Saremo mica noi, quelli razzisti?

Io l’ho pensato fin dall’inizio che la “questione razziale”, intesa come americani che non voterebbero Obama perché nero, è tanto sopravvalutata. Ammesso che ci siano persone, in America, che odiano i negri – e quante sarebbero? il 3%? il 5%? esageriamo, il 15%?- quanti di quelli voterebbero, bianco o nero, un candidato democratico?

Mi sembra invece il tipico argomento per dire “lo sapevo io”, se andrà male a Obama. Ho sentito più d’uno dire, dirmi «sì, anche io penso che Obama vincerà, però non siatene così sicuri, perché c’è un fatto che non considerate: è di colore»
Ora, a parte che io non dico di colore perché non mi faccio rubare le parole dai razzisti, ma chi è “così” sicuro? È un’elezione, mica un plebiscito. Ma se Obama perderà, come possibile, sarà per molte e più complesse ragione che non quelle del colore della pelle.

Insomma, lo scrivo altrimenti sembra che anch’io voglia millantare un vaticinio catastrofico con i miei due o tre amici obamiani: il fatto che Obama sia nero, semmai, è un vantaggio.

Io l’ho pensato fin dall’inizio, per fortuna lo vedo scritto da qualcun altro:

The usual objection here is that Mr Obama would be doing much better if there weren’t so many racists in America. That, in his own words, too many Americans have been prodded into worrying that he “doesn’t look like all those other presidents on the dollar bills”.

I’ve been through this argument before. The main problem with it is that it has the question about Mr Obama’s race almost precisely the wrong way round. In fact his skin colour has assisted, not hindered, Mr Obama in making the case that he represents change.

Gerard Barker, Time.

9 Replies to “Saremo mica noi, quelli razzisti?”

  1. ma allora si dovrebbe fare un discorso simile per la Palin. dice l’hanno presa per prendere il voto degli ultraconservatori. e perché, sennò quelli avrebbero votato democratico?

  2. Tra gli evangelici e tutti quelli religiosamente più fomentati ci sono un mare di persone che tradizionalmente non votano. Tant’è che è abbastanza conclamato che Bush vinse le ultime elezioni grazie all’aver riportato al voto in massa l’ultradestra e le comunità religiose più chiuse che solitamente non votano. Cosi come è conclamato che alle ultime elezioni di midterm questi siano rimasti a casa, avendo ormai voltato le spalle a Bush (e spianando la strada alla vittoria dei democratici). Il problema di McCain è che è sempre stato troppo indipendente e di centro per i gusti di questi fanatici, e questo è uno dei motivi per cui Sarah Palin è stata scelta come vice e nell’ultimo dibattito McCain è sembrato più aggressivo e incazzato che mai: non voleva convincere gli indecisi di centro, voleva convincere gli indecisi di destra (non ho il tempo di mettere link, ma sono quasi tutte cose piuttosto condivise da commentatori e analisti vari). Con l’Obama-mania che dilaga e un candidato repubblicano percepito come molle e laico sui temi religiosi, tantissimi bigotti sarebbero rimasti a casa. La Palin è servita a invertire la tendenza.

    Poi possiamo parlare del fatto che la Palin ha fatto guadagnare elettori da una parte e ne ha fatti perdere dall’altra: ovviamente sì.

  3. A proposito del fatto che non possiamo fregarcene di quanto succede agli altri ecco une bella poesia di Brecht che amo molto e mi sembra appropriata

    Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

    e fui contento, perché rubacchiavano.

    Poi vennero a prendere gli ebrei

    e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

    Poi vennero a prendere gli omosessuali,

    e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

    Poi vennero a prendere i comunisti,

    e io non dissi niente, perché non ero comunista.

    Un giorno vennero a prendere me,

    e non c’era rimasto nessuno a protestare.

  4. serena scrive::

    @ Giovanni Fontana:
    Si lo so, ma Brecht l’ha riadattata e mi sembra molto attuale

    Sono d’accordo che il significato sia attuale, piuttosto eterno, comunque Brecht non ci ha mai messo le mani.

    Qui http://i105.photobucket.com/albums/m227/philotto/Spigolature/WirksamwieeinVolkslied.jpg
    c’è un articolo (in tedesco) del Bertold Brecht Archiv, addirittura del 1987, che chiarisce l’equivoco.

    Qui http://blog.webnews.it/29/05/2008/parole-virali-come-un-video-di-youtube/
    c’è una ricerca lunghetta al riguardo, di uno che ha anche scritto alla fondazione, ricevendone risposta, e in cui spiega perché Brecht non ha nulla a che fare con il testo.

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