Oggi c’è il sole

Oggi si vota in Iraq: comunque la si pensi sulla quella guerra che ha portato tanti morti e queste elezioni (io continuo a pensarla più o meno così) è un bel giorno per l’Iraq e per il mondo. Per tutti coloro che rifiutano di pensare che gli arabi sono inferiori e i mussulmani “non sono pronti per la democrazia”, oggi c’è il sole.

5 Replies to “Oggi c’è il sole”

  1. Ho letto il post del 2007, molto bello. Solo una domanda; partendo dalle tue premesse, ovvero, tentare di aiutare il maggior numero possibile di persone, non è stato un errore strategico imperdonabile sistemare l’Iraq prima dell’Iran? Nel 2003 sarebbe stato molto più semplice sistemare loro e poi andare dietro a Saddam. Oppure, avendo fatto la guerra in Iraq, perlomeno investire un pelo di più sulla rivolta degli studenti (magnifica occasione sprecata, secondo il sottoscritto, ma non me ne intendo molto quindi forse è una castronata).

  2. @ Luca:
    Dal bassissimo della mia ignoranza credo proprio che tu abbia ragione. Anche perché l’intervento che era stato messo sul piatto in Iran era molto meno distruttivo, e puntava a colpire i Pasdaran e cercare l’appoggio della rivolta studentesca e popolare.

  3. La frittata purtroppo è fatta a quanto pare, però 🙁 Sperare in un’altra rivolta studentesca, con il pugno di ferro che stanno mettendo sulle università, è molto utopistico … d’altra parte, ci sono le elezioni quest’anno no? Magari gli iraniani sceglieranno qualcuno di meno radicale di Ahmadinejad … anche se dubito che questo qualcuno possa mettere in riga gli Ayatollah ..

    Se posso, però, un’altra obiezione alle obiezioni che muovi nell’articolo originale, sul punto delle motivazioni della guerra 🙂 Il problema lì (che viene raramente tirato fuori) non è che gli USA potessero o meno avere un interesse strategico/economico nell’andare in Iraq. Il problema, è che per seguire quell’interesse (sfruttare il petrolio) si sono fatte determinate scelte tattiche e strategiche, nella gestione del conflitto e dei disordini, che possono aver messo al primo piano gli interessi “coloniali” prima di quelli dei civili.

    Detto rozzamente, se gli americani per sfruttare i pozzi di petrolio hanno scelto di mandare molte più truppe a proteggere quelli piuttosto che a calmare la situazione nelle strade e combattere le milizie in nuce, be’ allora l’obiezione di Moore diventa tutt’altro che peregrina, anche se formulata male, e concentrata sulle cause invece che sugli effetti (ma lì è calcolo politico, gli americani prendono male le bugie).

    D’altra parte questa critica si inserisce ad una più generale critica a come hanno gestito (pessimamente) il conflitto nei primi tre anni. Il fatto che adesso (per fortuna!) le cose stiano sensibilmente migliorando non implica che prima abbiano adottato le strategie migliori…

    Buona giornata 🙂

  4. Beh Luca,
    seguendo soltanto il tuo ragionamento, quindi non commentandolo, l’argomento diventerebbe un ordine di preferenze: 1 – guerra fatta bene 2 – guerra fatta male 3 – non guerra.
    Sbaglio?

  5. Mmmm diciamo che il mio ordine di preferenze in questo caso è più (data la situazione attuale)

    1- guerra fatta per i motivi “giusti” e quindi usando le strategie adeguate – anche a priori, nella scelta dei nemici da combattere
    2- (situazione attuale) guerra iniziata malissimo per scelte tattiche (come combattere) quanto strategiche (scelta del nemico) però “corretta in corso d’opera”
    3- non guerra
    4- (situazione per fortuna evitata al momento) guerra iniziata e condotta malissimo.

    Ah piccola aggiunta al commento precedente … sempre sulle obiezioni alla Moore … hanno senso anche se si parla della scelta del nemico, ovvero nell’andare a combattere l’Iraq invece che l’Iran. Cioè, le vere motivazioni (nascoste) hanno condotto a fare la scelta di andare da Saddam piuttosto che dagli ayatollah, e ci si è messi a combattere avendo tentato di ingannare non solo il popolo americano ma anche il mondo intero con la faccenda delle WMD (inganno a cui i nostri servizi segreti contribuirono con la bufala dell’uranio nigeriano).

    Poi per carità grazie a Petraeus e a Bush, con il loro surge, sono riusciti a metterci una pezza, e forse hanno anche salvato il tutto. Ma i loro errori iniziali, che IMHO sono stati dettati appunto da una pessima visione strategica, hanno causato decine di migliaia di morti e miliardi di euro di danni che si sarebbero potuti evitare se avessero condotto meglio l’intera vicenda.

    Rallegriamoci che comunque stia andando tutto a posto.

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