«Tatiana!»

Interesse 2 su 5

Giorgia Bronzini (da Piacenza, sarà contento il Prof) ha vinto il campionato del mondo di ciclismo femminile. L’Italia era campione del mondo in carica perché Tatiana Guderzo aveva vinto lo scorso anno. Ecco, questa volta Bronzini si era staccata sull’ultima salita, aveva recuperato, e si era ricompattata col gruppo. Era una delle più veloci allo sprint, assieme all’olandese Vos (la favorita), solo che davanti c’erano altre due cicliste: Vos non aveva compagni di squadra, così Tatiana Guderzo – campione del mondo in carica, ricordiamolo – si è incaricata di mettersi davanti a tirare e andare a riprendere le due, giocandosi così qualunque possibilità di vittoria finale. Questo per favorire Bronzini, sua compagna di squadra, che poi ha vinto.

Ecco, questo è il bello del ciclismo, anzi, il bello è questo momento: quando dopo l’arrivo Bronzini grida «Tatiana! Tatiana!»:

Stanotte si correrà la gara degli uomini, l’Italia è la nazionale meno competitiva da diversi anni a questa parte, ma nonostante ciò ha ancora buone chance con Pozzato, Nibali e Visconti. Non ci sarà Ballan, che ha vinto nel 2008. Bettini, che ha vinto nel 2007 e nel 2006, ci sarà, ma come CT, al posto del compianto Ballerini.

10 Replies to “«Tatiana!»”

  1. farfintadiesseresani scrive::

    P.S: ma come si fa a linkare un punto in mezzo a un filmato come hai fatto tu?

    Aggiungi alla fine del link:
    #t=XmYYs

    Dove X è i minuti (può essere anche XX, se è lungo più di 10 min) e YY i secondi.

    Con l’embed non si può fare, a quanto so.

  2. Ciao Giovanni, ti avviso fin da subito: questo commento è completamente OT. Ne scrivo qui perché sono idee che mi ronzano in testa da un po’ di tempo, e avrei bisogno di parlarne e sentire cosa ne pensano anche gli altri.

    Ho appena letto questo articolo di Rolling Stone, molto interessante, sui Tea Partiers e sul perché sono a dirla con l’autore “full of shit”. Ora, più guardo i Tea Crackers e più vedo le somiglianze con i leghisti, quindi risultano un caso da studiare in dettaglio secondo me.

    Però il quesito che volevo porti era un altro..alla fine dell’articolo il giornalista osserva che quello che caratterizza buona parte dell’elettorato dei Tea Partiers non è tanto la paura quanto il desiderio di tornare a tempi antichi, la nostaglia insomma per un mondo più semplice, più a misura loro (incidentalmente più bianco, ma non è quello il punto principale).

    Ora, è da mesi che rifletto sull’argomento. Da dopo aver letto “Pastorale americana” di Philip Roth, che ti consiglio caldamente, in caso dovessi ancora leggerlo. Io l’ho interpretato, assieme a quel gran film che è Revolutionary Road, come un voler andare a scoprire gli altarini e mostrare perché una società apparentemente perfetta come quella rappresentata nelle due opere – entrambe ambientate, almeno in parte nei ’50 – e di quanto quel mondo in superficie bello e giusto fosse in realtà crudele, menefreghista, forsennato e portato a stritolare inesorabilmente coloro che ne erano anche solo di poco al di fuori, o che comunque cercavano di uscirne.

    Ho fatto questa grandissima introduzione per un motivo piuttosto semplice, ovvero che per me la parte più interessante è la domanda finale di “Pastorale americana”, posta riguardo alla famiglia Levov protagonista, e cioè:

    “Ma cos’ha la loro vita che non va? Cosa diavolo c’è di meno riprovevole della vita dei Levov?”

    Questa domanda è particolarmente interessante, per me, perché a mio parere moltissime persone guardando indietro a quei tempi – o agli anni ’80 – non sanno più rispondere. Vedono quel mondo e se ne scordate le brutture, le crudeltà intrinseche, e lo desiderano di nuovo. Solo così posso giustificare, in USA, il gridare contro il Civil Rights Act del 1964, o in Italia contro il 1968 – dimenticando quel che c’era prima.

    La destra su questo ci marcia da anni, con la Lega che propone modelli da anni ’60 o ’70, i Tea Partiers che urlano perché vogliono tornare al periodo dei Moms’ & Pops’.
    Berlusconi in particolare: con il suo proporre un mondo di plastica che per quanto sembri moderno – è una rivisitazione del “dobbiamo essere tutti felici e perfetti” degli anni ’50, i panni sporchi vanno lavati in casa per non turbare l’ordine pubblico, e via dicendo. Puzza di nostalgia per il periodo della sua infanzia in maniera pesantissima; solo che lui ha declinato questo suo desiderio di ricreare il periodo in cui era adolescente in un rimodellamento della società intera che è una visione distorta di quel modello. In questo senso, e senza ironia, è forse uno degli artisti più visionari che abbiamo avuto in Italia. Solo che la gente è la sua creta.

