Essere una rockstar (e una che ti piace)

2 su 5

Londra, qualche notte fa.
Fermata di diversi autobus. Fra le 2 e le 3 di notte.

Personaggi:
Io, io.
Fan, gruppo di quattro ragazzi fra i venticinque e i trent’anni.

*Fan confabulano qualcosa tra di loro guardandomi, io approfitto dell’incrocio dello sguardo per domandare.*
Io: ciao ragazzi, sapete mica dirmi quale notturno devo prendere per Southwark?
Fan: ma.. ma.. tu sei il batterista dei Fleet Foxes?
Io: no, *rido*, mi dispiace non sono io… mi sapete dire la ferma…
Fan: maccome no! Sì che sei tu.
Io: guardate, no, ve lo direi se lo fossi *sempre ridendo*, ma mi servire…
Fan: ecco ti pareva, invece sei tu, ce lo puoi dire.
Io: vabbene, se vi canto una canzone mi dite dov’è l’autobus che devo prendere?
Fan: ok, allora, devi fare così così e così, poi – dov’è che dovevi  andare precisamente? – ah, sì. *Controllano la mappa*, devi andare qui *mi dànno indicazioni che poi si riveleranno sbagliate*, ecco e poi sei arrivato.
Io: grazie ragazzi, siete stati molto utili, ci si vede!
Fan: eeeehi, e la canzone?
Io: *alzo gli occhi al cielo*. Ah, già. *mi metto a canticchiare* «I was following the, I was following the, I was following the…»
Fan: uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuh *fra di loro* hai visto? È luiiii! *Si dànno il cinque* È proprio lui! Ve lo dicevo!

Nella foto, Giovanni “J Tillman” Fontana, batterista dei Fleet Foxes.

In un libro che non ricordo, Terzani racconta di una volta che, evadendo dalla morsa degli agenti cinesi, riuscì a montare su un treno per andare a visitare una delle poche comunità cattoliche resistita alla furia maoista. Villaggi rurali popolati di persone che non avevano altra scelta che conservare la propria fede in maniera intima, senza un prete, un officiante. Molti – quasi tutti tranne qualche vecchio – non ne avevano neanche mai incontrato uno, di preti. Fu così che quando Terzani iniziò a girare per il villaggio, tutti gli sguardi, da dietro le finestre, furono per lui, chiaramente occidentale. Fra questi sguardi c’erano anche quelli di alcuni agenti governativi, che lo fermarono e lo misero a forza sul primo treno per ripartire. Proprio mentre il treno iniziava il proprio moto, un ragazzo arrivò di corsa e – cercare di seguire il passo del treno – sussurrò «pater, pater, benedictus». Terzani capì che, vedendo per la prima volta un occidentale da quelle parti, quel ragazzo lo aveva scambiato per un prete venuto per benedire. Nell’imbarazzo del dover decidere cosa fare in un attimo, Terzani pronunciò le parole di rito: «In nomine Patris et filii et Spiritus Sancti», facendo ampie movenze. Il ragazzo si fermò e poté andare via contento. Qualche tempo dopo Terzani confessò questo piccolo inganno a un suo amico prete, in qualche modo per scusarsi, ma il suo amico lo assolse: «lhai reso felice, hai fatto bene».

16 Replies to “Essere una rockstar (e una che ti piace)”

  1. enrproc scrive::

    Ehi Giovanni, ma non è “spiritus”? O è voluto?

    Non ho capito.

    Ormazad scrive::

    Ma il tuo inglese è così buono da poter passare per un indigeno ??

    No. Non ho l’accento proprio da italiano in vacanza (mio padre è americano), ma comunque si sente che sono italiano. Non so perché non ci abbiano fatto caso.

    dasnake scrive::

    Ehm, non si possono fare battute sui capelli, vero? 😉

    Vero!

    davide scrive::

    secondo me, rimanendo sui Fleet Foxes, assomigli di più a Robin Pecknold
    http://farm3.static.flickr.com/2424/3714120191_95e4ef1e80.jpg

    Effettivamente. Però hanno detto “drummer”. Magari si son sbagliati.

  2. Come segnala enrproc, la formula corretta è spiritUS sancti (spiritus è della quarta declinazione, quindi genitivo in -us).

Leave a Reply to davide Cancel reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *