In Malawi sono delle femminucce

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Per colpa del sorpasso di Malawi e Ghana, l’Italia ha perso due posizioni rispetto all’anno scorso nella classifica fra le nazioni con minore disparità di trattamento fra uomini e donne, assestandosi su un fiero 74° posto. Dopo l’Italia, il peggiore Stato dell’Europa occidentale è trenta posti più avanti.

È il discorso che mi avete sentito fare tante volte: causa o effetto che sia – forse più il secondo –, è questo il lato peggiore del berlusconismo, altroché.

Roberto S

18 Replies to “In Malawi sono delle femminucce”

  1. La disparita` non e` solo un problema culturale, ma anche strutturale.
    No, non parlo di quote rosa, parlo di accesso al lavoro (trent’anni e senza figli? ne farai uno a breve, non t’assumo per periodi piu` lunghi di tre mesi) e asili nido (chi lo tiene il bimbo stamani? la mamma, che il babbo non puo` rimanere incinta e ha trovato meglio lavoro).

    Se guardi bene tutti i primi posti in classifica hanno uno stato sociale avanzat… LESOTHO? Che diamine e` successo al Lesotho in questi quattro anni? 🙂

  2. ” è questo il lato peggiore del berlusconismo, altroché.”

    oh, già!
    anche se trovare il peggiore tra il peggio non è certo facile

  3. dasnake scrive::

    No, non parlo di quote rosa, parlo di accesso al lavoro

    Io parlo anche di quote rosa. L’affirmative action funziona. Comunque sulla questione della maternità assolutamente modello scandinavo: ogni genitore ha a disposizione X mesi. Se non ne usufruisce anche il padre non possono essere usati dalla madre: li perdi. Anzi, io sono quasi per la coercizione della maternità/paternità condivisa.

  4. Io parlo anche di quote rosa. L’affirmative action funziona.

    Affermazione forte.
    Di che contesto stai parlando (donne, italia)? Hai qualche dato?

    Dal punto di vista teorico l’affirmative action mi sembra piuttosto ingenua: l’idea e` imporre all’uscita di un complesso sistema sociale il risultato che ti aspetti nel caso il sistema sociale NON faccia disparita`. Questo, in qualche maniera misteriosa, dovrebbe propagarsi all’indietro fino a modificare il sistema sociale stesso. Mah.
    Si puo` lasciare il beneficio del dubbio, i sistemi sociali sono complessi e possono accadere le cose piu` bizzarre, pero` ci vogliono le prove.

    Nessuno s’e` filato la mia battuta sul Lesotho, ma andando a guardare meglio piu` che far ridere getta qualche ombra sulla serieta` della classifica.
    Il Lesotho era 43mo nel 2006 e ora e` ottavo, un salto pazzesco!
    Nel 2006 pero` la situazione non mi sembrava rosa e fiori: http://www.eisa.org.za/WEP/lesquotas.htm

    “The patriarchal nature of the Basotho society confers decision-making powers and headship on males and contributes largely to the absence of women in mainstream politics.”

    Questo a fronte di un posto di tutto rispetto per quell’anno (l’italia era piu` in basso).

    C’e` di peggio (ma non sono sicuro della fonte): http://www.womenthrive.org/index.php?option=com_content&task=view&id=392&Itemid=121

    “Lesotho’s parliament late last year passed major legal reforms which allowed married women full economic rights: something that domestic women’s groups had been advocating for for years. Prior to these reforms, married women in Lesotho were considered minors and denied the right to sign legal documents or own property without the consent of their husbands.”

    L’articolo e` del 2010, “last year” e` il 2009!

  5. Ancora sul Lesotho (poi smetto): l’articolo di sopra era un po’ confuso e l’anno in cui hanno dato la possibilita` alle donne sposate di avere la propieta` delle cose e` il 2006 non il 2009.

    Fonte: http://genderindex.org/country/lesotho

    Sempre da quella fonte il Lesotho non se la cava benissimo, per usare un eufemismo, esempio:

    “Women’s civil liberties in Lesotho are highly restricted by tradition, particularly in relation to their freedom of movement and their ability to travel abroad. Women married under customary law cannot obtain a passport without the consent of their husband.”

    A questo punto sarebbe il caso di capire che diavolo stanno calcolando nella classifica che cita Giovanni.

  6. @ dasnake:

    Qui c’è come motivano il Lesotho nel 2007, quando fece quel salto:

    Lesotho (26) and Namibia (29), which previously held 43rd and 38th positions, respectively, move up in the rankings, taking the 2nd and 3rd places in the region. Lesotho is once again the only country from the region to have no gap on education or health. Between 2006 and 2007, there was an increase in the ratio of women and men’s labour force participation, in the estimated earned income ratio, in wage equality for similar work, and women in parliament increased from 12% to 24%.

    Qui, invece, tutti i dati che prendono in esame:
    http://www.weforum.org/pdf/gendergap/ggg07_lesotho.pdf

    Questo, invece, il report completo su quest’anno:
    http://www.weforum.org/pdf/gendergap/report2010.pdf

  7. Pare che la partecipazione nelle attività economiche delle donne in Lesotho sia avanzatissima, più ancora dei paesi scandinavi, ed è probabile che essendo loro il World Economic Forum sopravvalutino questo dato.

  8. Azz, la lettura del report non ha aumentato la mia stima nell’indice, anzi … ormai me lo sono letto e quindi t’ammorbo con le cose che ne escono.

    Loro sono piuttosto chiari: vogliono guardare a parametri in uscita al sistema e solo a quelli. Non considerano quindi in nessun modo l’eguaglianza formale: il Lesotho puo` avere una legislazione tribale palesemente sessista, ma l’indice non ne tiene conto.
    Sono d’accordo in principio: ti aspetti che se il risultato e` buono allora anche la societa` e` buona, nonostante “sembri” non buona.

