“Femministe contro la pubblicità”

L’Italia non sarà un paese civile quando uno sporco negro sarà un negro che non si lava – non solo – ma quando chi fa cose come queste, magari con slogan più decenti, non sarà e non sarà chiamato “femminista”.

Insomma: loro sono pazze, ma lo slogan è disgustoso.

8 Replies to ““Femministe contro la pubblicità””

  1. ma l’hai visto il documentario, che sta avendo un gran successo, chiamato “Il corpo delle donne”!??!
    Nel blog relativo vengono analizzati frame per frame i metodi utilizzati dalla tv per reificare il corpo femminile
    http://www.ilcorpodelledonne.blogspot.com/

    se clicchi il banner sulla dx si apre il documentario, che dura circa 20 minuti

  2. La manifestazione dimostra che ci sono molte donne che il venerdì pomeriggio non lavorano e se ne vanno beatamente a Termini a fare le sufragette contro le pubblicità di cattivo gusto. Come se domani prendessi un giorno di ferie per andare a protestare contro questa: http://www.youtube.com/watch?v=zunVvTnS2S4 , proprio una bella mossa.

    aar ha scritto:

    metodi utilizzati dalla tv per reificare il corpo femminile

    Come se le veline non venissero STRAPAGATE e non fossero MOLTO ORGOGLIOSE di essere veline. Nessuno le obbliga a fare le mignotte, le donne vittime di un sistema maschilista sono quelle che con 10 munti di sesso orale tirano su 50 euro e non quelle in mutande che guadagnano 10 mila euro ogni puntata di striscia (o una poltrona da qualche parte).
    Mettiamo anche al bando il proverbio SULLA TRAZIONE DI UN CARRO DI BUOI? Quindi anche la pubblicità di Rocco Siffredi delle PATATINE offende le donne perché si “gioca sul concetto VAGINA”? Sulla vagina non si scherza!
    Quindi si può ironizzare sul Papa pedofilo, su Berlusconi pedofilo, si possono fare vignette satiriche sul dio dell’Islam E NON SI PUò IRONIZZARE SULLE TETET??

  3. @ chiara:
    Cara chiara,
    la tua risposta non contraddice quanto ho scritto: la reificazione, meccanismo generale, non impedisce che chi ne sia oggetto, il singolo
    individuo, possa esserne orgoglioso..voglio dire, anche chi evade le tasse o, restando nei comportamenti non penalmente rilevanti, chi dice che gli stranieri son tutti ladri è orgoglioso di sé..
    E d’altronde nessuno sta dicendo che la donna sia la povera vittima dell’uomo, guardati il documentario. La responsabilità è sempre INDIVIDUALE. Certo, rompere un circolo vizioso insito nel sistema è difficile, ma questo non toglie che non sia un’alternativa viabile. La
    donna si rende oggetto per avere successo in maniera relativamente poco impegnativa, persino quelle che possono esibire una certa professionalità spesso si nascondono dietro maschere deformi di un’estetica che pare imperante. La donna decide di abdicare al proprio
    vero volto. Il documentario lo dice molto meglio di quanto possa fare io, e stai sicura che nessuno vuole scadere nell’integralismo opposto,
    quello che vuole bandire ogni richiamo estetico femminile. Non è questo il punto, suvvia un pò di obiettività.
    L’unica obiezione prospettabile, semmai, è che la tv sia un prodotto come un altro, privo di valore etico- formativo, e dunque possa mostrare qualsiasi tipo di programma che risponda alle esigenze più basse del popolo, in un circolo vizioso per cui non si sa più quale sia la causa e quale l’effetto.

    La seconda cosa che scrivi non so da dove tu l’abbia evinta, onestamente. Che sulla vagina non si possa scherzare non è mai stato asserito. Qui si tratta di ben altro. Un conto è scherzare sulla vagina o fare satira, un conto è veicolare un messaggio uniformante e degradante ventiquattr’ore su ventiquattro in un modo che non è affatto scherzoso-satirico…insomma,per dirla con parole tue, come se ogni santa volta che si parlasse del Papa o di Berlusconi,o meglio, una stragrande maggioranza delle volte che si presentassero i due, li si dipingesse
    come pedofili. E’ben diverso dal normale scherzare, non ti pare?

  4. @ aar.
    Forse da quanto ho detto prima non si evinceva il concetto base del mio pensiero: io non vedo vizio in questo circolo.
    La televisione (il mondo che comunica per immagini visive in genere) è pieno di uomini e donne di bell’aspetto, mi sorprenderei se il mondo dell’ingegneria meccanica avesse queste caratteristiche. Cioè: se necessito di un pensiero superficiale accendo la tv, se ho bisogno di un idraulico chiamo il signor Michele, ad ognuno dei due servizi richiedo caratteristiche differenti.
    Chiedere al mondo delle immagini colorate in movimento di essere portatore di buoni esempi (e poi bisognerebbe decidere quali siano gli esempi BUONI) è come chiedere al signor Michele di venire in perizoma a cambiarmi la caldaia, che senso ha?
    Lo dice quel documentario, il 60% dei telespettatori sono donne, oh, si vede che quel 60% gradisce, altrimenti farebbe come quel 10% di scarto, di sesso maschile, che in quel momento non è davanti la tv perché non gradisce.
    Se il messaggio negativo è che quel 60% di donne, guarda, gradisce, e si immedesima nella valletta perenne di un uomo in giacca e cravatta, non si spiegherebbe come mai il numero di donne iscritte a praticamente tutte le facoltà italiane sia di gran lunga superiore a quello degli uomini. Dopo lezione, tornano a casa a vedere Uomini e Donne, ma questo è affar loro.

    “La donna si rende oggetto per avere successo in maniera relativamente poco impegnativa”, si ma lo fa in maniera conscia, lautamente retribuita, legale, e soprattutto lo fa per accedere a carriere “poco impegnative” (eccezione fatta per la Carfagna ecc.).

    “restando nei comportamenti non penalmente rilevanti”, il mercimonio del proprio corpo è questione morale non legale, ma delle questioni morali non c’è già abbastanza gente che tenta di avere il primato?
    A chi nuoce la visione di quel bel giovane in mutande testimonial di D&G, o la tipa di Intimissimi che si struscia ad un muro? Se i tronisti e le veline fossero tutti a dirigere la mia banca mi preoccuperei, ma se lavorano al soldo di chi desidera vederli seminudi non mi rileva, lo facessero, buon per loro che guadagnano e per chi ha richiesto il servizio e ne rimane soddisfatto. Mi auguro solo che paghino l’ IMPS, visto che non guadagneranno per sempre a mezzo della loro giovinezza, e alla pensione arriveranno con più fatica del mio idraulico.

    “Un conto è scherzare sulla vagina o fare satira, un conto è veicolare un messaggio uniformante e degradante ventiquattr’ore su ventiquattro”
    Beh, questo prevederebbe che ogni qual volta si nomini una donna (visto che le donne sono il circa 60% della popolazione mondiale immagino che nei discorsi di ogni giorno, di qualunque essere umano, si faccia riferimento a donne assai di frequente) si facciano riferimenti sessisti, superficiali e degradanti sul loro sedere, ma questo comportamento fuori dal mondo della tv non mi pare che sia così diffuso. Il caso specifico della pubblicità manda un messaggio ironico (si, concordo, di cattivo gusto) e mostra delle donne in mutande, ma un messaggio visivo e di rapida assimilazione, deve prevedere cose attrattive e gradevoli all’occhio, è un dato di fatto che le cose belle e il sesso ( che è cosa considerata “divertente” dal mondo intero) attirino attirano l’ attenzione . Io davvero non vedo la pericolosità di questo sistema, perdonami.
    Sarà anche che trovo comunque molto meno pericoloso un mondo di donne che di loro sponte si vestono e si svestono come gli pare, piuttosto che un mondo di donne coattamente vestite.

  5. @ chiara:
    Incredibilmente dici un sacco di cose su cui sono d’accordo, anche se c’è sempre quel’alone gesuccristiano per cui fare sesso è marchiante.

    Il punto è che in una società civile il fatto che loro abbiano tante poppe, non dovrebbe essere un motivo per andare in crociera. Fare leva su questa degenerazione della società è da censurare.

    Mettiamo anche al bando il proverbio SULLA TRAZIONE DI UN CARRO DI BUOI?

    Ma guarda che lo facciamo, lo facciamo già. Non con delle leggi, ma con il credito sociale: una persona che dica una cretinata del genere, perde molta della mia considerazione. Bisognerebbe che anche chi fa quelle pubblicità, sia screditato. Che la gente non vada in quelle crociere. Come fare sì che questo accada? Magari anche con azioni simili.

    E visto che so che su queste cose rosichi un sacco: questo
    chiara ha scritto:

    di loro sponte

    non è italiano.

  6. Giovanni Fontana ha scritto:

    @ chiara:
    anche se c’è sempre quel’alone gesuccristiano per cui fare sesso è marchiante.

    Ma questo alone lo vedi perché ti sta venendo la cataratta giovanile? No Giovanni, io penso esattamente il contrario, il sesso nobilita, come tutte le cose che fanno spendere del buon tempo.
    Ripeto, trovo quello slogan pubblicitario di cattivo gusto come trovo di cattivo gusto questi:
    http://news.ninemsn.com.au/img/2007/entertainment/1112_beckham_sp_lg.jpg
    http://3.bp.blogspot.com/_-v1DtFOFPtU/SAtXNknrR-I/AAAAAAAAEo8/r1VxgjKul4M/s1600/dg06.jpg

    Il mondo pubblicitario e televisivo sia pieno di riferimenti al sesso e ad i corpi oggetto. Ma non penso questo pregiudichi il buon senso dei fruitori di tali messaggi pubblicitari.

    “ROSICHI un sacco”
    Affondata.

  7. Belle gioie,voi siete le prime che per ottenere una pienà indipendeza…limitereste quella altrui,cioè dell’altro sesso!
    Siete come quelli e quelle che vanno in giro a gridare ” PACE PACE PACE ” ma in realtà farebbero fritto su una sedia qualunque uomo che a loro giudizio ne limiterebbe la propia libertà!o quasi!

    ……..il vero nemico dell’essere umano è la propia natura! non il sesso maschile della nostra stessa razza.

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