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Batigol – La differenza che passa fra un campione e un vero fuoriclasse
Questa è la ragione per la quale, quest’anno, la Roma vincerà lo scudetto nonostante Francesco Totti. Ed è il motivo per il quale le partite si vincono con i piedi, ma gli scudetti si vincono con la testa. È anche il motivo per cui mi sono laureato con questa maglia e non altre.
Francesco Totti esordì in prima squadra con la maglia giallorossa in un Brescia-Roma del 1993. Otto anni dopo non aveva ancora vinto lo scudetto, né aveva mai rischiato di vincerlo: il miglior piazzamento era stato un quarto posto, lontano 5 punti dall’Udinese sul podio, e 15 dalla Juventus scudettata – l’anno dopo arrivò a 4 punti dalla terzultima, rischiando la retrocessione.
Gabriel Omar Batistuta esordì con la maglia giallorossa nel settembre del 2000. Otto mesi dopo la Roma aveva vinto lo scudetto. Gliel’aveva fatto vincere lui, e così tre mesi dopo la Supercoppa. La ragione per la quale Batistuta avrebbe fatto vincere lo scudetto alla Roma si capì, ancora una volta in un Brescia-Roma, in quell’autunno del 2000. La Roma veniva dalla sconfitta contro una diretta concorrente, l’Inter: la prima défaillance dopo una serie di vittorie. Tipica occasione in cui la Roma delle annate precedenti era sprofondata: diversi successi, tanta euforia, poi una batosta e il crollo emotivo.
E invece, a Brescia, la Roma aveva reagito ed era passata in vantaggio: gol di Vincent Candela. Di lì a poco, però, era calata l’oscurità: il Brescia aveva pareggiato, Bisoli. Poi si era addirittura portato in vantaggio, del tutto immeritatamente, con un gol su rigore del vecchio Dario Hubner. Come nel peggiore degli incubi, andando prima in vantaggio e poi venendo rimontati, ecco che si profilava un’altra sconfitta, e la fine dei sogni di gloria, per la squadra capitolina. Poi che succede? Sale in cattedra il fuoriclasse, quel Gabriel Omar Batistuta. Una palla gli rimbalza in area, lui la butta dentro e segna il 2-2. Ma non è questo il punto. Niente di strano, per lui, fin qui.
Quello è, però, il momento in cui Batistuta insegna alla Roma come si vince uno scudetto. Marco Delvecchio, il compagno di reparto, fa per abbracciare Bati, i compagni si dirigono verso di lui per festeggiare il gol: tutto sommato un pareggio fuori casa va bene, la Roma viene da una sconfitta, e pareggiare in casa del miglior Brescia della storia – quello di Baggio, che arrivò settimo – è un risultato più che degno. Poi per come s’era messa la partita! Accontentiamoci del 2-2.
L’unico che non ragiona così è Batigol: non festeggia, non va a cogliere l’esultanza di nessun compagno. Si dirige verso la rete che ha appena trafitto, raccoglie il pallone da dentro la porta e punta verso il centrocampo. Quando Delvecchio gli si para davanti per un abbraccio e la consueta esultanza, Batigol si divincola. Raggiunge il cerchio del centrocampo, fa cadere il pallone sulla linea di metà campo, e con la suola dello scarpino la aggiusta sul disco di gesso da cui il Brescia batterà il nuovo calcio d’avvio.
Indovinate un po’ chi mancava nella Maggica quel giorno? Proprio lui, il campione, Francesco Totti. La settimana successiva la Roma incontrò la Reggina e poté facilmente riconquistare la vetta della classifica, per non lasciarla più e avviarsi a vincere l’unico – per ora – scudetto della ventennale storia calcistica der Pupone in giallorosso.
Ma il match più importante era stato vinto sette giorni prima, dal carattere di un vero fuoriclasse. Già, perché quella partita cruciale era poi finita 2-4. Con tre gol di Gabriel Omar Batistuta.
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e quanti ne ha fatti vincere alla fiorentina di scudetti Batigol. uuuuh, una bacheca piena.
