Che gusto c’è? – Burkina Faso quattro

Carlo è un collega che conosco da poco più d’un mese, però – da lì – abbiamo lavorato a stretto contatto ogni giorno, quindi abbiamo un po’ fatto squadra, e se riusciamo a combinare qualcosa assieme, vediamo di farlo.

In questi frenetici giorni di lavori non avevamo mai trovato il tempo di prenderci un paio d’ore per esplorare Ouagadougou: così, approfittando di un ufficio chiuso alle 12.30 a cui ci avevano detto di ritornare alle 15.00 (poi alle 15 ci hanno detto di tornare alle 17.30 e alle 17.30 ci hanno detto di ritornare alle 19.50) abbiamo preso Ouattarà, colui che insieme ad altri due burkinabé ci scorrazza dalla casa agli alberghi varî, e gli abbiamo chiesto che ci portasse in qualche posto meno turistico per fare un giro. Poi siamo andati con lui a mangiare in un locale ben spartano, e ci siamo messi a chiacchierare.

La cosa che mi ha davvero sconvolto è che lui non avesse idea di cosa noi stessimo facendo lì, cioè sì, sicuramente era qualcosa di umanitario, ma non aveva capito riguardasse le mutilazioni genitali femminili. Dopo aver preso un po’ di confidenza – e non ci è voluto molto, forse perché Carlo e io siamo i più giovani – abbiamo chiesto a lui quale sia il suo parere sulla pratica, cercando di trovare il modo per il quale si sentisse meno pressato possibile a dirne male: la sua risposta è stata, oltre che apprezzata, molto genuina «beh, se fai l’amore con una donna e lei sta male, che gusto c’è?».

Per il resto abbiamo parlato della situazione del paese, lui dice che Compaoré non è così male mentre le persone di cui si è contornato sono terribili. Che qui, comunque, c’è sufficiente libertà – effettivamente l’altro giorno ho comprato, per il tipo qui, una sorta di “Manifesto” locale con in prima pagina Sankarà – ma che, ovviamente, il problema è la mancanza d’istruzione, sopratutto nei villaggi.

Lui ci ha detto di essere mussulmano, ma “chissenefrega”, che era un modo per dire che una birra l’avrebbe bevuta «avec plaisir».
Ci siamo fatti anche una foto:

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4 Replies to “Che gusto c’è? – Burkina Faso quattro”

  1. ma che bellini! * !
    (che gusto c’é, carino, fosse semplice così, se non fosse che il desiderio femminile é sempre stato -conscio o meno?- un grande problema da limitare e/o eliminare se possibile per un sacco di gente)

  2. “Lui ci ha detto di essere mussulmano, ma “chissenefrega”, che era un modo per dire che una birra l’avrebbe bevuta «avec plaisir».”

    Già, magari tutti i mussulmani la pensassero come lui…

    @ farfintadiesseresani:

    Sei vivo? Super impegnato?

    @ Giovanni Fontana:

    Ho capito che era una maglia strana, ma era indecifrabile per me

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