Venerdì 15 agosto / mattina

5290 – Diario dalla Palestina  36

L’altro ieri ho edotto mia sorella su di una mia novella considerazione: questo è il momento in cui siamo più lontani nella nostra vita. Io sono stato in America due volte, una quando non era nata, e una con lei. Il secondo posto più lontano era appunto Israele e Palestina, ma ora che lei è in Islanda la nostra distanza si è allungata di molto. Quindi non siamo mai stati così lontani in vita nostra. L’indomani lei mi ha mandato questa foto:

Sì, anche io ci ho messo un po’ per capire che Ròm è Roma.

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Mercoledì 6 agosto

Andando alla deriva –  Diario dalla Palestina 30

Una raccolta di foto dei giochi fatti in questo periodo:

  • Non sapevano giocare a murino, gliel’ho insegnato. Però non c’è nulla da fare col pallone fra i piedi gli italiani so’ sempre i mejo. Qui spiego le regole:

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  • Il gioco dei marinai:

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  • Mosca cieca:

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  • Quando si gioca a mosca cieca, io sono sempre l’addetto al bendaggio; dicono sia bravissimo, né troppo largo, né troppo stretto – dovrei farlo da grande:

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  • Sempre mosca cieca, sembra la fuga di Mariana da Serena, ma se vi ricordate la dinamica del gioco, è l’opposto:

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  • Come avrete visto nella altre foto sono arrivati altri due volontari – Angela e Davide – che staranno con noi per due settimane, con loro avrò modo di fare anche un po’ di turismo – qui ognuno di noi con un bigliettino con il proprio nome (io Paco) per fare sì che Davide li memorizzasse prima, poi c’è stato il momento del test, e Davide (qui di spalle) li ha azzeccati tutti:

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  • Qui faccio l’anfitrione per un gruppo venuto a visitare la nostra associazione:

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  • Questa invece la foto di gruppo, la mia posizione è data dal tuffo plastico che mi ha portato ad entrare nella foto. Del cui atterraggio vedete il divertimento e il terrore sul volto di Tina, Ghaida e Reem:

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  • Qui sembra che faccia rap, invece è la spiegazione di un gioco inventato sul momento e che Angela mi ha spiegato esistere e chiamarsi palla a 7 (ehi, no, non fate i furbini, no è schiacciasette, quella è altra cosa):

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  • Confidate, anche se ora la palla è ai nostri acerrimi nemici, la stiamo per riconquistare:

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  • Alla fine m’hanno detto che non ci si può giocare, la mia squadra vince sempre …sono troppo alto:

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Poi ci sono i due giochi che sono piaciuti di più, ma quelli hanno bisogno di un capitolo a parte, e tutto per loro, perché necessitano di sofisticate spiegazioni: la corsa a ostacoli…e soprattutto la caccia al tesoro 2.0.

Sabato 2 agosto / sera

Solo qui (cit) – Diario dalla Palestina 26

Uno di quei bei post incoerenti che tanto garbano alla diciottenne sorella.

Ho visto il mio primo poligamo dichiarato in vita mia. Dici, ne senti parlare, spesso si argomenta, ma effettivamente – ci ho pensato – non ne avevo mai visto uno, di uomini sposati con più di una donna. E invece capita anche questo, in Palestina.

***

Cingolati: ecco un’altra cosa che non avevo mai visto, sulla strada vicino al centro si vedono i segni dei carri armati israeliani, perché quella è la strada che usa(va)no nelle incursioni, sono segni belli tosti: ai buchi delle pallottole, che effettivamente dovrebbero suscitare più angoscia, ci si è più abituati, i segni dei cingoli – invece – fanno un certo effetto.

Volevo far la foto, ma non vengono bene.

***

Un’altra cosa che mi ha stupito, ricordo di essermi stupito – quasi scioccato – quando ho saputo che fino a qualche tempo fa sulla carta d’identità israeliana c’era scritto “ebreo” per gli ebrei. Certo, non è che non lo sanno se sei mussulmano, arabo, basterebbe anche il nome, ma il fatto di avercelo scritto sulla carta d’identità ha un connotato simbolico molto forte. Menomale che non c’è più.

