Fenomenologia del fumatore prepotente

Chi mi conosce sa che ho un brutto rapporto con i fumatori, o meglio: ho un brutto rapporto con i fumatori prepotenti. La mia idea è che la tua libertà di fumare (o mangiare la carbonara, o saltare sui fili dell’alta tensione) termina nel punto esatto in cui costringi me a farlo. Ed è proprio nella sacralità di questo limite – che non ammette tolleranza – che risolvo l’apparente contraddizione di essere, al tempo stesso, un acceso sostenitore della liberalizzazione dei varî fumi, hashish, erbe, etc e contrario all’imposizione ai non-fumatori delle promanazioni del proprio vizio.

Ovviamente non parlo di tutti i fumatori – anzi, la gran parte dei miei conoscenti che fumano non si comportano così. Non ho neanche una gran concezione salutista della vita: ognuno si può far male come preferisce, basta che non lo faccia agli altri. Però, questo sì, quando discuto con un fumatore prepotente mi imbestialisco proprio: e la mia irritazione accresce all’aumentare della povertà argomentativa degli espedienti che il fumatore-prepotente usa per difendere l’inversione dell’onere della privazione ch’egli mette sempre in atto.

Per “inversione dell’onere della privazione” intendo quel meccanismo mentale con cui, per il tipico esemplare di fumatore prepotente, non è lui a dover tenere il proprio fumo lontano dalla tua faccia, ma è la tua faccia a dover stare lontana dal suo fumo: come fossi tu, e non lui, a fare una cosa che A) fa male B) puzza.
I tre espedienti retorici più comuni, a corollario e motivazione di tale inversione, sono spesso i seguenti:

  • Il teorema dello zio Beppe: «mio zio Beppe ha fumato fino a novant’anni» -> il fumo non fa male. Che è come dire che sporgersi da un balcone al quinto piano di un palazzo non fa male, perché… eh «mio zio Beppe si è sporto dal balcone per decine d’anni». Gli è andata bene, al vostro zio Beppe. (Tanti) altri non sono stati così fortunati.
  • Il teorema del benaltrismo: «ma scusa, anche i tubi di scappamento delle macchine fanno male». E allora? Messo da parte il fatto che, di tutto quello che ho letto io, il fumo passivo fa molto più male, il punto è un altro: questa, semmai, è un’obiezione per lottare in favore delle marmitte catalitiche, non certo in difesa della liceità di fumare in faccia a qualcun altro. Inizia a darti da fare con me contro il fumo passivo, poi – se mi convinci – ci diamo da fare anche contro le marmitte.
  • Il teorema del danno minimo: «ma una sigaretta che vuoi che sia?». E un cazzotto? Anche quello, che vuoi che sia? Il problema è che quale che sia il danno, sigaretta, pugno, sputo in faccia, calcio nei coglioni, quello è un danno che tu stai arrecando a me senza il mio consenso. Certo che, per cose più importanti, uno può sopportare un danno minimo, ma il tuo bisogno di fumare non è più importante della mia salute, fosse anche una porzione piccola della mia salute.

So che, molto spesso, questi sono tic mentali di persone che sono nate e vissute in una società in cui tutti i danni che il fumo causava non erano conosciuti, quindi non c’era nessuna censura sociale e si poteva fumare persino al cinema. Difatti, di solito, sono più indulgente con chi ha una certa età, ma questa è comunque una dimostrazione di ottusità, perché l’intelligenza è – anche – la capacità di cambiare idee e abitudini al giungere di nuovi dati.

Tutto questo per dire – oh, volevo scrivere una piccola introduzione alla foto qui sotto e ho finito per scrivere una fenomenologia del fumatore prepotente – che ho trovato questa foto quasi commovente. Al contrario delle minacce di morte che ci sono ora sui pacchetti di sigarette – che più che necessità d’informare sembrano rispondere alla necessità di terrorizzare – questo cartello è la testimonianza di una persona che vuole bene al prossimo. Lui si chiama, si chiamava, Albert Whittamore e soffriva da tempo di disastri ai polmoni causati dalle sigarette. Aveva chiesto che, dopo la sua morte, accanto alla sua tomba fosse appeso questo cartello: “Il fumo mi ha ucciso”. Come a dire «io oramai l’ho fatto, ma a voi ci tengo: non imitatemi».

