David Cameron sarebbe un genocida?

interesse: 4 su 5

In questo momento il nuovo Primo Ministro britannico, David Cameron, starà scrivendo – di proprio pugno – quattro lettere dal contenuto particolare, e assolutamente top secret. In queste missive ci sarà scritto qualcosa come “nel caso il Regno Unito sia distrutto da un attacco nucleare, esplodete le vostre testate e radete al suolo il nostro nemico” Firmato: David Cameron.

Proprio così: ogni primo ministro che prende ufficio in Gran Bretagna diventa il responsabile ultimo dell’uso dell’arsenale nucleare – il Programma Trident – e ha l’ultima parola in caso di qualunque tipo di attacco da dover effettuare. È, però, lo stesso Primo Ministro ad avere questo incarico, anche quando sia morto, ed è per questo che Cameron dovrà scrivere le sue ultime volontà indirizzate ai quattro comandanti dei sottomarini nucleari britannici nel caso che un attacco nucleare faccia fuori anche lui.

In ciascuno di questi sottomarini – poi – c’è una sicura, e all’interno di quella sicura c’è un’altra sicura, e all’interno di questa sicura c’è la lettera del Primo Ministro da aprire solo nel caso che il governo sia stato spazzato via da un attacco nucleare. Oramai è tutto perduto, il Regno Unito non esiste più, vendicarsi o non vendicarsi? Causare la morte di milioni di persone inutilmente, oppure rinunciare completamente all’uso di quelle testate perché oramai la Madre Patria è stata cancellata?

Per la stessa ragione, appena dopo, bruceranno le lettere con gli ordini di Brown: al termine dell’incarico di ciascun inquilino di Downing Street, quello strano testamento viene distrutto. Così non sapremo mai neanche quali siano stati gli ordini di Blair, Major o Tatcher, sebbene nessuno di questi sembri particolarmente disponibile alla conciliazione con una forza nucleare nemica che ha appena ucciso 60 milioni di concittadini, scrivente compreso. Si dice che proprio John Major considerasse la scrittura di queste lettere un compito così importante, da riservarsi un intero week-end per dare inchiostro ai proprî pensieri.

Di speculazioni sul contenuto delle lettere ce ne sono molte: gli storici ipotizzano che durante la guerra fredda contenessero i seguenti quattro ordini:

  1. Mettetevi agli ordini degli Stati Uniti d’America, se ancora esistono.
  2. Andate in Australia, se c’è ancora.
  3. Lanciate i vostri missili per distruggere il nemico contro il quale siamo in guerra.
  4. E, in ultima istanza, usate il vostro giudizio personale.

Come tutte le questioni di fantapolitica, le procedure in caso di attacco nucleare appassionano sempre se le si affronta in maniera solamente speculativa, senza focalizzarsi sull’oggetto concreto della propria speculazione: come nel caso del Designated Survivor, il membro del governo USA che viene portato in una località segreta a ogni evento a cui sia presente tutto il governo – compresi Presidente e Vice-Presidente – per garantire la linea di successione presidenziale in caso di evento catastrofico che faccia fuori tutti gli altri membri.

Ma qui c’è di più della speculazione e l’amore per il nozionismo: c’è una questione filosofica – o quantomeno di filosofia politica – molto interessante che ricorda la Teoria del Pazzo di Nixon. L’utilità dichiarata del possedere un arsenale nucleare è quella della deterrenza, ma se  un attacco c’è già stato la deterrenza – semplicemente – non può più esistere. Mettiamoci nei panni del comandante di uno si questi sottomarini: il proprio Paese è stato annientato, compreso tutto il governo e tutta la sua famiglia, non c’è più nessuno a cui fare riferimento, lanciare l’attacco sarebbe del tutto inutile, nonostante questo voglia dire che il genocidio di 60 milioni di persone – o più – rimarrebbe impunito. Si può parlare di senso di giustizia, in questa direzione? No di certo.

E quindi noi vogliamo sperare che nelle lettere che si sono avvicendate, scritte dai varî primi ministri non ci fosse mai scritto “vendicatevi!”. Eppure, quando pensiamo al nemico che potrebbe distruggerci con le sue testate nucleari, e che non lo fa per paura della vendetta, beh, pensiamo sia meglio che il nemico creda che – in realtà – il nostro Paese sia disposto a usarle. Altrimenti a cosa servirebbe il concetto stesso di deterrenza?

Così c’è questa contraddizione, forse solo apparente, in cui noi vogliamo sperare – per noi – che chi ci guida non voglia essere responsabile di un genocidio, ma vogliamo che gli altri immaginino, eccome, che questi sarebbe pienamente in grado di esserlo.

11 Replies to “David Cameron sarebbe un genocida?”

  1. Credo che anche questa lettera possa essere considerata un deterrente: “sappiate che potete anche annientare il nostro paese e governo, ma ci saranno sempre 4 sommergibili nucleari pronti a rendervi il favore. Onde per cui…evitate.”

    No?

  2. Non per sembrare un ottuso ottimista spinoziano (cfr. Voltaire), ma ha senso oggi preoccuparsi di questi scenari fantapolitici, che sembrano usciti da Dr. Strangelove?

  3. @ fabio nolli:
    forse perche’ Pakistan ed Iran hanno programmi nucleari ben avviati, Pakistan con armi ben testate, ed una marea di fanatici islamici tutto attorno che altro non vorrebbero che mettere un giorno le mani spra una testata nucleare o due?

    il deterrente per un islamista suicida non esiste, ma forse esiste per quelle elites politiche che guidano quei programmi nucleari e che fino a prova contraria sembrano ben contenti di essere vivi ed di vivere tra lusso e privilegi e che dovranno pensarci due volte prima di “perdere” una bomba nucleare o due….

Leave a Reply to Riccardo Cancel reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *