Sabato 2 agosto / mattina

Come nuvole – Diario dalla Palestina 25

Ieri abbiamo letto la favola della cicala e la formica, poi abbiamo chiesto cosa pensassero della formica, cosa pensassero della cicala, e cosa pensassero del narratore, di de la Fontaine: lui per chi parteggiava? Tutti hanno evidenziato che effettivamente il narratore era dalla parte della formica, ma c’erano molti dubbi su cosa pensare del resto.

Poi ho letto loro, traducendolo dall’italiano all’inglese, e poi in arabo attraverso Ahlam, la lettera di Gianni Rodari Alla formica che fa:
Chiedo scusa alla favola antica
se non sto dalla parte della formica
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende, regala

Poi, allora, abbiamo chiesto loro di raccontare una storia breve, cosa sarebbe successo nell’inverno secondo Rodari, prima di leggere la vera versione: abbiamo spiegato loro che il titolo era “rivoluzione”. È sintomatico dell’ambiente in cui si trovano a vivere, che alcuni non sapessero cosa significa rivoluzione, che lo considerassero un sinonimo di guerra.

Sono venute fuori delle versioni carine, Mariana ha detto che la cicala se l’era cavata nell’inverno grazie all’elemosine raccolte in una scatola durante l’estate, e che anzi aveva offerto riparo alla povera formica che aveva finito le provviste, e che ciò era servito a quest’ultimo da lezione. Sawsan, ancor meglio, ha raccontato che la formica e la cicala avevano redatto e firmato un contratto per cui la cicala avrebbe allietato le giornate della formica, la quale in cambio avrebbe spartito con lei le provviste. Ahlam ha commentato che quest’ultima era una conclusione molto mediorientale.

Questa invece la Rivoluzione di Rodari:
Ho visto una formica
in un giorno freddo e triste
donare alla cicala
metà delle sue provviste.

Tutto cambia: le nuvole,
le favole, le persone…..
La formica si fa generosa…..
E’ una rivoluzione.

Tutto cambia, speriamo.

One Reply to “Sabato 2 agosto / mattina”

  1. la formica non è meglio o peggio della cicala, la cicala non è maglio o peggio della formica; vivono la loro vita secondo ciò che sono, niente di più niente di meno.

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