Introduzione al CASO: il Corso

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Corso di Alfabetizzazione Sentimentale Obbligatoria – Prof. du Lac – 1° lezione

Che reazione avete se il vostro amato esce a cena con un suo pretendente? È più sano un rapporto in cui ognuno ha i-suoi-spazî? È sensato accettare i difetti di chi si ama? Essere gelosi è inevitabile o addirittura positivo? E l’onestà è necessaria: bisogna dirsi proprio tutto?

Cari studenti, piacere a tutti voi. Sono il docente che vi terrà questo Corso di Alfabetizzazione Sentimentale Obbligatoria (abbreviato CASO) la cui iscrizione è, appunto, obbligatoria.

Mi presento subito, sono il Professor Du Lac, sono laureato in Competenza Sentimentale alla prestigiosa Università di Kernow. Ho un Master in Struttura Amorosa alla scuola specializzata di Cherbourg de la Manche. PhD in Parole Giuste all’università Bonmatì di Tingi. Prima di tornare in Italia ho fatto diverse ricerche sul medesimo tema per l’Istituto dell’Abbazia Abbaiante di Londra. Dalla prossima lezione sarà presente anche la mia assistente – la dottoressa A. Dora – che vi introdurrò in quell’occasione.

Il Corso consterà di un numero di lezioni stabilito sulla base della vostra incompetenza. Ciascuna lezione vi servirà ad approfondire i diversi aspetti di una materia, l’alfabetizzazione sentimentale, nella quale si evidenziano enormi lacune anche negli studenti più preparati.
Il livello di accesso al corso è quello base: so che siete tutti delle capre. Non è requisito l’aver frequentato alcun insegnamento propedeutico, anche se è utile essere provvisti di qualche nozione di: Lingua italiana I, Logica elementare I e II, Letteratura a giro per il mondo I, Sorpresosità III e IV, Autostima III. Chi non avesse frequentato i suddetti corsi è caldamente invitato a procurarsene un manuale.

Ciò che imparerete trova valore e applicazione in qualunque tipo di rapporto d’affetto: uomini con uomini, donne con uomini, spaghetti con donne, cani con computer Apple – chiunque sostenga che due donne o due uomini non possono essere innamorati sarà immediatamente allontanato dall’aula per manifesta incompetenza sentimentale.

*** Facciamo ora un quarto d’ora di sosta. Alla ripresa cercheremo di fare una panoramica della metodologia e ragione d’essere del corso ***

Eccoci, cari studenti, riprendete posto.

Ci sono due cose su cui tutti ma proprio tutti – anche quelli che non ne sanno davvero nulla – mettono bocca con sottesa e sedicente competenza. Due cose: lo sport, soprattutto il calcio. E i rapporti umani, soprattutto i rapporti di coppia. Siamo 6 miliardi di allenatori della Nazionale, ma siamo anche 6 miliardi di amatori modello.

Eppure se io mettessi piede in un convegno di matematici affermando che il teorema di Laplace è una cretinata – e scusate l’anacoluto – pensate che qualcuno mi prenderebbe sul serio? Beh, no. Perché non ho nessuna competenza in quel campo. Io di matematica non so nulla: non l’ho mai studiata a livelli sufficientemente approfonditi per capirne davvero qualcosa. Il mio non sarebbe un parere ragionato.
Invece, per sport e sentimenti non funziona così. Ogni opinione sembra avere legittimità e vita propria. Ma se il calcio – almeno – ha un anticorpo, i rapporti di coppia non ce l’hanno: il Barcellona e il Chelsea non prenderanno mai ad allenare l’ubriacone al pub che inventa formazioni alternative – invece nei rapporti umani ognuno è l’allenatore di sé stesso. E, peggio ancora, pensa di essere il migliore allenatore possibile.

Ognuno – certo – ha il proprio pensiero, ma la tua libertà di pensarla in un modo finisce dove inizia la mia libertà di criticare quel modo. E precisamente questo è l’uopo del corso: criticare quel modo.
Ciò che dobbiamo fare è recuperare lo spazio di discussione perduto: ragionare d’amore non è come ballare d’architettura. Pensare è utile per capire cosa è giusto fare; sentire è utile ad avere la forza per farlo. Di questo fittizia contraddizione, fra emotività e razionalità, avremo modo di parlare nelle lezioni a venire.

Mi resta soltanto da assegnarvi i compiti per casa: come unico lavoro – varrà come prova d’ingresso – vi chiedo di rispondere al seguente quesito:

Vi viene offerto il posto di Presidente degli Stati Uniti, ma voi decidete di fuggire alle isole Kiribati per seguire la persona di cui siete innamorati. Fate bene o male? Il vostro è un comportamento razionale?