    La sinistra, i progressisti, hanno perso la cognizione del futuro in questo senso. Peggio, persino loro si sono adagiati sulla conservazione; vedi Bersani, vedi D’Alema con la sua coazione a ripetere per cercare un “compromesso storico” che avrebbe dato la vittoria alla sinistra nel lontano 1978. Ha perso, in sostanza, la capacità di immaginare il futuro.

    La cosa peggiore, e qui concludo con questo sproloquio, è che non abbiamo neanche ARTISTI che si rendono conto della cosa: con tutti i film sul 1968 che si fanno, ce ne sono pochi che parlano di com’era il mondo prima, del PERCHE’ la gente è esplosa e non dovremmo tornare a quei tempi anzi respingere velocemente queste pulsioni all’indietro.

    Finito il mio discorso eterno..cosa ne pensi?

  3. ehm..scusa se mi intrometto, Luca, ma quello che scrivi non fa altro che confermare la mia (personalissima) tesi, e cioé che la sinistra italiana non si merita i suoi elettori.
    fra questi c’è gente come te, che si interroga e si domanda molte cose che i vari rappresentanti di questa latitante sinistra non si fa neanche passare per il cervello.
    hai sentito ieri sera Tony Blair nell’intervista a Che tempo che fa?
    quando ha detto che gli italiani forse sono stufi di una sinistra appiattita al ruolo di censore di Berlusconi, e ha affermato che la politica dovrebbe portare idee e soluzioni, ha avuto un lungo applauso.
    siamo tutti un po’ stufi, è vero.
    il problema è che non si vede niente di nuovo all’orizzonte, e il “papa straniero” mi sa che non esiste neanche…non che servirebbe a qualcosa…
    hai ragione, sai, questi non riescono neanche ad immaginarlo, un futuro.
    per quanto riguarda il tuo chiederti come mai alcuni politici e i loro elettori (Lega, Tea Parties) guardino indietro e non avanti, beh, mi pare che il problema sia sempre quello: il cambiamento fa paura, perché significa perdere il vecchio e rassicurante equilibrio per conquistarne faticosamente uno nuovo, sconosciuto e pieno di incognite.
    i conservatori, fondamentalmente, sono dei gran cagasotto.
    e non vogliono “grane”.
    di film che spiegano com’era il mondo prima del ’68…sai che mi vengono in mente solo film americani?
    esterofila!
    non ho mai letto Philip Roth, però ne ho sentito un gran bene, tempo fa avevo in mente di leggere un suo libro (non ricordo più il titolo), ma alla fine ho letto dell’altro.
    posso consigliarti “Espiazione” di Ian McEwan (sempre che tu non l’abbia già letto)?
    è un libro grandioso, scritto come si deve.
    la Lega non mi pare proponga modelli da anni 60 o 70, magari si potrebbe dire che propone modelli che arrivano dritti dritti dal “glorioso” periodo fascista, che in Italia è sempre di moda, gratta gratta, vien sempre fuori…

  4. Sui film italiani non sei la sola: ho chiesto ad un mio amico che di queste cose se ne intende parecchio, e l’unico che mi ha citato era di trent’anni fa!

    Comunque non è tanto che mi chieda perché quella gente volga indietro lo sguardo..lo capisco, non è difficile. Mi chiedo perché chi dovrebbe accorgersi dell’errore (i progressisti) non fa altro che replicarlo!

    Voglio dire, ad esempio: le idee su Berlusconi e gli anni ’50 mi sono venute quest’anno, e ho un grosso debito in questo senso con “Videocracy”, film che ho avuto la fortuna di vedere con il grande Gandini in sala. Ci è voluto un espatriato per dirci quel che abbiamo sotto gli occhi da anni! (escludendo Muccino, il cui unico merito artistico è forse quello di aver girato “Ricordati di me”; e l’ultimo Virzì)

    Ecco, la mia domanda è perché appunto abbiamo smesso di immaginarlo, il futuro. E perché non vedo altri denunciare l’ovvio, ovvero che quella gente è parecchio influenzata dagli anni ’50. Sarà che tutti gridano al “fascismo”, ma io vedo altri modelli all’opera, e di quel periodo.

    E che diamine, tra l’altro, con i fiori di intellettuali che dovrebbe avere la sinistra, nessuno che su queste cose ci ragioni e le porti sulla scena pubblica?

