“Da brividi”

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Ieri ho fatto un post sulla Libia che è stato letto un sacco in giro, addirittura una decina di persone mi ha chiesto l’amicizia su Facebook specificando che aveva letto il post e ne aveva condiviso i contenuti. È stato utile a me per chiarirmi le idee, e sono contento che sia stato utile ad altri.

Ovviamente ci sono stati anche pareri contrari. Ci siamo tutti abituati, fa bene ed è naturale. Io, per quanto posso, cerco sempre di rispondere il più possibile ai commenti dei post, specie a quelli critici. È l’unico modo per far progredire la discussione e in passato ho conosciuto un sacco di gente che mi ha insegnato un sacco di cose.

In questo caso, però, sono rimasto di stucco nel constatare come non ci fosse nessuno spiraglio d’apertura al dialogo. Prendo l’esempio del Post perché gli devo molta della diffusione dell’articolo, ma è una cosa comune anche nelle altre sedi. Avevo iniziato a leggere i commenti, per vedere quelli a cui dovevo una risposta, e mentre li scorrevo pensavo mentalmente “a questo ho risposto nel post”, “questo sta rispondendo a una cosa che io non ho detto”, “questo risponde per slogan”, e così via.

Insomma, esattamente quello che avevo scritto di voler evitare. Per rispondere, avrei dovuto ricopiare pezzi del post, perché la maggior parte replicava cose a cui avevo già risposto. In diversi casi mi sono domandato: ma l’hanno letto il post a cui stanno rispondendo? Nessuno che contestava puntualmente un argomento: quello che avevo detto nel post, e cioè che non c’è niente al mondo che possa far cambiare idea a queste persone. E quindi è impossibile instaurarci una discussione: qualunque cosa succeda confermerà la loro opinione.

Se ho spiegato perché gli interessi degli Stati sono irrilevanti e dobbiamo pensare alla vita della gente in Libia, se ho spiegato perché  fare poco è meglio che fare nulla (e quindi chiedersi “perché qui no?” non è un’obiezione), puoi contestare la consistenza logica dell’argomento, puoi dirmi che l’intervento non sarà di beneficio ai libici, puoi tirare in ballo altre obiezioni, ma non puoi rispondere: «eh, lo fanno per interesse! Perché non in Bahrain?».

E poi mi è venuto da ridere pensando che hanno torto pure dall’interno della loro ossessione cospirativa: oggi è «l’Occidente è invervenuto in Libia per interesse, si vede dal fatto che non interviene in Bahrain!». Potrei scommetterci un piede che se domani Francia e Inghilterra intervenissero in Bahrain inizierebbero a strillare: «l’Occidente è intervenuto in Bahrain per interesse!»

(il titolo è rubato a un commento che, scorrendo ossessivamente il post per cercare di obiettare qualcosa, è arrivato all’ultima frase senza trovare niente. Allora ha deciso di prendersela con quella, che fra l’altro avevo ripreso dall’Independent)

12 Replies to ““Da brividi””

  1. Anche il commento riguardo una tua presunta mancanza di sensibilità era molto carino.
    La domanda che segue è: sono davvero utili i commenti in un blog?

  2. Per contrappasso, ti seguo sempre e – pur stimandoti – rarissimamente sono d’accordo con te. Stavolta quasi integralmente.

  3. Francamente, pur condividendo totalmente la tua posizione sul problema, ho trovato il tono un po’ paternalistico e quindi fastidioso. E così anche in questo post “ti ho spiegato … ti ho spiegato”.
    In realtà Giovanni, hai illustrato correttamente la tua (a anche la mia) posizione, ma sembrava che ti ponessi nel ruolo di chi possiede la verità e la porta agli ignoranti.

  4. Giovanni non fare così, non devi crucciarti perché i bimbi cattivi non leggono bene quello che scrivi.

  5. È una cosa che noto molto spesso nei commenti dei blog che cercano di parlare di cose complesse, come il tuo o quello di Francesco Costa. Ho sempre pensato che si trattasse di distrazione, o anche malafede. Poi ho letto un ottimo libro, “La Cultura degli Italiani”, un’intervista a Tullio De Mauro pubblicata da Laterza.

    Nel libro, oltre che ad un’interessantissima analisi sulla storia della nostra cultura nel secondo dopoguerra, De Mauro sottolinea con forza una statistica inquietante, che riassume in un pezzo su Internazionale (http://tinyurl.com/6ylqk9p), da cui incollo:
    “Secondo specialisti internazionali, soltanto il 20 per cento della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea”.

    Se l’analfabetismo “puro” nel nostro paese è limitato al 5%, il 75% della popolazione è funzionalmente analfabeta. E quando si vive in quel tipo di condizione è difficile comprendere appieno la differenza tra fraintendere e non avere i mezzi per capire un testo scritto complesso. Da quando ho cominciato a ragionare su questi dati, vedo alcuni commenti sotto una luce diversa. Per potersi aprire al dialogo è necessario avere gli strumenti per affrontare un dialogo.

    Ho l’impressione che questo problema sia largamente sottovalutato, ma viste le inesistenti capacità di analisi e scrittura di molte delle persone che ho conosciuto all’università, per non parlare di molti laureati di cui ho letto testi o con cui ho discusso questioni complesse, praticamente incapaci di spiegare anche concetti elementari, credo che la comprensione della lingua sia un ostacolo concreto per moltissimi. Forse sarebbe il caso di rifletterci su, mi sembra un problema enorme.

  6. spero che tu mi risponda: ma in bahrein non c’è il petrolio? e allora perché non intervengono?
    cioè non dovresti rispondere tu ma chi dice che in libia intervengono solo per interessi.
    e comunque sarà come sarà, ma nei paesi arabo-mediterranei ora il tricolore francese e la faccia di sarkozy sono sinonimo di libertà.

