Fare qualcosa: obiezione di coscienza all’obiezione di coscienza?

Questa faccenda della farmacia sull’Isola Tiberina che non vende profilattici per «motivi religiosi» mi fa proprio andare fuori dai gangheri. Perché punta su quel concetto peloso di obiezione di coscienza che ebbi già modo di contestare, sia in un’ottica esterna alla questione (allora io faccio obiezione di coscienza ai divieti di sosta!) sia in un’ottica – e più mi preme – interna (se pensi che qualcosa sia sbagliato dovresti cercare di convincere gli altri: il fatto che tu, personalmente, non pratichi la tal cosa dovrebbe essere davvero irrilevante per la tua, vera, coscienza del mondo).

Ho pensato che bisogna fare qualcosa. Chessò, la prima cosa venutami in mente è andare lì martedì (edit: facciamo a fine settimana) – è il primo feriale che viene – mettersi davanti alla farmacia e dire a tutti coloro che stanno entrando: «sa che questa farmacia non vende profilattici per motivi religiosi? È ancora sicuro di volere comprare qui? O vuole fare obiezione di coscienza anche lei?».

Senza nessun tipo di coercizione: chi vuole entrare ugualmente, o ha bisogno di una medicina, deve poterlo fare, e ci mancherebbe. Ma solo per spiegare a chi pensa di fare acquisti lì qual è la posizione di quei farmacisti sui profilattici: ovvero che è più importante la loro untuosa concezione del sesso, rispetto alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Che conta di più tenere pulita la propria coscienza, che rendere un servizio sanitario ai cittadini. Hai visto mai che qualche cittadino, saputolo, voglia fare obiezione di coscienza all’obiezione di coscienza.

Che ne pensate? Magari se si è più d’uno ci si può dare dei cambi, o si può portare una videocamera qualora venisse fuori qualcosa di divertente da mettere poi sul blog. Insomma, se qualcuno ha qualche idea, sviluppiamola assieme.

42 Replies to “Fare qualcosa: obiezione di coscienza all’obiezione di coscienza?”

  1. ehiehiehi non mettere sullo stesso piano il divieto di sosta e la vendita di profilattici. non credo la legge obblighi a vendere profilattici (e se lo fa, allora è da cambiare), ed in ogni caso, se non li vendono tanto peggio per loro.
    Nel mercato libero non esistono vuoti.

  2. Ugo scrive::

    se non li vendono tanto peggio per loro.
    Nel mercato libero non esistono vuoti.

    Beh, se la metti così, allora è un dovere civico informare i cittadini cosicché loro – come si confà al mercato libero – decidano dove operare i loro acquisti.

  3. Per non parlare del fatto che la contraccezione è un ottimo modo per prevenire gli aborti. Se per loro l’aborto è omicidio, perchè favoriscono gli omicidi?
    Comunque se vai fammi un fischio, che vengo anch’io.

  4. @ Ugo:
    perche’ le farmacie italiane sono in regime di libero mercato?

    tuttaltro. le licenze sono limitate in numero e se le tramandano di padre in figlio o le rivendono a 7 cifre. comodo vivere in un regime di oligopolio e nascondersi dietro la liberta’ di coscienza. vogliono la liberta’ di coscienza? allora gli liberalizzo il mercato al 100%, cosi’ che la loro licenza valga “zip”, ed i farmaci OTC li faccio acquistabili dalla stazione di servizio o alla tabaccheria.

    tra l’altro, un profilattico per un sieropositivo e’ equivalente ad un farmaco salvavita (altrui), e il rifiutarsi di venderlo secondo me ha le stesse implicazioni di quel caso. negazione di servizio. ti tolgo la licenza.

    lo stesso per i medici. se hanno problemi di coscienza vanno a lavorare per una clinica privata non il SSN.

  5. Io sospetto che ci sia una legge che vieta agli esercizî commerciali – e le farmacie lo sono, ancorché regolamentate da apposito obbligo di licenza – di rifiutarsi di vendere un prodotto legalmente in commercio e richiesto dal pubblico. Sarebbe buona cosa se qualcuno facesse una ricerca in proposito, che ne dici, Giova’?