Invece in Palestina c’è. L’ho scoperto oggi. Si diceva che, appunto, la religione è un fatto identitario e – appunto – per nulla personale, per nulla religioso? Ecco, non solo se nasci cristiano sei cristiano, non solo è un fatto d’identità, ma ce l’hai scritto sulla carta d’identità, cristiano o mussulmano. Effettivamente di conversioni non ne ho mai sentito parlare. «Hai mai provato a dire che sei ateo?» mi ha chiesto un amico franco-indiano-palestinese «non ti crederebbero, sei italiano, quindi sei cristiano. E basta.»

***

Infine due foto, un po’ particolari – anche queste solo in Palestina.

Un bambino palestinese con il cappello dell’esercito israeliano:

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E un passo carrabile un po’ particolare:

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Mercoledì 30 Luglio / sera

Treffoto – Diario dalla Palestina 22

In tutti gli incastri e i subbugli di cose, ci sono tre foto che mi erano rimaste accantonate e che però mi piacevano, un draft in tutti i sensi (che non la capirà nessuno) – vale la pena d’ingrandirle tutte, basta un click.

Il più classico dei giochi, dopo il gioco delle sedie (fatto anche quello), qui non lo conoscono: ebbene a mosca cieca si divertono un casino, e ridono tutti ma io ho veramente un’espressione da serial-killer:
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La moschea di Omar, quella che si affaccia sulla Piazza della Mangiatoia, che è anche il centro di Betlemme, oltre che la piazza della chiesa della natività, è controllata da Hamas. A parte le preghiere urlate dagli altoparlanti alle 4 di mattina c’è da registrare la chiusura al traffico della piazza, con l’esclusione del venerdì (per permettere ai fedeli mussulmani di andare alla moschea) e la domenica (per i cristiani che vanno alla chiesa). Dice, e questa foto che sembra un marciapiede di Milano dove allestiscono le moschee negli scantinati? Questi qui sono i Salafiti, sembra che a loro la direzione di Hamas proprio non vada giù – troppo moderati quelli lì – e allora si riuniscono in un vicoletto dietro la moschea, per farsi il loro rito più duro e puro:
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Avevo detto dei tanti foglietti che spargo scrivo e cospargo, questa è la mia scrivania così com’è normalmente, senza che io abbia rassettata in alcun modo per favor di telecamera (vabbè dài, un po’ sì):
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Reperto A: Primo foglietto della caccia al tesoro di domani: non c’erano tutti, quindi mi hanno chiesto di rifarla, ovviamente meglio.
Reperto B: Forbici, servono per lavorare domani – la fine della caccia al tesoro!
Reperto C: Una lettera!
Reperto D: Giochini.
Reperto E: Disegno di un capitolo di un romanzo che stiamo leggendo, ogni capitolo un disegno, e poi ognuno farà il proprio film.
Reperto F: Schede per la lezione d’italiano di sabato, visto che c’è un negoziante di souvenir che vuole imparare l’italiano, ed è tanto carino, gli ho già fatto un cartello da attaccare fuori al negozio per attirare i turisti italiani, insomma l’ho tirato fuori prima e gli sto facendo un corso intensivo: è bravo!
Reperto G: Serve per fare gli aeroplanini di carta domani…
Reperto H: La guerra del calcio, un libro che Gianluca penserebbe di voler leggere.
Reperto I: Le foto di Reem da bambina, hanno visto delle mie foto da bambino e allora hanno portato le loro.
Reperto L: Prove di stampa. C’è sempre, ovunque, una stampante da mettere in funzione.
Reperti M: Foglietti, foglietti e ancora foglietti!
Reperto N: Ho scoperto il salvifico utilizzo della spillatrice!
Reperto O: la tastiera con cui sto scrivendo…

Martedì 29 luglio / sera

Zeituna! – Diario dalla Palestina 20

La domenica in piscina, Zeituna, che mi ha causato tante bruciature e una stanchezza incredibile, dalle 9 alle 18 in piscina: quando sono arrivato a casa sono crollato a letto, cadavere.

