Pansessualismo un cazzo

Negli angoli dei dibattitoi che frequento io si è molto discusso di questa intervista a Monsignor Girotti: la cosa che ha destato scandalo è che il monsignore in questione abbia ribadito il concetto che sia più facile assolvere un pedofilo (quindi anche un prete pedofilo), rispetto a una donna che abbia abortito.

Mi sono venute in mente varie cose, e sono spunti che ricollego a discussioni fatte in passato con persone con cui avevo fruttuosamente dibattuto temi vicini:

  1. La cosa che mi ha colpito subito è come sia, invece, passato in sordina un concetto orribile, al quale però siamo abituati e che quindi non desta scandalo. Girotti dice che un confessore a cui vengano raccontati i peggiori atti di pedofilia non solo non possa, ma non debba (pena la scomunica ispo facto) né denunciare all’autorità giudiziaria né, neanche!, imporre in coscienza l’autodenuncia. In questo c’è tutto un retroterra di cose spregevoli che, un giorno, dovremo anche voltare: la superiorità del potere spirituale su quello temporale, ma soprattutto l’idea che la delazione sia offesa all’individuo e tradimento, anziché dovere civico nei confronti della società. Per quanto mi riguarda l’omessa denuncia dovrebbe valere, quasi e quanto, la connivenza con il reato.
  2. Sul tema pedofilia/aborto, Marco ha detto due cose, la prima – trovo – un po’ sciocca, ovvero che i non credenti non dovrebbero preoccuparsi delle questioni interne alla Chiesa. Criterio davvero inusuale: valutiamo tutte le cose, sia quelle a cui apparteniamo che quelle a cui non apparteniamo. Se leggo che un’istituzione considera più grave il furto dell’omicidio, peggioro la mia opinione di quell’istituzione, anche se non vi appartengo. Così valuto, nel bene o nel male, la Chiesa esattamente in base a chi e come sceglie di scomunicare, o punire, per quanto la scomunica stessa – a me non credente – non faccia alcun effetto.
  3. La seconda cosa che ha fatto notare Marco, e qui sono più vicino al suo pensiero, è “dove sta la notizia?”. La prassi della Chiesa è in gran parte una questione politica e diacronica. Il fatto che l’aborto sia considerato fra i peccati da cui non ci si può lavare, e non lo sia la pedofilia, è dato da una serie di concause più storiconaturali che dottrinarie – per quanto le due cose siano necessariamente intrecciate – e che quindi saranno probabilmente emendate, se la questione della pedofilia assumerà, nel mondo, l’importanza che sta assumendo. In altre parole, queste mie e non di Marco, la Chiesa correrà ai ripari per difendere la propria sopravvivenza, come ha fatto tante altre volte nel corso dei secoli.
  4. Questa considerazione mi ha fatto ripensare a uno scambio di battute che avevamo avuto con Rosa, per altri versi, in cui lei aveva sostenuto che la pedofilia fosse il nuovo simulacro del Male della nostra società. Che ovviamente è una cosa grave, da contrastare e da punire, ma che il tic mentale per cui – attualmente – quando si pensa all’esempio di “cattivone, cattivone, cattivone” viene subito in mente un pedofilo – diceva Rosa – dimostra un accanimento quasi morboso e monotematico. Non ha torto, ho pensato. È un discorso lunghissimo che non mi sento in grado di affrontare ora, ma credo che affondi nella stessa concezione del sesso che costituisce il mio quinto spunto di riflessione: si è portati a pensare in qualche modo che siccome il sesso è male, farlo su di un bambino è ancora più grave. Credo, invece, che bisognerebbe spostare l’inaudita gravità dell’atto di pedofilia sul bambino, e non sul sesso. Invertendone l’ordine e la causa: la gravità non può essere situata nell’atto, nella libido, ma nell’impossibilità che un bambino sia consenziente.

Infine, e questo è il pensiero che più mi sta cuore, una cosa squilibrata che ha detto il mio amico Fra’ Alberto nel tentativo di contestualizzare le pulsioni pedofile dei membri del clero: “potremmo provare a ripensare l’educazione, la società e il pansessualismo che c’è nei media, sarebbe un inizio“. Sono certo che Alberto non abbia alcuna simpatia – né desiderio di concedere attenuanti – ai suoi colleghi sporcaccioni, non penso quindi che abbia espresso quel pensiero per difesa della categoria: sono persuaso, e potrei scommetterci una grigliata, che – parlandone in privato – ad Alberto verrebbe meno anche la carità cristiana “io, quelli lì, li appenderei per le palle”, mi direbbe.
È però, e invece, per una concezione deviata del sesso – quella che imputa al “pansessualismo” le perversioni, che vede nella liberazione sessuale un disordine e una tentazione – che Alberto ragiona così. È per l’idea che l’uomo sia un tumulto d’istinti orribili, e che l’unica possibile risposta sia la costipazione. È per la frase con cui lo stesso Alberto mi spiegò la sua risposta – che già citai qui, con il suo permesso – a una mia domanda sul celibato e alle pulsioni: «bisogna contenersi, bisogna trattenersi», mi disse, quasi orgogliosamente.
Ecco, è esattamente – con la precisione di un bersaglio centrato – per questa idea ingloriosa, questo concentrato di odio verso il terreno e il gioioso, per questo morboso fascino per il divieto e la costrizione, che il tasso di incidenza della pedofilia all’interno del clero è spropositato.
È l’esatto opposto di quello che dice il Vaticano, non è la possibilità di vedere e praticare il sesso che favorisce la pedofilia. È, al contrario, quell’atmosfera di costrizione patologica, di pelosa vergogna, a cui viene sempre accostato il piacere sessuale, a coltivare il terreno dei turbamenti e delle perversioni, dei divieti e della depravazione.
Se la Chiesa smettesse di dire, ogni volta che si distribuiscono dei profilattici nelle scuole, la frase più stupida del mondo “così si banalizza la sessualità”, farebbe sì un pubblico servigio alla società, e a sé stessa. Se iniziasse a capire che dire che il sesso fra due adulti consenzienti è banale, è come dire che lo è una mangiata in compagnia di amici, e mille altre cose che nessuno si figurerebbe di censurare.
Se, insomma, si mettessero in testa la cosa più elementare (banale?) del mondo, ovvero che non possono esistere dei crimini senza vittime, che il Male (con la “M” maiuscola) può esserci solo dove si fa del male (con la “m” minuscola) a qualcuno, e che quindi una cosa che fa piacere alle uniche due persone implicate non può costituire nessun Male – beh, se ci arrivassero veramente – riuscirebbero davvero a fare ciò che professano: aiutare a lottare contro i veri crimini, quelli con le vittime, quelle non consenzienti.

75 Replies to “Pansessualismo un cazzo”

  1. Sottoscrivo quasi tutto, specie la parte finale.

    Sono in disaccordo, invece, col punto 1. Se il prete avesse una parte attiva o di denuncia cadrebbe il senso e il significato della confessione. Se ti urta che il confessore debba starsene zitto, vuol dire che ritieni la confessione un abominio. Però sempre, non solo con i pedofili. Su questo potremmo discutere, però si arriverebbe inevitabilmente a parlare di religione in senso lato e non finiremmo più. 🙂

    ciao
    nicola.

  2. E’ proprio il “pansessualismo”, invece, che ha reso il tabù della pedofilia e – direi – quello dell’incesto così assoluti e radicati, ben più di un tempo. Infatti non è affatto vero che la pedofilia sia in alcun modo “moderna”: dai racconti di gente più anziana di me la molestia sessuale (blanda) ai bambini era più che frequente, e proprio in quel mondo contadino che si vuole – per definizione, luogo comune e senza controprova – sano e privo di depravazioni. Mi raccontava mio padre che – quando stava in collegio – c’era il contadino che in cambio di qualche frutto “faceva le prove” (così diceva lui) strusciandosi addosso ai bambini del collegio.
    La pedofilia oggi è uno dei più potenti catalizzatori di paure, spesso vissuto come “babau” astratto. Non si mandano i bambini in giro da soli per paura che incontrino i pedofili, mentre è più facile venire molestati in famiglia o in parrocchia che per strada. Mi pare che il discorso del “consenso”, riguardo ai bambini, non vada neppure preso in considerazione. La seduttività dei bambini a volte c’è eccome, ma contrariamente a quello che sostengono i sostenitori politici della pedofilia, non giustifica assolutamente nulla: un bambino vive la seduttività come gioco di finzione, mentre l’adulto ne trae un piacere “adulto” molto concreto e reale. Sostenere che la seduttività infantile sia una giustificazione della pedofilia è come sostenere che una bimba di sei anni possa crescere un neonato solo perchè gioca con le bambole.

  3. @ rosalucsemburg:
    >Mi pare che il discorso del “consenso”, riguardo >ai bambini, non vada neppure preso in >considerazione. La seduttività dei bambini a volte >c’è eccome, ma contrariamente a quello che >sostengono i sostenitori politici della pedofilia, >non giustifica assolutamente nulla: un bambino >vive la seduttività come gioco di finzione,

    ….appunto perche non in grado di dare consenso legale all’atto sessuale, perche non in grado di capirlo. le eta’ di consenso legale esistono perche’ si riconosce al cervello del bambino e dell’adolescente uno status speciale, diverso, immaturo rispetto all’adulto. alla fine dici la stessa cosa e mi pare misinterpreti l’accezione del termine consenso come la intende giovanni.

    l’atto pedofilo e’ un atto di potere tra individui che fisiologicamente non sono in grado di dare consenso ed individui che approfittano della loro posizione di potere per raggiungere la propria gratificazione sessuale.

  4. Sì, hai ragione, se si parla di “consenso legale” diciamo la stessa cosa. E’ che se non si specifica “legale” l’argomento “consenso” è una china scivolosa, perchè la seduttività dei bambini è proprio l’argomento che usano i sostenitori della pedofilia. I bambini possono essere molto seduttivi, ma la cosa è del tutto irrilevante.

  5. Ho visto che il mio amicone Giovanni mi tira in ballo e mi interessa dire alcune cose:
    1) Questa è la citazione incriminata: “potremmo provare a ripensare l’educazione, la società e il pansessualismo che c’è nei media, sarebbe un inizio…”
    2) Mi pare che il libero sessualismo di molti professionisti (avvocati insegnanti zii cugini etc etc) non abbia attenuato la loro tendenza pedofila…
    3) Io non predico una castrazione in toto dell’umanità ma sarebbe da stupidi pensare che la pornografia e la sua diffusione abbia come fine l’educazione sessuale del popolo. Cheppoi mi scagliavo contro questo di pansessualismo e contro quello che poi filtra in maniera direi plateale in programmi spazzatura o film che definire ignobili è un complimento…

    Con tutto ciò mi pare che sta volta a fare dietrologia sia proprio tu caro Giovanni 🙂

    Con affetto e contro ogni forma di pedofilia
    Un saluto

  6. Due o tre cosette, anche se sono di fretta (semmai ci torniamo poi). La prima delle affermazioni che mi attribuisci sarebbe in effetti sciocca, se l’avessi scritta come me la attribuisci. In realtà ho scritto (in un thread di FF che temo non sia linkabile perché appartenente a un feed privato): “Dopodiché, che gliene può fregare a chi non attribuisce alcun significato al sacramento della confessione resta da capire” in relazione ai contenuti dell’intervento di mons. Girotti. La mia era una frase polemica preventiva (ne discutevo colà con gente che conosco e di cui conosco le posizioni) nei confronti di chi voleva usare quell’intervento per trasportare sic et simpliciter la questione, come dire, procedurale sollevata dal monsignore al livello della gerarchia di gravità dei peccati sottesi. Sai che sono un sostenitore del fatto che la ragione è, per sua natura, universale e che quindi possiamo giudicare tutto, anche ciò di cui non abbiamo diretta esperienza, altrimenti buonanotte.

    Sono poi d’accordissimo circa il fatto che ciò che c’è di male nella pedofilia non sia il sesso, ma la violenza, la sottomissione, la circonvenzione, il carpire la fiducia di un piccolo, eccetera.

    Da ciò deriva anche qualche mia perplessità circa gli argomenti della tua conclusione. Se la pedofilia non è, anzitutto, un’affare di sesso, regge poco anche la tua idea che la pedofilia del clero derivi da una visione distorta della sessualità connaturata al ruolo. Temo che non sia vero, tant’è che il fenomeno della pedofilia non si manifesta solo in quell’ambito, né sempre e soltanto in condizioni di “repressione” della sessualità. Insomma, mi pare che la tua ipotesi eziologica soffra dello stesso difetto (uguale e contrario) rispetto a quella che contesti.