  7. Provo a rispondere a tutti:

    Flx scrive::

    La domanda che segue è: sono davvero utili i commenti in un blog?

    Io penso davvero di sì. E penso anche di essere molto fortunato, ma davvero molto, per i commentatori che sono capitati su questo blog. Hanno opinioni molto diverse (come dice Cassa), spesso, però – come ho scritto anche nel post – mi hanno insegnato un sacco di cose.

    Ti sembrerà retorica, non lo è: una volta avevo fatto un post proprio per celebrare questa cosa.
    http://www.distantisaluti.com/digito-ergo-sum/

    mattiaq scrive::

    ho trovato il tono un po’ paternalistico e quindi fastidioso. E così anche in questo post “ti ho spiegato … ti ho spiegato”.
    In realtà Giovanni, hai illustrato correttamente la tua (a anche la mia) posizione, ma sembrava che ti ponessi nel ruolo di chi possiede la verità e la porta agli ignoranti.

    Per metà hai ragione, per l’altra metà discutiamone. Pensa che nella prima versione che era andata online in questo post avevo proprio modificato quel periodo, e precisamente per quel motivo (ho spiegato, anziché ti ho spiegato).

    Però, poi, ho pensato che sarebbe stato più onesto scrivere quello che pensavo, e quello che pensavo era davvero “ti ho spiegato”, perché il concetto che stavo esprimendo mi sembrava talmente ovvio da squalificare – almeno ai miei occhi – chi non lo capisca, o dovrei dire voglia capire.

    Valutare molto negativamente alcune opinioni, penso, serve anche a valutare positivamente altre. Io penso, davvero, che non capire una cosa del genere dimostri stupidità o malafede.

    Per questo, più che uno che ha la verità e la porta agli ignoranti, mi sembrava uno che ha alcuni concetti di elementare buon senso e logica e non si capacità di come non siano – deliberatamente? – recepiti.

    In ogni caso, seguendo quello che dici, ho ripristinato la versione precedente, per quello che può fare questa piccola modifica.

    @ Emilio:

    Non so, Emilio. Io devo dire che molti interventi mi sembravano di persone che sapessero articolare un pensiero, ed è sempre un po’ autocompiacente pensare “non capiscono quello che scrivo” perché sono ignoranti. Da una parte, è il contrario di ciò che ha obiettato Mattia.

    IlTremendo scrive::

    cioè non dovresti rispondere tu ma chi dice che in libia intervengono solo per interessi.

    Eh già.
    Pensa che il miglior alleato degli Stati Uniti nell’area, Israele, è uno dei pochissimi Paesi del Medio Oriente senza una goccia di petrolio nel sottosuolo.

  8. Capisco il problema del rischio di autocompiacimento, d’altronde su internet e fuori non c’è carenza di personaggi pronti a dire “nessuno mi capisce” o “nessuno mi può insegnare niente”. Ma basta un minimo di onestà intellettuale per evitare di cadere in quei fossi.

    Ma a volte, leggendo alcune risposte, mi sembra che quello della comprensione delle cose sia un fattore rilevante, forse anche una delle cause della tendenza diffusa a polarizzare ed estremizzare (e di conseguenza, semplificare) le discussioni, insieme al conformismo e alla pigrizia.

    Ma è un discorso straordinaramente diffiicle da incorniciare. In ogni caso consiglio la lettura del libro di De Mauro, l’ho trovato illuminante.

  9. @ Emilio:
    Guarda, ho fatto un piccolo esperimento con questo commento qui: http://www.distantisaluti.com/cinque-stupidaggini-sulla-libia/#comment-39631

    Ho continuato a cercare di esprimere lo stesso concetto, nonostante fosse lungamente affrontato nel post, continuando e continuando senza stancarmi finché non lo capiva.

    Se, all’inizio, sembrava vero ciò che dicevi tu, a proposito del non capire ciò che leggeva (ma, ancora di più, ciò che scriveva lui), poi è divenuto chiaro – almeno a me – che aveva capito bene cosa gli stavo chiedendo, semplicemente non voleva rispondere.

  10. secondo me il post sulla Libia si poteva ampliare con alcune peculiarità di questo intervento militare, tipo che la vittoria è fattibile con pochi rischi per chi interviene (l’assenza di montagne e il deserto favoriscono i jet), la mancanza di una ideologia fondamentalista islamica da combattere (chi sta con Gheddafi lo fa per soldi, parere mio, sono pochi quelli che lo seguono perché incarna l’ideale della rivoluzione Jamharya), la bassa densità di popolazione con l’assenza di obiettivi umani non dovrebbero causare vittime civili (i missili sono diretti verso bersagli militari non verso il singolo miliziano che si rifugia nel villaggio pieno di bambini), l’unico obiettivo umano è Gheddafi stesso (che la coalizione vuole far fuori anche se dicono il contrario).

  11. Giovanni Fontana scrive:
    Io penso davvero di sì. E penso anche di essere molto fortunato, ma davvero molto, per i commentatori che sono capitati su questo blog. Hanno opinioni molto diverse (come dice Cassa), spesso, però – come ho scritto anche nel post – mi hanno insegnato un sacco di cose.

    Per quanto riguarda il tuo blog hai ragione. E tutto dipende dal rapporto tra autore del post e commentatori, non direttamente dal contenuto del testo pubblicato. Infatti, come tu stesso hai sottolineato, alcuni commenti sul sito del Post al tuo articolo lasciavano veramente a desiderare (magari pure i miei!), e hanno portato la discussione ad un livello (basso) che qui sul blog non si vede quasi mai.

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