E la gente gli darà ragione

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Fra poco, su questa vicenda, arriva un post che non piacerà a nessuno (Scusate, invece pare essere piaciuto): ma nel frattempo c’è mica qualche volontario che vada a fare l’inventario di tutte le dichiarazioni che quelli del PDL avevano fatto sul caso Marrazzo?

Ah, già, ora diranno: «almeno Berlusconi va con le donne».

Hai detto integrazione?

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L’altro giorno ero in ascensore con un po’ di gente fra cui un poliziotto, io non ho quel riflesso di cercare di distogliere l’attenzione – poi essendo spesso il più alto, difficilmente ci fanno caso –, così mi guardavo intorno e ho notato che il poliziotto aveva una spilla con, oltre alla Union Jack, una bandiera francese. Perciò, preso dalla curiosità sul perché un poliziotto inglese avesse la bandiera francese sull’uniforme, semplicemente l’ho chiesto a lui, che mi ha risposto «perché sono francese». Che era al tempo stesso una risposta certamente pertinente, ma incomprensibile dal mio punto di vista (come se mi avesse risposto «tonnarelli all’amatriciana!»).

Io ho fatto una faccia un po’ stranita, perciò quello con tono molto professionale mi ha iniziato a spiegare: è per i cittadini, così che sappiano che possono parlarmi in francese. La polizia di Westminster parla 63 lingue, quella di Londra chissà. La spilla è una bella idea, semplice ed efficace, per favorire l’inserimento degli immigrati.

Intendiamoci, questo non è per dire che il modello d’integrazione britannico – che molti dicono che stia fallendo proprio perché settario – sia un successo, di problemi ce ne sono: il 43% dei mussulmani fra i 15 e i 30 anni vorrebbe l’introduzione della Sharia, ad esempio, e ogni comunità tende a isolarsi sempre più.

Però Londra è la testa di ponte del futuro, quasi certamente la città più internazionale al mondo, e vedere come sarà fra 15 anni ci dirà molto di come sarà il resto del mondo fra trenta. Perciò bisogna essere contenti delle buone idee.

Giochiamo a “ah, proprio loro vengono a insegnarci la morale?”?

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«E i norvegesi? Hanno ucciso tutti i salmoni».

Questo è un video di una trasmissione comica israeliana che prende in giro la mancanza di sostanza degli argomenti dell’opinione pubblica in Israele, mostrando una scuola dove si insegna “come affrontare le difficoltà della vita” nel Paese. Naturalmente è una caricatura, ma disegna in maniera ironica i tratti di una società sempre più conservatrice e monolitica: la discussione bloccata, le parole d’ordine, la continua reductio ad hitlerum, la sindrome da accerchiamento, e tutti quegli alibi che informano il dibattito pubblico in Israele.

A onore del vero c’è da notare che, in Palestina, nessuna televisione si potrebbe permettere una satira simile: chiunque si azzardasse a produrre un programma simile potrebbe scampare all’omicidio soltanto fuggendo all’estero, come accade a coloro che vendono il proprio pezzo di terra agli israeliani.

p.s. La bambina di cinque anni che dice “un tempo ero di sinistra, ma ora sono disillusa” fa un sacco ridere, ed è la perfetta metafora della società israeliana

snotela

Tunisia

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In Tunisia ci sono stato qualche anno fa, ospitato da Margherita, la sorella di un mio amico d’infanzia. Lì, oltre alle mie metamorfosi, notai le foto di Ben Ali presenti – e obbligatorie – in ogni negozio, tutte le strade – una in ogni città – che avevano il suo nome.

Margherita era al tempo fidanzata con Mohammed, che ogni volta che vedeva un manifesto di Ben Ali faceva qualche commento sulla sua democraticità: per prenderlo in giro lo chiamava Che Guevara, forse anche per tutte le sue foto che c’erano in ogni angolo. Una volta, mentre andavamo in giro, la polizia fermò Marwan – un amico di Margherita e Mohammed – perché aveva dato un bacio alla sua fidanzata (che era italiana). Successe anche un altro fatto, invece molto bello, che se trovo il tempo racconto nei prossimi giorni.

Comunque. Margherita, dopo diversi anni e diversi giri dallo Yemen all’Alaska, è tornata a vivere in Tunisia, a Tozeur (quella in cui in teoria ci sarebbero i treni, e invece non c’è neanche la ferrovia). Ora è lì, in mezzo alle proteste.

Ha un blog, in cui ne racconta in italiano, e naturalmente in questi giorni la copertura è assidua. Ieri le ho scritto un’email per chiederle se era in piazza, mi ha risposto “No, non usciamo per strada, l’ordine è di sparare a chiunque si aggiri per strada a partire dalla 5 di questa sera”.

Insomma, se volete qualche notizia dall’interno sapete dove andarla a cercare, anche perché probabilmente non rimpatrierà – qualche ora fa, sull’onda dell’entuasiasmo per la fuga di Ben Ali (con tanto di wishful thinking su Berlusconi) ne ha scritto:

Per quanto riguarda noi stranieri: fino al 17 gli aereoporti rimarranno chiusi poi si vedrà. Io non vorrei ripartire. E’ un grande momento, si respira l’esaltazione della rivoluzione.

In passato mi era capitato più di una volta di discutere con lei di quale debba essere la posizione di una persona di sinistra rispetto al rapporto dell’Occidente con l’Islam e con il mondo arabo in particolare – su quanto fosse un dovere di questa parte del mondo quello d’impegnarsi per la libertà  di quella –, essendo sovente in disaccordo, forse più un tempo rispetto a ora. Cionondimeno, nell’ultima mail di aggiornamento inviata a tutti i suoi conoscenti ha scritto questo:

A Tunisi Capitale la polizia ha sparato sulla folla disarmata. È un massacro! Cosa stanno aspettando i governi internazionali a intervenire!?!? Fate pressione, create opinione. Aiutate i coraggiosi tunisini che stanno venendo massacrati in nome della democrazia, della libertà e della dignità!

Alla faccia di tutti quelli – egoisti, menefreghisti e voltasguardo – che lo chiamerebbero “imperialismo”.

Ma davvero? No.

Gesù: "Ehi, barista, hai sentito che hanno deciso di fare un episodio di South Park che prende in giro gli atei?"; Maometto: "Era l'ora: si sono fatti gioco di qualunque altra cosa" –|– Barista: "Sissì, ho sentito. E a quanto sembra la comunità degli atei è molto arrabbiata, e i leader atei pretendono l'annullamento del programma" –|– Barista: "Di più: alcuni atei fondamentalisti sono così offesi che hanno anche lanciato minacce di morte" –|– Gesù: "Ma davvero?"; Barista: "No".

Jesus & Mo

L’ultimo baluardo in questa Europa di sodomiti

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Da oggi, alcune coppie omosessuali straniere saranno riconosciute legalmente in Irlanda. Ad aprile, poi, saranno riconosciute anche quelle irlandesi. Con questo, tutti i Paesi dell’Europa occidentale hanno qualche tipo di riconoscimento per le coppie omosessuali. Naturalmente, tranne l’Italia. Vabbè, possiamo tirare in ballo il principato di Monaco, o dire che – in fondo – anche la Polonia o la Grecia. Secondo me sarebbero solo appigli per consolarci, perché la cartina qui sotto – ho colorato di azzurro gli Stati che riconoscono un qualche tipo di unione omosessuale – è una delle cose più desolanti che si possano registrare, nel 2011.

Magari come l’ho scritto non fa lo stesso effetto, ma l’occhio dà la misura dell’arretratezza di questo Paese:

p.s. si può essere d’accordo con questo post solamente se si considera il rispetto delle culture un principio leghista (altrimenti rispettate la cultura omofoba dell’Italia dall’universalismo dell’Occidente), la discriminazione degli omosessuali un effettivo segno di arretratezza, e l’umanità un’entità unica senza dei “noi” e dei “loro”.

Quelli stupidi in America

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Gli Stati Uniti sono un Paese strano, perché sono un posto dove non ci sono i fascisti. Intendiamoci: hanno un sacco di persone poco a modo, un pacco di nazionalisti nel modo più ottuso e cattivo, una quantità assurda di evangelici in fissa con la lettera della Bibbia, tanti simil-leghisti in salsa a stelle e strisce da riempire un altro Stato, un sacco di gente ultra-conservatrice in mille altri modi che non siano quelli. Però i fascisti come ce li abbiamo noi, quelli che fanno viva il Duce, proprio non ce l’hanno. Vabbè, i nazisti dell’Illinois, come in Italia ci sono quelli del capitalismo anarchico, però sono due gatti.