  7. farfintadiesseresani scrive::

    “Dopodiché, che gliene può fregare a chi non attribuisce alcun significato al sacramento della confessione resta da capire

    A me, scritta così – e difatti così l’avevo letta – sembra il medesimo concetto. Ma se era un’autodifesa preventiva rispetto a questioni che non conosco e non erano in campo, non importa.
    L’importante è che siamo d’accordo (e quando non si può, che ci capiamo).

    farfintadiesseresani scrive::

    Da ciò deriva anche qualche mia perplessità circa gli argomenti della tua conclusione. Se la pedofilia non è, anzitutto, un’affare di sesso,

    No, eccomi. La pedofilia è ovviamente – anche e soprattutto – una cosa di sesso. Ciò che dico è che la componente scabrosa non è, appunto, il sesso, ma il fatto che un bambino non possa essere consenziente.
    farfintadiesseresani scrive::

    Insomma, mi pare che la tua ipotesi eziologica soffra dello stesso difetto (uguale e contrario) rispetto a quella che contesti.

    Quindi tu ritieni che un ambiente repressivo nei riguardi della sessualità sia del tutto neutrale rispetto all’ingeneramento (si dice?) di perversioni?
    A me sembra davvero evidente, anche già empiricamente, il contrario.

  8. @ Giovanni Fontana:
    “Per quanto mi riguarda l’omessa denuncia dovrebbe valere, quasi e quanto, la connivenza con il reato.”
    Se cosi fosse, non esisterebbe più la confessione… e mi dirai tu “tanto meglio”, e ti rispondo io “sono d’accordo con te”.

    “dire che il sesso fra due adulti consenzienti è banale, è come dire che lo è una mangiata in compagnia di amici, e mille altre cose che nessuno si figurerebbe di censurare.”

    “bisognerebbe spostare l’inaudita gravità dell’atto di pedofilia sul bambino, e non sul sesso. Invertendone l’ordine e la causa: la gravità non può essere situata nell’atto, nella libido, ma nell’impossibilità che un bambino sia consenziente.”

    In queste due affermazioni, tendi a mettere il rapporto sessuale sullo stesso piano di tante altre cose della vita, sia in positivo che in negativo. Invece non è cosi: il sesso tra adulti consenzienti è qualcosa di più di una mangiata in compagnia di amici (senza nulla togliere a questa, che può essere un’esperienza ricca di gioia, concorderai con me che se non altro nel sesso ci sia più coinvolgimento). E allo stesso modo è diverso (a mio giudizio più grave) circuire un bambino al fine di ottenerne favori sessuali, piuttosto che – chessò – costringerlo a pasteggiare con te, giusto per rimanere nell’analogia. E, per calcare un pò di più la mano, rimane comunque più grave la molestia sessuale (che va a intaccare una sfera intima e fondamentale dell’individuo) rispetto ad una violenza di tipo non sessuale.

    E su questo concetto mi aggancio a quello che dice farfintadiesseresani

    farfintadiesseresani scrive::

    Da ciò deriva anche qualche mia perplessità circa gli argomenti della tua conclusione. Se la pedofilia non è, anzitutto, un’affare di sesso, regge poco anche la tua idea che la pedofilia del clero derivi da una visione distorta della sessualità connaturata al ruolo. Temo che non sia vero, tant’è che il fenomeno della pedofilia non si manifesta solo in quell’ambito, né sempre e soltanto in condizioni di “repressione” della sessualità. Insomma, mi pare che la tua ipotesi eziologica soffra dello stesso difetto (uguale e contrario) rispetto a quella che contesti.

    La conclusione di quello che dico sopra è che la pedofilia è eccome una questione di sesso (non solo di sesso, ma anche e forse soprattutto). Come dici tu il fenomeno della pedofilia non si manifesta solo nell’ambito clericale, ma è noto che c’è – in quell’ambito – una percentuale di casi estremamente elevata.
    E basta questo a dimostrare che la sessuofobia della religione una certa influenza sulla questione ce l’ha. Come te la spiegheresti, altrimenti?
    Non è dalla considerazione tua e di Giovanni “circa il fatto che ciò che c’è di male nella pedofilia non sia il sesso” che si trae “l’idea che la pedofilia del clero derivi da una visione distorta della sessualità connaturata al ruolo”.
    Questa idea Рche ritengo vera, ma che ̬ ovviamente opinabile Рsi trae dai numeri, dai fatti.
    Come dice farfintadiesseresani, se accetti l’una, devi rifiutare l’altra.
    Insomma, per farla breve il mio parere è questo: il sesso è un elemento determinante nella pedofilia, e la sessuofobia è una delle cause della pedofilia nel clero.

  9. Giovanni Fontana scrive::
    No, eccomi. La pedofilia è ovviamente – anche e soprattutto – una cosa di sesso. Ciò che dico è che la componente scabrosa non è, appunto, il sesso, ma il fatto che un bambino non possa essere consenziente.

    Quando ho scritto, non avevo ancora letto questo.

  10. Ma poi nessuno ancora dice nè qui nè altrove se la pedofilia sia patologia o semplice perversione viziosa, soprattutto da Max vorrei una risposta.

  11. @ fra Alberto:
    non so cosa sia una “perversione viziosa”, suona come munbo-jumbo gergale religioso. una distinzione senza differenza.

    pero’ hai familiaria’ con il DSMMD-IV? e’ il manuale diagnostico della’associazione di psichiatria americana: la pedofilia e’ una malattia mentale. il che non la diminuisce o giustifica da un punto di vista giuridico. anzi, la posiziona e colloca nel proprio contesto. per esempio non essendo curabile, essendo prona ad alta recidivita’, creando un pericolo sociale non indifferente, lunghe sentenze con il relativo isolamento dall’oggetto del desiderio appaiono giustificati.

    molti comportamenti antisociali sono classificabili come “disordini mentali”….patologie

    la mia ipotesi e’ che la vita clericale attragga una proporzione maggiore di pedofili rispetto alla popolazione generale perche tale vita da’ piu’ occasioni di “praticare” la propria attivita pedofila che e’ pregressa all’appartenenza al clero. la chiesa cattolica ha tradizionalmente piu’ coinvolgimento con orfanotrofi, scuole, “sunday schools” orientate verso i bambini. che la forzata astinenza sessuale, l’isolamento dall’altro sesso, la morbosita con cui il sesso stesso viene interpretato porti ad un incremento degli impulsi pedofili non e’ da escludere, anzi appare essere una conclusione ovvia: in quel contesto predare sul piu debole diventa probabilmente irresistibile e conveniente.

    DSM-IV-TR: Pedophilia
    This Paraphilia is characterized by sexual activity with a child, usually age 13 or younger, or in the case of an adolescent, a child 5 years younger than the pedophile.

    Diagnostic criteria for 302.2 Pedophilia
    (cautionary statement)
    A. Over a period of at least 6 months, recurrent, intense sexually arousing fantasies, sexual urges, or behaviors involving sexual activity with a prepubescent child or children (generally age 13 years or younger).
    B. The person has acted on these urges, or the sexual urges or fantasies cause marked distress or interpersonal difficulty.
    C. The person is at least age 16 years and at least 5 years older than the child or children in Criterion A.
    Note: Do not include an individual in late adolescence involved in an ongoing sexual relationship with a 12- or 13-year-old.

    Specify if:
    Sexually Attracted to Males
    Sexually Attracted to Females
    Sexually Attracted to Both
    Specify if:
    Limited to Incest
    Specify type:
    Exclusive Type (attracted only to children)
    Nonexclusive Type

  12. @ Max:
    Il DSM-IV lo conoscevo certo, e nessuno mette in dubbio la responsabilità giuridica. La mia era una riflessione anche mumbojumbo 😉 comunque sul problema del perchè si facciano preti o frati o suore i pedofili per me è ancora una cosa nuova, purtroppo ho conosciuto di più le vittime e non i colpevoli 🙁

  13. Giovanni Fontana scrive::

    Quindi tu ritieni che un ambiente repressivo nei riguardi della sessualità sia del tutto neutrale rispetto all’ingeneramento (si dice?) di perversioni?

    Io di psicologia so poco. So che, secondo la classica disamina freudiana, la perversione deriva piuttosto da una mancanza di repressione o da una repressione troppo blanda (per Freud la repressione è fonte di disagio, ma anche meccanismo in qualche modo indispensabile per il raggiungimento di una condizione psichica non patologica). Semmai, la repressione rischia, quando troppo forte, di generare nevrosi. Però, ripeto, sono semmai uno studioso di storia della filosofia, non uno psicologo, nè un terapeuta.

  14. Che sia detto molto piano, ma…di che parlate?

    Lungi da me ipocrisie della domenica, ma nemmeno tu, se ti racconto, hai il diritto di denunciare o di impormi in coscienza di. Puoi, potresti, se ti preme, faticare per, puoi tentare, se lo pensi giusto e necessario, e bello, e doveroso.
    Ma, molto al di qua di primazie e temporalità,la fiducia che t’accordo la rispetti e me la concedi in cambio in altri modi, credo io.

    (ci sarebbe da dirti che imporre a qualcuno che stupra un bimbo “in autocoscienza” qualcosa, scioglierebbe in una bolla che fa puff l’intero tuo argomento)

    Citate diagnosi e percentuali, magari avete ragione, io di quello non so niente, ma tuonano tanto distanti, tanto vuote. Ci sono talmente tante non denunce che non ingrassano le vostre statistiche, ci sono tanti 13 anni e mezzo- ma dopo quello che dice il cavillo?l’esperto?sondaggi e tabelle?-talmente tanti pedofili che di sesso n’hanno fatto un sacco, adulto,consenziente,coniugale,ma non solo, che non hanno costrizioni pelose, idolatrie da cilicio, non hanno vincoli, non frequentano le sunday school. Però abusano dei bimbi.

    Sul pedofilo come emblema del Male, ho il candore della mia nonna come metro di giudizio, magari basta. Lei quando prendo il treno di sera mi dice di far attenzione e cercare il controllore, se no mi sturpano. Così, per l’intrico di consonanti.

    Ecco, se sturpassero una donna(?mmmm) sarebbe sempre sesso, però con un’ipotesi di parità nell’opporsi- che tante volte no, però.
    E qui mi tocca, ma qui mi piace, dar ragione a Giovanni, perché il terribile e l’osceno è l’abuso di fiducia.
    Non puoi spiegare a qualcuno che ci vorrebbe credere che le favole…vabbe’, che fidarsi delle persone fa male così, che gli orchi sorridono ma hanno gli occhi freddi. Metti pure che lo capisca da sé, metti pure che ci si metta d’impegno a non volerlo credere: tu la fiducia non la puoi ingannare. La sua, che forse lì è molto più che
    dopo, ma dipende da chi frequentate.

  15. @ sono io:

    Che poi anche secondo me la cosa più grave è la deturpazione della fiducia incondizionata di un bambino, poi dietro tutto il resto

  16. @ sono io:
    scusa, ma io non ho capito cosa stai cercando di dire in meta’ di quello che scrivi. mi sembra un lamento a 360 gradi, ma per dire che?

    se la percentuale di pedofili e molestatori e’ sproporzionatamente maggiore nel clero rispetto alla popolazione generale, non ti sembra normale chiedersi perche’ e tentare una risposta?

    e se non classifichi in qualche modo i comportamenti umani e non dai definizioni, come speri di capire cause, effetti, vedere patterns, trovare soluzioni?

    che’ capire il mondo che ti circonda e’ un esercizio sterile?

    cos’e’ questo, ancora l’antipositivismo di Benedetto Croce che colpisce ancora?

    il lamento “affabulatore” a 360 gradi… quello si che “tuona vuoto”, anche se magari esteticamente appagante!

  17. “la mia ipotesi e’ che la vita clericale attragga una proporzione maggiore di pedofili rispetto alla popolazione generale perche tale vita da’ piu’ occasioni di “praticare” la propria attivita pedofila che e’ pregressa all’appartenenza al clero.”