AP

36 Replies to “Fenomenologia del fumatore prepotente”

  1. Io ho smesso da diversi anni. Nel momento in cui ho smesso ho adorato il fumo passivo perché mi dava la nausea e mi teneva lontano dalle sigarette. La foto è commovente davvero e tu hai ragione. L’unica attenuante per il fumatore è che si accorge di quanto puzza (lui, oltre che le sigarette) solo quando smette. Ah, il tedioso moralismo vecchione

  2. @ Gaspare Ressa:
    Non so se il Metodo Muccioli con loro funzionerebbe: generalmente il tossico riconosciuto (anche la loro e’ una dipendenza, solo che e’ ancora troppo tollerata) e’ piu’ cosciente di quanto e’ stronzo. Pero’ un bel po’ di catene, bastonate e chirurgia sperimentale (cit.) io le userei comunque.

  3. Ho smesso di fumare (ormai da 5 anni), eppure mi pare che i non fumatori siano spesso decisamente intolleranti e ossessivi. I fumatori diligentemente vanno a fumare fuori dai ristoranti, e vengono insolentiti anche lì. Persino fumare in un prato crea dei disagi intollerabili nei fumatori: è sacrosanta la pretesa di non essere sottoposti al fumo passivo sui posti di lavoro o al cinema ma forse si potrebbe evitare la crisi di rabbia e panico ogni volta che si sente l’odore del tabacco. E’ come con i cani…amo quei posti (come Berlino) dove si può tranquillamente entrare in metropolitana con un Doberman senza che nessuno dica “be”, e non si pesta una cacca di cane neppure a morire. Qua dobbiamo sempre fare barricate. E’ sgradevole, squilibrato e porta all’impossibilità di convivenza tra gli esseri umani. Ai miei amici, lascio fumare in casa, e sono felice di farlo.

  4. rosalucsemburg scrive::

    Ai miei amici, lascio fumare in casa, e sono felice di farlo.

    Tu fai quello che vuoi, ci mancherebbe: se accetti che loro ti facciano del male non c’è nessuno che abbia titolo per metterci bocca.

    Tuttavia mi sembra che quando dici: che è “sacrosanta la pretesa di…” ma – la declinazione mi sembra questa – un po’ di sigaretta che sarà mai? mi sembri rinunciare completamente a qualunque argomentazione.

    Le barricate si fanno se ci si divide in squadre anziché portare argomenti e fatti a prova della propria tesi, non dicendo “avete ragione, ma non esagerate”.

    Spiegami perché non devo esagerare, piuttosto.

    A me sembra ci sia un concetto molto semplice: tu fumatore ti devi premurare che il tuo fumo non vada addosso a qualcun altro, come io karateka mi premuro che i miei calci non vadano addosso a qualcun altro.

  5. x fontana: credo che sia esattamente come hai detto: “che vuoi che sia un po’ di fumo”. Il fumo passivo ha dimostrato di avere un qualche impatto nel caso di gente con coniugi o colleghi fumatori. Pensare che nasare una boccata di fumo mentre cammini in un prato o quando esci da un ristorante ti faccia venire il cancro è ossessione, e l’ossessione non facilita la convivenza.

    x shylock: per me un fumatore non è ne’ da condannare ne’ da difendere. Dipende da come si comporta. Esattamente come il “non fumatore”.

