Distanti saluti nella cabina elettorale

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Qualche giorno fa avevo fatto il giochino di mettere in fila i dieci leader di partito italiani a seconda della propria preferenza, senza poter aggiungere altro: né valutazioni diverse, né diversi margini. Solo la brutale classifica. Diversi – una quarantina – fra i commentatori più o meno assidui di questo blog hanno scritto a loro volta la propria classifica, così mi è preso lo schiribizzo di tirarne fuori qualche statistica sui lettori di questo blog.

Il risultato che ne è venuto fuori è quello che segue: ho assegnato lo “0” fra il quinto e il sesto posto, e dato un punto di scarto a ogni posizione, così che le prime cinque posizioni dessero punti in positivo, mentre le ultime cinque li dessero in negativo. Ho considerato solamente le classifiche complete, ma a tutti coloro che ne avevano espressa una incompleta ho mandato una mail chiedendo di completarla per poi editare il messaggio.

Bonino 137 punti (+21 -0)
Bersani 117 (+6 -0)
Vendola 92 (+10 -0)
Fini 24 (+0 – 0)
Di Pietro 9 (+0 -4)
Rutelli -8 (+1 -2)
Casini -19 (+1 -0)
Berlusconi -100 (+1 -8)
Bossi -120 (+0 -14)
Storace -132 (+0 -12)

Qualche considerazione, solo perché è divertente farla, sapendo che non conta un ciufolo: intanto, è venuto un quadro abbastanza coerente, in cui si possono individuare quattro macroaree (150:75, 75:0, 0:-75, -75:-150):

  • In cima la sinistra, rappresentata dai primi tre, nei diversi tipi di espressione del pensiero progressista. All’interno, sembra esserci una predilizione per la sinistra liberale (Bonino) rispetto a quella cattocomunista (Vendola), fra i due la via media un po’ liberale, un po’ cattolica, un po’ comunista (Bersani). I tre divisi da una ventina di punti fra loro, e di quarantacinque fra i due estremi.

Bonino è la più apprezzata (21 primi posti, di qui “like”) e nessun ultimo posto (dislike), tiene botta anche fra i cattolici, probabilmente per le posizioni su politica estera ed economia.
Bersani è stabile in alto, pare essere stimato da tutti ma più raramente esaltato (6 like): non solo non ha nessun dislike, ma è – per tutti – in positivo. Un quadro che rispecchia quello che si dice spesso di lui, che sia molto bravo (un ottimo ministro?), ma manchi del potere evocativo del leader.
Vendola rispecchia nei voti il suo essere un personaggio controverso e multiforme, cattolico e omosessuale, comunista ed ecologista. Dopo Di Pietro è il più altalenante, piace molto (10 like e diversi podî), dimostrando però molte perplessità ricevute che non arrivano a farlo odiare (nessun dislike, ma 8 volte in negativo). È anche quello che segna più trend in associazione ad altri nomi, li elenco più sotto.

  • Segue nella seconda fascia il centro, o forse più propriamente il contro-berlusconismo di destra. Leggermente in positivo sono Fini e Di Pietro, separati da una quindicina di punti. Qui si trovano personaggi con idee tradizionalmente conservatrici su temi cari alla destra come la patria (Fini), la giustizia (Di Pietro). Il rifiuto più o meno (rispettivamente) recente del berlusconismo li ha portati però ad avvicinarsi a idee più progressiste, e a rimodellare le proprie posizioni inizialmente più reazionarie verso una maggiore moderazione (immigrazione, famiglia) senza però arrivare alle aperture della sinistra.

Fini è decisamente il più stabile nella fascia medio-alta fuori dal podio, e da ciò ne deriva il suo quarto posto a grande distanza dai progressisti (più di 100 punti). Piaciucchia a tutti (nessun like, nessun dislike), ma è generalmente in positivo.
Di Pietro è invece, al contrario, il più altalenante fra tutti e forse il più polarizzante. Per quanto non abbia nessun primo posto (0 like), ha diversi secondi o terzi posti. È però malsopportato da diversi, che lo mettono all’ultimo posto (4 dislike), superato solo dalla destra.

  • Sotto allo “0” c’è  il centro cattolico: politici che fanno del proprio cattolicesimo non soltanto una delle chiavi della propria interpretazione politica, ma forse la più importante: Rutelli e Casini distanziati da undici punti.

