interesse 3 su 5
Da oggi, alcune coppie omosessuali straniere saranno riconosciute legalmente in Irlanda. Ad aprile, poi, saranno riconosciute anche quelle irlandesi. Con questo, tutti i Paesi dell’Europa occidentale hanno qualche tipo di riconoscimento per le coppie omosessuali. Naturalmente, tranne l’Italia. Vabbè, possiamo tirare in ballo il principato di Monaco, o dire che – in fondo – anche la Polonia o la Grecia. Secondo me sarebbero solo appigli per consolarci, perché la cartina qui sotto – ho colorato di azzurro gli Stati che riconoscono un qualche tipo di unione omosessuale – è una delle cose più desolanti che si possano registrare, nel 2011.
Magari come l’ho scritto non fa lo stesso effetto, ma l’occhio dà la misura dell’arretratezza di questo Paese:
p.s. si può essere d’accordo con questo post solamente se si considera il rispetto delle culture un principio leghista (altrimenti rispettate la cultura omofoba dell’Italia dall’universalismo dell’Occidente), la discriminazione degli omosessuali un effettivo segno di arretratezza, e l’umanità un’entità unica senza dei “noi” e dei “loro”.
sottoscrivo e condivido!
Ieri un mio amico mi ha riferito che l’Arcigay locale, che ospitava un dibattito coi candidati alle primarie del PD per il nuovo sindaco, aveva scritto su locandine e comunicati stampa: «Circolo Arci», omettendo intenzionalmente il termine ‘gay’, ché altrimenti la gente mica sarebbe andata.
Ecce omo in Italia.
@ Ila:
Il PD è al passo coi tempi, non c’è che dire….
Curioso vedere come alcuni stati dell’ex blocco sovietico siano socialmente all’avanguardia. Per certi versi, lo sono sempre stati più di noi, Rep. Ceca su tutte. Sono convinto che la stessa cartina, tra qualche anno, varrà anche per la legalizzazione dell’eutanasia, già passata nel Benelux
la cosa che mi piace di più è il PS 🙂
grazie per questa mappa. l’ho condivisa su facebook (citando ovviamente la fonte).
è veramente desolante.
A me fa strano che dell’ex blocco sovietico solo Rep Ceca e Ungheria siano colorate in azzurro .
Qual’è il link fra comunismo e omofobia ??
ormazad scrive::
È un fatto strano, ma una correlazione potrebbe esserci: forse per l’ordinarietà , l’omologazione, imposta dalla dottrina comunista più ferrea? Cioè, il lato peggiore del tutti sono uguali.
Comunque, è una cosa che si rileva anche in diverse circostanze: ad esempio, c’è una componente di omofobia abbastanza latente nel comunismo italiano (naturalmente mai quanto a destra). Un esempio è Marco Rizzo, o altri che si esprimono in forme un po’ celate come: i diritti agli omosessuali non sono la priorità .
(non so se ti interessi l’ortografia: nel caso, “qual è” è meglio senza apostrofo)
@giovanni: credo che tu stia sbagliando interpretazione. Non credo ci sia un legame particolare tra comunismo e omofobia, ma legami diversi tra le culture dove il comunismo si e` fatto sistema di stato e omofobia, o se vuoi tra il periodo storico in cui il comunismo e` stato sistema di stato e omofobia.
Come ho gia` avuto modo di farti notare buona parte dei regimi comunisti sono caduti contemporaneamente a quando i diritti degli omosessuali sono diventati un argomento rilevante nel mondo, se guardi il mondo del 1989 l’omofobia anche formale era purtroppo diffusa ovunque.
Tra i pochi regimi comunisti sopravvissuti Cuba e` un esempio di come si possa cambiare radicalmente atteggiamento sull’argomento in questione, prova del fatto che non ci sia niente di fondamentalmente incompatibile tra certa dottrina comunista e la moderna visione della sessualita`. Altro esempio: il Nepal e` un paese che e` risultato democraticamente con una fortissima componente comunista, per altro strutturata in un complesso sistema di molti partiti di diverse visioni, ma proprio da quando sono sulla scena politica ci sono stati grandissimi passi avanti sulla legislazione riguardo agli omosessuali.