  6. preciso che l’obiezione di coscienza su anticoncezionali(¹) o preservativi non è riconosciuta per legge, contrariamente all’obiezione di coscienza dei medici ospedalieri nei confronti dell’aborto.
    __________
    (¹) inclusa la c.d. “pillola del giorno dopo”, che è altra cosa dalla RU486, che invece puo’ essere somministrata solo da un medico ospedaliero.

  7. Io propongo di mettersi a vendere (o distribuire gratis) i preservativi di fronte a quella farmacia. A obiezione di coscienza loro, azione coscienziosa nostra.

  8. @ Ugo:
    non volevo sfondare nessuna porta, mi sembrava che stessi idealizzando la situazione al punto tale da entrare in contraddizione. dato che il libero mercato delle farmacie non esiste, anche esistesse una legge che prescrive una lista di farmaci minima che includesse anticoncezionali non ci vedrei nulla di illiberale. anzi. un correttivo. two negatives may sometime get you to a positive, especially when you are so far from any apparence of pareto efficiency….I think

  9. Ecco, in qualsiasi Paese decente questo sarebbe impensabile, tanto per cominciare; e se ci fosse un qualsiasi partito o movimento che potesse vagamente chiamarsi ‘di sinistra’ la organizzerebbero loro, la contro-obiezione, non quattro sfigati cui va tutta la mia stima.
    Quando dico che questo Paese e’ fondamentalmente e irrimediabilmente marcio, non lo dico per il gusto della provocazione, ne sono assolutamente convinto.

  10. @ Max:

    ah, ulteriore precisazione, c’è un altro farmaco salvavita (altrui) per i sieropositivi: si chiama “astinenza” e dicono sia anche più efficiente (nel senso di meno fallibile) dei preservativi. Fare sesso non è una funzione vitale irrinunciabile.

    Anche se ti do ragione sul fatto che l’iper-protezione dalla concorrenza di cui godono le farmacie giustificherebbe degli obblighi su cosa e come vendere o non vendere.

  11. sei il piu grande Giua…
    mi gira per non poter partecipare, magari c’è qualcosa di simile a bologna

  12. Shylock come mi trovi d’accordo…
    Giovanni più che altro quali implicazioni ci potrebbero essere nel fermare le persone ed avvisarle? Teoricamente nessuna, ma praticamente fanno storie per un nonnulla, figuriamoci per questo. La soluzione migliore sarebbe un cartello da non appoggiare per terra, in modo che non occupi suolo pubblico.
    Guarda te se devo sparare una marea di stronzate per colpa di una farmacia deficiente 😀

  13. @ Ugo:

    mah, vallo a dire ad una coppia in cui un solo partner e’ sieropositivo….

    discriminare in materia di sesso e’ una posizione irrazionale ed emotiva che non ha nulla a che vedere con il merito dei fatti. ed irrazionalita ed emotivita’ dovrebbero rimanere fuori dalla porta di chi vende farmaci, altrimenti tanto vale che le farmacie comincino a vendere acqua santa spray ed amuleti voodoo….

  14. Per Ugo: quindi stai dicendo che chi è sieropositivo – malattia cronica che si prende in genere in età sessualmente attiva – poniamo un sieropositivo di 25 anni, debba risolvere con l’astinenza dal sesso, anziché usare un profilattico. Interessante. Ti sei dimenticato che potrebbe anche suicidarsi, o tagliarsi il pisello, per risolvere il problema alla radice.

    Senti, ma tu che scuole elementari hai fatto, la “Mengele”?

  15. maporcaputtroia,
    volevo dire “astieniti finché non arrivi all’altra farmacia che sta x metri più in là e dove i preservativi li vendono. non morirai se aspetti dieci minuti”
    se servono ulteriori dettagli (indirizzo della farmacia più vicina a quella dell’isola tiberina, bar che potrebbero avere un distributore automatico nel cesso, etc) aspettate che almeno faccio una ricerca su google maps.

  16. Farmacia S.Agata, Piazza Sidney Sonnino, 47, 00153 Roma‎, 7 minuti a piedi.

    Farmacia Lippi Tullia, Via Arenula, 73, 00186 Roma, 7 minuti a piedi.

    Toh.

  17. @ Ugo:
    Ugo, stai spostando la questione: accetteresti la stessa obiezione per altri farmaci?

