Martedì 30 dicembre

L’albero – Diario dalla Palestina 117

Durante le vacanze di Natale, mia madre – maestra, oltre che cattolica molto osservante – e mia sorella –  studentessa, oltre che mangiapreti professionale – mi sono venute a trovare.

Così mia madre ci ha messo a disposizione tutta la sua maestria da maestra, per costruire un albero di Natale fatto di cartone, stoffa, filamenti, fiocchi, colla e bottoni. Ecco qualche foto:

Mia madre ormeggia con la punta, mentre Lana e Ghaida costuiscono i fiocchi:

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Mentre anche Ahlam e mia sorella si industriano, e Antonio scruta il campo fotografico, Rowan fa la linguaccia all’obiettivo:

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Qui uno zoom su Lana e Ghaida:

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Particolare dell’albeto:

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E infine una foto collettiva, assieme all’albero terminato con tanto di stella:

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Domenica 28 dicembre / manifestazione

Oggi non lavoro, oggi non mi vesto – Diario dalla Palestina 115

Oggi è lutto nazionale in Palestina, e le manifestazioni di protesta fioccano quasi spontanee. Tutti i negozi sono chiusi, tutto è chiuso, i mezzi di trasporto, bus, taxi o service non corrono.

Ovviamente con la disorganizzazione tipica di qua, alcuni dei bambini non sono venuti, molti altri sono venuti ugualmente (magari a piedi, da casa loro). Qualche foto della manifestazione di oggi:

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Ci sono incitazioni alla guerra santa, una bandiera di Hamas, molte Palestinesi, un paio di Fatah, ma soprattutto, tantissime, del FPLP che sarebbe il partito più o meno comunista di palestina, che un tempo era molto più forte, ma che nei campi profughi intorno a Betlemme è ancora molto presente.

Altre foto – il retro del corteo:

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All’incrocio della strada per Beit Jala:

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Salendo per Cinema:

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Si sbandiera:

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Grida e balli:

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Il cordone di apertura, una specie di servizio d’ordine:

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Macchine manifestose:

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(la data – per giunta sbagliata – sulle foto è perché i bimbi avevano aggeggiato sulla macchina fotografica)

Un breve video:

Venerdì 26 dicembre

Il pallone è la più bella cosa – Diario dalla Palestina 113

Una cosa che ho portato dall’Italia è un sacchettone con tutte le maglie da calcio che ho comprato negli anni: molte, si vede, sono della Fiorentina o hanno a che fare con la Fiorentina, mentre altre vengono da viaggi di parenti o amici che mi portavano indietro una maglia della squadra locale. Mi ricordavo quanto i bambini, specie i maschi, si fossero divertiti una volta che avevo attaccato una targhetta sulla loro schiena con un nome di un calciatore italiano per loro impronunciabile: c’era Quagliarella, c’era Zaccardo, c’era Ambrosini, e così via.

Così ho pensato che sì, avere le maglie d’ordinanza sarebbe stato molto meglio, e con mia somma sorpresa le femmine sono state persino più voraci ad accaparrarsene: siamo andati a giocare nel giardino di un convento, posto in cima alla collina di Beit Jalla, che si chiama Cremisan, dove producono anche il (pessimo) vino palestinese più conosciuto:

Si va in taxi, un po’ “schiacciati”:

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L’uscita dal taxi è particolarmente festosa:

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Mentre la distribuzione delle maglie è, altrettanto particolarmente, concitata:

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Con le maglie indosso si fa un giro del giardino:

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Ma ora si è pronti per giocare, ecco una squadra, con regolare foto di gruppo:

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Ma poi il dramma – il pallone scavalca la recinzione e crolla di terrazzamento in terrazzamento, giù in fondo in fondo.

Il sottoscritto si offre per andare a recuperare il pallone, intanto tutti i bambini seguono la spedizione arrampicati sulla recinzione:

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L’operazione riesce! Ecco il tanto bramato pallone:

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E una bellissima foto di Rowan:

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E… Ratatouille?

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Giovedì 25 dicembre

Buon compleanno! – Diario dalla Palestina 112

Come succede in tutti i paesini d’origine dei personaggi celebri, arrivato il giorno del compleanno del VIP in questione, sono tutti a festeggiare: succede a Corigliano per Gattuso, a Pacentro per Madonna, e a Betlemme… per Gesù Cristo!