    Penso che sia vero che la vita clericale attragga una porzione maggiore di persone che vivono una sessualità in qualche modo “segreta”: in genere. Non è tanto il contatto con i bambini, altrimenti questo avverrebbe anche per i maestri, o per gli animatori delle colonie: suppongo che la costrizione al celibato per alcuni sia un sacrificio, per altri sia una via di elevazione spirituale, per altri ancora sia semplicemente un sollievo! E comunque mi pare che il tema del sesso, la volontà di orientare la vita sessuale dei fedeli e non sia – per la chiesa di oggi – piuttosto ossessivo rispetto ad altri argomenti. Forse anche questo non giova a “selezionare”

  18. scusa mi è partito il post prima di finirlo:

    E comunque mi pare che il tema del sesso, la volontà di orientare la vita sessuale dei fedeli e sia – per la chiesa di oggi – piuttosto ossessivo rispetto ad altri argomenti. Forse anche questo non giova a “selezionare” vocazioni serene rispetto a tutto quello che concerne la vita sessuale.

  19. @ rosalux:
    Piuttosto ossessivo non mi pare, rispetto al passato intendo, vi vorrei far leggere dei documenti degli anni ’50 o di inizio secolo. Il problema di fondo è nella scelta di un candidato, quali siano le motivazioni che lo spingono a scegliere una vita celibataria e nel mondo dell’educazione, questo è il punto, poi l’istituzione dovrebbe farsi garante con tutti i mezzi a disposizione di vagliare il percorso del candidato durante tutta la sua vita (parlo di tutor e cose simili). Per il resto rischiamo di fare fantapsicologia e fantasociologia

  20. fra Alberto scrive::

    Piuttosto ossessivo non mi pare,

    Albè, rispetto a una persona “sana”, qualunque dei vostri vincoli astrusi è ossessivo.
    Diresti che non c’è nulla di male che due persone, consenzienti e felici, abbiamo rapporti sessuali indipendentemente dal matrimonio?
    Diresti di no. Ma non avresti una motivazione, ehm, in croce.

  21. Mario scrive::

    In queste due affermazioni, tendi a mettere il rapporto sessuale sullo stesso piano di tante altre cose della vita, sia in positivo che in negativo. Invece non è cosi: il sesso tra adulti consenzienti è qualcosa di più di una mangiata in compagnia di amici (senza nulla togliere a questa

    Non avevo risposto a questo.
    Ovviamente è il contrario di come tu dici, stai esattamente “togliendo qualcosa” alla mangiata, visto che la consideri meno importante.
    Può essere la tua opinione, può essere anche la mia, ma questo non modifica il fatto che stiamo parlando solo ed esclusivamente di un nostro “gusto”. A te piace il gelato al pistacchio, a qualcun altro quello alla fragola.
    Non c’è alcuna ragione strutturale per dire che una persona che faccia sesso con chi le pare, ma vada a cena ad Ariccia solo con le persone a cui vuole davvero bene abbia torto.

  22. @ Giovanni Fontana:
    Secondo me per la maggiorparte delle persone la sessualità è una sfera della vita che è vissuta con più coinvolgimento rispetto ad altre cose. E questo non significa necessariamente che sia più “importante”. La persona che come dici tu riserva la cena ad Ariccia solamente alle persone più importanti e fa sesso con chi le pare, forse ripone più “importanza” negli amici, ma non meno coinvolgimento nel sesso in quanto tale. Anzi, forse essendo meno coinvolto nella relazione nel suo insieme, ripone anche più importanza nel sesso (definiamolo fine a se stesso) rispetto a chi ha una relazione stabile.
    Tutto questo per dire che quel che intendevo era che il sesso è un aspetto fondamentale della pedofilia, intendiamoci, assolutamente non per questioni morali, ma perchè credo che l’impatto psicologico su chi subisce molestie sessuali, sia amplificato in maniera non indifferente dall’interferenza nella sua sessualità.

  23. Ne abbiamo già parlato a lungo…
    Noi riteniamo che la persona non sia solo “chimica” ma che abbia la possibilità di sviluppare una progettualità in cui è coinvolta anche la sessualità come uno dei nuclei centrali della personalità.

  24. fra Alberto scrive::

    Ne abbiamo già parlato a lungo…
    Noi riteniamo che la persona non sia solo “chimica” ma che abbia la possibilità di sviluppare una progettualità in cui è coinvolta anche la sessualità come uno dei nuclei centrali della personalità.

    mmmmm… troppo profondo!

  25. Per errore l’ho inviato nel post dell’omofobia; lo so, l’articolo è un po’ lungo da leggere e avrei voluto linkarlo ma non so come fare…
    Grazie a chi avrà la pazienza di leggerlo fino in fondo.

    “Chi coltiva (davvero) la pedofilia”
    Gilles de Rais alla gender theory si è fatta molta strada. Fuori dalla chiesa
    di Francesco Agnoli

    “La questione dei preti e dei religiosi che hanno compiuto atti di violenza contro i minori sta occupando molte pagine dei giornali. Giustamente ci si indigna di tale oscenità. Giustamente coloro che non hanno vigilato attentamente, per quanto possibile, vescovi ecc., andrebbero ugualmente puniti, con estrema severità (non basta spostare di parrocchia i colpevoli, per intenderci…).
    Detto questo sarebbe bene riportare la polemica nei giusti binari. Evitare, intendo, di utilizzare l’ennesimo fatto di cronaca per accusare sempre il solito imputato: la Chiesa. Partiamo dalla realtà e mettiamo da una parte l’ideologia.
    La pedofilia, purtroppo, è sempre esistita, come forma di perversione particolarmente attraente per certune personalità molto “disturbate”. Nel XV secolo, in Francia, vi fu la celebre vicenda di Gilles de Rais: questo nobile uomo, forte e inquieto, che aveva combattuto a fianco di Giovanna d’Arco, confessò di aver compiuto svariate violenze sui molti bambini. Lo scrittore francese Karl Joris Huysmans, nel suo L’abisso, così ricostruisce i fatti: “Con voce sorda raccontò i ratti dei fanciulli, le orribili insidie, gli stimoli infernali, gli assassinii impetuosi, gli implacabili stupri. Ossessionato dalla visione delle sue vittime, descrisse minuziosamente le agonie lente o rapide, gli appelli e i rantoli, narrò di essersi avvoltolato nell’elastico tepore degli intestini, confessò di avere strappato cuori palpitanti da piaghe allargate, spaccate come frutti maturi. L’assemblea, atterrita, era immersa in un silenzio da incubo, rotto solo di tanto in tanto da un grido. Allora bisognava portare fuori di corsa donne svenute, folli di orrore. Gilles sembrava non sentire nulla, non vedere nulla, continuava a recitare la spaventosa litania dei propri delitti. Poi la voce gli si arrochì. Era arrivato alle effusioni macabre, a narrare il supplizio di quei bambini che vezzeggiava, per potere tagliare loro il collo durante un bacio. Si dilungò nei particolari, li enumerò tutti. Fu talmente terribile, talmente atroce, che anche i vescovi impallidirono sotto i copricapi d’oro”.
    Gilles andò pentito, e contento, al patibolo. Dopo di lui i pedofili più o meno macabri, hanno continuato ad esistere. Ma con una innegabile crescita nell’ultimo periodo della storia. Ancor di più, negli ultimi anni. Lo dicono le cronache, lo dicono i tribunali dei minori. Le violenze sui bambini piccoli, anche piccolissimi, cioè di pochi mesi, sono sempre più numerose, e vengono compiute al 90 % e oltre da genitori, zii, amici di famiglia … La spiegazione di questo aumento, dimostrabile statistiche alla mano, sta certamente in una cultura sempre più decadente, in cui il sesso diventa una mania, una ossessione continua: viene trasmesso ad ogni ora del giorno in tv, sui giornali, entra nelle scuole dove a fanciulli di quarta elementare viene talora spiegato, brutalmente, l’atto sessuale, nella sua “tecnicità” …
    Un grigio diluvio di pornografia inonda le nostre menti, tanto che anche i quotidiani “seri” online, dal Corriere a Repubblica, il posto per le foto porno non omettono mai di riservarlo…un lettore bavoso in più fa sempre comodo. Si può credere che tutto ciò non abbia effetti? Vogliamo sempre fingere che la pedofilia sia un problema di alcuni preti, e non della società nel suo insieme … Vogliamo proprio soffermarci solo e soltanto sui 17 casi di violenza su bambini, secondo le denunce del governo austriaco, compiuta da religiosi, e dimenticare, come se non esistessero, gli altri 510 casi denunciati dallo stesso governo e avvenuti in ambienti laici di svariati tipi? (Analogamente in Germania dal 1995 sono stati denunciati 210 mila casi di abusi su minori; di questi 94 sarebbero, il condizionale è doveroso, imputabili a religiosi cattolici).
    Il Corriere della sera on line dell’11 marzo ricorda: “Cinquecento siti web pedofili con violenze sessuali su bambini dai 3 ai 12 anni sono stati segnalati oggi in meno di un’ora e 20 minuti alla Polizia postale dai volontari dell’associazione Meter onlus di don Di Noto: “è un orrore senza fine, un fenomeno inarrestabile – commenta il sacerdote – che coinvolge milioni di bambini e tutte le classi sociali”.
    Don Di Noto è un sacerdote; un eroe quasi solitario: la sua battaglia di ogni giorno ha certamente una grande efficacia, ma non argina certo la diffusione sempre maggiore di quel materiale pedopornografico che è sicuramente all’origine di molte azioni criminali, in quanto spinge all’emulazione, e influenza molte menti deboli. Foto raccapriccianti di bambini violentati, su cui degli adulti compiono le più svariate efferatezze, circolano sulla rete e fanno “cultura”. Eppure questo non interessa affatto ai nemici della pedofilia a senso unico. Non interessa, diciamo la verità, neppure a molti politici e giornalisti, quasi a nessuno.
    Così come nessuno si è veramente indignato allorché in Olanda, alcuni anni orsono, nacque il partito pedofilo. L’Olanda, si sa, è paese estremamente libero, estremamente laicizzato, forse per questo gli si può perdonare tutto: dall’invasione islamica, alla droga libera, al divorzio lampo, alla perversione sessuale diffusa … Eppure la nascita dell’NVD (“Amore del prossimo, libertà, diversità”), avrebbe dovuto far riflettere di più. Tale partito infatti rivendica la diffusione in tv di pornografia (infantile e non) anche durante il giorno, e la liceità del sesso con i bambini e con gli animali, come “semplici varianti” dei gusti sessuali. Della serie: a te piace così, a me cosà!
    Non è forse lo stesso messaggio veicolato, più o meno, da molti sostenitori, politicamente correttissimi, della teoria del gender? Non è quello che si sente dire sempre più spesso? Cioè che nessuno ha il diritto di affermare cosa sia l’amore vero, cosa sia la famiglia, cosa sia morale e cosa no? Non si dice sempre più spesso che nessuno ha il diritto di limitare la libera sessualità di chicchessia? Il relativismo trionfante odierno afferma proprio questo, spesso contro la “sessuofobia cattolica”. Non facciamo finta di non capirlo.
    Pochi anni fa i radicali – che non cessano di indignarsi selettivamente per le malvagità dei preti, e che arrivano a manifestare, come è accaduto qualche giorno fa a Bologna, “contro la pedofilia clericale e per sostenere l’istituzione di un’apposita commissione d’inchiesta sui numerosi casi di abuso, perpetrati da ecclesiastici su minori”-, ebbero a sostenere in un pubblico e ben pubblicizzato convegno a favore della libertà in internet, e in parte contro le richieste giustamente severe di don Di Noto, che la pedofilia come gusto sessuale è lecita, basta che non diventi azione criminale!
    Leggiamo alcune delle loro considerazioni: “La legge prevede il sequestro, la chiusura, la revoca delle licenze per coloro che distribuiranno anche per via telematica materiale pornografico minorile. È uno scenario che ben conosciamo: quando un nuovo mezzo di comunicazione mette in discussione i meccanismi di controllo sulla comunicazione di massa ritornano di attualità censura e autocensura (sic). Non meno grave è tutta l’attività di investigazione che questa legge mette in movimento: dalla schedatura di coloro che accedono a siti o newsgroup pornografici della rete Internet, alla intercettazione della posta elettronica per accertare che non vi sia scambio di materiale “pedofilo”, fino alla realizzazione simulata da parte del Ministero dell’interno di siti “pedofili” per incastrare i perversi. È insomma evidente che tabù e ossessioni sessuali diventano pretesto e strumento per limitare e imbavagliare uno dei più straordinari strumenti di comunicazione e di libertà che l’umanità abbia fino a oggi inventato … Infine, la pedofilia senza virgolette. Contestare le forme di questa crociata antipedofila non significa riconoscere il “buon diritto” di qualcuno a intrattenere relazioni sessuali con bambini in tenera età; si tratta di difendere il “buon diritto” di ciascuno a non essere giudicato e condannato solo sulla base della riprovazione morale suscitata dalle proprie preferenze sessuali. Nessuno sembra rendersi conto dei rischi connessi a una normativa, che autorizza ogni sorta di sospetto, e consente ogni sorta di persecuzione giudiziaria o di criminalizzazione pubblica nei confronti di individui non già responsabili di atti concreti, ma “colpevoli” di sentimenti o desideri giudicati – a torto o a ragione – anomali, deviati, perversi e patologici. D’altra parte, cosa intendiamo parlando di pedofilia e, soprattutto, di violenza sessuale contro minori? Certo, esistono casi in cui è evidente una coercizione fisica o psicologica dei minori ad attività sessuali, cui essi non possono consentire in modo consapevole. Ma siamo certi, come osserva Gianni Vattimo, che gli adolescenti a cui in molti Paesi del mondo attribuiamo la capacità di rispondere in giudizio delle proprie azioni non abbiano invece pari consapevolezza e responsabilità nell’ambito sessuale? In ogni caso in uno Stato di diritto essere pedofili, proclamarsi tali o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato; la pedofilia, come qualsiasi altra preferenza sessuale, diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone” (http://www.interlex.it/regole/convped.htm)
    Si crede veramente che sia possibile scindere la cultura della pedofilia dalle azioni pedofile? Che la pedofilia sia uguale a “qualsiasi altra preferenza sessuale”? Che la “libera” diffusione di materiale pedopornografico, di fotografie di bambini violentati in tutti i modi, sia espressione di libertà, e non invece l’anticamera di concretissime azioni pedofile?
    Se lo chiedeva già Renato Farina anni fa su Libero, ricordando proprio quel convegno radicale da una parte, e il tentativo dei radicali di enfatizzare il fenomeno dei religiosi pedofili dall’altra. Gli risposero i radicali Maurizio Turco e Daniele Capezzone, con un linguaggio di straordinaria ambiguità, un capolavoro di relativismo, volto a giustificare ancora una volta la pedofilia come un “orientamento sessuale” tra i tanti: “Premesso che i fatti di oggetto delle cronache di questi anni non sono episodi di ”pedofilia”, ma di pura violenza e criminalità (vi è dunque distinzione tra le due cose?, ndr), e come tali devono essere considerati e perseguiti, voglio aggiungere che, in termini liberali, è del tutto inaccettabile la criminalizzazione di un orientamento sessuale in quanto tale, di un modo di “essere”, di uno “stato” … si tratta di affermare il diritto –senza virgolette- di tutti e di ciascuno a non essere condannati –e nemmeno giudicati- sulla base della riprovazione morale che altri possono provare nei confronti delle loro preferenze sessuali. Criminalizzare i “pedofili” in quanto tali, al contrario, non serve a “tutelare i minori”, ma solo a creare un clima incivile, né umano né –vorrei dire- cristiano”. (Libero, 27/4/2002).
    Esiste dunque un “modo di essere”, quasi una natura, pedofilo? Uno “stato” di pedofilia, indipendente dalla volontà del soggetto? Non ci si rende conto che siamo dinnanzi allo sdoganamento della pedofilia come scelta di vita? Alla fine di queste brevi considerazioni sulla schizofrenia di una certa cultura attuale, che difende ogni licenza sessuale, compresa la pedofilia, per poi “stupirsi” dei singoli atti pedofili, ma solo di certi, mi permetto di passare brevemente all’esperienza personale. Insegno in una scuola cattolica che esiste da 150 anni. Non si ha notizia di alcuna violenza, in tanto tempo.
    Come studente ho frequentato, invece, un Liceo statale “in” della mia città: 5 anni di tempo, non di più. In questi anni quanti casi di piccole molestie! Professori che facevano capire alle ragazze che apprezzavano, e premiavano, la gonna molto corta, che tenevano atteggiamenti ambigui, che facevano quantomeno apprezzamenti pesanti, ad alta e bassa voce…Fino, alcuni anni dopo, al caso eclatante: un professore vive una relazione con una alunna, che poi si suicida. Il professore, per anni, ha continuato ad esercitare nella stessa scuola, senza che nessuno lo importunasse, sicuro del suo posto pubblico. Nella stessa scuola un sacerdote che insegnava religione, venne accusato di avere inclinazioni pedofile. Una signora si presentava tutte le mattine davanti a scuola per accusarlo. Spiegò ai giudici, che la condannarono per menzogna e molestie, di aver saputo delle nefandezze del prete, dalla Madonna in persona, in una visione. Ma intanto il poveretto, riconosciuto poi innocente, finì sui giornali e sulla bocca di tutti e dovette lasciare l’insegnamento.
    Un’ultima annotazione: poniamo tutta l’attenzione possibile a questa terribile pestilenza della pedofila; chiediamo leggi più severe, severissime, per tutti, ma non lasciamoci trascinare dalle psicosi, tipiche delle società schizofreniche. Nella mia città una famiglia si è vista togliere i figli per molti anni: la bimba, all’asilo, diceva di aver paura dei serpenti. Qualcuno con ruolo ufficiale ha pensato bene di fare il Freud della situazione. “Dice di aver paura di un serpente, non può che essere il pene del padre che la violenta”: questo è stato l’acutissimo ragionamento. “Quindi la bimba va tolta alla famiglia”. Si scoprì poi che il serpente era un gioco di plastica regalato alla bimba dai genitori. Un regalo che non era stato molto apprezzato.
    Un caso analogo: un sacerdote delle mie zone viene accusato di pedofilia, assolto in primo grado, poi condannato. Non posso certo giurare sulla sua innocenza, ma leggendo la genesi dell’accusa sorgono molti, molti dubbi. Infatti i fatti criminosi subiti da un ex giovane parrocchiana del prete “sono riemersi dalla sua memoria dopo un lungo trattamento di psicanalisi, 350 sedute di un metodo chiamato «distensione meditativa » e che ha molti punti in comune con l’ipnosi. Dapprima è l’interpretazione di un sogno, nel quale la ragazza viene violentata da un gruppo di marocchini in un bar che si chiama San Giorgio, nome che simboleggia una crasi della realtà presunta, che indirizza le indagini. Le violenze reali e denunciate sarebbero infatti avvenute in un oratorio chiamato San Pio X, e perpetrate da don Giorgio” (Corriere 26 marzo 2009).
    Attenti, insomma, perché esistono i pedofili, ed oggi, ecco il progresso, anche una forte cultura pro-pedofilia veicolata quasi liberamente! Ma ci sono anche, e in abbondanza, i mitomani, e coloro che hanno capito che, con certe accuse, si distruggono le persone e si possono fare i soldi. Poi non mancano, invece, quelli che al posto dei soldi ci fanno gli articoli. Così, con quella superficialità tipica di moti giornalisti che non esitano a dare nomi propri in pasto alla pubblica opinione, anche senza conferme processuali e condanne definitive.”
    «Il Foglio» del 16 marzo 2010
    ________________________________________

