Intanto, da quelle zone lì

  • Ricordate di quando l’esercito israeliano crivellò di colpi la mia bicicletta? Ora, mi segnala Giorgio,  se la sono presa con un Mac.
  • Le donne in Iraq, mi segnala Max, ricominciano a badare alle frivolezze, e questo vuoldire che gli attentati fanno un po’ meno paura.
  • Una delle cose che più mi terrorizza, fa davvero accaponare la pelle, è immaginare di essere vittima di una lapidazione. L’idea stessa di avere il cranio fratturato da pietre mi fa rabbrividire anche ora, mentre lo sto scrivendo. In Somalia, un uomo è stato ucciso a pietrate dalle milizie Hizbul Islam per intercorsi sessuali illeciti.  La foto l’ho caricata qui: non l’ho messa immediatamente visibile perché è davvero truculenta. Ma ogni tanto, io credo, bisogna guardare in faccia l’orrore.

5 Replies to “Intanto, da quelle zone lì”

  1. “Una delle cose che più mi terrorizza, fa davvero accaponare la pelle, è immaginare di essere vittima di una lapidazione. L’idea stessa di avere il cranio fratturato da pietre mi fa rabbrividire anche ora, mentre lo sto scrivendo. In Somalia, un uomo è stato ucciso a pietrate dalle milizie Hizbul Islam per intercorsi sessuali illeciti. La foto l’ho caricata qui: non l’ho messa immediatamente visibile perché è davvero truculenta. Ma ogni tanto, io credo, bisogna guardare in faccia l’orrore.”

    Semplicemente assurdo!

  2. Si.
    L’orrore ti fa rimanere “sveglio”, t’impedisce d’abbassare troppo la guardia presi come siamo dai nostri piccoli problemi quotidiani

  3. 1. Io potrei uccidere se facessero una cosa del genere al mio computer.
    2. non ho molto da dire, mi fa piacere.
    3. Anche io ho lo stesso incubo. Hai visto il video della lapidazione di quella ragazzina di 17 anni che si era convertita all’Islam? Forse l’ho preso dal tuo blog. Terrificante! Non potrò mai dimenticare quelle immagini; ma come dici tu bisogna guardare in faccia l’orrore, per rendersi conto della realtà e anche per essere testimoni di certe barbarie in modo che non vadano dimenticate.

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