  6. rosalucsemburg scrive::

    Pensare che nasare una boccata di fumo mentre cammini in un prato o quando esci da un ristorante ti faccia venire il cancro è ossessione

    Neppure uno scaracchio ti fa venire l’AIDS: quindi se ti sputo in faccia e protesti sei ossessionata e vuoi rendere difficile la convivenza?
    rosalucsemburg scrive::

    un fumatore non è ne’ da condannare ne’ da difendere. Dipende da come si comporta

    Il fumatore, per definizione, fuma. E, a stragrandissima maggioranza, a meno che non gli venga impedito, non gliene fotte uno stracazzo: dei suoi stessi polmoni in primis, figurarsi del fastidio o danno che può arrecare agli altri. Perché i miliardi di cicche che si trovano per terra non li hanno lasciati i non fumatori; neppure i buchi da bruciatura che ti ritrovi sulla giacca perché qualcuno per strada non si è minimamente preoccupato di strusciarti contro con la sua merda te li ha lasciati un non fumatore. Oh, certo, tu conosci soltanto fumatori miti e arrendevoli che ti chiedono il permesso prima di respirare; il punto è che il fumatore-tipo è un tossico la cui dipendenza genera comportamenti compulsivi e asociali, di cui si hanno milioni di evidenze tutti i giorni.

  7. shy:
    Neppure uno scaracchio ti fa venire l’AIDS: quindi se ti sputo in faccia e protesti sei ossessionata e vuoi rendere difficile la convivenza?

    rosalux:
    ecco, grazie, l’esempio è proprio quello giusto. Culturalmente, fumare NON è equivalente a scaracchiare. Il fumo è un piacere e si declina in mille simboli diversi. Dall’estimatore di sigari , che esprime il suo potere attraverso il suo grosso e costoso gingillo, al fumatore di pipa, esperto collezionista e conoscitore, al freakkettone che fuma bidies. Sono contraria ad equparare un fumatore ad uno scaracchiatore: è moralista e mistificante. Limitiamo le “misure” a ciò che è oggettivamente pericoloso (no al fumo nei luoghi pubblici) ma non demonizziamo culturalmente il fumo, e i fumatori. Hanno già le loro rogne, non mi pare il caso di additarli come untori. E mi pare isterico, soprattutto tenendo conto che il fumatore che si impone sull’autobus o al cinema è non esistente. Non c’è.

    shy:
    Oh, certo, tu conosci soltanto fumatori miti e arrendevoli

    rosalucsemburg:
    ma no: sono la prima a cagare il cazzo a quelli (zozzoni) che mollano le cicche in spiaggia, ma semplicemente non mi faccio venire l’infantioli se qualcuno si fuma una sigaretta a casa mia.

    Vorrai mica togliermi il vizio del fumo passivo, spero 😀

  8. rosalucsemburg scrive::

    non mi faccio venire l’infantioli se qualcuno si fuma una sigaretta a casa mia.

    Ma scusa, Rosa, chi è che contesta il tuo diritto a fumare in casa tua senza fare del male ad altri(ovviamente discorso diverso è se ci sono figli, etc.)?

  9. Nessuno.
    Io contesto l’esistenza del “fumatore arrogante”, entità ormai totalmente soppiantata dal “non fumatore intollerante”.

  10. rosalucsemburg scrive::

    Io contesto l’esistenza del “fumatore arrogante”

    Allora anche dell’evasore fiscale, già che ci sei. Intanto il buco nella giacca se l’è ritrovato la mia donna, che ovviamente non fuma ed evita i fumatori come la pestilenza che sono, per cui l’autore non può essere stato che uno delle decine di stronzi che io devo evitare per strada ogni giorno, che siccome il fumo negli occhi alla fine dà fastidio persino a loro, camminano ciondolando il braccino con la loro merda accesa, strafottendosene il cazzo se bruciacchiano qualcun altro: se riesco ad evitarlo, è solo perché mi scanso io.
    Quello che ti sfugge – o che da ex vuoi negare, perché rispecchiarsi in quel che si era capisco non piaccia – è che il fumatore, esattamente come il tossico riconosciuto, passerebbe sopra a sua nonna pur di soddisfare la sua dipendenza e vede gli altri semplicemente come mezzi od ostacoli in tale direzione, altrimenti gli sono indifferenti: quando si accende la sua merda a 30cm dalla tua faccia, gli lanci un’occhiata da 30Kilo-Becquerel e lui dispiega la sua faccia da cazzo in un ‘perché, dà fastidio?’, sono convinto che è anche sincero.
    rosalucsemburg scrive::

    ma non demonizziamo culturalmente il fumo, e i fumatori. Hanno già le loro rogne, non mi pare il caso di additarli come untori