  26. Tante cose dette in questo post sonoda considerarsi sottintendibili. La Chiesa mira sempre e continuamente alla propria sopravvivenza: l’aborto è il controllo sulla vita (togli importanza al ruolo di Dio), l’eutanasia rappresenta la mancanza di paura della morte (come sopra), e potremmo andare avanti all’infinito, non è la religione a fare i precetti ma l’opposto. In un certo qual modo non è l’uomo che ha paura di Dio, ma Dio che ha paura dell’uomo (ovviamente in senso metaforico).

  27. Cannellu scrive::

    l’aborto è il controllo sulla vita

    Si, l’uomo si sente onnipotente quando può controllare e manipolare la vita degli altri.

    Cannellu scrive::

    l’eutanasia rappresenta la mancanza di paura della morte

    Si, forse per chi è convinto che con la morte tutto finisca…
    Beh, si può anche dire che l’eutanasia possa rappresentare la paura per la vita…

  28. tenkiu scrive::

    Così come nessuno si è veramente indignato allorché in Olanda, alcuni anni orsono, nacque il partito pedofilo.

    Io m’indigno del fatto che, a tutt’oggi, ci sia ancora chi crede alla bufala-del-partito-pedofilo-olandese: si trattava di quattro gatti in croce, che infatti non andarono neppure vicini a raccogliere, in tutta l’Olanda, le firme necessarie a presentare una lista alle elezioni.
    Sai quante ne servivano? 570.
    In un Paese di 16 milioni di abitanti.
    Sono senz’altro di piu’ (stando alle stime della stessa Chiesa) i preti cui piacciono i bambini, solo che non lo dichiarano pubblicamente. Preferisco il ‘partito dei pedofili’, a ‘sto punto.

  29. Shylock scrive::

    si trattava di quattro gatti in croce, che infatti non andarono neppure vicini a raccogliere, in tutta l’Olanda, le firme necessarie a presentare una lista alle elezioni.

    Il Tribunale dell’Aja ha ammesso la partecipazione alle elezioni politiche in Olanda del partito Nvd.
    Non ha avuto successo? Meno male!
    Per fortuna, qualche volta non basta avere le carte bollate a posto per cantar vittoria!
    Siamo fiduciosi nel popolo sovrano che avrà “le scarpe grosse” ma… (!!!) 🙂

  30. Solo perchè alcune cose possono “sfuggire”…
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    PEDOFILIA: UN OLOCAUSTO BIANCO CHE FA POCO RUMORE SE NON QUANDO RIGUARDA LA CHIESA
    Post n°3296 pubblicato il 21 Marzo 2010 da diglilaverita

    Il grido di centocinquanta milioni di bambini straziati dovrebbe spaccare la Terra. Invece fa poco rumore, la pedofilia, quasi nulla rispetto alla devastazione che lascia dietro di sé: un olocausto bianco che non risparmia nemmeno più i neonati nei loro primi giorni di vita. La piaga, dalla parte degli abusanti, non esclude nessuno: professionisti, medici, avvocati, professori… Anche insospettabili padri di famiglia, i cui figli hanno la stessa età dei bambini che loro comprano nei bordelli della Cambogia o di Cuba, usano e poi lasciano lì per il vizio di altri ricchi clienti: avanti il prossimo. Fa troppo poco rumore, la pedofilia. Tant’è che tutto questo può avvenire, e alla luce del sole: basta ‘cliccare’ – come si dice – in Internet per avere accesso a ogni ‘servizio’. E tra i siti ce ne sono una marea che apertamente – ma soprattutto impunemente – fanno apologia di reato in nome di un aberrante ‘orgoglio pedofilo’. È un crimine duro da debellare: da una parte le raffinate tecniche informatiche corrono veloci (un sito pedo-pornografico scompare nel giro di pochi minuti senza lasciare traccia, e non conosce confini geografici), dall’altra il giro di miliardi crea una rete internazionale organizzata e potente. È contro tutto questo che conduce la sua guerra don Fortunato Di Noto, il ‘prete antipedofilia’ partito da Avola (Siracusa) per sferrare il suo attacco alle grandi lobby criminali: oggi vive sotto scorta (e sotto minaccia), dopo aver scovato in 15 anni – e denunciato alle polizie di tutto il mondo – 165mila portali pedopornografici.

    Lei, un sacerdote, con l’associazione ‘Meter’ è ormai la bandiera della lotta alla pedofilia. Come giudica le accusa alla Chiesa di proteggere i preti pedofili?

    La Chiesa non ha alcuna paura di dire la verità: esistono anche preti pedofili, come esistono psichiatri pedofili, avvocati pedofili, giornalisti pedofili, panettieri pedofili o magistrati pedofili, ma non è che quindi tutta la magistratura è da mettere sotto accusa. Il problema non è una categoria ma l’uomo: la pedofilia esiste e può interessare abbienti o poveri, analfabeti o docenti universitari, in bassissima percentuale persino le donne. Ma a fronte di rarissimi casi di colpevolezza esistono invece centinaia di migliaia di suore e sacerdoti che spendono la loro vita per l’infanzia abbandonata, ai margini del mondo.

