Tutto il mondo è Belpaese

In America, cioè negli Stati Uniti, son matti, e questo si sa. Delle volte son matti per il bene, e delle altre son matti per il male. Sul sistema sanitario sono matti per il male,  e hanno quell’idea drammaticamente americanocentrica per cui qualunque cosa un poco più assistenzialista del sistema americano è bolscevica.

Così nel dibattito sulla riforma sanitaria, che avrete seguito tutti, la questione che dovrebbe moncare qualunque obiezione in merito, ovvero che in altri paesi – cioè la Germania, la Spagna, ma anche il Canada – quel sistema c’è e funziona, viene completamente trascurata al grido di «giù le manacce dai nostri soldi». Il male assoluto è il government, quello che non risolve problemi ma gli dà sussidî, contro il quale viene tirata fuori una citazione di Reagan ogni due per tre, non a caso fu Regan il campione di quest’approccio manicheo al denaro pubblico.

I pazzi dànno del nazista a Obama, ma la maggioranza di coloro che sono contrarî alla riforma sanitaria hanno questo totem del government spending in una maniera che nei paesi europei, tantomeno in Italia è immaginabile.
Saprete tutti anche che qualche giorno fa l’elezione supplettiva in Massachusetts ha visto una vittoria repubblicana, e che questo ha reso impervia la strada della riforma sanitaria, già prima abbastanza frastagliata.
Poi ci sarà anche da vedere cosa farà effettivamente Brown, il senatore eletto sul seggio di Ted Kennedy, che per forza di cose è un repubblicano sui generis, ma l’impatto simbolico dell’aver perso la supermaggioranza – e averla persa in Massachusetts, dopo che Obama si era speso per la campagna democratica – è enorme.

C’era però una cosa che, in questa dimostrazione di insanità (ahah, il gioco di parole) dell’elettorato americano mi aveva consolato, ed era la constatazione di come la gente e la politica si basasse sulle idee e non sui partiti presi. Una vittoria Repubblicana in Massachusetts è come una vittoria del PDL in Toscana, solo che in Italia non succede. Lì, invece, non si guarda agli schieramenti, si guarda alle idee.

Ecco, mi ero perso in questa illusione quando ieri è successa una cosa particolare: Obama ha annunciato dei grossi tagli sulla spesa pubblica per il 2011 – quello che, da Keynes in poi, ci hanno insegnato essere la cosa più sbagliata durante una crisi. Non che il taglio della spesa pubblica non fosse nel programma di Obama, ma era esattamente il cavallo di battaglia di McCain e quello su cui aveva riassunto la sua politica economica. Per di più questa misura, ovviamente poi le cose son sempre complesse, sarebbe all’opposto di quella approvata una decina di mesi fa (il cosiddetto stimulus), per il quale la maggior parte dei repubblicani aveva iniziato a stracciarsi le vesti.
Se non altro i repubblicani saranno d’accordo, uno direbbe. Ecco, no: siccome l’ha proposto Obama non va bene. Non faccio la mia politica, ma quella contraria a quella del mio avversario.
Come in Italia, insomma.

5 Replies to “Tutto il mondo è Belpaese”

  1. well..I witnessed an increased balkanization of american politics during the past 15 years: we segregate in communities that thinks alike, we increasingly vote on ideological fault-lines. that is =not the american tradition for the most part.

    the political disease that lead to Brown election and the loss of two governors over the past two months is called “incumbentitis” and it’s exacerbated by a recession. This is the same protest wave that swept Obama into power, a mere 10% of the electorate, a populist wave that it’s hard to control because it is not very interested in politics, it’s clouded by fear, does not follow what’s going on (40% of those against Obamacare when asked say they don’t know why they are against it…), it thinks with its wallet for the short term, but too often forgets to activate the brain and consider opportunity and indirect costs. and, I almost forgot, patience it is not its greatest virtue…!

    if Obama doesn’t do something popular-populist (possible) and/or the unemployment rate falls below 10% (almost impossible) before november we will lose 20-30 seats in the house and 8-10 seats in the senate. at least. for 2012 we shall see, for sure yesterday supreme court decision will make the campaigns look like the wild-wild west.

    Romney, Brown….republicans are great at oversimplifying reality, cutting corners, switching facts for fictions and selling it to the masses…fucking them over in the meanwhile…..

    they may have just two messages (“government take over of our healthcare”=fear and “one trillion dollar debt that our kids will pay”=fear) but they repeat them like a buddhist mantra. whether they are true or not it does not matter much.

    it works!

    Dems should take a lesson or two at their academic of cheap populism, a tactical necessity at this point.

  2. Max scrive::

    Dems should take a lesson or two at their academic of cheap populism, a tactical necessity at this point.

    Maybe you’re right. Ma è pericoloso, no?
    Following this line you easily end up “michaelmooring”.

  3. OH YES, IT IS! but the alternative to not playing hardballs is that the republicans win the populist game and next time, with next president, the supreme court becomes even more conservative.

    that would change my America for 20-30 years to come.a disaster.

    they ought to learn playing hardballs.

  4. Il problema è che continuando per questa strada si finisce per non finire più.
    Dopo quanto nel tentare di vincere assomigliando agli altri si diventa troppo come gli altri?
    Ne capisco la necessità, comunque, ma è per questo che fare politica non fa per me.

  5. dopo quanto? quando ci si riduce con solo tattiche e nessuna strategia.

    i democratici hanno statregie ma mancano spesso di tattiche efficaci

    devi vincere il consenso, questo richiede tattiche, ma poi per governare a fare ci vuole una strategia.

    una strategia nei dem la vedo. nel GOP vedo la solita retorica semplicistica di small government tax cuts e do-it-alone foreign policy che gli ultimi 8 anni hanno dimostrato di non funzionare

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