Ci sono ragioni storiche per tutto questo e hanno a che vedere con l’altra parte politica un po’ al contrario di ciò che succede da noi, ma ora come ora negli USA quelli matti sono quelli che si mettono a gridare “GOVERNMENT!!!” (per loro è una parolaccia) se gli alzi le tasse di 2 dollari e venticinque cents. Cioè l’opposto del fascismo come lo conosciamo noi, che è un socialismo nazionale (che se invertite ‘ste due parole non dovete neanche finire di leggere il post), corporativo, statalista, autarchico, eccetera.

E questi qui, in genere, sono quelli che odiano tutti, ma in particolare le persone che spiegano che ogni tanto lo Stato può fare qualcosa di decente, tipo provare a garantire la copertura sanitaria a tutti, o assicurare una scuola che funzioni anche all’ultimo fratello di Harlem (perché conviene a tutti). Quindi in questo periodo Obama, i democratici, eccetera.

Proprio questi, difatti, sono anche quelli che nel tentativo di dimostrare un punto politico particolarmente fine – in ragione del fatto che Obama si è battuto per un timido intervento statale – lo paragonano a Hitler (e non è un complimento). Hai i baffi? No. Peccato, sennò usavo quello. Allora facciamo che siccome vuoi dare i soldi alla sanità pubblica, io ti paragono al più stronzo di tutti.

Ora, si fa una gran fatica a spiegare a quelli matti che questo paragone è più offensivo che ridicolo, e che Hitler era pure – per dire – vegetariano ma questo non si traduce nell’evidenza che tutti i vegetariani siano dei genocidi. Percio, per favore, non mettetevici anche voi: il fatto che fra le letture del ragazzo che ha sparato a Giffords ci fosse il Mein Kampf (assieme al Manifesto del Partito Comunista e ad Alice nel Paese delle Meraviglie) non dimostra che fosse uno mandato lì dai tea parties, semmai l’opposto.

Che poi su quella manigolda di Sarah Palin ci sono talmente tante critiche fondate da muovere, che di attaccarsi al pericolosissimo conio semantico del mandante-linguistico come un Berlusconi qualunque non c’è proprio bisogno.

C’è sempre uno più puro che ti epura

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Naturalmente sono d’accordo col Papa – come lo ero stato qui – sfilare dalle mani dei religiosi il tema del sesso (con l’informazione), è una delle chiavi per mettere fine all’oppressione delle donne, degli omosessuali, di chi vuole scegliere per sé. È, connaturatamente, una minaccia per la religione: un motivo in più per proseguire su questa strada.

Tuttavia, ciò che mi interessa è quello che ho evidenziato in rosso. Il Papa che chiede l’abolizione di una legge contro la blasfemia in Pakistan. Lamentarsi della propria stessa brace, quella agitata mille volte sui comportamenti altrui – l’altro giorno, leggendo questo, ero furibondo – perché ci si è finiti.

Ovviamente è vero che quella legge sulla blasfemia è un’impostura (d’altronde quale legge contro la blasfemia potrebbe non esserlo?), e fingendo di tutelare il sentire della maggioranza viene usata per ledere i diritti delle minoranze. Ma è così: quando si gioca sul concetto di blasfemia, quando si decide che l’offesa è nell’orecchio di chi ascolta, quando si propalano verità da squilibrati come “posso tollerare pazientemente che si rechi offesa a me, ma non posso sopportare che si offenda il mio Dio con le bestemmie” (San Girolamo), si percorre una strada molto scivolosa.

E a correre su di una strada scivolosa si finisce per cadere: come diceva Nenni? C’è sempre uno più puro che ti epura. Vallo a spiegare a quelli che sono offesi dal fatto stesso che voi crediate in un Dio diverso dal loro.

Cose che ho imparato in un posto tremendamente freddo

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L’acqua in fondo a un lago ghiacciato è a 4 gradi centigradi.

I fiocchi di neve hanno veramente la forma di fiocchi.

Quando è troppo freddo, non si possono fare i pupazzi di neve.

La parte del corpo che soffre più il freddo sono i piedi.

La sauna è una delle cose più noiose del mondo.