    La Rai, tempo fa per la trasmissione ‘Annozero’ di Santoro, ha comprato un video dalla Bbc interamente ed esclusivamente dedicato ai preti pedofili: un modo discutibile di fare informazione…

    A Santoro, attraverso la stampa, ho ricordato che la pedofilia non è un talk show da salotto ma qualcosa di terribile. Perché non fa un lavoro serio e non denuncia le potenti lobby pedocriminali sparse nel mondo? Gli do io le liste con tutti i nomi, e gliele do gratis, non ai prezzi della Bbc… Un’inchiesta vera deve colpire il problema al cuore, non basta occuparsi di una marginale minoranza: lo dice uno che alle autorità ha segnalato anche alcuni preti pedofili.

    Che spessore ha realmente il fenomeno?

    I dati ufficiali del Viminale parlano chiaro: il 30% degli abusanti sono conoscenti o partner occasionali della madre, il 19% familiari, poi vengono gli extrafamiliari: operatori della scuola, educatori dei circoli ricreativi, allenatori, eccetera, e solo in coda, per l’1%, sacerdoti o catechisti. In 20 anni le denunce in Italia a sacerdoti presunti pedofili sono una quarantina, di cui oltre la metà poi risultati innocenti. Se consideriamo che in Italia ci sono 40mila preti e che quasi tutti si occupano di accoglienza minori, di immigrazione giovanile, case famiglia, orfani, si capisce quanto il fenomeno sia percentualmente irrilevante…

    Non lo è, però, dal punto di vista morale: da un religioso si pretende molto di più che da un laico. E quando sbaglia, a noi laici fa più impressione.

    Quando ad abusare di un minore è un rappresentante della Chiesa, il crimine è ancora più orrendo perché in contrasto con la missione di chi dovrebbe agire in persona Christi, quindi va condannato senza riserve. Ma questi pochi casi – io ne ho incontrati tre su decine di migliaia di pedofili, e sempre ho trovato piena collaborazione dai vescovi – non devono far dimenticare la stragrande maggioranza di religiosi impegnati con dedizione nel mondo, spesso a costo della stessa vita. Ogni anno decine di missionari vengono trucidati perché proteggono le frange più deboli e indifese delle popolazioni, di questi però Santoro non parla mai. Così come del reale problema…

    Quello della pedocriminalità.

    Che è l’altra faccia della pedofilia: in Italia l’anno scorso sono scomparsi 1.698 bambini, dati della Polizia di Stato. E nel mondo 2 milioni di bambini ogni anno sono sfruttati a fini pedopornografici on-line. Per non parlare dei 380mila volti di piccoli entrati nel data-base delle Polizie e che nessuno sa rintracciare e salvare.

    L’accusa alla Chiesa è di voler insabbiare. Qual è la sua esperienza al proposito?

    La Chiesa ha sempre collaborato con le forze dell’ordine, anche nel recente orrendo caso di don Dessì, condannato a 12 anni di carcere. Però qualsiasi indagato ha diritto alla presunzione di innocenza finché non c’è una condanna, e un prete non fa eccezione. Comunque tutti i sacerdoti denunciati hanno sempre avuto il loro processo e, se condannati, sono stati sospesi a divinis e restituiti al laicato: è la Chiesa la prima a non poter accettare un crimine tanto disumano. Ma ricordo anche il calvario di preti ingiustamente accusati e riabilitati dopo immani sofferenze: don Govoni fu prosciolto quando ormai era morto di crepacuore. C’è invece un’altra realtà molto preoccupante: il dilagare di un ingiustificato e violento attacco alla Chiesa cattolica, ad esempio sui banner pubblicitari dei siti Internet, del tipo ‘tenete lontani i vostri figli dai preti…’. Una pseudo-cultura senza alcun fondamento: chi fa quelle vignette non ha mai visto, come ho visto io, le vittime degli abusi, forse non sa che cosa vuol dire un piccolo violato a dieci giorni, una bambina lacerata per tutta la vita, se no non si metterebbe a giocare ma lavorerebbe con noi. Santoro lo sa che gli sportelli ‘Meter’, che danno assistenza alle vittime, sono sostenuti dalla Cei?

    Il video della Bbc era molto parziale, dunque inattendibile. Eppure è stato comprato, e con i soldi del contribuente…

    Io non so quanto è stato pagato, ma con quei soldi la Rai poteva aiutare i centri in cui si recuperano le migliaia di bambini asiatici abusati dai turisti del sesso italiani. Quel video mostra un documento del 1962. Dico 1962: un documento «superato» nel 1983 e poi seguito da una serie di grandi evoluzioni, tra cui il discorso di Papa Wojtyla ai vescovi americani in cui parla senza mezzi termini di ‘crimini contro l’umanità‘, o il severissimo monito di Papa Ratzinger, che tra l’altro ha prolungato fino ai 28 anni di età della vittima il termine di prescrizione nella giustizia ecclesiastica…

    Per lo Stato, invece, dopo 10 anni dall’abuso sul minore c’è la prescrizione: la si fa franca.

    Appunto. La Chiesa è molto più severa. – Lucia Bellaspiga – donboscoland –

  31. @ tenkiu:
    A Donboscoland, forse, va così.
    Nel mondo reale, invece, l’arcivescovo Law, protettore conclamato di pedofili all’ingrosso, si gode la sua vecchiaia dorata come Arciprete della Patriarcale Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore, membro della Pontificio Consiglio per la Famiglia, della Congregazione per il Clero, della Congregazione per i Vescovi, della Congregazione per le Chiese Orientali, della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, della Congregazione per l’Educazione Cattolica, della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

  32. @ Shylock:
    Non so se l’arcivescovo Law sia proprio il protettore conclamato di pedofili all’ingrosso, resta il fatto che fa più rumore un albero che cade che mille alberi che crescono!
    Perchè non si parla di ciò che di buono accade nella Chiesa?
    E’ normale, anzi doveroso, che la Chiesa si occupi degli emigrati, dei bisognosi, degli ammalati, dei drogati…
    Pagine e pagine di giornali se qualcuno nella Chiesa non lo fa, e ci sono pure le testate specializzate per questo genere di notizie!
    Addirittura nessuno si preoccupa delle smentite se poi la notizia risulta fasulla!
    Uno degli esempi concreti di attività silenziosa (naturalmente per chi non frequenta certi ambienti) è don Fortunato Di Noto http://www.associazionemeter.it/, poi i vari don Benzi, i vari don Ciotti…

    p.s. – hai letto fino in fondo l’articolo di Lucia Bellaspiga?

  33. tenkiu scrive::

    Non so se l’arcivescovo Law sia proprio il protettore conclamato di pedofili all’ingrosso

    Vallo a dire dalla parti di Max, se hai il coraggio, che’ a negare l’evidenza a migliaia di km di distanza son buoni (quasi) tutti.

    tenkiu scrive::

    Perchè non si parla di ciò che di buono accade nella Chiesa?

    Gia’, perche’ non si ricordano mai le bonifiche, i treni che arrivavano in orario… tutti con la fissa delle leggi razziali, che saran state mai.

    tenkiu scrive::

    Uno degli esempi concreti di attività silenziosa (naturalmente per chi non frequenta certi ambienti) è don Fortunato Di Noto

    Anche i peggiori regimi hanno avuto i loro Schindler e i loro Perlasca: embe’?

    tenkiu scrive::

    hai letto fino in fondo l’articolo di Lucia Bellaspiga?

    La vita e’ gia’ tanto breve, perche’ sprecarla? Basta una perla come questa:

    La Chiesa ha sempre collaborato con le forze dell’ordine

  34. “However, it was not until 1996 that Archbishop Weakland tried to have Father Murphy defrocked. The reason, he wrote to Cardinal Ratzinger, was to defuse the anger among the deaf and restore their trust in the church. He wrote that since he had become aware that “solicitation in the confessional might be part of the situation,” the case belonged at the doctrinal office.

    With no response from Cardinal Ratzinger,….”

    ….fucking pope….

    as a father I must say these people make me puke.

  35. al carissimo Max & co:

    LA LOBBY LAICISTA CONTRO IL PAPA. LA GRANDE BUFALA DEL “NEW YORK TIMES”
    Post n°3322 pubblicato il 25 Marzo 2010 da diglilaverita

    Se c’è un giornale che viene in mente quando si parla di lobby laiciste e anticattoliche, questo è il New York Times. Il 25 marzo 2010 il quotidiano di New York ha confermato questa sua vocazione sbattendo il Papa in prima pagina con un’incredibile bufala relativa a Benedetto XVI e al cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Secondo il quotidiano nel 1996 i cardinali Ratzinger e Bertone avrebbero insabbiato il caso, segnalato alla Congregazione per la Dottrina della Fede dalla Arcidiocesi di Milwaukee, relativo a un prete pedofilo, don Lawrence Murphy. Incredibilmente – dopo anni di precisazioni e dopo che il documento è stato pubblicato e commentato ampiamente in mezzo mondo, svelando le falsificazioni e gli errori di traduzione delle lobby laiciste – il New York Times accusa ancora l’istruzione Crimen sollicitationis del 1962 (in realtà, seconda edizione di un testo del 1922) di avere operato per impedire che il caso di don Murphy fosse portato all’attenzione delle autorità civili. I fatti sono un po’ diversi. Intorno al 1975 don Murphy fu accusato di abusi particolarmente gravi e sgradevoli in un collegio per minorenni sordi. Il caso fu tempestivamente denunciato alle autorità civili, che non trovarono prove sufficienti per procedere contro don Murphy. La Chiesa, nella fattispecie più severa dello Stato, continuò tuttavia con persistenza a indagare su don Murphy e, giacché sospettava che fosse colpevole, a limitare in diversi modi il suo esercizio del ministero, nonostante la denuncia contro di lui fosse stata archiviata dalla magistratura inquirente. Vent’anni dopo i fatti, nel 1995 – in un clima di forti polemiche sui casi dei “preti pedofili” – l’Arcidiocesi di Milwaukee ritenne opportuno segnalare il caso alla Congregazione per la Dottrina della Fede. La segnalazione era relativa a violazioni della disciplina della confessione, materia di competenza della Congregazione, e non aveva nulla a che fare con l’indagine civile, che si era svolta e si era conclusa vent’anni prima. Si deve anche notare che nei vent’anni precedenti al 1995 non vi era stato alcun fatto nuovo, o nuova accusa nei confronti di don Murphy. I fatti di cui si discuteva erano ancora quelli del 1975. L’arcidiocesi segnalò pure a Roma che don Murphy era moribondo. La Congregazione per la Dottrina della Fede certamente non pubblicò documenti e dichiarazioni a vent’anni dai fatti ma raccomandò che si continuassero a restringere le attività pastorali di don Murphy e che gli si chiedesse di ammettere pubblicamente le sue responsabilità. Quattro mesi dopo l’intervento romano don Murphy morì. Questo nuovo esempio di giornalismo spazzatura conferma come funzionano i “panici morali”. Per infangare la persona del Santo Padre si rivanga un episodio di trentacinque anni fa, noto e discusso dalla stampa locale già a metà degli anni 1970, la cui gestione – per quanto di sua competenza, e un quarto di secolo dopo i fatti – da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede fu peraltro canonicamente e moralmente impeccabile, e molto più severa di quella delle autorità statali americane. Di quante di queste “scoperte” abbiamo ancora bisogno per renderci conto che l’attacco al Papa non ha nulla a che fare con la difesa delle vittime dei casi di pedofilia – certamente gravi, inaccettabili e criminali come Benedetto XVI ha ricordato con santa severità – e mira a screditare un Pontefice e una Chiesa che danno fastidio alle lobby per la loro efficace azione in difesa della vita e della famiglia? – Massimo Introvigne

  36. ancora per Max e… non solo!

    ALTRO ATTACCO INFONDATO AL SANTO PADRE E ALLA CHIESA DAI GIORNALI: LA SANTA SEDE CHIARISCE MA INTANTO IL FANGO E’ STATO GETTATO
    Post n°3321 pubblicato il 25 Marzo 2010 da diglilaverita

    Il tragico caso di padre Lawrence Murphy, prete dell’arcidiocesi di Milwaukee, ha coinvolto delle vittime particolarmente vulnerabili che hanno sofferto terribilmente per quel che ha fatto. Abusando sessualmente di bambini audiolesi. Padre Murphy ha violato la legge e. più importante ancora, la fiducia sacra che le sue vittime avevano riposto in lui. A metà degli anni ’70, alcune delle vittime di padre Murphy hanno denunciato i suoi abusi alle autorità civili, che a quel tempo hanno condotto un’inchiesta. Tuttavia, stando alle notizie ricevute, l’inchiesta fu archiviata. La Congregazione per la Dottrina della Fede non fu informata della vicenda che venti anni dopo. Si è insinuato che esista una relazione in questo caso tra l’applicazione del Crimen Sollicitationis e la mancata denuncia degli abusi alle autorità civili. In realtà questa relazione non c’è affatto. Invece, contrariamente ad alcune dichiarazioni circolate nella stampa, né il Crimen né il Codice di Diritto Canonico hanno mai proibito la denuncia degli abusi dei bambini alle autorità deputate all’applicazione della legge. Nella seconda metà degli anni ’90, dopo oltre venti anni dalla denuncia del caso alle autorità diocesane e alla polizia, alla Congregazione per la Dottrina della Fede è stata presentata per la prima volta la domanda su come trattare canonicamente il caso Murphy. La Congregazione fu informata della vicenda perché essa implicava richieste avvenute in confessionale, cosa che costituisce una violazione del Sacramento della Penitenza. E’ importante notare che la questione canonica presentata alla Congregazione non era in relazione a qualsiasi procedimento civile o penale contro padre Murphy. In questi casi, il Codice di Diritto Canonico non prevede sanzioni automatiche, ma raccomanda che ci sia un giudizio che non escluda la massima sanzione ecclesiastica che consiste nella dimissione dallo stato clericale (cfr. Canone 1395, no. 2). Considerando che padre Murphy era anziano e in pessime condizioni di salute; che stava vivendo in luogo isolato e che non c’erano state denunce di abusi da oltre venti anni, la Congregazione per la Dottrina della Fede suggerì all’arcivescovo di Milwaukee di affrontare la situazione, ad esempio, restringendo il ministero pubblico di padre Murphy ed esigendo che padre Murphy accettasse la piena responsabilità per la gravità dei suoi atti. Padre Murphy è poi morto quattro mesi dopo, senza altri avvenimenti. – padre Lombardi

  37. per tutti:

    ORCHI IN DIFESA DEI BAMBINI Invettiva cristianissima contro l’Europa pedofoba e il mondo infanticida. di Francesco Agnoli

    Ogni due o tre mesi mi scrive un
    amico, missionario in Africa, don
    Giuseppe Ceriani. Per parlarmi della
    chiesa di là, delle sue tribolazioni,
    delle sue attività, delle sue lotte. L’ultima
    sua lettera è datata Quaresima-
    Pasqua 2010. Leggendola non sembra
    che laggiù siano filtrate le notizie che
    occupano la stampa europea in questi
    giorni, con soverchia e sospetta abbondanza.
    Forse in Africa non si sa
    nulla della battaglia che il vecchio
    continente ha ingaggiato da tempo
    con la sua storia e le sue radici. Una
    battaglia che è sempre più grottesca,
    perché vede gli araldi del nichilismo,
    soprattutto quello sinistro, combattere
    una santa crociata contro i preti pedofili.
    Non, si badi bene, per sbarazzarsi
    di loro, come è giusto, ma per
    sbarazzarsi, tout court, del cristianesimo,
    e magari, relativisticamente, anche
    dell’idea di bene e male.
    L’Europa che apostata ogni giorno,
    deve farlo trovando nobili giustificazioni,
    dandosi un tono. L’Europa che
    massacra i suoi figli nell’utero materno,
    a milioni; che distrugge i bambini
    già nati combattendo ogni giorno la
    famiglia (quintuplicati i divorzi, nella
    mia regione, in trent’anni); l’Europa
    che sperimenta sugli embrioni, che
    commercia ovuli e spermatozoi come
    fossero caramelle, che tenta di clonare
    l’uomo massacrando centinaia di
    esseri umani allo stato iniziale, che
    ingravida le donne single e le coppie
    omosessuali, negando ai figli che nasceranno
    il padre o la madre… L’Europa,
    l’occidente, che permettono le
    mamme-nonne, che fanno nascere figli
    già orfani con la fecondazione post
    mortem, che congelano gli embrioni
    sotto azoto liquido e che infangano
    la vita di milioni di ragazzi col sesso
    precoce, la pornografia, lo scandalo
    continuo; l’occidente “no child”, che
    predica la “crescita zero” per non inquinare;
    che “aiuta” i paesi poveri coi
    preservativi e l’aborto; che vede crescere
    ogni giorno il ricorso alla sterilizzazione,
    gli alberghi e i luoghi di
    villeggiatura dove sono verboten i
    bambini; l’Europa che apre all’eutanasia
    dei fanciulli malati e che anestetizza
    e lobotomizza i suoi figli con
    la Tv, il tempo pieno, la realtà virtuale,
    svariati impegni extrafamiliari e
    mille altri sotterfugi per non avere
    impicci…
    Ebbene questa Europa nemica dei
    bambini, bambino-fobica, handi-fobica,
    famiglio-fobica, finge di battersi in
    difesa dei più piccoli, se questa battaglia
    può servire a infangare la chiesa
    nel suo complesso, come istituzione,
    come storia, come tutto. Finge di farlo,
    e con grande e prolungato clamore,
    salvo poi tacere sui milioni di europei
    (di cui circa centomila italiani) che
    praticano turismo sessuale a danno di
    bambini asiatici, latini o africani; sui
    quarantuno mila casi di violenze sui
    minori che vengono registrati ogni anno
    in Italia secondo una ricerca presentata
    allo Iulm di Milano nel 2007;
    sul boom di pedopornografia che invade
    la rete ogni giorno di più, senza
    quasi nessuno che la ostacoli.
    Don Giuseppe, dicevo, non sembra
    sapere nulla. Si limita a raccontarmi
    per lettera quello che fa là, a Nairobi,
    dove ha già preso, in passato, la malaria
    e una malattia che gli ha riempito
    le budella di trenta chili di una strana
    mucillagine, che però non ha infrollito
    la sua tempra di uomo di Dio.
    Cosa mi racconta, dunque, dal
    Kenya? “Caro Francesco, il Signore
    cammina con noi sulle strade di Ongata
    Rongai dove da alcuni mesi sta
    sorgendo un orfanotrofio per accogliere
    almeno cento bambini/e sotto i
    dieci anni. Molti di essi sono stati
    coinvolti nella tragica pandemia dell’Aids.
    In un’area accanto sorgerà anche
    un ospedaletto diurno, una specie
    di pronto soccorso per bambini. E
    sarà una grazia per questi poveri”.
    Qui, continua, la società è vessata da
    mali di ogni tipo, vecchi e nuovi: tribalismo,
    spiritismo, stregoneria e corruzione.
    Per questo a Lamet i fratelli
    delle Scuole cristiane assistono cento
    ragazzi/e “che vengono da varie etnie
    con esperienze di enorme indigenza e
    sofferenza”. A Burgheri, invece, “sta
    sorgendo una scuola superiore per ragazze”,
    per quelle femmine che qui
    sono spesso trattate come oggetti e
    che invece i missionari vogliono nobilitare,
    insegnando loro un mestiere, a
    leggere e a scrivere. “L’area fu al centro
    di scontri tribali del 2008. Ora che
    la calma sembra tornata, abbiamo ripreso
    le costruzioni. A fine febbraio
    sono state costruite due aule”. La lettera
    continua e parla delle altre iniziative:
    scuole, ospedali, centri, soprattutto,
    per ragazzi, orfani, abbandonati,
    malati… di cui nessuno, spesso
    per povertà ma anche per superstizione,
    vuole prendersi cura. Mentre
    leggo penso: forse un domani anche
    gli africani, quando avranno la pancia
    piena, impiccheranno la chiesa ai
    peccati, pur gravissimi, di qualche suo
    figlio, e dimenticheranno tutti coloro
    che invece l’hanno amata e soccorsa
    anche a rischio della vita, perdendo,
    evangelicamente, la propria esistenza.
    Ma intanto non posso fare a meno di
    notare che quello che accade a Nairobi,
    avviene in tutta l’Africa. Non sono
    fedeli di Cristo, soprattutto, quelli che
    portano lì aiuti, medicine, civiltà, speranza,
    mentre i figli di Mammona, che
    vengono spesso dalla stessa Europa,
    cercano l’oro e gli affari?
    Non è stato così anche per l’Europa,
    un tempo? Chi ha costruito le ruote
    degli esposti, gli ospedali, le scuole
    per i bambini, anche quelli poveri, nel
    Medioevo? Chi ha edificato moltissime
    delle nostre scuole professionali
    per salvare milioni di ragazzi, nell’Ottocento,
    dallo sfruttamento nelle industrie?
    Chi ha insegnato all’Europa
    il rispetto per i bambini? Chi ha imposto
    piano piano l’idea che le spose
    devono essere consenzienti, spostando
    gradatamente l’età del matrimonio
    un po’ “pedofilo” dell’antichità, sin
    dall’epoca di Costantino?
    Ricordiamo per un attimo cosa fu il
    mondo antico, precristiano. A Roma, a
    Sparta, ad Atene, presso tutti i popoli,
    i bambini malformati, handicappati,
    non voluti, venivano uccisi, fatti schiavi,
    venduti come cose. Non solo di fatto,
    ma anche in linea di diritto. Era
    normale. In tanti casi, presso i greci,
    presso i popoli nordici, presso i fenici,
    dei bambini venivano sacrificati alle
    divinità per chiederne il favore, come
    succede ancora oggi in Africa o in India
    (lo ha scritto Libero, 13/03/2010)
    Il cristianesimo arrivò portando la
    nozione di sacralità della vita. Additando
    a tutti un Cristo bambino; predicando
    il rispetto dell’infanzia fino
    ad allora così poco considerata. Spiegando
    che Dio stesso si era fatto piccolo.
    Noi, scrivevano i primi cristiani,
    Giustino, Tertulliano e tanti altri, non
    uccidiamo i nostri figli e non li abbandoniamo
    lasciando che vengano
    sbranati dalle belve.
    Così, dicono gli storici, il cristianesimo
    costruì i primi orfanotrofi, sostanzialmente
    sconosciuti sino ad allora.
    Così trovarono una casa gli abbandonati,
    i milioni di “Marcellino pane e
    vino” della nostra storia che ancora
    oggi portano nel cognome il ricordo di
    quella carità cristiana che li salvò: gli
    Esposito, i Diotallevi, i Fortuna, i Fortunato,
    i Proietti, i Casadei.
    Trovarono asilo prima negli orfanotrofi
    fondati dalle imperatrici e dalle
    matrone romane convertite, poi in
    strutture come quella dell’arciprete
    milanese Dateo, dove venivano accolti
    bastardi, orfani, handicappati, nel secolo
    VIII; poi, ancora, nelle case fondate
    dalle confraternite o negli ospedali,
    come quello fiorentino degli Innocenti,
    in cui ai bambini erano dedicati
    strutture, personale specifico e
    soldi per costruirsi, una volta cresciuti,
    il futuro.
    Così recita l’Enciclopedia Treccani
    alla voce “orfanotrofio”: “Sorti fin dai
    primi tempi del cristianesimo attraverso
    la paternità adottiva, mantenuti
    dalle offerte dei fedeli e sorvegliati
    dai sacerdoti, gli orfanotrofi ebbero
    dai primi imperatori cristiani non pochi
    e notevoli privilegi”.
    Oggi magari ce ne dimentichiamo,
    perché da noi gli orfanatrofi sono
    sempre meno: ci si disfa del problema
    alla radice.
    Ma la predilezione cristiana per i
    più piccoli non è venuta meno: nell’Inghilterra
    laica e anglicana un terzo
    degli orfanotrofi odierni è gestito
    da ordini religiosi cattolici. In Africa,
    dove la poligamia, la povertà e le malattie
    colpiscono soprattutto i bambini,
    gli orfanotrofi sono numerosissimi
    e hanno nella quasi totalità dei casi
    un’origine religiosa.
    Nella Cina non cristiana, dove l’infanticidio
    di massa, potenziato dal regime
    maoista, è sempre esistito, la piccolissima
    minoranza cattolica, come
    raccontava Tiziano Terzani su Repubblica
    il 20 giugno 1984, prima della rivoluzione
    comunista gestiva oltre duemila
    scuole, duecento ospedali e più
    di mille orfanotrofi. A rischio spesso
    dell’odio xenofobo cinese, esploso poi
    all’epoca di Mao, che chiuse tutto accusando
    le suore “di aver ucciso i
    bambini e la chiesa di essere sovversiva”.
    Ancora oggi missionari cristiani
    laici e religiosi giungono in Cina da
    tutto il mondo per raccogliere sulle
    strade bambini abbandonati e lasciati
    morire di fame. Un caro amico, Francesco,
    mi ha raccontato questa terribile
    realtà, dopo aver trascorso un’estate
    in Cina con alcuni sacerdoti lombardi
    ad aiutare il creatore di uno di
    questi istituti per l’infanzia abbandonata.
    Francesco ci è andato dopo che
    Giulia, sua sorella e mia alunna, era
    stata alcuni anni prima, con altri missionari,
    in Romania, a fare scuola e a
    dare un po’ di affetto ad alcuni dei migliaia
    e migliaia di orfani romeni abbandonati,
    costretti a vivere nelle fogne,
    spinti alla prostituzione minorile
    e alla delinquenza. Chi li aiuta, gli orfani
    dell’est Europa? Hans Küng, Corrado
    Augias, Vito Mancuso o il patron
    di Repubblica? La rivista Left, che fa
    copertine in cui compare un prete e la
    scritta, grande, “Predofili”, quasi a
    suggerire una equivalenza tra sacerdozio
    e pedofilia?
    No, migliaia e migliaia di associazioni
    e gruppi sorti molto spesso dal
    volontariato cattolico (o protestante),
    legati alle parrocchie, che finanziano
    ospedali pediatrici, ospitano ogni anno
    in Europa i bambini di Cernobyl,
    diffondono la pratica dell’adozione a
    distanza… Come l’associazione di don
    Antonio Rossi, “Chiese dell’est”, che
    ha appena lanciato un programma di
    adozione a distanza di bambini russi e
    ucraini, spesso “liberati dagli orfanotrofi
    statali (alle volte autentici lager)”.
    Alcuni anni fa, nel 2002, il patriarcato
    ortodosso di Mosca fece un documento
    in cui registrava allarmato che
    la minoranza cattolica si prende cura
    di troppi bambini e adolescenti, “soprattutto
    negli ospedali, nelle scuole
    secondarie e negli orfanotrofi”. “Sotto
    il pretesto delle cure degli orfani, recitava
    il documento, e dei bambini
    senza casa i cattolici (soprattutto rappresentanti
    di ordini religiosi femminili)
    coltivano una nuova generazione
    di cattolici adulti”.
    Cosa accade, invece, in India, paese
    in cui la vita dei bambini, specie quella
    delle femmine, non vale gran che?
    In cui gli infanti vengono uccisi a milioni
    e la prostituzione infantile, secondo
    la “Storia dell’infanzia” della
    Laterza (vol. I, p. IX), riguarda circa
    quattrocentomila soggetti? E’ dall’opera
    di madre Teresa che sono nati orfanotrofi,
    asili, lebbrosari, case di accoglienza
    per anziani, ragazze madri, moribondi.
    In un crescendo di opere stupende
    che si sono diffuse poi in tanti
    altri paesi del mondo, talora nonostante
    l’opposizione dei governi.
    Opere che qualcuno fa presto a dimenticare,
    accecato dall’odio ideologico.
    Ma forse, se mandassi queste mie
    brevi e indignate considerazioni a don
    Giuseppe, mi risponderebbe: “Sì, caro
    Francesco, ma la barca di Pietro, oggi,
    è nella tempesta, anche per causa di
    tanti suoi uomini indegni, non solo pedofili,
    ma anche politicanti, mondani,
    pavidi, tiepidi… Forse Dio si servirà
    delle critiche e dell’odio strumentale
    di tanti ipocriti, per rimettere la sua
    barca, santa, sulla giusta rotta. Forse
    farà capire a tanti vescovi che devono
    tornare a fare i pastori, anzitutto dei
    loro sacerdoti: meno chiacchiere, meno
    convegni, meno interviste ai giornali
    sui fatti di cronaca… Più preghiera,
    più attenzione nei seminari, più
    spirito soprannaturale

