Lo spirito di Roma

Quando dico che in Palestina mi manca lo spirito di Roma, ovviamente mi chiedono cosa sia questo spirito, non so mai bene come spiegarlo, allora racconto il solito episodio: scatta il verde al semaforo, ma la prima macchina in fila vede alla guida una ragazza intenta a truccarsi; caso vuole che il mezzo dietro di lei sia un camion, con tanto di camionista d’ordinanza. Il quale non fa nessuna delle due reazioni che uno s’aspetterebbe, quello educato che aspetta pazientemente, e quell’altro – più comune – che si attacca al clacson, incazzoso. No, lui si sporge col gomito dal finestrino e – rivolgendosi alla pilotessa della macchina davanti – in tono bonario fa: «a regazzi’, piuvverde deccosì nun ce diventa».

Ecco da oggi, grazie ad Alessandro Gilioli, di episodî ne ho un altro:

Oggi, sull’autobus 714, durante un alterco tra passeggeri imbottigliati, a un certo punto uno dei litiganti se n’è uscito con la più classica delle frasi, quella che credevamo ormai confinata alle commedie degli anni ’60: «Lei non sa chi sono io!» – ripetuta oltre tutto almeno tre volte.

Ad alterco consumato, il litigante in questione – un cinquantenne onusto di sdegno – se la prendeva anche con il conducente del suddetto 714, gridandogli: «Basta, me ne vado, mi faccia uscire di qui!».

Al che il dipendente dell’Atac – incuriosito dagli eventi – ha frenato e si è voltato pacato verso i passeggeri: «Io je apro, dottò, però adesso ce dice chi cazzo è lei».

5 Replies to “Lo spirito di Roma”

  1. Scena accaduta di fronte a una mia amica: una macchina si ferma in mezzo alla strada, il tizio nella macchina dietro si attacca immediatamente al clacson. Quello della macchina avanti si affaccia e fa: “A’ bello, se me fai ripartì la macchina, io t’areggo er clacson!”

  2. leggevo anche io su giglioli, e ho subito pensato che era uno di quelli episodi che ti piacevano. mi mancano un sacco i miei vaffanculo reiterati mentre sono in bici a roma, qua sono tutti cosi’ noiosamente educati. qualcuno si scusa addirittura quando ha torto.

  3. ed io che mi ero scordata questa cosa!
    tra l’altro mentre leggevo questo post la sedia da due soldi dell’ikea si è rotta, sono caduta ma la sigaretta che fumavo è arrivata a terra prima di me e mi ha bruciato una chiappa.
    prevedibile il commento di mia madre” ecco, fedi che defi smètere de fumaaare!”

  4. sempre sull’autobus, te l’ho già raccontata.
    l’autista risponde con il vivavoce e tutti noi passeggeri sentiamo una voce del nord italia: “Francesca?”(ok, Francesca me lo sto inventando io, non ricordo il nome)
    l’autista risponde” No, non c’è nessuna Francesca qui”.
    é evidente che ha sbagliato numero.
    il telefono risuona due secondi e sentiamo la stessa voce”Francesca?”
    autista: aridaje, noooooo
    polentone: Ma si puo sapere tu chi cazzo sei?
    e dov’è andata Francesca?(urlando)
    autista: è finita.
    nun te vole più.
    sta con me adesso, fattene ‘na raggione.
    il polentone riprende con gli insulti, l’autista gli attacca il telefono in faccia e si prende l’applauso dei passegeri divertiti.

Leave a Reply to giovanna, la pilotessa Cancel reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *