Ho letto da qualche parte che nel nuovo album (che ancora ha da uscire), De Gregori si definisce “Principe da palcoscenico, che dà la buonanotte ai fiori”.
Ovviamente la musica farà schifo, non illudiamoci.
poveri i bambini che finiscono nella squadra avversaria
Ho letto da qualche parte che nel nuovo album (che ancora ha da uscire), De Gregori si definisce “Principe da palcoscenico, che dà la buonanotte ai fiori”.
Ovviamente la musica farà schifo, non illudiamoci.
Visto che è una lettura che consiglio, ricopio qui la presentazione che ho scritto sul sito dei Mille per il pubblico quaderno d’appunti dell’alacre Francesco sulla campagna elettorale per Ivan Scalfarotto:
Una presentazione simile dovrebbe cominciare dicendo che lui è giovane, che non ha neanche ventiquattro anni, che non si potrebbe neanche candidare per questioni anagrafiche, e che nonostante questo sta lavorando come un veterano. E invece no: sta lavorando – e lavorando sodo – proprio con la forza, l’incanto, la freschezza dell’essere giovane. Armato anche dell’inesperienza che gli permette di rischiare le strade meno battute.
Non solo, essendo blogger nell’animo, quello che fa, ce lo racconta: se Giuliano Ferrara ha fatto il “diario di una dieta speciale” nella sua casa di campagna, Francesco Costa non vuole essere da meno, e fa il “diario di una campagna speciale”, e basta leggere tutti gli impegni che ha per chiedersi se riesca a trovare il tempo di mangiare…
Ivan Scalfarotto ha sempre con sé il Dottor Costa, e questi ha sempre con sé il proprio feed. Il tutto lo trovate qui.
Dopo questa esperienza Francesco tornerà a Roma, nella speranza che – per una volta – si invertano i ruoli, e sia Ivan a seguirlo nella capitale.
Anche con qualche chilo in meno.
Oggi ho sentito a Radio 24 Sananché che diceva che:
1) Bisogna accettare l’offerta di AirFrance per Alitalia
2) Interessi contrapposti per combattere l’evasione fiscale
3) Fosse per lei manderebbe via l’ambasciatore cinese
4) Riforma delle pensioni
5) Il fascismo è stato un evento tragico
…e mi sono reso conto che in Italia l’estrema destra è più matura, più liberale, di questi altri:
Sembra che la morte di Antoine de Saint-Exupéry non sia più un mistero
Il titolo è in stretta collaborazione Francesco De Gregori–Arianna Cavallo
La munnezza miete altre vittime: dopo i napoletani sugli interisti, gli svedesi su Berlusconi.
L’articolo su Obama e quello sul signor 13 nomi, vanno negli Scritti altrove. Il reportage da Gerusalemme, con richiami alla neve e al coaching, va nelle Immagini.
La vignetta, che descrive bene la mia infanzia, è presa dal New Yorker book of kids 2001 (non online): click per ingrandire l’immagine.
Alle metafore ciclistiche (viva Chiappucci!) ci pensa sempre il Beccaria, ma mi stupisco che non ci sia nessuno che abbia tirato fuori un video/un articolo/unaggeggio2.0 con la simulazione di una partita fra i verdi del PD e i blu del PDL, come questo storico dei Monty Python sulla finale mondiale Grecia – Germania, fra i filosofi:
Ma davvero sono l’unico che si è accorto che cercando “PDL” su google, il primo risultato visualizzato è il Partito Comunista Ticinese?
Edit: ovviamente no!
Ragionando sulle tecniche propagandistiche di questa campagna elettorale, su come i vari partiti cerchino di far ancora innamorare la gente alla propria politica, ho notato una cosa: sbaglio o da un po’ di tempo a questa parte molti degli slogan politici finiscono con il punto?
Non so se è per dare un’aura di definitività, o per garantire la buona fede su concetti “non negoziabili”, ma a me quel punto fa sempre pensare a bocche riempite di retorica, e quindi mi scappa da ridere.
Certo, altre volte non ci sarebbe bisogno del punto per ridere degli slogan…
Io ho sempre trovato Giuliano Ferrara molto sexy. E non ho motivo di non credergli, quando dice che – lui – la 194 non vuole cambiarla. La vuole applicare in toto, e semmai è chi non vuole i movimenti per la vita nei consultori e negli ospedali che la vuole modificare.
Trovo quindi tutte le accuse di “voler surrettiziamente riportare a dibattito la legittimità della 194” pretestuose o sciocche, se volesse dire «cambiamo la 194» direbbe «cambiamo la 194». Avrebbe anche più probabilità di avere l’appoggio delle gerarchie ecclesiastiche, che ora gli è negato.
Detto questo: ma lo sa Giuliano Ferrara che gli unici due voti (pochi più di due) che prenderà, saranno quelli di persone che la 194 vogliono cambiarla eccome? Lo sa che soltanto qualche ultra-cattolico sarà solleticato da un simbolo recitante “Aborto? No, grazie”? Può non rendersi conto, Ferrara, che quando dice «sarei un matto a voler perseguire penalmente una donna che abortisce», sta dando dei matti ai suoi unici – e pochi – elettori?