La risposta a queste due domande può essere presentata nel form dei commenti qui sotto oppure nella mia cassetta personale della posta: le vostre prove saranno commentate e analizzate, assieme alla spiegazione di quale sia la risposta corretta, durante la prossima lezione – che, vi prometto, sarà più breve.

Bene, ringrazio tutti dell’attenzione, e vi do appuntamento alla prossima settimana.

12 Replies to “Introduzione al CASO: il Corso”

  1. potrei diventare presidente, sostenere che le kiribati sono uno stato canaglia, invaderle, annetterle agli stati uniti e trasferire là la casa bianca. a quel punto potrei fare entrambe le cose.

    quindi avrei fatto male a comportarmi così perché c’era una soluzione migliore.

    a parte gli scherzi:

    – se ho fatto bene o male non posso saperlo, non conoscendo le conseguenze future della mia decisione. diciamo che nella ovvia ignoranza del futuro avere fatto ciò che preferivo è la scelta giusta (da come è posto il problema deduco che la decisione non sia stata influenzata da altro che la mia volontà).

    – è un comportamento razionale se ritengo che la mia vita sarà complessivamente migliore seguendo questa decisione. e con migliore intendo al netto di tutto, quindi non solo da un punto di vista egoistico perché la vita degli altri influenza anche la tua. quindi se pensavo che da presidente avrei avuto una vita migliore (magari senza amore, ma con altre cose) ma ho optato per non farlo perché ho preferito una vita peggiore ma con l’amore allora ho avuto un comportamento non razionale.

  2. Se dovessi scegliere io, sono certa che cercherei di creare le condizioni per cui le kiribati diventino l’unica scelta possibile. Cercherei insomma di scegliere l’ipotesi meno stancante, ma senza attribuirmene la responsabilità per non dovermene pentire o patire sensi di colpa.

    Non sarebbe però una scelta tra ammore e carriera, ma tra spaparacchiarsi al sole e beccarsi una paccata di grane che la metà basta.

    Fatta questa premessa, trovo però che l’ammore non abbia necessariamente bisogno di isole meravigliose per svilupparsi, pertanto la mia risposta è: per chiunque fare il presidente USA sia appetibile, scegliere le kiribati è in effetti totalmente irrazionale.

  3. Secondo la costituzione statunitense può essere presidente solo un natural born citizen, per cui faccio bene in quanto faccio l’unica cosa possibile.

  4. Prima di rispondere al quesito, chiarissimo professore, vorrei conoscere o meglio sentire il parere anche della Sua assistente dott.ssa A.Dora

  5. Beh dipende se la persona di cui siamo innamorati contraccambia i nostri sentimenti o no. Rinunciare a qualcosa per seguire una chimera mi sembra poco razionale (e forse anche dannoso).

  6. dipende.

    Dipende dalle varie condizioni in cui ci si trova, dal soggettività di ognuno. Comunque, io valuterei cosa in quel momento è più giusto fare: se avessi le capacità di fare qualcosa di utile da presidente e rendessi la mia vita utile, forse rinuncerei al mio amore, per un bene più “grande”. Ma preferirei egoisticamente molto di più l’amore e le kiribati.
    D’altronde nel reale non avendo le capacità non mi porrei il problema.

    P.s. non ragionerei in termini così drastici: molto spesso una soluzione mediata è possibile, solo non la si vuole trovare

  7. presidente degli stati uniti, indipendentemente da tutto.
    l’amore dura uno, massimo due anni.
    la presidenza degli stati uniti 4, almeno.

  8. ammesso che abbia le capacità per fare il presidente e che la mia presenza in quella posizione sia necessaria a fare il bene, allora faccio il presidente, essendo quel bene fatto della stessa pasta dell’amore.
    se scegliessi di andare alle kiricose sapendo di non aver fatto il bene vorrebbe dire che io non amo, non potrei farlo, non sarebbe più la stessa cosa.

    ps.
    bellissimo questo coso, e la frase “Pensare è utile per capire cosa è giusto fare; sentire è utile ad avere la forza per farlo” è il mio motto, solo che lo dicevo con discorsi meno snelli, balbettando, mi ci faccio la maglietta

    ps2
    non ho voglia di farmi una maglietta, le t shirt sono scomode

  9. Ma chi me lo fa fare di fare il presidente degli Usa? Vado col mio Amore e la nostra bimba fino in capo al mondo!

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