religiosofobo, eccetera. Però islamofobo non va bene. Eppure sono contro qualunque altro sistema di pensiero infondato o che non miri a fare soffrire la gente il meno possibile: la stregoneria, Scientology, il fascismo, lo stalinismo.

Il problema è che a contestare le cattive idee si fa la figura di quelli cattivi, mentre avere un punto di vista completamente acritico verso i sistemi di pensiero altrui sembra essere l’atteggiamento “buono”. Naturalmente è l’opposto, e anzi: non farne una questione di idee, ma di cultura – cioè fare una distinzione etnica – è, appunto, razzista.

E quindi avevo rinunciato a fare questo post, almeno per ora: però quando sono rientrato la prima cosa che ho visto spuntare nel mio feed reader è che in uno dei siti di vignette che seguo è comparsa questa vignetta, proprio oggi:

Gesù: «sì, giusto!» Maometto: «è vero, io credo nei diritti delle donne» G: «il Corano dice chiaramente che una figlia mussulmana ha diritto a metà dell'eredità che spetta al maschio» M: «difatti quella è la quantità giusta da destinarle» G: «e che un uomo ha il permesso di picchiare una moglie disobbediente» M: «perché lei ha il DIRITTO di beneficiare dalla guida e delle correzioni di lui» G: «mi dispiace, Mo, questo non è quello che la maggior parte delle persone chiamerebbe parità dei diritti» M: «difatti io mica ho detto che i diritti erano uguali, ho detto solo che ci credevo!»

***

Era proprio ciò che avrei voluto scrivere io, soltanto che con un tocco in più d’ironia, ché fa bene.

Cosa pensa Maometto dei diritti delle donne? Il Corano c’è nella vignetta, ma quello – tecnicamente – non sarebbe l’opinione del Profeta, ma quella di Allah. Lui avrebbe solo trascritto l’esatta parola di Dio.

Copio da qui la traduzione in italiano di alcuni Hadith, i racconti della vita di Maometto – rispetto al Cristianesimo sono ciò che più s’avvicina ai vangeli islamici, con la differenza che nell’Islam l’esempio di Maometto è l’esempio del più perfetto fra gli uomini che non può commettere alcun errore perché ispirato per via divina. Gli Hadith, assieme al Corano, fanno parte della Sunna, l’insieme dei codici di condotta prescritti ai mussulmani. Anche se ho sempre cercato di riportarli nella propria interezza, quando non troppo lunghi, per ciascun Hadith riporto il link. Qui trovate tutti i riferimenti ai libri degli hadith citati, in inglese.

“racconta Aisha (la famosa moglie di Maometto sposata a 6 anni, ndr): le cose che annullano la preghiera sono state menzionate davanti a me (ed esse erano): un cane, un asino e una donna’. Ho detto: ‘ci hai paragonate (noi donne) a degli asini e cani. Per Allah!’ Ho visto il profeta pregare mentre giacevo nel (mio) letto fra lui e la Qibla. Ogni volta che avevo bisogno di qualcosa, mi dispiaceva fermare e turbare il Profeta. Così, sgattaiolavo via dalla parte dei suoi piedi.” (Bukhari, Libro 9, Hadith 493)

“Ha narrato Abu Huraira: il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha detto ‘non è permesso ad una donna che crede in Allah e nell’Ultimo Giorno di viaggiare per un giorno e una notte, a parte che con un mahram (un maschio facente parte della famiglia, NDR).” (Bukhari, Libro 20, Hadith 194)

“Abu Dharr ha riportato: il Messaggero d’Allah (possa la pace essere su di lui) ha detto: ‘quando uno di voi sta in piedi per la preghiera, ci sia di fronte a lui qualcosa che è come il retro della bisaccia che lo copre, e in caso non ci sia di fronte a lui (qualcosa) che sia uguale al retro della bisaccia che lo copre, la sua preghiera sarà rovinata dal (passaggio di) un asino, una donna e un cane nero.” (Sahih, Libro 4, Hadith 1032)

“Jabir ha riportato che il Messaggero di Allah (possa la pace essere su di lui) ha visto una donna, e così è giunto da sua moglie, Zainab, e lei stava tingendo del cuoio, e lui ha avuto un rapporto sessuale con lei. Poi è andato dai suoi compagni e ha detto loro: la donna si muove all’ombra di un demone, così quando uno di voi vede una donna, deve tornarsene dalla moglie, in modo da respingere quello che prova nel suo cuore.” (Sahih, Libro 8, Hadith 3240)

“Abu Huraira (Allah sia compiaciuto di lui) ha riportato che il Messaggero d’Allah (possa pace essere su di lui) ha detto: una donna può essere sposata per quattro motivi, per ciò che possiede, per il suo status, per la sua bellezza e per la sua religione, così cercate di prenderne una che sia religiosa, possa la vostra mano essere macchiata di polvere.” (Sahih, Libro 8, Hadith 3457)”

“Abu Huraira (Allah sia compiaciuto di lui) ha riportato che il Messaggero d’Allah (possa pace essere su di lui) ha detto: la donna è come una costola. Se cerchi di raddrizzarla, la romperai. E se la lasci stare, le farai del bene, e la stortezza resterà in lei.” (Sahih, Libro 8, Hadith 3466)

“Imran b. Husain ha riportato che una donna di Juhaina è giunta dall’Apostolo di Allah (possa pace essere su di lui) ed era incinta in seguito ad adulterio. Ha detto: Apostolo di Allah, ho fatto qualcosa per cui (punizione prescritta) deve essermi imposta, perciò imponimela. L’Apostolo di Allah (possa pace essere su di lui) ha chiamato il suo padrone e ha detto: trattala bene, e quando partorisce, portala da me. Lui ha fatto come d’accordo. Poi l’Apostolo di Allah (possa pace essere su di lui) ha pronunciato il giudizio su di lei e i suoi abiti le furono stretti addosso e poi è stato comandato che lei fosse lapidata a morte.” (Libro 17, Hadith 4207)

***

Insomma, la donne sono creature del demonio, gli unici criterî per sposarle sono quelli superficiali e maschilisti, invalidano le preghiere, non possono andare in giro da sole, sono sessualmente tentatrici, e completamente a disposizione come oggetto di sfogo dei mariti: naturalmente se fanno sesso con una persona fuori dal matrimonio devono essere uccise a sassate, mentre se un uomo stupra una donna viene perdonato.

Ora, detto che quella pubblicità dice una menzogna, mi sono domandato: ma coloro che l’hanno prodotta sono in malafede? Secondo me no, secondo me sono persone che hanno lanciato questa campagna a fin di bene, e probabilmente credono alle loro stesse mistificazioni. Perciò mi sono chiesto – e di questo mi piacerebbe molto parlare: detto che per dato d’onestà dire che Maometto fosse a favore dei diritti delle donne è una fandonia, è forse la strategia giusta? Sicuramente è un comportamento arrogante quello del fine che giustifica i mezzi, del mettersi su di un piano morale diverso da quello dei proprî  interlocutori – perché noi non vorremmo nessuno che ci mentisse per appeasement – ma magari funziona.

Potrebbe essere che, a ripetere mille volte una bugia – anche quelle a fin di bene – questa diventi una verità, è un po’ quello che fece Obama nel discorso del Cairo. E certamente è meglio avere a che fare con dei mussulmani che credono, erroneamente, Maometto – in quanto impeccabile – come campione dei diritti civili che un guerriero sanguinario. Voi che ne pensate?

Why?

«Barista, perché devi essere così aggressivo e stridente?» «dovresti essere più sensibile nei confronti dei sentimenti religiosi delle persone» | «non c'è nessun bisogno di questa militanza, di questa belligeranza» «puoi non condividere le nostre idee, ma devi rispettarle» | «perché?» | «ooh, le mie orecchie» «così stridente!»

We shall overcome

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Qualche tempo fa feci un post – contro il burqa e perciò contro Daniela Stantanchè – per ricordare a me per primo che il problema è, effettivamente, la sinistra che è diventata uguale alla destra e difende i regimi islamici nel nome di concetti identitarî e dalle tinte fascisteggianti come il rispetto per le culture, ma non bisognarsi dimenticare il pericolo della destra più classica che maschera come proprie le battaglie giuste, nel mondo, mutuando da sé stessa quegli stessi concetti comunitaristi: ognuno ha ragione a casa propria.

È forse comprensibile avere più a cuore le aporie dei benintenzionati che trascurano i pericoli insiti nell’ideologia islamica, ma non bisogna dimenticare che ci sono anche i malintenzionati, quelli che fanno della propria ideologia religiosa – alternativa, ma non troppo lontana, dall’Islam – il cavallo con cui fare questa battaglia.

Fra questi, in Inghilterra spicca Melanie Phillips, accesa critica dell’Islam, ma contraria ai matrimonî gay, sostenitrice dell’insegnamento del creazionismo, e tutto il pedigree del populista destrorso moderno. Ovviamente Phillips sostiene che c’è bisogno di accartocciarsi sulla propria propria società, e sulla propria fede – lei è ebrea, ma è il medesimo discorso che fa Raztinger con il Cristianesimo – e sostiene che il secolarismo di sinistra è il principale nemico della società liberale perché inevitabile propugnatore di multiculturalismo e del relativismo culturale inteso come annichilimento di qualunque valutazione etica, anziché come promozione dello scetticismo illuminista.

A una presentazione di un libro le hanno chiesto come mai se – come lei sostiene – il secolarismo di sinistra e l’ateismo hanno indebolito l’Occidente promuovendo il relativismo morale, persone come Christopher Hitchens, Nick Cohen e Oliver Kamm sono in prima linea nella lotta contro l’appeasement verso l’Islam radicale. Lei ha risposto le solite sciocchezze à la Calderoli sulla Nostra-Cultura-Da-Difendere.

Ho trovato ficcante, invece, quello che le risponde Cohen:

Cos’è che impaurisce di più i clericofascisti? Cosa tirerà giù i Mullah in Iran e la famiglia reale saudita, Hamas e i Fratelli Mussulmani? Non sarà la diffusione del Cristianesimo nel Medio Oriente a farlo, ma la richiesta di democrazia, la libertà di parola, la libertà dalla persecuzione religiosa, e – più di ogni altra cosa – l’emancipazione delle donne.

In altre parole saranno le mie idee, a vincere la battaglia, non le sue.

La medesima conclusione che avevo espresso nel post che avevo citato sopra. Qui, invece, la risposta di Kamm

Una lettera al Post

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Ho letto questo post del Post in cui venivano così argomentate le ragioni per non pubblicare la vignetta oggetto dell’articolo:

L’avevamo messa qui, la vignetta, dove ora sono queste righe. Sarebbe stato un servizio ai lettori di questo articolo, e la sua ovvia illustrazione: è pure spiritosa e inoffensiva per chiunque dotato di intelletto. Abbiamo in orrore le persecuzioni fanatiche nei confronti della libertà di opinione. Ma la ragione per cui poi abbiamo deciso di lasciare ai lettori del Post la scelta di andarla a vedere nella sua collocazione originale – e di non fingere che questa fosse una scelta come un’altra – è che, con tutta la diffidenza per gli ignoranti dogmi delle religioni, pensiamo si debba essere rispettosi anche nel confrontarsi con l’ignoranza, quando costa poco. Benché pensiamo che qualunque divinità illuminata non possa che ridere delle vignette a lei dedicate, o fregarsene, non vogliamo offendere nessuno fino a che non ce ne sia bisogno per difendere qualcuno. Quel giorno, fosse anche domani, la homepage del Post ospiterà ben più che una vignetta.

Ho trovato queste ragioni inadeguate, e sono andato a leggere il dibattito apertosi nei commenti sperando di leggerci qualcosa di sensato a sostegno dell’idea che la vignetta andasse pubblicata. Invece gli argomenti di coloro che avevano il mio stesso punto di vista – la bontà della pubblicazione della vignetta – erano del tutto scandalosi. Perciò ho iniziato a scrivere io il commento che avrei voluto leggere lì sotto, ma ne è venuto fuori qualcosa di troppo lungo per un commento. L’ho trasformata in una lettera al Post, e la metto qui:

Caro Post,
sono molto stupito da questa tua opinione sulla vignetta di Zapiro: proprio perché mi sembra così lontana dalla prosecuzione naturale di tanti altri ragionamenti che, invece, condividiamo.

Leggo le accuse di codardìa, e mi rammarico di come sia difficile trovare qualcuno che contesti un’opinione – sbagliata – confutandola, anziché con dietrologie sull’interlocutore. Mi offendo quasi di più perché le persone che condividono la mia opinione riescono a portare come unico argomento la delegittimazione – senza alcuna prova – dell’onestà dell’opinione altrui. Ammesso – e tutt’altro che concesso – che gli argomenti del corsivo siano una pezza per nascondere della paura, a quegli argomenti va data una risposta. Ci provo io.

Credo che tu sappia bene che accettare la dimensione dell’offesa altrui come proprio metro sia un asse scivoloso. Soltanto in questo momento nella tua homepage ci sono diverse cose che potrebbero offendere qualcuno: la parola Dio, che alcuni ebrei religiosi non scrivono. La parola rompicoglioni, che potrebbe andare di traverso a qualcuno all’antica. E poi sono certo che il meraviglioso giorno in cui gli omosessuali si potranno sposare in Italia pubblicherai una foto dei primi due coniugi, magari del loro bacio: e io penso che farai benissimo a farlo! Immagino che a questo potresti rispondere che ognuno deve necessariamente decidere una soglia oltre la quale l’offesa – anche illegittima – di un interlocutore inficia la giustizia di ciò che si ritiene giusto, e credo che in questo caso la declineresti in quel costa poco. Anche questo è opinabile – perché costa poco anche scrivere D-o o rompic*****i, o mettere una foto di un municipio anziché quella di un bacio – ma vorrei provare a convincerti che è la stessa esistenza di quella soglia a essere per lo meno discutibile.

Essere rispettosi nei confrontarsi con l’ignoranza” è ciò di più contrario a ciò che auspichiamo per il mondo, e professiamo per noi stessi come cittadini di esso. La nostra società è, esattamente, fondata sulla mancanza di rispetto per la stupidità e l’ignoranza. Il mondo in cui viviamo deve tutti i suoi progressi a questa forma di intolleranza dolce nei confronti delle cattive idee: c’è una ragione per la quale una persona che dice che la Terra è piatta non può diventare Presidente degli Stati Uniti ed è la stessa ragione per la quale, probabilmente, non assumeresti un redattore che durante un colloquio ti spiegasse di essere in contatto con gli extraterrestri, o per la quale non usciresti a cena con chi sostiene di stimare il Mostro di Firenze.

E questo non succede – per fortuna! – perché ci sia una legge che vieta di pensare che la Terra è piatta o che il Mostro sia un bell’esempio, ma perché la nostra società è arrivata a un livello di consapevolezza tale da ostracizzare i punti di vista che non sono fondati su delle prove. È così per qualunque scoperta sulla medicina, sulla biologia, sulla fisica, ma anche sulla storia o sull’etica: in tutte queste discipline ci sono delle opinioni squalificate dalla mancanza di prove, in nessun convegno di storia sentirete mai qualcuno difendere il proprio punto di vista dicendo “dovreste rispettare la mia idea che l’Olocausto non ci sia mai stato”.

Naturalmente ci sono cose del cui grado di certezza siamo meno sicuri rispetto al fatto che la Terra sia rotonda, alla veridicità dell’Olocausto, o alla sociopaticità del Mostro di Firenze, ma è proprio per questa ragione che sarebbe sbagliato mettere una legge che vieti di pensarlo: potremmo avere torto. Tuttavia la sola maniera per dimostrare la validità di un’idea piuttosto che di un’altra è che nessuna delle due sia schermita da un malinteso rispetto. L’unico modo per poter cambiare idea, è dare la possibilità agli altri di attaccare quell’idea.