    E perché no? SONO untori conclamati e, sì, fanno anche schifo: per l’avidità con cui s’attaccano alla loro cicca come se la loro vita dipendesse esclusivamente dal prossimo tiro, per la patetica schiavitù che porta gente adulta a nascondersi negli anfratti o esporsi alla pioggia e al gelo, naturalmente rannicchiata e appiattita a due centimetri dall’ingresso del locale pubblico che dovrebbe essere preservato dalle loro flatulenze; non ultimo, per la puzza persistente che emanano e di cui vorrebbero impregnare anche gli altri.
    E scusa tanto per l’intolleranza.

  11. @ Shylock:

    Uff, ho capito, un fumatore ti ha pestato un callo e la categoria ti sta sui coglioni. Possiamo per una volta seguire un discorso senza entrare nelle minuzie irrilevanti dei casi personali? Il fumo era una abitudine diffusa e tollerata, e i fumatori erano arroganti e irrispettosi. Il paradigma è cambiato e ora molti non fumatori vivono nell’ossessione di poter trovare un fumatore a cui finalmente fare il culo. Permetti? Li (vi?) trovo ancora più compulsivi dei fumatori vittime del loro vizio. Hai presente tipo la vicina di casa che sta sveglia e con l’orecchio appizzato, in attesa che tu faccia un rumore per poterti battere al soffitto? Ecco. Una roba così.

  12. @ rosalucsemburg:
    Ti assicuro che ti sbagli. Senza fare tanto clamore, posso confermarti con tranquillità che anche persone con cui mi trovo bene non si accorgono minimamente di fumarmi in faccia. E per me non fumatrice, non è soltanto il pensiero che il fumo faccia male. Mi fa schifo riceverlo in faccia, tutto qua. Quindi posso anche reprimere le prediche sulla salute, ma diavolo perchè devo essere sempre io a dire “puoi allontanare la sigaretta da me”?
    Quel che irrita è che non venga mai il pensiero di star disturbando gli altri. Per quel che vedo in giro finora, la maggior parte delle volte non ci pensano nemmeno. Mi dispiace ma credo che malgrado tutto al giorno d’oggi i fumatori, rispetto a quelli che non fumano, non siano ancora così penalizzati da creare un’inversione di tendenza.
    E sono anche d’accordo con chi la tratta come una dipendenza: lo sguardo ansioso di chi ha finito e sigarette, i cambi di tragitto per fermarsi al distribuitore, il fermarsi a chiederle in giro, puntando su chi sta già fumando perchè non possa negare di averne, perfino i patti e le cambiali (” se me ne dai una oggi te ne dò due domani”) lo confermano. Chi ha smesso è spesso visto come individuo di forza di volontà suprema. Mi sembra che la quantità di fumatore che se ne strabattono sia ancora oggi maggiori di quelli che a sentire te godono a rompere le palle a chi fuma. Magari fosse così.

  13. rosalucsemburg scrive::

    ora molti non fumatori vivono nell’ossessione di poter trovare un fumatore a cui finalmente fare il culo.

    Sì, vabbè, Rosa – te lo dico perché mi sembra assurdo leggere, da te, scritte queste cose – ma come pensi che si possa fare una discussione partendo da questi presupposti assurdi?
    È più complottista dei cospirazionisti del 11/9.

    Io sono esterrefatto.

  14. rosalucsemburg scrive::

    Uff, ho capito, un fumatore ti ha pestato un callo e la categoria ti sta sui coglioni.