    P.S.: non ho visto Blair, ma ne ho letto sulla Stampa. Anche quella lettura ha contribuito a questo post.

    P.P.S.: gente capace di immaginare il futuro nel PD ce n’è (Civati, Renzi, la Alicata, Scalfarotto..) Non ci fosse me ne sarei andato da un pezzo, ma dato che c’è, non sento di buttare via il mio voto o il mio impegno 😉

  5. Luca Venturini scrive::

    Sui film italiani non sei la sola: ho chiesto ad un mio amico che di queste cose se ne intende parecchio, e l’unico che mi ha citato era di trent’anni fa!

    forse perché i registi che hanno buoni soggetti per un film, in Italia, non trovano chi li finanzia.
    negli States c’è chi sostiene il cinema indipendente, mettendoci i soldini, e infatti molti bei film vengono fuori da lì, piuttosto che dalle grandi case di produzione di Hollywood.
    in Italia tutto tace….la cultura è cosa da intellettuali, figuriamoci, ho saputo che a Bologna sarà chiuso il MamBo, un museo bellissimo che spesso collaborava con le scuole, anche quelle dell’infanzia… cosa vuoi di più?
    lasciamo prosperare l’ignoranza, così ci saranno tanti zombies pronti a votare chi sorride e cazzeggia meglio.
    no?

    Luca Venturini scrive::

    Mi chiedo perché chi dovrebbe accorgersi dell’errore (i progressisti) non fa altro che replicarlo!

    tu vedi progressisti in giro?
    io vedo sempre più politici incapapaci persino di orizzontarsi.
    (parlo dei dirigenti di partito, quelli che hanno portato alla polverizzazione della sinistra)
    i giovani sono quasi assenti, oppure hanno poco spazio (magari non riescono, anche, a guadagnarselo).
    io, pur non avendo simpatia per Grillo come politico ( e lo è, pur non avendo ancora formato un partito), gli riconosco il merito di aver portato alcuni temi politici importanti all’attenzione di tanti che erano lì ad aspettare che Bersani & Co. dicessero qualcosa che avesse un senso.
    alla fine, lui ha riempito una sedia lasciata vuota dalla sinistra.
    e di ciò sono dispiaciuta anch’io.
    anche perché Grillo, come comico satirico cattivissimo, mi piaceva parecchio.

    Luca Venturini scrive::

    Ecco, la mia domanda è perché appunto abbiamo smesso di immaginarlo, il futuro.

    qui ci sarebbe di che parlare per ore…

    Luca Venturini scrive::

    E perché non vedo altri denunciare l’ovvio, ovvero che quella gente è parecchio influenzata dagli anni ’50. Sarà che tutti gridano al “fascismo”, ma io vedo altri modelli all’opera, e di quel periodo.

    anni ’50?
    mah, per me c’è una vera e propria recrudescenza del menefreghismo squisitamente fascista….e non solo in Italia.
    se ci aggiungi poi i nuovi problemi con situazioni attualissime (l’immigrazione islamica, la crisi economica e i problemi di chi quella crisi la paga in prima persona), ne viene fuori tutto quello che dici tu, ovvero la paura del futuro, e dunque il guardare indietro, in cerca di sicurezze che non esistono più.
    dice Samuele Bersani in una sua canzone, “A Bologna” (sai com’è, lui è uno di sinistra, e dice anche cose “di sinistra”):

    alcuni artisti parlano, eccome.
    se Bersani (Samuele, non Pierluigi) si candidasse a sindaco di Bologna, lo voterei senza dubbio alcuno, ma è meglio che scriva canzoni, è troppo bravo! 😀

    Luca Venturini scrive::

    P.P.S.: gente capace di immaginare il futuro nel PD ce n’è (Civati, Renzi, la Alicata, Scalfarotto..) Non ci fosse me ne sarei andato da un pezzo, ma dato che c’è, non sento di buttare via il mio voto o il mio impegno 😉

    hai ragione, sai che pensavo, proprio l’altra sera, ascoltando le parole della moglie del sindaco di Pollina ucciso dalla camorra?
    pensavo che i politici migliori del Pd sono spesso i sindaci, quelli che si rimboccano le mani e lavorano davvero per il bene comune.
    mi chiedo se a questi bravi amministratori corrisponda una pari classe dirigente, e la risposta, spesso, è no.

  6. non capisco perché si è mangiato il testo della canzone di Bersani…màh, eccola:
    “la metamorfosi spaventa come
    chitarre elettriche col distorsore
    le orecchie dei nostalgici
    delle cariatidi
    e di chi nasce già conservatore
    vecchio nel cuore”

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