Perciò è giusto rispettare le persone, mica le idee. Ed è giusto che chi si sente offeso da un’idea altrui – molto brutalmente – se la prenda in saccoccia. Potrà cercare di convincere l’interlocutore delle proprie buone ragioni, ma non potrà appellarsi soltanto al fatto di essere offeso: perché ciò non vale nulla. Anche io sono offeso da un sacco di cose, da chi dice che Prandelli è un imbroglione, da chi si mette i pantaloni con scritto “Rich” sul sedere, o da chi fa le battute che finiscono con qualcuno che sodomizza qualcun altro. Altri sono offesi dagli applausi ai funerali, dal Grande Fratello o da chi mette il pepe sulla mozzarella di bufala. Eppure queste offese, tutti noi, ce le teniamo. E ci mancherebbe altro. Forse dirai che queste sono cose meno importanti. Intanto è tutto da dimostrare – qualche ultrà della Roma potrebbe ammazzare per un “Totti frocio” – ma poi chi lo stabilisce cos’è importante?

Perciò no: l’offesa non può mai essere nell’occhio di chi guarda. Un mussulmano non può sentirsi offeso perché mia sorella non indossa il Burqa, come un ebreo non può offendersi se mangio il prosciutto, e un cristiano non può considerarsi offeso se io vado a letto con un uomo. O meglio, certo che può: ma non ha nessun diritto di condizionare il mio comportamento. E questo discorso non vale – ovviamente – solo per le religioni, ma per tutti coloro che si sentono offesi per dei comportamenti altrui.

Naturalmente resta ancora molto da discutere: ci si può domandare quali siano le ragioni sufficienti per reclamare la propria offesa (ad esempio: per un “terrone!” è giusto offendersi?). Discutiamone, è quello che stiamo facendo da diversi secoli. Ma mi sembra piuttosto chiaro che “un libro scritto 1400 anni fa lo vieta” non è una ragione sufficiente – anche perché di libri scritti secoli fa ce n’è più d’uno. Tanto più che accettare il metro di chi spinge l’offesa più in là – che sia l’integralista o l’ultrà – vorrebbe dire premiare socialmente i più violenti e i più suscettibili, due atteggiamenti che vorremmo scoraggiare.

Dici, e non credo tu abbia tutti i torti, che c’è una notevole misura d’ignoranza nell’offendersi di fronte a una vignetta spiritosa e inoffensiva come quella, però difendere qualcuno dalla propria ignoranza è un atteggiamento molto condiscendente e – secondo me – neanche così altruista: bisogna sempre cercare di trattare gli altri esseri umani come fini, per quanto si può.

Apprezzo molto che tu abbia deciso di non fingere che questa fosse una scelta come un’altra. Io penso che avresti dovuto pubblicare la vignetta proprio così, scrivendoci accanto che non era una scelta come un’altra, e magari spiegandolo. Chessò, qualcosa così: “Cari lettori, ci dispiace che qualcuno si possa offendere per questa vignetta. E ci dispiace davvero. Però noi pensiamo che – con tutti gli strumenti di riflessione – non ci sia ragione per la quale questa vignetta possa risultare offensiva. Non ci mettiamo su di un piano morale superiore, perciò trattiamo voi lettori come vorremmo essere trattati: e noi vorremmo che c’insegnaste ciò ch’è giusto”.

Specchio riflesso

Geniale, secondo me:

"Ho sentito che non vi piace che la gente disegni il vostro profeta, così ho disegnato il vostro profeta che disegna il vostro profeta da un'immagine del vostro profeta. Così, odiando me, odierete il vostro odio mentre odiate".

Come insegna il Pr0f3t4

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Gli hacker islamisti mi mancavano. Lars Vilks è un artista svedese che, per una mostra, ha disegnato una vignetta su Maometto – non molto divertente a dire il vero – e per questo ha ricevuto ripetute minacce di morte. In Irlanda sono state arrestate 7 persone che stavano mettendo a punto un piano per ucciderlo. Alle conferenze stampa gli succedono cose come queste (ascoltate l’esagitata che continua a gridare Allahu Akbar), e ora ci si sono messi pure gli Hacker filoislamici a scrivere slogan religiosi insulti e minacce oscurando il suo sito:

Ciò che stupisce sempre me è come queste persone siano così cretine da non rendersi conto di un concetto così elementare, che lo capirebbe anche un bambino: così facendo stanno implicitamente ridicolizzando le loro stesse idee religiose, dimostrando che quella religione è un ammasso di fandonie – se Dio volesse uccidere quelle persone sarebbe in grado di farlo da solo, no?