Flat

Sull’Antiterra:

Gli eterosessuali sono una minoranza e vengono visti come individui un po’ troppo stravaganti nell’ostentazione della loro monotonia, loro stessi si definiscono flat. C’è la comunità flat, i locali flat e ovviamente il flat pride, una sfilata di uomini in ciabatte e donne coi bigodini che spingono passeggini stracarichi di prole. Ovviamente non tutti gli eterosessuali sono così, ma si sa che le minoranze vogliono colpire l’opinione pubblica con gesti eclatanti, anche perché c’è ancora chi considera l’eterosessualità un disturbo psichico.

E pure una cintura con gli strass

Una buona notizia per il mondo è arrivata lo scorso 25 febbraio quando la General Motors ha deciso di chiudere il marchio Hummer per il crollo del volume d’affari. Se c’è una cosa che ti configura come “coatto”, anzi come sedicentemente e deliberatamente coatto – cioè un coatto consapevole e nonostante tutto coatto – è possedere un Hummer.

Il più grande concessionario al mondo di questi macchinoni orribili ha deciso di lanciare una promozione, per vendere gli ultimi modelli e le giacenze: se ti compri un Hummer, ti regalano un fucile.

No, che magari rischiavi ancora di fare bella figura.

Grazie a Franco

Ascolta un cretino

Precedenti ultimi anni:

2006-7 Fiorentina – Inter 2-3
2007-8 Fiorentina – Inter 0-2
2008-9 Fiorentina – Inter 0-0

Risultati di quest’anno:

Andata: Inter – Fiorentina 1-0
C. Italia: Inter – Fiorentina 1-0

Partite casalinghe della Fiorentina contro le “grandi”:

Fiorentina – Milan 1-2
Fiorentina – Juventus 1-2
Fiorentina – Roma 0-1

Volevo recapitare un messaggio – in punti – ai cospirazionisti:
1) Se mostrate di saperla lunga, dando per scontato che il vostro occhio scafato si manifesterà in un evento che – molto probabilmente – avrà lo stesso esito da voi previsto, indipendentemente, è chiaro che fate una profezia che si autoavvera.
2) Dovete abitare in un mondo davvero brutto. Se la spiegazione più logica per qualunque cosa è sempre la peggiore, e quella che qualcuno vi sta cercando di fregare, dovete vivere in un mondo proprio orribile, con persone che proprio non vale la pena di conoscere.
3) Se tutto avvera la vostra profezia, ciascuna cosa e il suo contrario, non è più una profezia ma un pregiudizio: se l’attaccante di riserva in campo vuol dire che c’è il complotto e lo dimostra, e l’attaccante titolare in campo vuol dire che stanno cercando di nascondere il complotto che quindi c’è, allora vale qualunque cosa: io sono un extraterrestre venuto a distruggere la terra, e ciascuna cosa che vi dissuada dal pensarlo è il mio infingardo travestimento.
4) Fate una vitaccia. Se pensate che ogni semaforo rosso sia rosso perché c’è un agente della CIA che ve lo fa scattare rosso, proprio contro di voi, vivete male. Guardate, meglio vivere sereni e farsi fregare un paio di volte nella vita, che vivere ottant’anni a guardarsi le spalle.
5) Solo per archittettarsi in testa i complotti che vi sovvengono a ogni pie’ sospinto bisogna essere una mente diabolica. Omnia munda mundis. Se per voi disillusione e realtà coincidono, non è così per gli altri: non misurateli col metro altrui – il vostro.
E infine:
100) Nonostante tutto questo: non ci indovinate MAI.

Carriere

Rosa fa una considerazione interessante sulla commercializzazione della RU 486:

L’ostilità cattolica nei confronti della RU 486 è dichiaratamente mirata – visto che l’aborto non sembra poter essere messo in discussione, almeno per ora – a “non banalizzare l’aborto” ovvero a
rendere il più dolorosa possibile l’interruzione di gravidanza.

Ma “tenere in magazzino” la RU 486 ha un altro effetto, secondo me. Passare dall’aborto chirurgico all’aborto chimico significherebbe (significa, alla faccia loro) liberare i ginecologi disponibili ad abortire dal giogo cui sono costretti dagli – innumerevoli – colleghi obiettori. I non obiettori infatti – pochi rispetto alla richiesta – sono a tutt’oggi costretti a non occuparsi di altro che di quello, avendone la carriera totalmente distrutta. L’aborto chimico, io credo, fa paura perchè libera le carriere dei ginecologi che non si rifiutano di fare il loro dovere rendendoli più competitivi, l’obiezione di coscienza è purtroppo anche questo: un comodo sistema per mettere KO i propri colleghi con la benedizione del Papa.

Lunedì degli aneddoti – XXXIII –Ponte Ponente

Quando mi capita di leggere un aneddoto carino, da qualche parte, me lo appunto per non dimenticarlo: così ora ho un piccolo mazzo di aneddoti che ogni tanto racconto. Pensavo di farci un libro, un giorno, ma forse è più carino pubblicarne uno, ogni tanto, sul blog. Questo ‘ogni tanto’ sarà ogni lunedì.

Ponte Ponente

Dove sta il Ponte di Londra? Sembra una domanda come il cavallo bianco di Napoleone, eppure la questione è molto ma molto più complessa.  La filastrocca sul London Bridge is falling down, il Ponte di Londra sta cadendo, è conosciuta un po’ in tutto il mondo. Anche in Italia la conoscono tutti, almeno il motivetto. Sembra una canzoncina basata sull’assurdo, e difatti lo è: ma ci fu una volta in cui il Ponte di Londra stava davvero cadendo. Era il 1962 e per quanto fatto di pietre robuste – Stone so strong will last so long, come si conclude la filastrocca – il ponte sembrava non reggere più all’aumentato flusso di corrente del Tamigi.