    La risposta è no, e ha ragione Max quando dice che dài uno status speciale – e un po’ turbato – al sesso: per dire, anche la bronchite non la prendi se non esci di casa.

    E che, uscire di casa è una funzione assolutamente neccessaria dell’umana stirpe? No.

  18. sarà che i preservativi li vendono anche ai supermercati e li percepisco come un bene di consumo e non come un farmaco.
    (ma anche i farmaci sono beni di consumo, no?)

  19. e comunque quello che contesto è l’aggettivo “salvavita”. ad essere salvavita è il Ventolin senza il quale uno che ha un attacco d’asma rischia di morire soffocato nel giro di cinque minuti. Ecco, mettere i preservativi allo stesso livello di un farmaco salvavita è un insulto per chi di un farmaco veramente salvavita ha davvero bisogno.

  20. x ugo: mi pare una logica illogica, la tua. Se accetti l’obiezione di una farmacia, potenzialmente accetti l’obiezione di tutte le farmacie e anche dei supermercati. Inoltre le farmacie di zona che hai citato faranno dei turni: ci sarà il caso in cui quella è la sola farmacia aperta. Ora, che qualcuno possa rischiare l’aids o gravidanze indesiderate perchè quel farmacista sente l’impellente bisogno di ficcare pesantemente il naso nei letti altrui e decidere come debbano regolarsi mi pare lunare.

  21. Ugo scrive::

    forse ho sbagliato esempio

    No, e’ sbagliata proprio l’idea che chi offre un servizio al pubblico (per giunta ben protetto dalla concorrenza come i farmacisti italiani) possa decidere se e quando fornirlo: allora, a maggior ragione, non avrai nulla da obiettare ai bar che non servono i negri, che tanto possono andare piu’ in la’ a bersi il caffe’ (che comunque non e’ un salvavita).

  22. i condoms sono presidi medici chirurgici? a me risulta di si, sono categorizzati come “dispositivi medici”, D.P.R. 392.

    allora non lascerei mai ad un farmacista con 4 anni di college decidere quali presidi medici siano “kosher” o meno per i suoi clienti…

    potresti un giorno trovare quello che si rifiuta di darti il cis platino per il tuo cancro ai polmoni (che comunque funziona solo nel 5% dei casi) perche’ cosi la prossima volta impari a fumare come un turco da quando avevi 15 anni! anche li l’astinenza e’ meglio….

  23. il presidente dell´Ordine dei farmacisti di Roma, Emilio Croce: «I preservativi sono sanitari, non sono farmaci. Si trovano dappertutto, non solo in farmacia, si tratta di un prodotto comunque facilmente reperibile. La denuncia mi sembra quindi strumentale»

    Prima di parlare voglio sapere: i preservativi sono farmaci o parafarmaci? Nel secondo caso, amici miei, se la farmacia è privata, ognuon è libero di vendere ciò che vuole; nel primo caso avete ragione, quella farmacia ha il dovere di vendere preservativi.

  24. Magari eviterei di trasferire questa (giusta) battaglia sul piano della liceità dell’obiezione di coscienza in generale… Tu hai fatto il militare, Giovanni?

  25. masaccio scrive::

    liceità dell’obiezione di coscienza in generale… Tu hai fatto il militare, Giovanni?

    Io sono abbastanza giovane per non averlo fatto senza bisogno di “obiettare”, ma questa tua domanda – scusami se la prendo a esempio – sostanzia proprio tutte le ragioni per cui l’obiezione di coscienza è sbagliata.

    1) Chiedi cosa ho fatto io. E che argomento è? Una cosa è giusta o sbagliata indipendentemente da come una persona che la professa si comporta. Tutti facciamo degli errori, dovresti domandare: “cosa ritieni giusto” non “cosa hai fatto tu”?

    2) Non sfuggo alla risposta: se fossi stato un po’ più vecchio avrei certamente fatto l’obiettore. Perché ho l’uso delle armi avrebbe turbato della mia coscienza? No, perché non mi piace l’esercito, il militarismo, eccetera: un trucco, insomma. Ci fosse stata un’altra strada, come ora c’è, sicuramente ne avrei presa un’altra.