    No, non hai capito. Non uno, ma praticamente tutti (come ti confermano anche altri, infatti): se non finisco pestato tutti i giorni, più volte al giorno, è perché mi scanso _io_. E sarei io l’intollerante?
    Continui a negare l’evidenza che per il fumatore, come per qualsiasi tossico, _prima_ viene la sua dipendenza e _poi_, a debita distanza, tutti gli altri.

  15. rosalucsemburg scrive::

    Culturalmente, fumare NON è equivalente a scaracchiare. Il fumo è un piacere e si declina in mille simboli diversi. Dall’estimatore di sigari , che esprime il suo potere attraverso il suo grosso e costoso gingillo, al fumatore di pipa, esperto collezionista e conoscitore, al freakkettone che fuma bidies. Sono contraria ad equparare un fumatore ad uno scaracchiatore: è moralista e mistificante.

    No, no, e’ fiologicamente corretto (e quindi non scelto a caso). Per molto tempo, il tabacco e’ stato consumato spesso cosi’: masticandolo e sputandolo. Poi Hollywood fece un ottimo lavoro sporco nel conferire glamour a quello che era, sostanzialmente, un vizio per il Lumpenproletariat – e nei Paesi civili, non a caso, e’ tornato ad esserlo anche grazie alla stigmatizzazione socioculturale a cui e’ stato sottoposto; sempre non a caso, Big Tobacco ormai si regge sul Terzo Mondo (e sugli sfigati del Primo).

  16. x fontana:
    esterrefatto? Non pensavo che (anche tu) volessi l’unanimità. Ho solo espresso – senza, mi pare, particolare aggressività – un parere. Veniamo da anni e anni in cui non c’era film americano senza un cattivo con la sigaretta in bocca. O non ci hai fatto caso, eh? Che qualsiasi altra categoria umana avrebbe fatto venire giù il mondo, ad essere trattata così dai media, drogati compresi. Ma “dalli al fumatore” è l’unica eccezione alla correctness. I fumatori sono diventati l’emblema del peccato, nessuno ha la beneducazione di reprimere il proprio schifo, cosa che non si fa – e grazie al cielo – per esempio con chi puzza. Non è violento, il giudizio di Shy? Io non fumo più ma sono LIETA di non considerare dei miei simili subumani in base alle loro abitudini.
    Comunque, evidentemente ci sono pareri obbligatori a cui se non ci si adegua si desta scandalo e indignazione. Pure qua.
    Che palle, ma davvero.

  17. rosalucsemburg scrive::

    Non è violento, il giudizio di Shy?

    Al massimo e’ legittima difesa: dalla violenza di chi ti bruciacchia le maniche per strada a meno che non giri costantemente con la circospezione di un marine su un sentiero disseminato di booby traps; di chi t’impesta l’aria e i vestiti con la sua merda; di chi t’attacca un tumore, se hai la sfiga di vivere o lavorare con lui (cosa quest’ultima che, insciallah, non si puo’ – quasi – piu’ fare).
    Le palle le fa venire a me il chiagnifottismo, piuttosto.
    Su Hollywood: a parte che vorrei capire da quando in qua i cattivi non funzionano come role models, dopo aver fatto marchette alla Carcinoma&Co. per decenni, un po’ di penitenza la dovevano pur fare. In compenso, pare che ultimamente ci sia una recrudescenza: mi dicono ad esempio che in Avatar si pippa a tutto andare; se non tra i ragazzini, le nuove leve di fessacchiotti autolesionisti dove le devono raccattare?

  18. Oh, mamma, il Gomblotto dei produttori di sigarette no, te prego.
    Non importa, che i cattivi siano role model o meno. Dico che per anni ed anni una categoria di umani è stata inquadrata in ogni fiction come rappresentante stessa del male.
    Non – mi – pia – ce.
    E quello che cerco di dire (perchè desti addirittura scandalo è cosa che mi lascia di stucco) che – posto che è sacrosanto proibire di fumare nei luoghi pubblici – tolleranza è lasciare che la bambina del piano di sopra ogni tanto si faccia una corsa sui pattini, che il cane del vicino lasci i peli in ascensore, e che l’amico si fumi una sigaretta a casa. Non è tutto nero o bianco, e la convivenza è possibile dove si concepiscono le sfumature, e non si ricerca una “perfezione” impossibile in cui tutti non fumano, si lavano le ascelle, hanno cani che non abbaiano e bambini che non si mettono i pattini.

  19. rosalucsemburg scrive::

    Comunque, evidentemente ci sono pareri obbligatori a cui se non ci si adegua si desta scandalo e indignazione. Pure qua.

    No, Rosa, tu hai descritto una situazione da – perdonami – paranoica, ovvero questa:

    ora molti non fumatori vivono nell’ossessione di poter trovare un fumatore a cui finalmente fare il culo.

    Cioè sostieni che ci siano delle persone – e pure più d’una, sono in maggioranza rispetto ai fumatori prepotenti – che, senza averne nessunissimo vantaggio, godono nell’arrecare un fastidio e un turbamento agli altri. E perché? Senza nessuna ragione. Così, perché ora i fumatori sono diventati il capro espiatorio.

    Ma ti rendi conto che non accetteresti mai nessun tipo di argomentazione di questo genere in nessun altro campo?
    Della stessa serie ci sono gli israeliani che vogliono ammazzare tutti i palestinesi perché li odiano, o Bush che vuole far fuori il maggior numero possibile di civili iraqueni perché ne gode.

    Cioè, tu puoi pure argomentarmi che secondo te si deve tollerare il danno ai polmoni e il puzzo, quando questo sia minimo – e ti ho chiesto di farlo – ma se dici che è una cospirazione del mondo che ce l’ha coi fumatori non c’è molto spazio per discutere di nulla: partendo da un presupposto così ossessionato, non ci sarà nulla che non passerà da quel filtro.

  20. @ rosalucsemburg:
    Eppure e’ molto semplice: nessun cane abbaiante, ascella puzzolente o bimbo pattinante ha mai fatto venire un cancro a qualcun altro (e neppure a se stesso); almeno, non esistono casi dimostrati.rosalucsemburg scrive::

    Oh, mamma, il Gomblotto dei produttori di sigarette no, te prego.

    Beh, mi sa che sei rimasta l’unica a credere alla Fata Carabina:

    http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2602591/

    Senza contare i pozzi di soldi investiti per finanziare ricerche farlocche autoassolutorie, le cause miliardarie perse, etc.
    Oltre ad asfaltarti i polmoni, per anni hai ingrassato una massa di stronzi.

  21. “Cioè sostieni che ci siano delle persone – e pure più d’una, sono in maggioranza rispetto ai fumatori prepotenti – che, senza averne nessunissimo vantaggio, godono nell’arrecare un fastidio e un turbamento agli altri. E perché? Senza nessuna ragione. Così, perché ora i fumatori sono diventati il capro espiatorio.”

    Forse abiti su mercurio. Davvero ti sembra così assurda l’intolleranza senza contropartita? Davvero ti sembra così assurdo che una categoria possa diventare “capro espiatorio”? Eppure accade tutti i giorni , costantemente, che l’altro dia fastidio e diventi il centro dei nostri pensieri e delle nostre ossessioni. Nel caso dei fumatori il processo è stato indotto e incoraggiato da un bombardamento mediatico senza precedenti.
    Non mi piace.
    A te si, e va bene, ma è davvero obbligatorio allinearsi?

  22. shy
    “eppure e’ molto semplice: nessun cane abbaiante, ascella puzzolente o bimbo pattinante ha mai fatto venire un cancro a qualcun altro (e neppure a se stesso)”

    rosalux
    ecco, la zaffata di fumo in un parco ha le stesse probabilità di indurti un cancro di un latrato di un cane o di una ascella puzzolente.

  23. Sì, però qui si parlerebbe (anche) di epidemiologia: mille ascelle tonanti continuano a non farmi venire il cancro, mille sigarette passive chissà; però da una che graziosamente trascurava come per decenni Big Tobacco abbia foraggiato Hollywood perché l’aiutasse a far venire il cancro alla gente non mi aspetto che tenga il principio di precauzione in grande considerazione.
    Senza contare che io sarei ecumenico: a chi lascia le cacche per strada gli strofinerei sopra il muso (dei padroni, non dei cani).

  24. shy:
    Sì, però qui si parlerebbe (anche) di epidemiologia: mille ascelle tonanti continuano a non farmi venire il cancro, mille sigarette passive chissà;

    rosalux:
    Ed è per questo che sono favorevolissima a proibire il fumo nei luoghi pubblici e a sanzionare chi non rispetta il divieto. Da qui a demonizzare il fumatore che si spara la sua sigara all’aria aperta o a farsi venire gli infantioli se in una serata da amici c’è qualcuno che fuma ce ne strapassa.

    shy:
    però da una che graziosamente trascurava come per decenni Big Tobacco abbia foraggiato Hollywood perché l’aiutasse a far venire il cancro

    rosalux:
    Alt, non mettermi in bocca cose che non ho detto. Mi faceva ridere il sottotesto secondo il quale anche mettere la pippa in bocca solo alla feccia sarebbe stato opera della Big Tobacco, visto che i cattivi sono role model. Quello è complottismo di bassa lega, caro il mio shy.

    shy:
    Senza contare che io sarei ecumenico: a chi lascia le cacche per strada gli strofinerei sopra il muso (dei padroni, non dei cani).

    rosalux:
    E daresti i pattini in testa alla piccola pattinatrice del piano di sopra, ma non è che tu sia mai stato il mio modello di tolleranza, eh? Lo dico con affetto…

    (comunque io metterei megamultoni ultrasalati a chi lascia le merde in giro, sia chiaro. Ma anche a chi non fa la differenziata, se è per questo. Tu come vai a raccolta differenziata?)

  25. rosalucsemburg scrive::

    sono favorevolissima a proibire il fumo nei luoghi pubblici

    Bene: anche in strada / auto? Così risolviamo il problema dei cretini che:
    -mollano cicche;
    -bruciacchiano giacche;
    -vanno a sbattere perché il loro neuronio infortunato è già preso per accendersi la cicca e/o cercare il posacenere.
    rosalucsemburg scrive::

    Mi faceva ridere il sottotesto secondo il quale anche mettere la pippa in bocca solo alla feccia sarebbe stato opera della Big Tobacco, visto che i cattivi sono role model. Quello è complottismo di bassa lega, caro il mio shy.

    Tesoruccio, riguardati l’ordine degli interventi: siccome tu hai tirato fuori un Gomblottone ai danni dei villains da film (o dei fumatori, o dei cattivi fumatori, non s’è capito bene), io ti ho risposto con un complotto documentato e agli atti, ai danni della salute pubblica; tanto per ristabilire un minimo di verità storica a fronte delle tue paranoie.
    rosalucsemburg scrive::

    E daresti i pattini in testa alla piccola pattinatrice del piano di sopra

    Sei tu a mettermi in bocca quel che non ho detto: perché dovrei prendermela coi cani o coi bambini, se ho a portata di mano dei presunti adulti senzienti che dovrebbero vigilare sul loro comportamento e comunque ne sono responsabili?
    rosalucsemburg scrive::

    Tu come vai a raccolta differenziata?

    Se vogliamo metterla sul personale, caschi male: io differenzio sistematicamente l’umido, la carta, la plastica, il vetro, le pile, i farmaci scaduti e gli stronzi dei cani dai loro padroni stronzi.

  26. shy:
    Bene: anche in strada / auto?

    rosalux:
    Ovviamente, no. E ti ringrazio per avermi aiutato a far capire al nostro ospite cosa intendo per “intolleranza dei non fumatori”. Sei sempre una spalla strepitosa! 😀

  27. @ rosalucsemburg:
    Quindi distrarsi alla guida col telefonino non si puo’, con la sigaretta si’?
    Scaracchiare in faccia alla gente per strada non si puo’, fumargli in faccia si’?
    Insomma i comportamenti asociali vanno vietati, a meno non si tratti di fumatori, che si sa, c’hanno la wild card per l’asocialita’?
    Senza contare che in Paesi piu’ civili del nostro e’ gia’ vietato fumare in posti diversi da casa propria, dove si evitano stronzate come il costringere i non fumatori a fendere la cortina fumogena altrui per entrare in qualsiasi locale pubblico (scuole comprese) e ad essere _loro_ a doversi cercare un angolo di stazione praticabile perche’ i tossici legalizzati, poverini, devono averci le aree protette pure li’, che loro giustamente provvedono ad espandere come cazzo gli pare e piace, e’ la Casa delle Liberta’.
    Peraltro, e’ buffo che pretenda di distribuire patenti di tolleranza una che se non hai il certificato di conformita’ ambientale, cicca: guarda che il diritto a non farmi venire il cancro da te ce l’avrei anche se fossi il nipote piu’ stronzo di Pacciani.

  28. Leggendo Shylock mi sembra di vederlo accecato dalla rabbia che, giustamente o ingiustamente che sia, gli hanno provocato i fumatori.
    Non che dica cose sbagliate, ma se è arrabbiato a morte con i fumatori, credo non sia nella condizione migliore per un dialogo costruttivo.

    Io sulla questione fumo sono ancora più categorico. Se vuoi fumare non devi costringere gli altri a fumare (ok e su questo vi trovo d’accordo). Ma, ancora di più, se è provato che il fumo aumenta la probabilità di ammalarsi di cancro, la stessa percentuale di spesa sanitaria dovrebbe essere a carico del fumatore.

    Fumando hai il 10% in più di avere un tumore ai polmoni? Ok se fumi e sei tra quelli sfortunati, ti paghi il 10% delle spese. Stessa cosa per chi non usa le cinture di sicurezza, gli alcolisti, i drogati, chi non usa le scarpe antiinfortunistica, etc etc.

    La collettività deve pagare per chi è meno fortunato, non per chi è più stupido e se le va a cercare.

  29. ilGab scrive::

    La collettività deve pagare per chi è meno fortunato, non per chi è più stupido e se le va a cercare.

    Mah, su questo non sono d’accordo. La collettività si deve fare carico anche delle piccole stupidità di ciascuno di noi.

    Per me l’importante è che non mi si obblighi a respirare – no, neanche un po’ – di qualcosa che mi fa male e schifo.

    Ma se fai pagare più spese, perché non, anche, a quelli che giocano a calcetto? In fondo se giochi a calcetto hai più probabilità di spaccarti una gamba.

  30. Touchè.

    Però giocando a calcetto diminuisco le possibilità di avere problemi cardiocircolatori andando così a compensare il rischio di una gamba rotta.
    Anzi va a finire che, a conti fatti, ci devono pagare per giocare a calcetto.

  31. @ ilGab:
    Appunto: è un po’ l’argomento ‘ma e allora anche il traffico, ma e allora anche l’alimentazione’.
    Mangiare bisogna, spostarsi pure (poi si può fare in modo più o meno intelligente, certo): fumare non è una necessità, ma soltanto un vizio, quindi mi pare giusto che chi ce l’ha se lo paghi in tutto e per tutto.
    Detto questo, non sono affatto accecato e, no, non m’interessa ‘dialogare’ con i fumatori perché non ritengo che siano portatori di ragioni né di diritti, tranne quello di farsi tutto il male che vogliono senza farne agli altri (e senza venire a frignare o batter cassa dopo).

  32. d’altra parte chi fuma è vittima di una tossicodipendenza e va compatito. Io mi incazzo se qualcuno pretende di fumare nella stessa stanza in cui sono io. Ma siamo matti? Perchè non accendere un piccolo fuoco allora, in fondo non è la stessa cosa?

    Si tratta di pura logica, non di opinioni.

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