Rutelli piace abbastanza poco, moltissimi non gli perdonano i mille cambi di maglia e scissioni: prende due like e un dislike, cosa abbastanza strana per un super-moderato, essere in cima o in fondo alle classifiche di apprezzamento o disprezzo.
Casini è appena più sotto, ma al contrario di Rutelli è uno dei più stabili nelle posizioni medio-basse. Un like, nessun dislike. Nessuno lo odia particolarmente, ma difficilmente scalda gli animi o sta simpatico.

  • Infine, a un centinaio di punti di distanza, la destra: Berlusconi guida i tre con venti punti su Bossi, e appena dopo Storace. Il populismo (Berlusconi, ma anche Bossi), quindi, viene punito meno della destrorsità tradizionale, anche se tutti prendono punteggi pressoché costantemente fra le ultime posizioni.

Berlusconi non è per nulla amato, si vede che questo blog non rappresenta molto bene il Paese (lo sapevamo). Un like, dall’unico vero troll di questo blog, e 8 dislike. Effettivamente Berlusconi è il meno di destra di questo plotoncino, e difficilmente si trova un tema su cui abbia posizioni più estreme degli altri due: quindi è probabile che ci sia molto di antipatia personale. Una curiosità: chi mette Berlusconi ultimo, preferisce quasi sempre Vendola a Bersani (primo o secondo).
Bossi è forse il mio rammarico più grande, per 12 miseri punti riesce a stare sopra a Storace, quando avrei preferito vederlo ultimo. Con nessun like e 14 dislike è il più disprezzato.
Storace ha meno punti di tutti, il suo dichiarato fascismo paga pegno: neanche un voto positivo, è l’unico. I voti più alti (si fa per dire, le poche volte che esce dal podio al contrario) li prende da chi ha preferito Vendola, e anche questo è abbastanza coerente vista la vicinanza su alcuni temi  – come politica estera e mercato del lavoro – fra i due.

p.s. Per chi si diverte con queste cose, qui ho caricato l’excel che ho fatto con tutte le classifiche

6 Replies to “Distanti saluti nella cabina elettorale”

  1. al di là dell’analisi, non ho mai capito perchè al giorno d’oggi (e nell’italia di questi anni) la giustizia debba restare un tema di destra.

    berlusconi ultimo non credo sia antipatia personale, nè il fatto che sia di destra (è di destra?) ma semplicemente la totale incomprensione del suo progetto politico – c’è qualcosa di politico in berlusconi?

  2. analisi interessante, ma evidentemente le idee dei lettori di questo blog non c’entrano niente con quelle rappresentate in parlamento. niente niente niente 🙁

  3. dtm scrive::

    al di là dell’analisi, non ho mai capito perchè al giorno d’oggi (e nell’italia di questi anni) la giustizia debba restare un tema di destra.

    No, la giustizia è certamente un tema anche di sinistra, anzi forse di più: da Beccaria a Kant.

    Ma proprio in luce di questi esempî si può dire, come dicevo, che ad essere della destra tradizionale è la posizione sulla giustizia di Di Pietro e, in misura minore, di Fini.

    Non c’è dubbio che, storicamente, la sinistra abbia fatto le battaglie per i detenuti, per le amnistie e per gli indulti, per l’affermazione del principio dell’inappellabilità dell’innocenza, per la rieducazione come unico fine della pena, etc. La destra è stata invece tradizionalmente per il giustizialismo, l’affermazione della punitività della pena, l’asprezza e nessuno sconto, l’inestinguibilità di alcuni reati, etc.

    Sono le battaglie che fa Di Pietro.

  4. tutto bello quello che hai detto, ma secondo me il punto è un altro: guarda la tua classifica
    Bonino
    Bersani
    Vendola
    Fini
    Rutelli
    Di Pietro
    Casini
    Berlusconi
    Storace
    Bossi

    e poi guarda quella generale:

    Bonino
    Bersani
    Vendola
    Fini
    Di Pietro
    Rutelli
    Casini
    Berlusconi
    Bossi
    Storace

    è praticamente un “trova le differenze”! dal che ne concludiamo semplicemente che i lettori del tuo blog hanno idee politiche molto simili alle tue

  5. Giovanni Fontana scrive::

    il giustizialismo, l’affermazione della punitività della pena, l’asprezza e nessuno sconto, l’inestinguibilità di alcuni reati, etc.
    Sono le battaglie che fa Di Pietro.

    Ah. E io che credevo che si battesse perchè finissero in galera (o perlomeno non dentro Palazzo Chigi) anche i ladri miliardari.
    Devo essermi perso qualcosa.

  6. A me sembra che sia davvero interessante, e mi spiazza un poco nella sua semplicità evocativa, “la curiosità“; Berlusconi ultimo là dove Vendola preferito a Bersani.

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