17 Replies to “Il male”

  1. eh sì, poveri islamici. magari avessero i mcdonalds, l’adsl, le nike da 200 euro, il t-max da 9000, e potessero andare il sabato a bighellonare dentro i centri commerciali.
    siamo fortunati a stare dalla parte del bene.

  2. johnbuscema scrive::

    potessero andare il sabato a bighellonare dentro i centri commerciali.

    Ti garantisco che quelli che possono farlo già lo fanno: e li ho visti con i miei occhi, si divertono un sacco.
    Perché le libertà che abbiamo sono come Manuel Rui Costa, se ne può dare trascurare l’importanza cardinale solo perché ce l’abbiamo.

  3. Giovanni Fontana scrive::

    Perché le libertà che abbiamo sono come Manuel Rui Costa, se ne può dare trascurare l’importanza cardinale solo perché ce l’abbiamo.

    se si vive in una società in cui il metro di giudizio per valutare il livello di libertà degli individui si basa sul potere di acquisto degli stessi, le definizioni di bene e male andrebbero riconsiderate; anche perché se le priorità di ognuno diventano l’acquisire comodità e benessere materiale si finisce per sviluppare un’esistenza in funzione di esse, e non credo sia il massimo vivere per lavorare.

  4. @ johnbuscema:
    Non so cos’è quello di cui parli: io parlo di avere la scelta fra vivere ed essere uccisi perché la si pensa diversamente, o si esprime una diversa sessualità.
    Di avere la possibilità di vestirsi come uno vuole, anziché essere costretti a coprire ogni centimetro quadrato di pelle.
    Stiamo parlando del concetto stesso di libertà.

  5. con tanto di burka c’è da sperare che, a incontrarle, sbaglino la mira…
    a parte gli scherzi quelle vesti nascondono delle persone estremamente deboli e condizionate fin dalla nascita da un costante lavaggio del cervello. Come ne esci?

  6. Federico Angeloni scrive::

    a parte gli scherzi quelle vesti nascondono delle persone estremamente deboli

    Non so se siano estremamente deboli – delle volte il fondamentalismo dà molta forza cieca – sicuramente sono estremamente vessate dall’ambiente maschilista in cui vivono.Federico Angeloni scrive::

    e condizionate fin dalla nascita da un costante lavaggio del cervello. Come ne esci?

    Beh, bisogna estirpare il lavaggio del cervello.
    La mia ricetta? La solita, trattare tutti i dogmi religiosi (in realtà quelli di moda, perché con Zeus, Thor, o il grande Juju in cima alla montagna, ci comportiamo già così) come con tutti gli altri dogmi del mondo.

    Bisogna disinnescare, delegittimare, la risposta: “perché sento che Dio me lo dice”. Se la ammettiamo in qualunque ambito, per persone – sicuramente meno pericolose – che “sentono” che Dio gli ha detto di non mangiare carne il venerdì, o di non mangiare prosciutto, non c’è modo di non ammetterla per le donne kamikaze.

    Qualunque difesa della persona sarà superata dal “Dio viene prima di tutto”.

  7. tutto questo è la conseguenza di una pulizia etnica che dura da più di cento anni. dove voi vedete semplicemente il male, io vedo (per quanto possa pur essere d’accordo sulle libertà individuali) la resistenza di un popolo alle aggressioni di chi vuole sterminarlo, e secondo me non c’è libertà più importante del diritto alla terra in cui si è nati; e quando si combatte con i sassi contro i fucili bisogna trovare qualcosa che tenga unito un popolo, anche (purtroppo) il lavaggio del cervello(e con questo non vuol dire che giustifico i mezzi, ma bensì il fine). andatevi a vedere le cartine geografiche del medio oriente dal ’47 ad oggi (o semplicemente negli ultimi 10/15 anni) e ditemi se qualcosa è cambiato.

  8. johnbuscema scrive::

    e quando si combatte con i sassi contro i fucili bisogna trovare qualcosa che tenga unito un popolo, anche (purtroppo) il lavaggio del cervello

    Dove sono i monaci tibetani che si fanno esplodere negli autobus pieni di uomini donne e bambini a Pechino e Shangai?

  9. Giovanni Fontana scrive::

    Bisogna disinnescare, delegittimare, la risposta: “perché sento che Dio me lo dice”.

    A parte il fatto che sono d’accordissimo per quanto riguarda i dogmi, quest’estate mi è capitato di parlare con un mussulmano non integralista, non fondamentalista, ma che osservava i riti della religione, quali il ramadan e le preghiere giornaliere. Nonostante la barriera della lingua che ci imponeva l’uso dell’inglese (e si perdevano quindi parole necessarie per esprimere al meglio concetti chiave) non c’era verso di arrivare ad una conclusione nel discorso che abbiamo avuto su Dio. Figurarsi che per lui era più assurdo che fossi ateo piuttosto che se osservassi una qualsiasi religione. Come superare barriere ideologiche così evidenti quando è difficile, se non impossibile, con un mussulmano pacato, se si ha a che fare con un integralista e con una società ancor più radicalizzata? Non è certo in un commento ad un post di una foto (terribilmente simbolica, è vero) che mi propongo di risolvere una delle questioni più difficili della nostra epoca, ma per quanto mi riguarda fa sempre bene sentire pareri, soluzioni (valide o assurde) o semplicemente punti di vista di altre persone. Se, invece che di dialogare coi fucili, si usasse la voce, risolveremmo un sacco di problemi. Ed è significativo che una cosa così semplice sia così poco comunemente condivisa.

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