I will do enough good to make it up to you

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Ieri era l’Anniversario, quello con la “a” maiuscola, e ho pensato che non ci fosse molto da scrivere, cioè, che non ce l’avessi io. C’è anche che sono molto impegnato, in questo periodo, e quindi forse non ho avuto neanche il tempo di pensarci.

Così ne scrivo ora, il giorno dopo, meno come reazione all’anniversario e più come reazione alle reazioni all’anniversario, che ho letto sfuggitamente ieri. E ho pensato che tutti coloro che hanno detto “forse sarò impopolare ma”, per poi aggiungere considerazioni – delle volte condivisibili – sulle conseguenze della guerra in Iraq, in Afghanistan, di un mondo più polarizzato. Della necessità di mettere quell’evento in un contesto, di raccontarlo come un evento internazionale, di restituirlo alla propria dimensione, eccetera. Ecco, ho pensato che tutti questi – lungi dall’essere-impopolari-ma – sono il mainstream, dicono quello che dicono tutti e che tutti si aspettano che tutti gli altri dicano, perlomeno in una certa fetta di società. E se, invece, per una volta si dà un pensiero a quell’evento come tale, lasciando da parte – per un giorno, nell’anniversario dei dieci anni – quello che ci viene ricordato ogni settimana da ciò che succede in Iraq, in Afghanistan, in tutto il mondo, non possiamo che trovarne del sollievo, nel raccontare un evento, una storia, per quanto piccola.

Così quando ho visto questo video ho pensato che fosse perfetto, che forse era quello che dovevo mettere ieri, ma forse oggi è meglio, per toglierlo da quel contesto lì.

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