Andando, sull’autobus: in primo piano Mohammad, Yazan (in braccio a me), e Hamza: andando.JPG

Appena arrivati, Tina e Nasri corrono a vedere l’acqua insieme al fratellino:correndo.JPG

In acqua, io sono appena uscito (rientrerò almeno 7 volte): ci sono Mariana (che non è Marina) e Reem; le due ‘vestite’ sono Asmaa e Sawsan che sono anche le due che portano il velo. È vero che se ne fregano abbastanza, e si toglievano il velo davanti a tutti prima di mettersi la cuffia, come propaggine di esso. Qualcuno sostiene sia una questione di pudore, come per noi le mutande: non mi convince molto, mi sembra piuttosto una cosa culturale e identitaria. E barbara.
Avrò occasione di riparlarne.
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L’altra Reem con Nuur, che è la sorellina di Mohab, Rowan e Mohammad, oltre a essere il nome di una telenovela che qui altro che Beautiful, tutte le ragazzine appena hanno un attimo cercano foto su internet, e se stai cinque giorni in Palestina non ti può capitare di non sentirla nominare:
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Rowan e Reem stanche di stare nell’acqua, sono alle corde:
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Durante la pausa pranzo, lì se ne fregano tutti – come è stato per me da bambino – della digestione, e entrano in acqua quando pare a loro: anche mezz’ora dopo aver mangiato. Qui, appena dopo il pranzo la partita di pallone scalzi, la metà dei ragazzino sono dei nostri, l’altra metà sono raccatati lì:
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Visto che eravamo metà e metà perché non fare noi contro loro? Ecco il facimento delle squadre:
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Primo piano di Nuur, qui è in braccio a me mentre mangia una cosa buonissima fatta di noccioline e patatine: ma no, non quella che pensate voi, no no, una ancora più buona:
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Marina e Nikola:
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Rowan e Reem agli scivoli:
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Rowan e Mohammed coraggiosamente si aggrappano a me, spiengendosi fino a dove non toccano:
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Nuur, me la sono portata in giro per tutta la piscina, poi siamo usciti e le ho fatto sentire Mozart, e lei faceva così col dito, come direttore d’orchestra, e andava a tempo – sembrava leggere la musica nel firmamento, come quei due zingari. Poi mi ha indicato l’acqua con quel ditino, e ci siamo rituffati:
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Infine la foto di gruppo, a parte qualche ragazzino snob che non si merita di essere nella foto!
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Venerdì 25 luglio / mattina

La caccia al tesoro – Diario dalla Palestina 15

Foto movimentata… appena trovato il secondo bigliettino: era nel tappeto..
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Intorno al computer, ma ben lontani dal trovare il quinto…2-computer.JPG

Pensavo di essere stato più furbo di loro, e invece l’hanno trovato subito, legato al telone con un laccetto mimetico:
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E qui Reem ne ha appena visto uno difficilissimo, il tredicesimo, l’istantanea proprio nell’attimo in cui grida d’averlo trovato (complimenti alla fotografa), gli altri tre nel bagno non hanno ancora percepito il grido:
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Le regole erano un po’ particolari, tutti andavano sparpagliati, ma a ogni biglietto trovato dovevano tornare tutti in postazione per avere la traduzione in arabo, qui è Mohamed alla guida (ogni bigliettino si ruotavano posti e ruoli):
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Il tesoro, poi è stato trovato, ma nella generale euforia ci siam dimenticati di fare una foto, cosa fosse rimarrà quindi un segreto…

Martedì 22 luglio / sera

Canicola – Diario dalla Palestina 11

Oggi al lavoro per coprire almeno una parte del cortile, in modo da poterci giocare anche nelle ore più soleggiate:al-lavoro.JPG

Qui un po’ più in posa:
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Una foto con molti del gruppo dei piccoli… all’ombra:
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Il risultato da una prospettiva… (in ossequio a coloro che mi chiedevano di vedere il posto dove lavoro):
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…e dall’altra:
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Questa foto me l’ha fatta Tina senza che me n’accorgessi, non potevo non metterla:finito.JPG

Infine questa, che c’entra poco, ma era sempre oggi, mentre i bimbi chiacchieravano su skype con la Lella, anche questa fatta a nostra insaputa:sorellina.JPG