Clandestino

A me sembra tanto assurdo che Berlusconi possa cadere per una questione di prostituzione, e non per i processi per i quali sarebbe imputato, o per le leggi promulgate dal suo governo; ma quando leggo dell’approvazione di una legge vergognosa come quella che equipara un morto di fame a un delinquente, penso che – lo so che è sbagliato, il fine giustifica i mezzi – ben vengano tutte le Patrizie D’Addario del mondo. Non mi importa se la maggioranza degli italiani è d’accordo con questa ferocia ombelicale: in un’Italia così mi sento davvero io, clandestino.

La moralità sarà pure una cosa privata, ogni morto annegato nel Mediterraneo, o trucidato nelle prigioni del nostro amico Gheddafi, no.

Commander in chief

C’era chi era contro la guerra in Iraq perché la guerra non si deve fare, e chi era contro la guerra in Iraq perché un altro intervento sguarniva il fronte cruciale, ovvero quello in Afghanistan: Obama è sempre stato del secondo avviso, ha criticato Bush per non aver “compiuto” la missione, e ora – appena iniziato il ritiro da Baghdad – è passato dalle parole ai fatti.

Ancora

Ricordate quando dissi che mi irritava il paragone fra l’Iran e l’Italia? Oggi Gilioli scrive questo:

In questo video un tizio racconta il raid dei militari iraniani nelle case per fare a pezzi e buttare dal terrazzo le padelle con cui arriva(va) l’informazione.
Che è sempre il primo nemico dei regimi: e dove le antenne non si possono ancora distruggere, ci si può sempre provare dicendo agli industriali di non comprare pubblicità sui giornali eversivi.

Il grassetto è mio. Ancora. Davvero qualcuno pensa che fra qualche tempo arriveranno delle squadracce berlusconiane a casa nostra, in Italia, entreranno in casa con delle belle mazze da baseball – noi non potremo opporci – e sfasceranno tutte le antenne paraboliche, o i decoder che “puntano” su canali che non piacciono loro?

Ora, se io leggessi questa cosa soltanto su Piovono Rane direi che Gilioli è un pazzo, che non ha il rispetto per la realtà e per la condizione degli iraniani; ma siccome so che potrei leggere lo stesso da tante altre parti – e so che Gilioli non è un pazzo, ma anzi uno molto bravo – mi domando come sia potuta arrivare a un tale punto, questa polarizzazione delle opinioni, che in relazione e contro a ciò che fa Berlusconi ci fa sentire in una condizione tanto più drammatica di quella reale. E pensare cose incredibili e offensive per chi, davvero, ha tutte le ossa fratturate – quando non anche l’osso del collo – da una vera dittatura.

Chi non salta

Si stava meglio un tempo, oramai non si può più fare, la società si è imbarbarita, c’è più maleducazione, eccetera.
Poi uno va a vedere, com’era, veramente al tempo, e si rende conto che – invece – anche al-tempo c’erano le stesse cose: Ludovico c’è andato, a vedere.

Imporre una religione

Ho visto questo video in cui un ragazzino di 11 anni, manifestato l’interesse per l’Islam, viene convertito sulla pubblica piazza, senza aver consultato i genitori. Si vede piuttosto bene che il ragazzino non ha un’idea chiara di cosa stia succedendo, e ripeta le parole dell’imam quasi per ubbidienza. Ci sono moltissime persone che hanno commentato scrivendo che “quel bambino non aveva la minima idea di quello che sta succedendo”.

Fermo restando questo, ferma restando l’illegittimità (come la ridicolaggine concreta) di ciò che ha fatto l’Imam, ma il fatto che il bambino non ha assolutamente idea di ciò che sta succedendo, non è esattamente ciò che fanno – ma in maniera più grave, perché per undici anni – tutti coloro che battezzano o insegnano una religione ai propri figli?

Prima di avere undici anni, quel ragazzino, ne avrà avuti zero, e sarà stato battezzato: ne capiva o no, ancora meno?

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L’intervento che avrei fatto ieri, se ci avessi pensato oggi

Ieri c’è stata l’assemblea al Lingotto di Torino dei cosiddetti Piombini, che potrei definire “quelli che credono al PD, senza che il PD creda in loro”.

Essendo stato fuori dalla politica italiana, ieri sono andato ad ascoltare. Oggi mi son fatto un’idea: questo è quello che avrei detto ieri, se ci avessi pensato oggi.

*

Mi dichiaro colpevole. A queste elezioni non ho votato per il PD. Lo dico in modo dimesso, e per nulla orgoglioso. Non mi stanno simpatici coloro che sono venuti qui, a parlare, per rivendicare d’aver votato per qualcun altro: so che la sensazione di pace che ho sentito, per la prima volta, quando ho dato la mia preferenza a Emma Bonino è un narcisismo della coscienza in cui non è sano indugiare troppo spesso.
Vorrei una piccola attenuante, che anche il Partito Democratico, quello che è – certamente, almeno in spirito – il mio partito, è mio corresponsabile. Anche il PD è colpevole.

È colpevole di non avermi permesso di votare delle persone la cui competenza e impegno – oltre che l’onestà, che quasi sempre è connaturata alla competenza e all’impegno – corrispondesse alla vittoria delle idee che era stata per se l’invenzione del Partito Democratico. Per una volta, avevamo vinto davvero.
Nella mia circoscrizione centro non c’erano tre persone come Ivan Scalfarotto o Debora Serracchiani, non ce n’era neanche una.

Io non sono d’accordo con Debora Serracchiani quando dice che non c’è bisogno del messia, della persona che risolva tutti i mali. Magari ci fosse! E se non c’è, meglio quella che ci si avvicina di più, a essere il messia, o quella che ci sta più lontano.
Non lo dico, neanche, con il rammarico di chi dice che – oramai – la politica la fanno le persone, lo dico col sollievo di chi lo dice.

Proprio perché – come abbiamo detto – il PD deve essere un partito che rappresenti un ampio spettro di elettori e di idee, se lo vogliamo davvero a vocazione maggioritaria, io voglio poter scegliere le persone, sì, gli individui di cui mi fido e che concepisco più vicini alle mie, di idee. Non posso “fidarmi” delle scelte del partito, della media o della sintesi delle posizioni del partito: il PD deve consegnarmi un insieme di candidature garantendomi che sono persone per bene, e brave (e magari fosse stato almeno questo!) – poi voglio scegliere io. Non posso che il mio ruolo sia quello di votare la persona che rappresenti la media esatta fra le posizioni di Paola Binetti e quelle di Ivan Scalfarotto, non posso pensare che quello sia il mio partito. E non lo penso.

Franceschini e Bersani sono venuti qui, e non hanno risposto alle due domande più semplici – che poi è una – alle due domande alle quali non sanno dare una risposta, e che ai miei occhi li esclude: «perché ha sempre detto che non si sarebbe candidato al congresso, quando TUTTI dicevano il contrario, e ora si candida? Perché è stato bugiardo?» al primo. «Perché lei si è impegnato a candidarsi alla guida del Partito democratico, e poi – due settimane dopo – quando Veltroni si è dimesso, non ha formalizzato la candidatura temendo la batosta alle europee? Perché è stato bugiardo?».

Per questo avrei preferito che Debora, con un po’ d’ironia, avesse detto: «non ci sono i messia? eccomi qui! Sono pronta».