    3) Il concetto risibile dell’obiezione di coscienza è che sopravvaluta il valore delle proprie azioni: una vera sana coscienza contraria non “impedisce” di fare qualcosa (è ridicolo, non è la coscienza ma il ragionamento a stabilire cos’è giusto o sbagliato) ma cerca di fare sì che le cose cambino. In altre parole: se tu fai obiezione di coscienza all’aborto, semplicemente, scegli di non causare tu – con le tue mani – un aborto. Però accanto a te lo fanno tutti. E se lo consideri un omicidio dovrebbe essere una ben magra consolazione quello di non farli in proprio, ma assistere a che vengano fatti. Piuttosto dovresti spendere il tempo a convincere le persone che gli aborti non vanno fatti.

  26. @ masaccio:
    Perche’, uno viene obbligato a fare il farmacista?
    L’assurdita’ e’ proprio quella di consentire l'”obiezione” nell’ambito di un lavoro che si e’ _scelto_. Oppure facciamo che gli insegnanti possono scegliere se insegnare ai negri o no? O che i medici Testimoni di Geova possono rifiutarsi di fare le trasfusioni? E quelli mussulmani di curare le donne?

  27. @ Angelo:
    non diciamo cazzate. una farmacia non e’ una attivita nonregolata. non puoi fare quello che ti pare. se vuoi fare quello che ti pare non fai il farmacista.

    a parte che se davvero quei farmacisti si rifiutassero di vendere preservativi per motivi ideologici violerebbero una norma del loro stesso codice deontologico del 2000:

    “ART. 4

    1. Al farmacista è vietato porre in essere iniziative o comportamenti che limitino o impediscano il diritto di libera scelta della farmacia da parte dei cittadini.”

    infatti in articoli piu’ recenti il farmacista frate dice che non e ‘ che non li hanno, li hanno eccome, ma non li espongono per pudore. li tengono nel cassetto e sono pure on po’ vecchi…..il che apre altre can of worms and liabilities, I guess… 😉

  28. @ Max:
    In questo mondo esiste la libertà?Ovvio che una farmacia ha l’obbligo di vendere farmaci: se il profilattico è un farmaco (e io non lo so e infatti l’ho chiesto) allora quella farmacia deve vendere i profilattici. Ma se questi non sono farmaci, ma parafarmaci, come quei integratori divitamine ecc., la farmacia può scegliere, come un’edicola può decidere di non vendere una particolare rivista.
    Se il profilattico è un di più, non si deve essere obbligato a venderlo.

  29. Shylock scrive::

    e’ sbagliata proprio l’idea che chi offre un servizio al pubblico (per giunta ben protetto dalla concorrenza come i farmacisti italiani) possa decidere se e quando fornirlo

    Ed infatti avevo scritto

    Ugo scrive::

    ti do ragione sul fatto che l’iper-protezione dalla concorrenza di cui godono le farmacie giustificherebbe degli obblighi su cosa e come vendere o non vendere.

    mi trovo abbastanza d’accordo con Angelo: se il farmacista si rifiuta di vendermi un farmaco, che ne so, ad esempio la pillola anticoncezionale, gli dico “Ehi, bello, me l’ha ordinato il medico ed ho qui la ricetta, tirala fuori prima che chiami i NAS”. Se mi dice che nella sua farmacia non ha preservativi (ammesso che siano parafarmaci) o spazzolini da denti, o cerotti (boh, sparo a caso), gli dico “tu sei tutto scemo, ma ognuno ha il diritto di gestire male la sua attività commerciale a propria discrezione”.

    [E poi, chi è che va a comprare preservativi nelle farmacie, che al supermercato in genere costano un bel po’ di meno? (ma ognuno ha il diritto di sprecare i suoi soldi come meglio crede)]

  30. Visto che in genere i preservativi costano, e anche tanto, consiglio una farmacia nella quale mi sono trovato sempre bene. Per chi è a Roma si trova davanti al binario 1 della stazione termini.
    I preservativi sono in bella vista al centro della farmacia in comode colonnine e le signore lì presenti ti ricordano, al momento dell’acquisto, che c’è il 3×2 per ogni marca e tipo. In caso di marche e tipi diversi non paghi quello che costa meno.
    Buona giornata!

