Oggi a Teheran

Oggi è un giorno importante, per ciò che sta succedendo in Iran: proprio mentre pubblico questo post, alle 16 a Teheran (le 13.30 in Italia) ci sarà una manifestazione organizzata dai due candidati d’opposizione ad Ahmadinejad, Moussavi e Karrubi. In realtà sarebbe la convergenza di tre manifestazioni, di cui una sembra essere stata annullata e poi riconvocata.

(edit: Karrubi ha annunciato che non parteciperà alla manifestazione perché non autorizzata dalle autorità)

Ieri Khamenei, che è il capo dei capi, ha detto che le manifestazioni devono terminare. E ha usato parole sibilline a proposito della violenza fomentata dai manifestanti. Ha confermato la vittoria di Ahmadinejad, definendola un segno di Dio e non ha fatto passi di conciliazione verso i protestatarî, se non una timidissima apertura per un riconteggio – che, comunque, non modificherebbe la probabile contraffazione delle schede.
Il Consiglio dei Guardiani ha convocato i tre candidati sconfitti, i due citati sopra e Rezai, che diserteranno l’incontro.

Tutte queste informazioni sono trapelate via internet, perché i media occidentali sono stati rinchiusi negli alberghi fino alla scadenza del visto, anche se qualcuno continua a girare illegalmente. Ma il grosso delle informazioni lo fa internet: la copertura degli sms è tornata attiva dopo una settimana. Le indicazioni che si leggono sul web supplicano di riprendere le manifestazioni di oggi, specie qualunque tipo di violenza da parte delle milizie, con i propri telefonini, poi inviare il video e gettare la SIM: con essa si può essere intercettati.

Può succedere di tutto, anche perché sembra che il regime non abbia le idee molto chiare: potrebbe venire fuori qualcosa d’imprevisto, o potrebbe risultare in un massacro da parte della Guardia Rivoluzionaria, e delle milizie Basij, le cui unità – si dice – sono state richiamate dalle campagne.
Il fatto è che non è per niente detto che un bagno di sangue convenga al governo, l’augurio è che – se non, difficilmente, per bontà d’animo – almeno Ahmadinejad e Khamenei facciano questo ragionamento di convenienza.

Oppure potrebbe succedere assolutamente nulla, chi vivrà vedrà: speriamo siano in tanti a vivere, speriamo in tanti a vedere.

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