Esatto. La tesi di fondo è condivisibile: il carattere di Batistuta è stato determinante quanto le sue gigantesche doti tecniche. Ma dire che Totti ci ha messo otto anni e Batistuta otto mesi è fuorviante: prima di quell’anno sia Batistuta che Totti giocavano in squadre che non erano all’altezza di vincere lo scudetto, nonostante la loro presenza.
puoi chiamarla mentalità vincente, puoi chiamarlo carattere, puoi chiamarlo agonismo. Non c’è solo tecnica e tattica in uno sport, in particolare nel calcio. Ranieri l’allenatore con più carattere che conosco.
@ lucap:
Batistuta ha fatto vincere una Coppa Italia e una Supercoppa, più due terzi posti, a una squadra provinciale come è la Fiorentina. Nell’anno in cui rischiò di vincere lo scudetto – con la difesa a 3 composta da Padalino, Repka e Falcone – fu campione d’inverno grazie ai soli gol di Batistuta (e alle parate di Toldo), per poi crollare quando Bati s’infortunò.
Non dimentichiamoci che la Roma, ogni anno – anche se non prima favorita – sicuramente attrezzata per vincere lo scudetto non l’ha più vinto (e ha creato qualche grattacapo all’Inter solo nel 2008). Il paradosso è che la Roma di quest’anno – come uomini – è sicuramente la peggiore degli ultimi 13-14 anni.
avevo 15 anni,e vedendo batistuta prendere quel pallone mi prese un colpo. non ci ero abituato, e pensai le stesse cose che scrivi tu oggi. non è che gnente gnente sei della Roma??
[apropos, ma hai mai pensato ad un post sulle “radio della roma”? reteSport, ad esempio, ma anche radio erre2]. Cmq sia quello che dici tu è uno dei cavalli di battaglia di quelli che i veri ultras considerano cattivi tifosi. “Il capitano non è mai decisivo”. penso, soprattutto per questo, che l’amore dei tifosi per totti sia dovuto ad altre cose oltre al valore del giocatore nei momenti importanti.
[spero mi scuserai per il Cmq…]
Batigol fu determinante per quella Roma, ma ci furono anche altri acquisti notevoli: Samuel in difesa, Emerson e C. Zanetti in mezzo e pure Capello in panca: non sono un suo ammiratore, ma è uno che gli scudetti li sa vincere.
sempre quest’alibi della squadra provinciale, anche la samp ha vinto da provinciale, e molte altre in tempi passati. per non parlare di altri sport, come il basket, dove l’unica squadra italiana in grado di competere a livello europeo è provinciale, e pure vicino a firenze.
bello l’aneddoto, mi mancava proprio
io ne ho alcuni molto più brutti su inzaghi che pur forte ha mezzo fatto perdere due scudi alla juve, sbagliando gol incredibili in partite che sarebbero potute essere decisive e senza i suoi gol lo sono state al contrario (juve-milan o milan-juve non ricordo, vinta in rimonta dal milan ma con inzaghi che, se ricordo bene, sbaglia _a porta vuota_ sull’1-0; juve-roma 2-2, gol sbagliato sul 2-0, mi pare)
però vero che la roma era abbastanza uno squadrone, a cominciare dal capo, il mascellone di tungsteno, uno che ha vinto ovunque sia andato (ne conoscete un altro così?) e quest’anno, se non gli si rompe rooney, voglio proprio vedere dove porta l’inghilterra, ma di sicuro parecchio in su.
era la juve ancelotta, naturalmente
(ah, carletto! uno che con noi cascava sempre sul traguardo. qualche volta gli è successo anche al milan, ma non tante quante da noi)
Uuuh quanti ricordi con il “vecchio” Dario Hubner…qui a Piacenza non ce lo siamo ancora dimenticati; capocannoniere in A alla pari con Trezeguet. Passato il momento revival, direi che il paragone non tiene, no, no.
[apropos, ma hai mai pensato ad un post sulle “radio della roma”? reteSport, ad esempio, ma anche radio erre2]. Cmq sia quello che dici tu è uno dei cavalli di battaglia di quelli che i veri ultras considerano cattivi tifosi. “Il capitano non è mai decisivo”. penso, soprattutto per questo, che l’amore dei tifosi per totti sia dovuto ad altre cose oltre al valore del giocatore nei momenti importanti.