Inglesissimi, nel borough di Hackney hanno deciso di prendere un tè tutti assieme a una settimana esatta dallo scoppio della rivolta.
Le prime quattro persone che servono tè e biscotti, guardate espressione e movenze, sono la Londra che mi piace.
poveri i bambini che finiscono nella squadra avversaria
Dove c’è qualcosa da vedere
Inglesissimi, nel borough di Hackney hanno deciso di prendere un tè tutti assieme a una settimana esatta dallo scoppio della rivolta.
Le prime quattro persone che servono tè e biscotti, guardate espressione e movenze, sono la Londra che mi piace.
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Li voglio!
Spesso si usa il cliché degli scacchi per definire una situazione strategica complicata: questa guerra è una partita a scacchi. E se fossero gli scacchi a fare la guerra?
Quando la regina è davvero la regina! (quella talebana un po’ meno). Nella versione americana, invece, le torri sono – ehm – le Torri Gemelle.
E se vi sembrano troppo guerreschi, non avete visto questi.
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Questa scritta l’ho fotografata, nei pressi di Vigevano, l’ultima volta che sono passato in Italia, e mi è rimasta in mente da lì perché mi sembra la perfetta descrizione del Paese, nel bene e nel male. È un po’ lo stesso concetto della belladonna qui.
Alex Eylar è un ventiduenne fissato col Lego:
Chi pensa che la democrazia si possa “imporre” dovrebbe guardare questa foto. Viene da una manifestazione per il primo maggio, a Baghdad, e non farà certo contenti gli americani. Ma dovrebbe. È la differenza fra non decidere chi va in piazza, e decidere chi non ci va.
Dopo Ben Ali e Mubarak, anche Saleh – il dittat…ehm, presidente dello Yemen da trent’anni – è stato costretto ad accettare di andarsene.
In questa foto ridevano. Manca solo Gheddafi e ce li siamo fatti fuori tutti e quattro.
(il più bel video a proposito di quello che dice lui è questo)
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Nel derby di Manchester, che qui in Inghilterra (quest’anno come mai) è roba, Rooney ha fatto un gol strepitoso. E questo mi sembra il modo giusto per segnalarvi i disegni di Matthew Craven.