Un voto di protesta

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Per tutti quelli che quando la mamma diceva «mangia piano, sennò non te lo gusti» avevano già capito che è tutto l’opposto.
Per tutti quelli che «allora, Big Mac, senza formaggio, senza salsa, ci puoi aggiungere il bacon? Ah, e la Coca senza ghiaccio. Anzi no, senti, scusa, anche un milkshake».
Per tutti quelli che 5 euro è il vero pranzo proletario.
Per tutti quelli che non hanno mai creduto alle catene di Sant’Antonio sui Nuggets rosa.
Per tutti quelli che supersize me ti voglio vedere se mangi per un mese solo amatriciana pranzo e cena.
Per tutti quelli che hanno l’amico che dice «no, ma non è per questioni politiche, solo che non mi piace».
Per tutti quelli che pensano che sarebbe quasi meglio fosse per questioni politiche.
Per tutti quelli che, in fondo, non gli credono mica a quell’amico lì.
Per tutti quelli che «ci mettono le sostanze chimiche per renderlo così saporito», «appunto!!!».
Per tutti quelli che le lumache c’hanno sempre fatto un po’ senso.
Per tutti quelli che quando leggono “un piacere alimentare dotto” pensano a uno dei sette nani.
Per tutti quelli che «è bianco».
Per tutti quelli che hanno un estratto conto così.
Per tutti quelli che avrebbero rovinato La vita è bella prendendo i funghi fritti fritti fritti.
Per tutti quelli che si commuovono guardando questo.
Per tutti quelli che anche loro sarebbero stati in fila (e, comunque, si commuovono guardando).
Per tutti quelli che quando leggono la targa a Piazza di Spagna (mano sul petto) si sentono tanto fortunati.
Per tutti quelli che “americanata” è una bella parola, ma evviva anche il kebab.
Per tutti quelli che i leghisti ci stanno sui coglioni. Ovunque.
Per tutti quelli che sanno cos’è un hashbrown.
Per tutti quelli che, quando hanno introdotto le insalate, è stato un po’ come quando scopri che la fidanzata ti tradisce.
Per tutti quelli che pensano che la mancia sia una cosa da Ottocento.
Per tutti quelli che la parte migliore di Alta fedeltà è quando lui pensa «a quel punto interruppi la discussione, perché io sapevo a menadito ciascuna delle differenze fra McDonald’s e Burger King».
Per tutti quelli che amano mangiare bene. E la risposta a quello che state pensando voialtri è: «sì».

15 Replies to “Un voto di protesta”

  1. Due cose 1)Pubblica anche le analisi del sangue oltre all’estratto conto (scherzo, eh ;D)
    2)Perché la mancia è roba da ottocento? (Non scherzo)

  2. Giovanni Schiano scrive::

    2)Perché la mancia è roba da ottocento?

    Naturalmente il tono di questo post è scherzoso, non penso che chi dà la mancia sia uno schiavista ottocentesco. Tuttavia, sì, non mi piace la mancia come istituzione, mi sembra un meccanismo deformante in cui c’è una spesa aggiuntiva che viene collocata sul cliente, in base a quanto questo sia facoltoso.

    In sostanza, quanto tu paghi non dipende (solamente) dal servizio, ma dipende principalmente dalla tua condizione economica.

    C’è un movimento, in America, la patria della mancia, che sta cercando di invertire la tendenza. La cosa curiosa è che lì la mancia è praticamente una tassa in più, non c’è nessuna discrezione. Si dà il 20%, il 15%, o così. Hanno fatto degli studî, non ricordo dove l’avevo letto, che hanno verificato che non c’è alcuna correlazione fra la gentilezza/efficienza del servizio e l’ammontare dato.

  3. A questo punto vige il voto di scambio (Achille Lauro docet): per ogni voto da te procurato, Francesco Costa dovrà offrirti «un Big Mac, senza formaggio, senza salsa, ci puoi aggiungere il bacon? Ah, e la Coca senza ghiaccio. Anzi no, senti, scusa, anche un milkshake».
    E dovrà chiederlo lui, ovviamente.

  4. @ Giovanni Fontana:

    Allora non sei (scherzosamente) contro la mancia, ma contro l’ostentazione. Sarebbe come dire essere contrario alla Televisione perché si detesta l’apatia di chi sta spaparanzato sul divano ad imbambolarsi.

  5. no no, fammi capire. allora tu non dai mai la mancia?
    non credi nelle mance?
    sai quanto guadagna una cameriera? un cazzo di niente! te ne freghi che contino sulle mance per vivere… si fanno un culo come una casa, è un mestiere duro il loro. fare la cameriera è il mestiere più diffuso tra le ragazze che non hanno titoli di studio in questo paese. è il lavoro che praticamente ogni donna può fare, e camparci anche, e questo solo per via delle mance.
    avanti, tira fuori un dollaro, pidocchioso di merda! te l’ho pagata io la colazione!

    (e ora vediamo l’effetto che fa questo commento)

  6. Maddai, il Big Mac senza salsa e formaggio? Ma che siamo, dei fighetti?
    Poi temo che faccia peggio mangiare da Tesco, che da Mcdonalds.

  7. @ nonunacosaseria:

    Perdonami, nonunacosaseria, ma a mio giudizio cadi in un errore simile a quello che prima contestavo a Giovanni. Non è che dato che le cameriere guadagnano poco (poco poi… se tu stesso dici che è un lavoro che chiunque può fare, direi che “poco” è “adeguato”), bisogna dare la mancia. Il punto della tua discussione, al limite, sarebbe lo stipendio, non la mancia! I due introiti sono giustamente separati e così devono rimanere le considerazioni sugli stessi.

    Si campa sulle mance in America, dove il 15% è pressoché obbligatorio, perché rappresenta praticamente lo stipendio del cameriere. Ma in Italia, nei prezzi, il servizio è incluso. La mancia è un di più e non un dovere morale!

  8. Giovanni Fontana scrive::

    Voglio gustarmi la prelibatezza degli alimenti che sostanziano il Big Mac, salsa e formaggio lo coprono.

    E il bacon no? Non è perché quelli son fusi che allora coprono i sapori. Anche perché il bacon è affumicato, quindi copre eccome. E per giunta è un’aggiunta: manco è contemplato negli alimenti “che sostanziano il Big Mac”.
    ‘nsomma, Giovanni, sostanziamo meglio ché qui si parla di cose sostanziose.

  9. @ Giovanni Fontana:

    Condivido il voto di protesta, ma dissento da questo purismo delle carni: evviva il formaggio, evvia la fogliolina d’insalata solitaria.

    @ Ila:

    Non è tanto il bacon, quanto proprio le salse! Quelle sono FONDAMENTALI.

    Ubi mayo, minor cessat.

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