Nonostante questo Mousavi mi ispira meno e purtroppo anche la moglie… . Ho letto cose su di loro e… insomma, si riconoscono comunque nel contesto della Repubblica islamica: anche con Mousavi Primo Ministro sono stati incarcerati ed eliminati un sacco di dissidenti, ha comprato materiale atomico dal Pakistan, anche per lui e la moglie Israele ed USA restano eterni nemici dell’Iran. La moglie ha una visione “femminista” del velo, oltre a considerarlo “la più grande conquista per le donne nella Repubblica islamica” e soprattutto anche Zahra Rahnavard sostiene che le donne musulmane sono “le più libere del mondo” ANCHE IN IRAN: dice che lì “pensano a Dio” e non sono schiave dei cosmetici come negli USA… .
Però a modo suo lei è di sicuro un personaggio interessante e ho letto che ha partecipato alla campagna “Un milione di firme” per cambiare le leggi iraniane misogine (e credo che lì ci sia parecchio da lavorare!). Per questa campagna sono finiti in galera molti tra attiviste per i diritti delle donne e dissidenti.
ahah
ma poi l’arcobaleno non sarebbe il simbolo del movimento gay?
😉
Le donne o la donna (sua moglie)?
Nonostante questo Mousavi mi ispira meno e purtroppo anche la moglie… . Ho letto cose su di loro e… insomma, si riconoscono comunque nel contesto della Repubblica islamica: anche con Mousavi Primo Ministro sono stati incarcerati ed eliminati un sacco di dissidenti, ha comprato materiale atomico dal Pakistan, anche per lui e la moglie Israele ed USA restano eterni nemici dell’Iran. La moglie ha una visione “femminista” del velo, oltre a considerarlo “la più grande conquista per le donne nella Repubblica islamica” e soprattutto anche Zahra Rahnavard sostiene che le donne musulmane sono “le più libere del mondo” ANCHE IN IRAN: dice che lì “pensano a Dio” e non sono schiave dei cosmetici come negli USA… .
Però a modo suo lei è di sicuro un personaggio interessante e ho letto che ha partecipato alla campagna “Un milione di firme” per cambiare le leggi iraniane misogine (e credo che lì ci sia parecchio da lavorare!). Per questa campagna sono finiti in galera molti tra attiviste per i diritti delle donne e dissidenti.