Il governo cittadino decise allora di demolire il ponte e di costruirne uno nuovo, ma visto il rilievo architettonico e artistico un membro dell’ente di governo della City of London, Ivan Luckin, ebbe un’idea del tutto particolare: perché non metterlo all’asta? Chi poteva essere interessato ad acquistare un intero ponte? Effettivamente all’inizio il vecchio London Bridge sembrava destinato ad andare invenduto, ma poi arrivò il magnate americano Robert McCulloch e un’asta vera e propria non ci fu neppure: offrì due milioni e mezzo di dollari, il doppio della base d’asta, e si aggiudicò così il ponte. McCulloch stava costruendo la sua città, Lake Havasu city, al confine fra la California e l’Arizona, e aveva bisogno di un ponte per collegare le due braccia della città divise da un canale del lago, oltre che di un’attrazione turistica. Con l’acquisto del London Bridge convogliò in una, le due esigenze.

Così fu dato mandato di smontare pezzo per pezzo il ponte sul Tamigi – ogni pietra fu numerata – e di imbarcarlo con destinazione Long Beach, California. Il ponte, smontato, fece il giro di mezzo globo, attraversando lo Stretto di Panama, prima che tutti i pezzi fossero fatti sbarcare in California, e poi da lì portati via terra fino a Lake Havasu city. Ci vollero tre anni e altri 7 milioni di dollari per completare tutte le operazioni, ma alla fine McCulloch ebbe il suo ponte: perfettamente ricostruito nella forma originaria, sotto alla quale per tanti anni era scorso il Tamigi, soltanto che 8500 chilometri più a ponente. È tutt’ora lì, con tanto di Union Jack sui piloni.

Perciò, ecco, se vi chiedono dove sia il London Bridge, ora sapete cosa rispondere: in Arizona.

[Qui il primo: Brutti e liberi qui il secondo: Grande Raccordo Anulare qui il terzo: Il caso Plutone qui il quarto: I frocioni qui il quinto: Comunisti qui il sesto: La rettorica qui il settimo: Rockall qui l’ottavo: Compagno dove sei? qui il nono: La guerra del Fútbol qui il decimo: Babbo Natale esiste qui l’undicesimo: Caravaggio bruciava di rabbia – qui il dodicesimo: Salvato due volte – qui il tredicesimo: lo sconosciuto che salvò il mondo qui il quattordicesimo: Il barile si ferma qui qui il quindicesimo: Servizî segretissimi qui il sedicesimo: Gagarin, patente e libretto qui il diciassettesimo: La caduta del Muro qui il diciottesimo: Botta di culo qui il diciannovesimo: (Very) Nouvelle Cuisine qui il ventesimo: Il gallo nero qui il ventunesimo: A che ora è la fine del mondo? qui il ventiduesimo: Che bisogno c’è? qui il ventitreesimo: Fare il portoghese qui il ventiquattresimo: Saluti qui il venticinquesimo: La fuga qui il ventiseiesimo: Dumas qui il ventisettesimo: Zzzzzz qui il ventottesimo: Teorema della cacca di cavallo qui il ventinovesimo: Morto un papa qui il trentesimo: L’invincibile Marco Aurelio qui il trentunesimo: L’Amabile Audrey – qui il trentaduesimo: Anima pura]

Vuoi indicare un aneddoto per un prossimo lunedì? Segnalamelo.

Fare qualcosa: obiezione di coscienza all’obiezione di coscienza?

Questa faccenda della farmacia sull’Isola Tiberina che non vende profilattici per «motivi religiosi» mi fa proprio andare fuori dai gangheri. Perché punta su quel concetto peloso di obiezione di coscienza che ebbi già modo di contestare, sia in un’ottica esterna alla questione (allora io faccio obiezione di coscienza ai divieti di sosta!) sia in un’ottica – e più mi preme – interna (se pensi che qualcosa sia sbagliato dovresti cercare di convincere gli altri: il fatto che tu, personalmente, non pratichi la tal cosa dovrebbe essere davvero irrilevante per la tua, vera, coscienza del mondo).

Ho pensato che bisogna fare qualcosa. Chessò, la prima cosa venutami in mente è andare lì martedì (edit: facciamo a fine settimana) – è il primo feriale che viene – mettersi davanti alla farmacia e dire a tutti coloro che stanno entrando: «sa che questa farmacia non vende profilattici per motivi religiosi? È ancora sicuro di volere comprare qui? O vuole fare obiezione di coscienza anche lei?».

Senza nessun tipo di coercizione: chi vuole entrare ugualmente, o ha bisogno di una medicina, deve poterlo fare, e ci mancherebbe. Ma solo per spiegare a chi pensa di fare acquisti lì qual è la posizione di quei farmacisti sui profilattici: ovvero che è più importante la loro untuosa concezione del sesso, rispetto alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Che conta di più tenere pulita la propria coscienza, che rendere un servizio sanitario ai cittadini. Hai visto mai che qualche cittadino, saputolo, voglia fare obiezione di coscienza all’obiezione di coscienza.

Che ne pensate? Magari se si è più d’uno ci si può dare dei cambi, o si può portare una videocamera qualora venisse fuori qualcosa di divertente da mettere poi sul blog. Insomma, se qualcuno ha qualche idea, sviluppiamola assieme.