Oddio, Ballerini

Oddio, è morto il Ballero.

Quel paio di volte che l’avevo visto di persona mi era sempre sembrato una persona immediata, divertente, speciale.
Uno di quelli da osteria, e battuta facile. M’ha proprio stroncato il cattivo umore in gola, questa notizia.

Come ricordarlo? Come dimenticarlo. Il racconto più bello del Ballerini corridore la scrisse Marco:

Forse una cosetta che Hinault non può dire di aver fatto c’è: non può dire di avere vinto entrambe le Rubé, quella bagnata e quella secca. Se lo fai, allora sei laureato. Laureato in Rubé. L’ultimo che c’è riuscito è stato Maestro Ballerini, vincitore tra la polvere nel ’95 e sul fango nel ’98. Corridore forte il Ballero, intendiamoci. Un bel passista da classiche. Peccato non fosse veloce, avrebbe vinto molto di più. Ma sui sassi della Rubé, signori, diventava irresistibile. Un fenomeno. Una sintesi di Merckx e Coppi. C’era da lustrarsi gli occhi, a vederlo. Andava via leggerissimo, agile, ma potente. E gli altri non riuscivano a stargli dietro. Un paio di volte l’ha anche buttata via, la Rubé. Quella più clamorosa fu nel ’93. Era il più forte di tutti. Li ha staccati tutti, in rimonta da dietro. Alla fine, gli è rimasto attaccato solo il vecchio Duclos-Lassalle, uno che già solo dal nome dovresti capire che non ti puoi fidare. Ballerini lo staccava di cinquanta metri ad ogni tratto di pavé. Poi rallentava, e permetteva che il francese gli tornasse sotto. Perché? Perché la strada per Roubaix era ancora lunga. E andare in due è più facile. Ballerini non era ancora sicuro dei suoi mezzi (le corse si vincono con la testa, anzitutto) e temeva che da dietro potessero tornare sotto (ma quando mai? lui volava, gli altri facevano fatica a stare in piedi) e si tenne dietro Duclos-Lassalle. Il quale sbuffava, diceva di non farcela più, di stare per morire, e che in cambio del secondo posto avrebbe aiutato Ballerini. E davvero, Ballerini doveva frenare per aspettarlo ogni volta. Arrivarono nel velodromo con più di due minuti sugli inseguitori. Partì la volata. E Duclos-Lassalle, che s’era risparmiato andando al traino, beffò Ballerini di dieci centimetri. Quando arrivò l’esito del fotofinish, Ballerini si mise a piangere come un vitellino. Credo che non abbia dormito per una settimana. Non è un caso che le due volte che poi vinse il Ballero arrivò da solo. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Partì e staccò tutti in modo imbarazzante (per quelli che rimasero staccati). La seconda volta (Roubaix bagnata) massacrò Tafi (mica un pirla qualsiasi, uno che la Rubé l’ha pure vinta, dopo) lasciandolo a quattro minuti e mezzo. E gli altri non me lo ricordo neanche a quanto. Diciamo che qualcuno arrivò quando lui, il Ballero, aveva già finito di farsi la doccia.

La foto in cui più mi piace ricordarlo è questa, con il suo amico, compagno e corridore Paolo Bettini con indosso la maglia iridata appena conquistata da entrambi. C’ero anch’io, quella volta a Salisburgo, entrambi mi fecero gioire divertito, di quell’euforia calda e casereccia che soltanto il ciclismo può dare.

Ballero Bettini

4 Replies to “Oddio, Ballerini”

  1. Chi ha vinto anche solo una volta la Roubaix entra di diritto tra i grandi, chissà perche il Panta non ci ha mai provato.

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