Zeituna! – Diario dalla Palestina 20
La domenica in piscina, Zeituna, che mi ha causato tante bruciature e una stanchezza incredibile, dalle 9 alle 18 in piscina: quando sono arrivato a casa sono crollato a letto, cadavere.
Andando, sull’autobus: in primo piano Mohammad, Yazan (in braccio a me), e Hamza:
Appena arrivati, Tina e Nasri corrono a vedere l’acqua insieme al fratellino:
In acqua, io sono appena uscito (rientrerò almeno 7 volte): ci sono Mariana (che non è Marina) e Reem; le due ‘vestite’ sono Asmaa e Sawsan che sono anche le due che portano il velo. È vero che se ne fregano abbastanza, e si toglievano il velo davanti a tutti prima di mettersi la cuffia, come propaggine di esso. Qualcuno sostiene sia una questione di pudore, come per noi le mutande: non mi convince molto, mi sembra piuttosto una cosa culturale e identitaria. E barbara.
Avrò occasione di riparlarne.
L’altra Reem con Nuur, che è la sorellina di Mohab, Rowan e Mohammad, oltre a essere il nome di una telenovela che qui altro che Beautiful, tutte le ragazzine appena hanno un attimo cercano foto su internet, e se stai cinque giorni in Palestina non ti può capitare di non sentirla nominare:
Rowan e Reem stanche di stare nell’acqua, sono alle corde:
Durante la pausa pranzo, lì se ne fregano tutti – come è stato per me da bambino – della digestione, e entrano in acqua quando pare a loro: anche mezz’ora dopo aver mangiato. Qui, appena dopo il pranzo la partita di pallone scalzi, la metà dei ragazzino sono dei nostri, l’altra metà sono raccatati lì:
Visto che eravamo metà e metà perché non fare noi contro loro? Ecco il facimento delle squadre:
Primo piano di Nuur, qui è in braccio a me mentre mangia una cosa buonissima fatta di noccioline e patatine: ma no, non quella che pensate voi, no no, una ancora più buona:
Marina e Nikola:
Rowan e Reem agli scivoli:
Rowan e Mohammed coraggiosamente si aggrappano a me, spiengendosi fino a dove non toccano:
Nuur, me la sono portata in giro per tutta la piscina, poi siamo usciti e le ho fatto sentire Mozart, e lei faceva così col dito, come direttore d’orchestra, e andava a tempo – sembrava leggere la musica nel firmamento, come quei due zingari. Poi mi ha indicato l’acqua con quel ditino, e ci siamo rituffati:
Infine la foto di gruppo, a parte qualche ragazzino snob che non si merita di essere nella foto!