  31. Giovanni Fontana scrive::

    masaccio scrive::
    liceità dell’obiezione di coscienza in generale… Tu hai fatto il militare, Giovanni?
    Io sono abbastanza giovane per non averlo fatto senza bisogno di “obiettare”, ma questa tua domanda – scusami se la prendo a esempio – sostanzia proprio tutte le ragioni per cui l’obiezione di coscienza è sbagliata.
    1) Chiedi cosa ho fatto io. E che argomento è? Una cosa è giusta o sbagliata indipendentemente da come una persona che la professa si comporta. Tutti facciamo degli errori, dovresti domandare: “cosa ritieni giusto” non “cosa hai fatto tu”?

    Sono abituato a misurare le intenzione delle persone sulla base delle loro scelte. Per sapere se ritieni giusta l’obiezione di coscienza credo che il metodo migliore sia chiederti se l’hai utilizzata. Certo, puoi aver cambiato idea dopo, nel qual caso me lo diresti.
    Inoltre non penso che l’obiezione di coscienza sia giusta o sbagliata in assoluto: la considero legittima in alcuni contesti e non in altri. Per questo, concordando con te sul fatto che non abbia senso nei farmacisti, ti chiedevo se tu la ritenessi sbagliata anche nel caso del servizio militare.

    2) Non sfuggo alla risposta: se fossi stato un po’ più vecchio avrei certamente fatto l’obiettore. Perché ho l’uso delle armi avrebbe turbato della mia coscienza? No, perché non mi piace l’esercito, il militarismo, eccetera: un trucco, insomma. Ci fosse stata un’altra strada, come ora c’è, sicuramente ne avrei presa un’altra.

    Beh, si tratta di un modo diverso per dire la stessa cosa. “Non mi piace l’esercito, il militarismo ecc.” significa che la scelta militare è, a tuo parere sbagliata. Capiamoci: il tuo è un problema con la parola “coscienza” oppure, in generale, con la possibilità di eccezioni individuali su base morale a un obbligo di legge? Perché di questo si tratta, non di altro.
    Ritieni quindi sbagliata l’obiezione di coscienza al servizio militare o no? Non si è capito, sinceramente.

    3) Il concetto risibile dell’obiezione di coscienza è che sopravvaluta il valore delle proprie azioni: una vera sana coscienza contraria non “impedisce” di fare qualcosa (è ridicolo, non è la coscienza ma il ragionamento a stabilire cos’è giusto o sbagliato) ma cerca di fare sì che le cose cambino. In altre parole: se tu fai obiezione di coscienza all’aborto, semplicemente, scegli di non causare tu – con le tue mani – un aborto. Però accanto a te lo fanno tutti. E se lo consideri un omicidio dovrebbe essere una ben magra consolazione quello di non farli in proprio, ma assistere a che vengano fatti. Piuttosto dovresti spendere il tempo a convincere le persone che gli aborti non vanno fatti.

    Ok, hai un problema con la parola “coscienza”, evidentemente. La coscienza, secondo la lingua italiana, è il luogo figurato delle scelte morali. Che le tue scelte morali (come le mie) siano dettate dal ragionamento e quelle di altre dalla fede in un antico testo sacro non cambia la loro natura: sempre scelte morali individuali sono.
    L’alternativa che poni, inoltre, tra lo scegliere di non fare una cosa e cercare di impedirlo anche agli altri, non ha senso. Una cosa non esclude l’altra. Io sono contrario, ad esempio, all’uccisione di animali da pelliccia, e per questo scelgo, moralmente e individualmente, di non comprare una pelliccia. Ciò non significa che non mi impegnerò anche a sensibilizzare chi sta intorno a me su quel tema, chiaramente. Ma intanto faccio quello che posso, nei miei limiti. Secondo la tua logica, dato che non posso impedire l’uccisione di tutti gli animali da pelliccia del mondo, allora dovrei comprarli anch’io e chi se ne frega…

  32. infatti io l’8 per mille lo do all’Unione delle Comunità Ebraiche. Una volta un mio amico mi chiese “non fai prima a regalare un bazooka ad Israele?” gli ho risposto “beh, l’intenzione è quella.”

Leave a Reply to Max Cancel reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *