Haiti

C’è un motivo perché non avete letto niente a proposito del disastro di Haiti, anche se è il tipo di cosa che vi immaginereste di leggere su questo blog: che non so cosa dire.

Poi ce n’è un altro: che sono sempre più infastidito dalla sproporzione deliberata – sarà normale, sarà ovvia, sarà tutto quello che volete, ma mi fa rabbia – fra il valore accordato alla vita degli italiani e quelle di tutti gli altri.

Ecco i titoli, in questo momento, su Repubblica.it e Corriere.it

“Il governo di Haiti: “Forse 200mila vittime”
“Fame e saccheggi. Si teme per 3 italiani”
“Dobbiamo aiutare due milioni di persone”

Duecentomila. Due milioni. Tre.

Corriere.it

Haiti, il governo: «140mila vittime»
Italiano sotto le macerie, 21 i dispersi

Centoquarantamila. Ventuno.

Sarà normale. O piuttosto sarà che ci siamo abituati. Che abitudine schifosa.

13 Replies to “Haiti”

  1. ..e come direbbe qualcuno:
    -un minuto di silenzio
    oppure
    -una preghiera.
    Facile.
    Beh, io che non ho il coraggio di andare là a fare qualcosa di concreto..sto zitto e porto rispetto.
    E mi vergogno di essere un essere umano quando vedo “abitudini” come quella che hai qui commentato.

  2. Giovanni, scusa, ma sembra di nuovo che caschi dal pero, come se non sapessi che gli esseri umani, tra i loro simili, praticano gerarchie d’interesse, d’affiliazione, d’affetti o quel che ti pare, o come se tu non facessi altrettanto.
    Dei tuoi parenti, dei tuoi amici, della Fiorentina t’importa più che del resto del mondo, no?
    Se a(lla stragrande maggioranza de)gli italiani importa (poco o tanto) di più quel che succede ad altri italiani e a te no, non è un buon motivo per definirli ‘schifosi’ – al di là del fatto che la retorica dei (tele)giornali spesso sia effettivamente melensa e insulsa.

  3. Condivido il senso di schifo per questa tendenza mediatica di vedere il mondo con gli occhiali italiani: una cosa è interessarsi ‘di più’ della nostra cerchia di relazioni, un’altra è fottersene completamente del resto del mondo se non ci sono italiani coinvolti. Purtroppo questo atteggiamento è solo una delle conseguenze nefaste del farci credere che siamo al centro del mondo, quando purtroppo stiamo diventandone una provincia sempre più decentrata.

  4. l’informazione in italia è quella che è, quando va bene è provinciale, comunque sempre sciovinista e spesso razzista

    come vedi gli Shylock di turno trovano giusto che sia così, c’è ancora tanto da lavorare …

  5. Shylock scrive::

    Dei tuoi parenti, dei tuoi amici, della Fiorentina t’importa più che del resto del mondo, no?

    Delle persone a cui voglio bene sì. Ma non chiedo la carta d’identità per voler bene a una persona.

  6. @ Giovanni Fontana:
    Non gli devi per forza voler bene: c’è una gerarchia/rilevanza delle notizie che non scopriamo adesso e che non è esclusivamente italiana (mi pare fosse una vecchissima ricerca su quanto faceva notizia 1 morto americano rispetto a x morti occidentali rispetto a y morti del terzo mondo).
    Italiana, italianissima è invece la propensione al melodramma, che è un fatto culturale che non piace neanche a me, beninteso.
    Rimane che una caviglia storta di Jorgensen fa più notizia di cento bimbi morti di fame in Burundi. Sostituisci ‘Jorgensen’ con ‘Ashley Cole’ e avrai lo stesso identico fenomeno nel civilissimo Regno Unito.

  7. Shylock scrive::

    Sostituisci ‘Jorgensen’ con ‘Ashley Cole’ e avrai lo stesso identico fenomeno nel civilissimo Regno Unito.

    Credo di essere stato abbastanza attento per dire che alla BBC stanno diffusamente parlando della situazione di Haiti (per esempio dicono che l’aeroporto della capitale è stato ‘consegnato’ agli americani, notizia più importante del conto delle potenziali vittime, del nome della prima vittima italiana, del fatto che sono morti anche dei bambini come si legge dai titoli del Corriere. it) anche se non hanno citato la presenza di britannici sull’isola. E dubito che non ci sia nessuno.

  8. @ Roberto:
    Che la BBC, magari criticabile per altri versi, sia ad un livello qualitativo sei spanne sopra la media dell’informazione televisiva italiana, lo vedo anche da me, quando mi capita.
    Il problema è che noi abbiamo ormai un Tg1 ai livelli del Sun.
    Ciò non toglie che l’esempio ‘Ashley Cole’ che facevo io descriva la realtà.
    E che se, mettiamo, in Afghanistan viene preso in ostaggio un suddito di Sua Maestà, faccia molta più notizia degli x indigeni che nello stesso giorno ci hanno lasciato la pelle. O no?

  9. Shylock scrive::

    @ Roberto:
    E che se, mettiamo, in Afghanistan viene preso in ostaggio un suddito di Sua Maestà, faccia molta più notizia degli x indigeni che nello stesso giorno ci hanno lasciato la pelle. O no?

    Quasi, il problema è tutto in quel ‘molta’. Fa tutta la differenza tra il vero giornalismo e un rotocalco per cui conta solo attrarre spettatori, oltre che fare da megafono per il governo di turno.

  10. in realtà pure qui c’è molta attenzione ai dispersi e ai morti francesi… io, che ho deciso di benpensare, aggiungo che – oltre al fatto che è triste e naturale che «più lontano è una catastrofe, più alto deve essere il numero di morti perché questa catastrofe sia una notizia» – si segue la sorte degli italiani perché di solito gli italiani dispersi hanno parenti preoccupati proprio in Italia… però lo dico solo perché benpenso, sia chiaro…

  11. @ suibhne:
    Credo che gli Italiani che hanno parenti dispersi ad Haiti, abbiano ben altre fonti dei vari giornali locali…
    Avendo tu detto che lo dici solo perchè ben pensi, forse è futile ma mia risposta, ma per dovere di scrupolo…

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