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Mercoledì 24 dicembre / sera

La messa di mezzanotte – Diario dalla Palestina 111

Folla abnorme, Abu Mazen, troppi uomini sull’altare, nessuna donna:

La chiesa:

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L’arrivo dell’officiante:

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L’organo:

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La folla che non è riuscita a entrare in chiesa:

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Mercoledì 24 dicembre / mattina

La marcia – Diario dalla Palestina 110

Oggi Betlemme è una città blindata, c’è un soldato per ogni incrocio, anche il più piccolo. Blindata e ripulita, di manifesti dei martiri se ne distinguono pochi, e ho visto un paio di bandiere con Arafat ammainate; del solitamente onnipresente Saddam neanche uno. Sulle strade più celebri sono comparsi un sacco di sigilli USAID, che oltre a certificare un investimento americano (che però fuori dalle feste è circoscritto a una sola struttura), dovrebbe rassicurare i turisti, credo.

Stamattina c’è stata la marcia degli scout. In una società così ordinata (nel senso di ordinamento, non di ordine) come quella palestinese tutti i cristiani fanno il cursus honorum cristiano: battesimo, scuola cristiana, scout, comunione, cresima, etc. C’erano anche vari dei miei bambini, o di quelli a cui ho fatto lezione d’italiano, ma c’erano anche tanti bambini da scuole cristiane (quindi non vedrete donne velate) di tutta la Palestina: chissà da quanto tempo preparavano l’avvenimento – per certo, passando nei pressi delle scuole in questi giorni sentivi il rullare dei tamburi…

Intanto un bel video, mentre passava la marcia sulla piazza della mangiatoia, è giunto il momento della preghiera del muezzin, e dagli altoparlanti della moschea lì davanti, sono cominciati a uscire gli “Allah akbar”, ed è come se si sfidassero a chi faceva più rumore:


Poi alcune foto:

I neri, greci:

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Le bimbe tamburano:

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Secondo me hanno anche freddo:

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Ci sono tutte le confessioni, con vari cortei da varie città; e poi ci sono pochini gli armeni, con la bandiera armena un po’ ovunque:

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Varie bandiere:

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Altri tamburi:

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Per una volta sono gli uomini a portare il “velo”, e non le donne:

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Qualcuno meno fine lo definirebbe il “lato b” della marcia:

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Loro sono mussulmane, le uniche: approfittano dell’occasione mediatica per mostrare le foto dei propri mariti o figli morti. Susciterebbero tutta la mia compassione, se non avessi visto le stesse foto – in occasioni meno “occidentali” – con il mitra in pugno:

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E guardate chi si vede:

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Sabato 20 dicembre

Manifesta pure tu – Diario dalla Palestina 107

Alla fine sono andato alla famosa manifestazione del 18 dicembre, dei refusnik israeliani. Vi racconterò di più poi, intanto qualche foto.

Le 22.000 lettere per chiedere il rilascio degli Shiministim in carcere:
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Ovviamente non tutte erano attaccate, c’erano scatoloni pieni:

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Qui si intravede la star, piuttosto antipatica, fra l’altro.

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Tutto il mondo è paese, anche qui i palloncini fatti volare via:

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Polizia ed esercito, che stavano lì a controllare, erano incredibilmente tranquilli.

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Di questi giorni è questa la foto che ha più successo, in Medio Oriente:

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Mostrare la suola della scarpa è considerata un’offesa enorme, figuriatevi lanciarne due.

Giovedì 18 dicembre

Voglio indietro il mio pallone! – Diario dalla Palestina 106

Ricordate quando da bambini si giocava in piazzetta, o nelle stradine e il pallone andava inevitabilmente a finire nel giardino del vicino cattivo cattivo, e c’era sempre un coraggioso che scavalcava il muretto o la recinzione – sfidando l’ira funesta del proprietario – per andare a riprendere il pallone prima che fosse troppo tardi?

E le volte che questa operazione non riusciva e quello minacciava di bucare il pallone, oppure di tenerlo lì senza ridarlo?

Ecco:

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