È morto Christopher Hitchens, era il migliore

5 su 5

“Where liberty dwells, there is my country”,
Ben Franklin once said. T
om Paine had replied,
“Where liberty dwells not, there is my country”

È morto Christopher Hitchens. Era il migliore.

Hitchens era il più acuto e il più sagace, il miglior giornalista e il migliore scrittore. Era impossibile leggerlo o ascoltarlo senza imparare qualcosa, perché le sue opinioni non erano, mai, prodotte da riflessi condizionati, di partigianeria o tic mentali. C’era sempre una vigorosa e competente tensione verso la verità, che teneva i suoi ragionamenti sempre fuor di pregiudizio, come si può dire davvero di poche persone. Proprio per questo, per l’incredibile intelligenza del suo eclettismo, era impossibile capire a priori come la pensasse quando scriveva su un argomento nuovo. Eppure, ogni volta, dopo averlo letto pensavi: «cavolo, era ovvio che la pensasse così». E aveva sempre più ragione di quanto t’aspettassi.

Per questo motivo era sempre stato molto difficile identificarne la matrice politica: Hitchens era un progressista, nel senso più pieno del termine. La sua unica ideologia era l’estirpazione delle sofferenze delle persone. E lo era nella maniera più scanzonata e divertente, assieme dotata dell’arroganza dei fatti, e dell’umiltà del voler cambiare idea di fronte al torto. Se c’è una persona le cui opinioni non volevo smettere di leggere, è questa qui.

Feroce critico di qualunque conservatorismo, annichiliva – con la forza dei proprî argomenti – chiunque fosse contrario ai matrimonî gay o ai diritti delle donne sulla scorta di dogmi risalenti all’età della pietra. Era perciò un grande oppositore del Vaticano, dove fu convocato come advocatus diaboli nel processo di santificazione per Madre Teresa di Calcutta (rispose più o meno: «gratis?!?»)Per la medesima ragione Hitchens fu uno dei pochissimi a riconoscere i pericoli dell’islamismo senza che questo lo portasse al retrivo accartocciamento su di sé, del considerare occidentali – né tantomeno giudaico-cristiani – le idee di libertà (d’opinione, sessuale, di governo), per le quali qualunque persona che voglia marcare un segno su questa Terra deve combattere.

La frase in epigrafe al post è la più hitchensiana ch’io abbia letto: «”dove c’è libertà, quello è il mio Paese”, aveva detto Franklin; “dove non c’è libertà, quello è il mio Paese” aveva risposto Paine» – di cui Hitchens era grande estimatore e biografo. Era il primo nemico di qualunque dittatura al mondo. Si fece picchiare da una squadraccia fascista, per l’irrefrenabile impulso di cancellare una svastica su un muro di Beirut – «quando vedo quel simbolo non posso fare a meno di volerlo cancellare», disse. Acceso sostenitore della democrazia e del governo del popolo, è sempre stato un grande critico al vetriolo della politica estera realista, come nel caso della complicità con regimi dittatoriali delle varie amministrazioni americane durante la Guerra Fredda. Ha scritto Processo a Kissinger in cui enuncia le ragioni per cui l’ex segretario di Stato americano – e teorizzatore della dottrina realista della connivenza con le dittature – dovrebbe essere incriminato per crimini di guerra e reati contro l’umanità.

Dopo l’Undici Settembre, quando George W. Bush passò dalla piattaforma realista di isolazionismo con cui era stato eletto a farsi campione dell’esportazione della democrazia, l’indipendenza di bandiera e l’emancipazione dell’intelligenza impedirono a Hitchens di fare il salto opposto, come invece tanti altri: fu inizialmente a favore della guerra in Iraq, nonostante Cheney e Rumsfeld. Pur condividendone la pulsione ideale – umanitaria e libertaria – dell’intervento, conservò rilevanti scrupoli su come l’amministrazione Bush la stava portando avanti: sperimentò in prima persona il waterboarding per dimostrare che si trattava di una vera e propria tortura e chiedere che fosse bandito come tecnica d’interrogatorio.

In un recente dibattito contro Tony Blair, in cui Blair difendeva la posizione che la religione portasse del bene nel mondo, disse la memorabile frase: «Sapevo che avreste tirato fuori la carità e la beneficienza. Ma noi, signori e signore, sappiamo – e siamo la prima generazione che ha la fortuna di saperlo davvero – qual è il vero rimedio alla povertà. A lungo abbiamo ignorato questa cosa, ma ora la si sa. Il rimedio per la povertà ha un nome, infatti. Si chiama empowerment of women, dare potere alle donne. E dovunque si guardi nel mondo e si provi a rimuovere le catene – dell’ignoranza, delle malattie, della stupidità – alle donne è invariabilmente un qualche clero a mettere i bastoni fra le ruote». Blair, che era noto per essere un fuoriclasse dei dibattiti e dei question time, riconobbe che quel confronto l’aveva vinto Hitchens.

Del resto aveva la fama del miglior dibattitore che avesse mai messo piede sulla Terra, secondo Martin Amis avrebbe surclassato anche Cicerone o Demostene: «se devi dibattere con Hitchens, c’è un solo stratagemma che può salvarti: rinunciare», spiegò Dawkins. E, incredibilmente, non era mai noioso. Una volta , prima di un dibattito in cui Sam Harris e Hitchens avrebbero fronteggiato due rabbini, Harris raccontò di aver chiesto consiglio alla moglie su come non risultare noioso. Lei gli rispose: «non preoccuparti, niente di quello che fa Hitchens è mai noioso». Nel suo epitaffio, lo stesso Harris ha scritto: «una delle poche gioie del vivere in un mondo pieno di stupidità e ipocrisia era vedere Hitchens rispondere».

In uno degli articoli più emotivamente densi che abbia mai letto, raccontò la storia di Mark Daily, un ragazzo arruolatosi nell’esercito americano. Si augurava di poter fare qualcosa per il mondo in cui viveva, e la rimozione di uno dei regimi più sanguinarî del ‘900 gli era parsa una delle migliori cause: fu persuaso da alcuni degli articoli a favore dell’intervento scritti dallo stesso Hitchens, e partì come volontario per l’Iraq. Lì morì. Hitchens si mise in contatto con la famiglia del ragazzo, e fu al suo funerale. Dall’Iraq aveva scritto questa cosa alla moglie – credo che sia impossibile trovare parole più belle e ricche che una persona possa rivolgere a un’altra persona:

Una cosa che ho imparato su di me, da quando sono qui fuori, è che tutto quello che ti ho professato a proposito di ciò che desidero per il mondo, e ciò che ho voglia di fare per ottenerlo, era vero.

Il mio desiderio di “salvare il mondo” è, in realtà, solamente un’estensione del tentativo di costruire un mondo adatto a te.

Qualche tempo fa molte persone che avevano imparato qualcosa da Hitchens registrarono un video per ringraziarlo di com’egli avesse cambiato la loro vita. Nelle parole di uno di questi ragazzi: «grazie per avermi insegnato come pensare, non cosa pensare». Lo fecero nel modo più scanzonato, quello che sarebbe piaciuto a lui, con un bicchiere in mano, poche parole, e un brindisi a questo grande uomo che avrei tanto voluto avere come insegnante, come fratello, come vicino di casa, come barista, come compagno di bevute, ma più di tutti come amico.

È per quelli come te, Christopher, che mi dispiace tanto che tu avessi ragione – anche su quella cosa, come su tutte le altre – che Dio non c’è, e neppure una vita dopo la morte. Mi mancherai più di tutti.

28 Replies to “È morto Christopher Hitchens, era il migliore”

  1. empowerment of women, già.
    mi dispiace non ci sia più, una mente lucida in meno, e di quelle c’è bisogno sempre.
    e soprattutto mi spiace che in Italia lo si conosca poco, se solo i media italiani si occupassero meno delle stronzate dei vari sciliponzi e parlassero di persone come Hitchens…

  2. Mi spiace, diamine.

    E mi secca che abbia lasciato scritto (uno dei suoi primi articoli per Vanity Fair sul suo cancro) di non pregare per lui. Perché è quello che mi verrebbe da fare, istintivamente: non “perché ne ha bisogno, il peccatore impenitente” quanto per la sofferenza umana nella sua vicenda (prova ne sia questo tuo post a lutto).

    (Spero di essere stata chiara, in questi frangenti si deve camminare sulle uova.)

  3. (Ah, per inciso: quanto aveva ragione, nel dibattito con Blair! Ma il dibattito non era – mi par di ricordare – “sulla religione”, quanto “sulla religione come forza necessariamente per il bene”. Che è un po’ sparar sulla Croce Rossa…)

  4. restodelmondo scrive::

    Perché è quello che mi verrebbe da fare, istintivamente:

    a me, istintivamente, è venuto un bisogno irrefrenabile di amplificare la sua voce, ed è quello che farò, innanzi tutto leggendo i suoi libri.
    ho conosciuto Hitchens solo perché frequento questo blog (che ringrazio di cuore per avermi dato la possibilità di conoscere Hitchens e Ayaan Hirsi Ali).
    quel che resta di Hitchens sono le sue idee e i suoi insegnamenti, e non è davvero poco.
    vi chiedo un favore: dato che le mie tasche non sono molto piene, qual’è secondo voi il libro di Hitchens che devo assolutamente comprare?
    datemi solo un titolo, due al massimo.
    grazie.

  5. io lessi, anni fa, proprio il suo libro su Madre Teresa “La posizione della missionaria” e mi sconvolse.

    @giancarlo: “advocatus diaboli”, nelle cause di canonizzazione, è colui che sostiene la tesi contraria alla canonizzazione.

  6. Ricordavo bene, ho controllato. La figura dell’avvocato del diavolo è stata abolita nel 1983, quando madre Teresa era viva e vegeta. Non so che parte abbiano chiesto di fare a Hitchens, ma continuo a ritenere improbabile fosse quella di “advocatus diaboli” anche perchè la definizione ufficiale sarebbe “promotor fidei” che nel caso di Christopher sarebbe stato un tantino azzardato.

  7. @ Giancarlo:
    Dice la voce Wiki che ti citavo:

    “The office was established in 1587 during the reign of Pope Sixtus V and abolished by Pope John Paul II in 1983. In cases of controversy the Vatican may still seek to informally solicit the testimony of critics of a candidate for canonization. The British-American columnist Christopher Hitchens was famously asked to testify against the beatification of Mother Teresa in 2002, a role he would later describe as being akin to “representing the Evil One, as it were, pro bono”

    Un giorno avevano inventato la regola secondo la quale c’era un giocatore che poteva prendere il pallone con le mani, ma soltanto nella propria area, e si chiamava portiere. Nel 1983 Blatter ha abolito la figura del portiere, anche se tutt’ora in circostanze particolari la FIFA può chiamare qualcuno per mettersi in porta e parare con le mani. Quando quello succede, visto che quello è ciò che fa, è un portiere.

  8. http://goo.gl/6bILi

    “As it happens, I myself was interviewed by them but only in the most perfunctory way. The procedure still does demand a show of consultation with doubters, and a show of consultation was what, in this case, it got.”

  9. non lo conosco, mi dispiace? non so, non ci si può fare a conoscere tutti; ma ogni volta che muore una persona che aveva da dire qualcosa e l’ha detta, c’è una cosa che possiamo fare – tirare fuori di più, e più forte, la nostra voce – Giovanni, un abbraccio Claudia

  10. Giancarlo scrive::

    Dove, a ragione, attribuisce alla soppressione della figura dell’avvocato del diavolo l’aumento esponenziale del numero dei santi sotto il papato di Wojtyła.

    sono molto bravi, quelli del Vaticano, ad incrementare la diffusione di panzane a tutti quei credenti adoranti..
    oggi passando dalla biblioteca ho chiesto se per caso ci fosse qualche libro di Hitchens, ce n’era solo uno, dato in prestito pochi minuti prima, ma non importa, la prima libreria che mi passa accanto entro e compro un libro di Hitch, e questo sarà il mio regalo di natale a me stessa.
    però ho trovato un libro a fumetti che Hitchens avrebbe letto volentieri: “Quasi quasi mi sbattezzo”, di Alessandro Lise e Alberto Talami (editore Becco Giallo), sono già a metà libro e mi sto divertendo parecchio, c’è tanta ironia ma anche molta informazione sui soprusi e sulle offese all’umana intelligenza in tanti secoli di pensiero religioso.
    sarebbe da regalare ai bambini che sanno già leggere!

  11. tratto dal libro di cui sopra, il personaggio del fumetto, Beto, chiede al prete:
    Beto – Ma come faccio a discutere con il papa? Tanto ha sempre ragione lui…è un dogma, no?”
    prete – Certo! L’infallibità del papale, insieme col peccato originale, l’assunzione in cielo di Maria…
    Beto – Come posso confrontarmi con qualcuno che per principio non ha mai torto?

    io mi chiedo sempre come facciano i credenti a passare per queste strettoie senza perdere neuroni per strada….e questo per me rimane il più grande dei misteri.

  12. taking misappropriated money from the atrocious Duvalier family in Haiti (whose rule she praised in return) and from Charles Keating of the Lincoln Savings and Loan. Where did that money, and all the other donations, go? The primitive hospice in Calcutta was as run down when she died as it always had been—she preferred California clinics when she got sick herself

    ahhhhhh, mai saputo niente di tutto ciò!
    questa è censura *_____*

  13. angia – 17 December 2011, 15:31 (n° 16)

    il novanta e passa per cento di italiani che battezza i figli è per caso obbligato con la forza da qualcuno???
    90 e passa percento!

  14. @ rs:

    non è obbligato a forza da nessuno, il cattolicesimo è solo stanca abitudine e voglia di sentirsi parte di questa società intrisa di religione (e poi, vuoi mettere quant’è bello il matrimonio in chiesa???)
    è consuetudine, sa di muffa, e soprattutto è inutile.
    si può essere meravigliosamente umani anche senza un prete che ti bagna la fronte con l’acqua “benedetta”, credimi.

  15. rs scrive::

    90 e passa percento!

    e poi, scusa, ma chi l’ha detto che la maggioranza ha sempre ragione?
    nel medioevo tutti erano convinti che il sole girasse attorno alla terra, erano la maggioranza, e avevano torto marcio.

  16. angia scrive:
    (…) il cattolicesimo è solo stanca abitudine e voglia di sentirsi parte di questa società intrisa di religione
    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  17. sto leggendo “Consigli a un giovane ribelle”.
    sono deliziata, così tanta ironia, leggerezza ed impegno insieme..solo gli inglesi ne sono capaci!
    grande Hitchens.

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