    Pero` allora bisogna stare attenti a come e quali dati si prendono. Mi sembra che la loro scelta fallisca in maniera esemplare nel Lesotho – e ci puo` stare, fare una scelta valida globalmente e` difficile -, ma NON ne parlano nel report. Anzi! Sembra che il Lesotho sia il top degli stati africani!

    L’indice si basa su quattro dati aggregati: partecipazione economica e retribuzione, educazione, salute, potere politico.

    Il Lesotho si piazza malissimo a potere politico, come citato prima le donne sono tradizionalmente (e formalmente fino a poco tempo fa) ritenute inferiori all’uomo e hanno scarsa rappresentanza negli organi decisionali.

    Il Lesotho pero` e` al top per gli altri tre parametri. Come?

    Educazione: la scuola e` 10 anni pari per uomini e donne (arrivano a una specie di seconda liceo, se interpreto bene il dato), il dato tondo ha l’aria d’essere imposizione governativa e probabilmente applicata con la forza del 13% di PIL investito. L’alfabetizzazione e` 74% uomini e 94% donne, quindi il conto che fanno e` basi uguali (la durata della scuola) risultato donne/uomini > 1 e allora si satura a 1. Il top score per l’educazione.
    In pratica il Lesotho si classifica meglio degli USA perche` in un caso hai un paese con larga parte della popolazione maschile semi analfabeta e nell’altro ci sono meno donne che prendono il PhD. Forse non e` cosi` sensato metterli nella stessa classifica, che dici?

    Salute: anche qui andiamo di lusso, nascono poche piu` donne che uomini, ma si muore praticamente alla stessa eta`. Top score! Peccato che l’eta` in questione sia 40 anni. Quando la speranza di vita media e` quella dell’eta` del bronzo forse non sono ancora in atto i meccanismi sociali di selezione che ti fanno vedere una differenza tra uomini e donne, eh …

    Economia: qui e` un mistero, il dato del 2007 mostrava che le donne guadagnavano mediamente la meta` degli uomini e infatti il risultato non era un gran che (53mo posto). Ora sono al primo posto nel mondo. Giovanni hai il dettaglio anche di quest’anno? Pero` sono pronto a scommettere che ci sia un fenomeno di saturazione dovuto alla situazione drammatica del Lesotho.

    E` un bellissimo esempio di come la statistica cieca ti possa dare risultati assurdi. Un po’ e` anche un esempio di quello che diceva Ila: hai un paese disastrato in cui la situazione e` cosi` drammatica che i risultati pessimi degli uomini ti fanno saturare il dato delle donne, anche se stanno malissimo.

    Il risultato dell’italia ovviamente rimane (nel senso che e ` dietro a tutti gli altri paesi suoi simili), ma lo stornerei di molti paesi “terzo mondo” che ci stanno davanti.

  9. @ dasnake:
    Beh, però, scusa: loro parlano esplicitamente di gender gap, quindi scarto fra le condizioni degli uomini e quelle delle donne, mica dicono che quelli sono gli Stati in cui le donne stanno meglio.

    È chiaro che, in questo senso, nei posti dove anche i maschi non se la passano bene ci sia minore “gender gap”.

    inoltre c’è da considerare un’altra cosa: il Lesotho è uno Stato piccolissimo, neanche 2 milioni di abitanti, quindi è abbastanza prevedibile che i dati in percentuale varino moltissimo da anno a anno.

  10. E` vero che parlano di gender gap, ma il dato e` interessante nel contesto della condizione della donna: ci aspettiamo una situazione in cui le donne vivono in condizioni peggiori di quelle dell’uomo, quindi guardare la distanza e` una maniera per guardare i passi avanti della societa` nella direzione dell’eguaglianza.

    Infatti mi pare che sia questo il senso del tuo commento sulla posizione dell’italia: il basso gender gap e` indice della condizione svantaggiata della donna. E hai sicuramente ragione, sia ben inteso.

    Ecco, per questo motivo il dato del Lesotho – che secondo la loro definizione di gender gap e` effettivamente quello, non ci piove – non dovrebbe stare in quella classifica. Al minimo ci dovrebbe essere una nota per tutti quei paesi che come il Lesotho hanno un punteggio alto perche` fattori terzi, che nulla hanno a che fare con l’equaglianza di genere, diminuiscono artificialmente il gap aggregato.

  11. (2 milioni di persone sono un numero gia` abbastanza grande per far oscillare poco il risultato per questioni puramente statistiche in calcoli di conteggio, Poisson insegna)

  12. Indipendentemente dalla classifica che mi pare molto opinabile,non c’era bisogno di uno studio per sapere che in Italia c’è una grave disparità di trattamento fra gli uomini e le donne.
    Basta vedere quante donne occupano posizioni di responsabilità in Italia.

  13. da repubblica

    “Le donne dirigenti in Italia
    sono un terzo della media europea
    Indagine di Manageritalia: siamo all’ultimo posto con solo l’11,9% del totale, in Turchia la percentuale è il doppio, al top i paesi nordici.
    (…)
    Guardando alle donne nei Consigli di Amministrazione delle società quotate, poi, siamo al quart’ultimo posto con un misero 3,2% rispetto a una media dell’Europa a 27 dell’11,4% e alle vette superiori al 20% di Finlandia e Svezia e all’inarrivabile 42% della Norvegia. Anche a livello imprenditoriale le cose non vanno molto bene per l’Italia visto che le donne imprenditrici sono il 23,4%, contro una media Europea superiore al 33%.”

    desolante …

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