Credo veramente sia stato un problema dell’epoca o della cultura sottostante. Prova ulteriore che l’italia sia un paese arretrato su questo versante, comunisti compresi.
Per mia diretta conoscenza, diretta nel senso di amici che sono/non sono riusciti a scappare, in Polonia, Romania e Germania Est e che frequento, l’omosessualità era sfruttata dai regimi per il dossieraggio. Una volta scoperto una persona omosessuale veniva offerto di collaborare nell’attività di controllo di famigliari/amici/colleghi di lavoro. L’alternativa ovviamente erano persecuzioni, perdite del lavoro, ritorsioni in ambito famigliare. Questo magari già lo sapevate. La Polonia, un po’ come infatti la Slovacchia, è un paese in genere molto religioso e bigotto. La Romania invece non è per niente, forse apparentemente, un paese bigotto, anzi sul sesso è piuttosto sciolto, anche durante il regime c’erano un gran numero di divorzi, però di sesso non si parla. C’è anche un numero incredibile di ragazzine giovanissime madri, i sussidi sono discreti e a volte nella parte più arretrata della popolazione è anche un modo di sbarcare il lunario. Inoltre, benché ci siano punte d’eccellenza individuali interessanti, nelle/nella città , ci sono sacche di arretratezza culturale nelle campagne, voluta dal potere politico prima e dal potere economico ora (non c’è mai stato un vero “regime change”), enormi. Qui lo dico per scherzare, mischiano un po’ di machismo latino con il machismo balcanico, la società è matriarcale ma l’uomo deve esibire mascolinità (ma dopo aver figliato può dedicarsi alla bevanda).
A mio modesto parere, discettare in questo contesto sui link tra comunismo e omosessualità credo sia poco utile, in quanto il pregiudizio verso gli omosessuali – per oltre tre quarti del secolo scorso – era largamente diffuso in tutto il mondo più o meno civilizzato, al di là dell’ideologia. In sostanza, era proprio la mentalità globale a non essere pronta. Del resto anche la religione, stando alla cartina del post, sembrerebbe oggi influire in maniera non incisiva sulle aperture attuali ai gay di Ungheria e Croazia, nazioni a maggioranza ampiamente radicata cristiano-cattolica. Mi permetto inoltre di dissentire in parte da questa opinione:
Veciuz scrive::
Le giovani generazioni polacche sono molto open minded e sensibili a tali problematiche. Il nuovo governo moderato insediatosi dopo il disastro di Smolensk, sta aprendo una giusta dialettica europeista, molto diversa da quella attuata in chiave antisovietica dai Kaczynski.
Certamente vi è uno zoccolo relativamente duro della popolazione legata al cattolicesimo, ma oramai non più ampio e influente, per esempio, di quello della stessa Croazia. Non dimentichiamoci che i polacchi sono stati tra i primi dell’ex blocco sovietico a lasciare il proprio paese e a stabilire un contatto con la realtà occidentale. E tra i primi ancor oggi a emigrare verso paesi come Inghilterra, Olanda e Belgio, dai quali assimilano molto in mentalità . Non conosco nulla invece della realtà Slovacca, indi mi taccio.
Secondo me è arretrato chi pensa di cambiare delle certezze! Su tutto si può discutere ma su certe verità si va contro i mulini a vento e prima o poi si fa la fine di don Chisciotte che per l’appunto non era neanche in condizioni mentali tali da sapere cosa stava facendo.
Mentre non si può dire la stessa cosa dei paesi ormai civilizzati che in realtà rischiano di perdere quello che hanno raggiunto in secoli se non in millenni di progresso nella cultura occidentale!