  38. @ tenkiu:

    cosa credi di distrarmi con uno “straw man argument”?

    la chiesa protegge i suoi pedofili? colpa dei giornali che odiano il papa. Il papa partecipo’ a riunioni dove si decideva il destino di noti preti pedofili e finisce per spostarli invece di denunciarli? colpa della vasta cospirazione ebraica che fa capo al new york times che scopre i documenti e li pubblica….ma va la’….ridicoli.

    come ridicola, anzi, patetica, e’ la levata di scudi di osservatore romano ed avvenire.

    sai cosa sono queste? cazzate. patetiche scuse di sepolcri imbiancati che si ergono sul piedistallo in quanto moralizzatori e guide di voi pecore cattoliche che ancora credete alle panzanate che vi propinano la domenica.

    se non fossero cosi pieni di boria moralizzatrice forse farebbero meno rabbia, sarebbero “semplici” criminali sessuali. ancora meritevoli di una calibro nove tra le palle, certo…

    sai perche’ fanno ancora piu’ schifo? perche’ hanno consapevolmente, ripetutamente messo la loro immagine, il loro potere, i loro equilibri interni di gerarchia marcia e morente al di sopra e prima dell’incolumita’ di bambini che a loro avevano dato fiducia incondizionata.

    bambini.

    200…1000…10,000… quelli che siano, il numero non importa. fosse stato anche solo uno.

    non un singolo prete pervertito, ma l’intera gerarchia vaticana.

    inutile dire “vergogna”, perche’ ovviamente non sanno cosa sia.

  39. >Forse Dio si servirà
    >delle critiche e dell’odio strumentale
    >di tanti ipocriti, per rimettere la sua
    >barca, santa, sulla giusta rotta. Forse
    >farà capire a tanti vescovi che devono
    >tornare a fare i pastori, anzitutto dei
    >loro sacerdoti: meno chiacchiere, meno
    >convegni, meno interviste ai giornali
    >sui fatti di cronaca…

    gli unici ipocriti che vedo stanno in vaticano e il loro capo porta un cappello a punta e mantelli dorati….

    >Più preghiera,
    >più attenzione nei seminari, più
    >spirito soprannaturale

    questa sarebbe la cura? come far bere acqua zuccherata ad un paziente con le metastasi al cervello….

    please, spare me your kool-aid….

  40. Max scrive::

    @ tenkiu:
    cosa credi di distrarmi con uno “straw man argument”?
    (…) patetiche scuse di sepolcri imbiancati che si ergono sul piedistallo in quanto moralizzatori e guide di voi pecore cattoliche che ancora credete alle panzanate che vi propinano la domenica.
    se non fossero cosi pieni di boria moralizzatrice forse farebbero meno rabbia (…)
    (…) sai perche’ fanno ancora piu’ schifo? perche’ hanno consapevolmente, ripetutamente messo la loro immagine, il loro potere, i loro equilibri interni di gerarchia marcia e morente al di sopra e prima dell’incolumita’ di bambini che a loro avevano dato fiducia incondizionata.
    bambini.
    (…) non un singolo prete pervertito, ma l’intera gerarchia vaticana.

    ????????????????????????????????????????????????
    Dimmi, non stai bene vero?
    L’unico motivo per cui ho inserito nel blog i “miei” papiri (ma naturalmente sei libero di pensare ciò che vuoi) è per far conoscere cosa altri scrivono sull’argomento, non certo per distrarti ma poi perchè dovrei distrarti?!!!
    Povero Max, sei proprio messo male!
    Deve essere un po’ inquinata l’aria dalle tue parti, son tutti come te?
    Ti sei lasciato ben riempire la testa, ci son riusciti fino a farti sputare un bel po’ di veleno.
    Ma tu controlli e approfondisci le tue informazioni? Comincia così non prendi lucciole per lanterne…
    Dovresti approfondire veramente Ratzinger, magari con un certo distacco se ci riesci.
    Certo l’essere “sepolcro imbiancato” e la sete di potere fanno parte dell’uomo… di destra, di sinistra, di centro, di chiesa, non di chiesa… persino il portinaio del mio palazzo! (senza offesa per i portinai, naturalmente!)
    E’ una falsità però ammettere che l’intera gerarchia vaticana sia pervertita e che gli unici ipocriti stianno in vaticano, come è una falsità dire che gli italiani sono tutti mafiosi o che tutti gli extracomunitari sono delinquenti.
    Si sa che tu soffri di clerofobia ma… curati, figliolo! Togliti quei paraocchi, il mondo non è solo quello che vedi e che cerchi di dipingere!
    Sempre con stima e affetto, tenkiu

    P.s. Рperch̬ una volta non ti unisci alle pecore cattoliche per commentare poi qualche omelia?
    Fai attenzione a come ti muovi quando sei in giro con tuo figlio, qualcuno potrebbe “immortalarti” e poi accusarti di pedofila… uomo avvisato…
    😉

  41. Max scrive::

    >
    >Più preghiera,
    >più attenzione nei seminari, più
    >spirito soprannaturale
    questa sarebbe la cura? come far bere acqua zuccherata ad un paziente con le metastasi al cervello….
    please, spare me your kool-aid….

    Lo so che non ci credi, non ti resta che provare!
    Qualche altro era scettico come te, ha provato però e ne ha visto i frutti…
    A volte basta poco, un piccolo sguardo verso il Cielo. E’ così difficile? Si fa più fatica a bere un bicchiere d’acqua! 🙂

  42. @ tenkiu:

    Cosa vuoi… anche il NYT deve riempire le pagine con qualcosa di appetibile per guadagnarsi… ‘na scodèa de farina! (tipica espressione usata da alcuni miei amici veneti)
    🙂

  43. @ Max:

    tenkiu scrive::

    @
    Cosa vuoi… anche il NYT deve riempire le pagine con qualcosa di appetibile per guadagnarsi… ‘na scodèa de farina! (tipica espressione usata da alcuni miei amici veneti)
    🙂

    Scusa, Max, volevo rivolgermi a te.
    Si era capito, no? -_-

  44. @ tenkiu:

    you wish you had a newspaper like the NYT in Italy….

    il tuo e’ l’atteggiamento di cui Hitchens parla….

    la difesa d’ufficio che diventa copertura e connivenza…

  45. Max scrive::

    @ tenkiu:
    il tuo e’ l’atteggiamento di cui Hitchens parla….

    mmmmm… non ci siamo!
    Si sta arrampicando anche lui… mietendo un Max di qua, un Max di là.

    Vedi, come posso fare affidamento in una persona che si presenta dicendo:
    “Sono un ateo. Non sono neutrale rispetto alla religione. Le sono ostile.
    Penso che essa sia un male, non solo una falsità e non mi riferisco solo alla religione organizzata ma al pensiero religioso in sè e per sè.”
    E’ un pericolo pubblico!

  46. @ tenkiu:

    ma che dici, semplicemente esprime una opinione….che condivido al 100%.

    la vostra morale assoluta di cattolici diventa improvvisamente relativista appena uno dei vostri e’ coinvolto. allora cominciate a vedere i toni di grigio ed a fare distinguo. siete un branco di ipocriti.ed il re e’ nudo. that’s all.

    se vuoi i fatti leggiti il nyt e le carte dei processi. a Boston la chiesa cattolica e’ rimasta in mutande a forza di pagare cause legali…..tutte cospirazioni del NYT?

    i tuoi preti si parano il culo proteggendosi a vicenda. a partire da quel rincoglionito nazistoide-pentito del papa. come una normale associazione criminale, per poi fare le vittime quando li trovano con il culo scoperto….letteralmente.

  47. @ Max:

    “Gli sponsor che non ti aspetti. Ecco chi è favorevole alla pedofilia

    Dacia Maraini, sulla scia di filosofi illuministi che praticavano sesso anche con i figli, ha sostenuto che l’incesto è una pratica naturale

    Gerd Koenen ( teorico del ’68 ) scrive: “Negli asili infantili più radicali le attività sessuali divennero parte integrante dei giochi”. (1)

    Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Jack Lang, futuro ministro francese, firmarono una petizione in cui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori. (2)

    Daniel Cohn-Bendit, capogruppo dei Verdi a Bruxelles, raccontò addirittura di avere sperimentato e favorito la pedofilia e il sesso coi minori a scuola, come insegnante.
    Poi, diventato euro-parlamentare dei verdi, ha detto che si trattava di un’opera di fantasia.
    Ma anche fosse stata un’opera di fantasia, qual’era l’obbiettivo? (3)
    Certamente questa opera non favorisce la condanna della pedofilia.

    Oggi Aldo Busi, forse il più venduto autore omosessuale italiano, spesso ospite di programmi televisivi e radiofonici, candidato nelle liste radicali, scrive:“E’ probabile che nella mia omosessualità ci sia una forma di attrazione non verso i maschi, ma verso l’odio che mi suscitano tutti gli uomini, odio che il fare sesso con loro non fa che aumentare…”. Dopo di che spiega che l’età per rapporti omosessuali che lui ritiene lecita è a partire dai tredici anni, in quanto a questa età un ragazzo, secondo lui, sarebbe adulto, e libero di decidere di avere rapporti con un altro uomo (“Manuale per il perfetto papà”, Mondadori). (4)

    Nichi Vendola, governatore della Puglia, in una intervista del 1985 a Repubblica affermava: “Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l’ha vista sempre in funzione della famiglia…”. (5)

    I RADICALI hanno organizzato il 27-10-1998 un convegno, nelle aule del Senato, la cui presentazione così recitava: “[…] essere pedofili […] non può essere considerato un reato; la pedofilia […] diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone”. Come dire che la pedofilia è lecita purché il bambino sia consenziente e la legge lo permetta…. ( 6)

    L’internazionale dei Gay e delle lesbiche ( ILGA ) ha collaborato politicamente e culturalmente con i pedofili americani ( NAMBLA: North American Man-Boy Lovers Association ) per dieci anni, prima di separarsi da questo movimento. ( 7)

    Il filosofo omosessualista Mario Mieli sosteneva la funzione redentiva della pedofilia ( la sua opera è considerata la Bibbia dei Gay e a lui sono intitolati molti circoli gay ). (8 )

    Nell’opera di Mieli VENGONO CONSIDERATE ESPERIENZE REDENTIVE, da PROMUOVERE, LA PEDOFILIA, LA NECROFILIA E LA COPROFAGIA. (9 )

    Le ASSOCIAZIONI OMOSESSUALI ( COC ), FONDATE DA JEF LAST ( PEDOFILO OMOSESSUALE E AMICO DI ANDRE’ GIDE ), NEI PAESI BASSI hanno voluto e ottenuto la depenalizzazione dei contatti sessuali con giovanetti al di sopra dei 12 anni . (10 )

    Bibliografia:

    1) Francesco Agnoli, Il Foglio, 26 maggio 2007
    2) Ibidem
    3) Ibidem
    4) Ibidem
    5) Ibidem
    6) Ibidem
    7) Cfr http://www.qrd.org/qrd/orgs/NAMBLA/1993 . se.to.ilga
    Cfr Gianni Rossi Barilli, Il Movimento Gay in Italia, Feltrinelli, Milano 1999, p.93.
    9) Cfr Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, Feltrinelli, Milano 2002, p. 255.
    10) Cfr G.J.M. van den Aardweg, – Matrimonio – omosessuale e affidamento a omosessuali, in Studi Cattolici. Mensile di studi e di attualità, anno XLII, n.449/50, Milano luglio-agosto, Milano 1998, p. 507″

    Cosa dici?
    Mettiamoci d’accordo!
    Oggi è conveniente parlarne male? ok, parliamone male!
    Oggi è conveniente parlarne bene? ok, parliamone bene!
    Ai posteri l’ardua sentenza?

  48. @ Max:
    “Dunque il diavolo vuole chiudere i conti con l’ingombrante anacronismo cattolico
    di Tempi

    Perché il più prestigioso quotidiano liberal del pianeta mistifica i fatti intorno a vecchi casi di pedofilia pur di trascinare nel fango Benedetto XVI e innescare una campagna d’opinione che mira a ottenere addirittura le dimissioni del Pontefice? Perché è convinto che sia ora di chiudere i conti con la Chiesa cattolica, questa istituzione anacronistica che pretende di sottrarre all’arbitrio umano il criterio del bene e del male. I sacerdoti della Chiesa relativista ateista sono convinti che la storia stia dando loro ragione e sia giunto il momento di sbarazzarsi, senza andare tanto per il sottile quanto ai mezzi, di un concorrente che considerano ancora pericoloso. Il New York Times che accusa Benedetto XVI di aver insabbiato il caso di un sacerdote americano pedofilo è lo stesso giornale che nel 2006, all’indomani delle reazioni islamiste violente al discorso di Ratisbona, anziché difendere il diritto del Papa a esprimere il suo punto di vista, gli intimò di scusarsi coi musulmani “offesi”.
    L’anno prima aveva definito l’appello della Chiesa cattolica italiana alla coscienza dei cittadini affinché facessero fallire il referendum sulla procreazione assistita un «atto antidemocratico» e «un’interferenza inaccettabile». E si era lagnato del fatto che «per quanto vuote possano essere le chiese italiane, la Chiesa ha una considerevole influenza sulle questioni morali». Con un presidente liberal alla Casa Bianca e la Chiesa americana demoralizzata da dieci anni di attacchi mediatici e cause giudiziarie che l’hanno presentata come un club dedito alla pedofilia e al suo occultamento, il New York Times pensa che sia tempo di un’egemonia culturale laicista incontrastata. Prima, però, bisogna liberarsi del fastidioso soglio romano. Per questo ha scatenato la sua artiglieria, confidando nel motto di Goebbels: «Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità».”

    © Copyright Tempi, 30 marzo 2010

    ?

  49. @ Max:
    “Amici dei pedofili” ci dicono, ma noi stiamo con Cristo.
    Di Davide Rondoni

    Ora ci han detto di tutto. Non fac­cio la vittima, non è, nemmeno ora, il caso. Ma c’è da dire che noi cat­tolici collezioniamo ingiurie. Non me ne dolgo più di tanto. È un patimento che provoca una strana risorsa di al­legria. Di pace, verrebbe da dire, in mezzo alle contumelie. Come se il do­lore che duramente colpisce in tutta questa vicenda purificasse, togliesse l’aspro dalle offese che in tanti stanno costruendoci sopra. Insomma, siamo in una vicenda così dolente, così pie­na di amarezza da rendere più stupi­de, più ottusamente ridicole le offese. Sì, avete aggiunto questa ingiuria. Ma non ve ne verrà nessuna soddisfazio­ne.

    Dico a voi che da tempo ne inven­tate sempre di nuove. L’avete messa tra le frecce del vostro millenario ar­co. La peggiore che si poteva immagi­nare. Lo fate attaccandovi ai fatti, cer­to, ma soprattutto mulinando i fatti con chiacchiere, polvere e veleno in un unico gesto offensivo. In uno stra­no gesto di disprezzo, che sembra a­vere a cuore di colpire qualcuno più che compatire il male e rispettarlo con la chiarezza.
    Non ho ancora una vita lunga. Però ho fatto in tempo a prendermi di tutto. Mi è stato dato di tutto. Dal corrotto al politicante, dall’impietoso all’integra­lista. Dal fascista al comunista. Dal­l’oscurantista al retrogrado. Mi è sta­to dato, detto di tutto. E ora pure que­sto. Amico dei pedofili, appartenente a una specie di associazione pedofila. Una specie di concorso esterno. Un’accusa enorme. Che può schiac­ciare chiunque. Che fa del male a tan­ti, e che in modo canagliesco distorce fatti e sfregia il viso della gente. Lo di­cono, si sente dire. Ma non lo dicono le persone del popolo. Che sanno e di­stinguono la disgrazia e il crimine, e hanno compassione per le dure vi­cende che toccano gli uomini. Lo di­cono i giornali, lo titolano tendenzio­si quei giornali come quello femmini­le italiano popolare che grida in co­pertina: ‘ Preti pedofili. E adesso lo manderesti tuo figlio all’oratorio?’. Violenza banale di un giornalismo scorretto e tendenzioso.
    Ora che non si può offendere più nes­suno né per il colore della pelle, né per le tendenze sessuali ( e giustamente) si possono almeno offendere i catto­lici. E con la maggior infamia. Non lo fa la gente del popolo, se non come battuta semmai, con la trivialità che però innocua passa via. Ma lo sugge­riscono, lo ripetono con il sorrisetto sulle labbra coloro che guidano i me­dia. Animati da una specie di gusto o­scuro per lo sfascio, per il peggio. Co­me se un problema enorme, vasto e diffuso in ambienti di ogni genere co­me la pedofilia venisse travisato per orientarne la cattiva ombra solo in un senso, solo contro qualcuno. Certo, un antipatico moralismo cattolico divie­ne ora un comodo bersaglio. Ma il cat­tolicesimo non è quella riduzione ad antipatico moralismo operata a volte anche da uomini di Chiesa a corto di argomenti e di cuore. Eppure, ecco, o­ra che davvero ho preso di tutto e che mi trattano peggio della minoranza più offesa, e con più lividume, resta e quasi fiorisce in fondo una specie di strana quiete. Che non è solo quella di chi, avendo ricevuto ogni genere di of­fesa, non ha più nulla da temere e va sereno della propria coscienza e della realtà dei fatti. È quella quiete profon­da di chi tieni gli occhi sulla realtà, du­ra e drammatica e però piena di bene, mentre altri si avvelenano il sangue tra livori e offese che come fuochi d’ar­tificio ricadono spente.
    Sì, non ci viene risparmiato niente. Ma nulla, diceva l’apostolo delle genti che raccolse offese di ogni genere girando ad annunciare il Vangelo, ci può sepa­rare dall’amore di Cristo. Che proprio in questi frangenti mostra più forti la sua pazienza e il suo fuoco.

    © Copyright Avvenire 31 marzo 2010

  50. Max scrive::

    @ tenkiu:
    ma che dici, semplicemente esprime una opinione….che condivido al 100%.

    Quindi sei ateo, non sei neutrale rispetto alla religione, le sei ostile?
    Quindi vuoi per forza “galleggiare” a tutti i costi? 🙂
    Se questo ti fa star bene… però ricorda che, come ci ricordano i saggi, “il diavolo fa le pentole e non i coperchi”!
    Ah, da non sottovalutare che tra qualche tempo ti potresti trovare con qualche problemino allo stomaco o al fegato… 😉

  51. io sono generalmente ostile verso le cazzate, e capita che voi religiosi di cazzate ne dite parecchie.

    voi cattolici radicali non riuscite a vedere le cose per quelle che appaiono al resto del mondo non invasato dalla vostra ideologia tribale:

    una chiesa e gerarchia religiosa irrispettosa del potere delle democrazie liberali, attenta solo alla propria immagine, timorosa dello scandalo, piu’ preoccupata di perdere preti pedofili che a difendere le loro prede. spero per quei pochi che credono in buona fede che la valanga di cause penali e civili che vi sta sommergendo vi porti un po’ di buon senso….but, alas….the bullshit keeps coming…:
    http://www.corriere.it/cronache/10_aprile_02/cantalamessa-attacchi-chiesa-pedofilia-come-antisemitismo_0ac98d24-3e79-11df-b5a6-00144f02aabe.shtml

    ps: quindi tu credi in questo dio specifico tra le migliaia che potevi scegliere perche’ hai paura di morire? tutto li? patetico e scontato….ti lascio alle tue superstizioni, ideologie, stregoni in tonaca e mantelli dorati, amuleti, miracoli e cianfrusaglia varia che ovviamente riempiono la tua giornata… mi chiedo, pero’, che dira’ mai il tuo dio il giorno che ti ci presenti davanti con tutto il peso delle tue difese di ufficio per gerarchie cattoliche pedofile o comunque amorali…..ironicamente la tua fortuna e’ che dio non esiste!

  52. “Sì, non ci viene risparmiato niente. Ma nulla, diceva l’apostolo delle genti che raccolse offese di ogni genere girando ad annunciare il Vangelo, ci può sepa­rare dall’amore di Cristo. Che proprio in questi frangenti mostra più forti la sua pazienza e il suo fuoco.”

    che dire cattolici….continuate a farvi del male. il vostro e’ vittimismo patetico. difesa ad oltranza della tribu’. assenza assoluta di empatia. incapacita’ di provar vergogna. vuoto morale. vi state sparando nei piedi e nenache ve ne accorgete.

    fate piuttosto pulizia nella vostra chiesa e nelle vostre gerachie, a cominciare dal vostro papa, invece di sparare sui messaggeri, che se un difetto hanno e’ quello di essere stati lenti nello scoprire la verita’.

  53. oh, by the way. se non vuoi ascoltare me ascolta loro, che credono in quello in cui credi tu:
    http://www.votf.org/

    se c’e’ una sepranza per voi cattolici e’ in gruppi come questi non certo la gerarchia vaticana and co.

  54. “La gravità non può essere situata nell’atto, nella libido, ma nell’impossibilità che un bambino sia consenziente.”

    Sapesso quanto sono consenzienti quelli che vengono uccisi nella pancia della mamma…

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