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Io mi considero un femminista, pensate un po’. Ma sono disgustato da questo femminismo dannoso – e prima ancora di questo – sbagliato, sbagliatissimo.
Ci sarà sul palco qualcuno che dirà che:
Né la dignità di Ruby né quella delle altre donne può essere intaccata dall’aver fatto sesso con un anziano per soldi, perché non c’è nessun concetto di dignità che possa essere associato al sesso.
E ci sarà lì in mezzo qualcuno che dirà le cose che scrive Francesco?
Ogni volta che oggi una donna dice di essere indignata “in quanto donna” pone concretamente le condizioni per perpetuare idee sessiste nella mentalità di questo paese.
Ci sarà qualcuno che dirà che questo:
È un concetto orribile di politica, perché valuta come unico sprone possibile quello egoista – cancellando, di fatto, l’idea che esista un metro per il giusto e lo sbagliato – facendo assurgere la difesa della categoria a indirizzo etico, e il potere di rappresentanza a diritto al diritto. E ciò è anche più meschino perché sottintende un’idea persino peggiore: che un omosessuale faccia quelle battaglie non perché le ritiene giuste, ma perché omosessuale. In fondo, se fosse eterosessuale, che gli importerebbe?
La volete finire di sindacalizzare, di balcanizzare, il rapporto uomo-donna? Un mondo sessista è pessimo mondo anche per gli uomini. È un mondo dove vivo malissimo anche io, per mille ragioni che vi posso spiegare una per una, se avete cuore di ascoltarmi.
Ed – anche se non fosse un mondo che danneggia anche me (ma lo è) – è un mondo dove vivono male tante persone, tante donne, a cui voglio bene. Molto di più di quanto ne voglia a dell’altra gente sconosciuta e che mi assomiglia solo perché incidentalmente si è ritrovata un coso fra le gambe o un po’ di barba: smettetela, di essere fissate anche voi con quell’unica caratteristica che i nostri nemici considerano importante. Siete delle camerate. Siete quel pochissimo contrarie che vi basta per essere uguali, uguali, uguali al cameratismo che tutti spregiamo. Siamo al vessillo del cameratismo di genere.
Sai che c’è? Oggi ci sono le partite, la Serie A: io penso che le donne che oggi andranno allo stadio a urlare «chi non salta juventino è» stanno contribuendo a sfatare – a modo loro – il cliché del perché-perché-la-domenica-mi-lasci-sempre-sola molto di più di coloro che sfileranno contro un vecchio sfigato convinto, quanto loro, che la dignità di una persona si compri assieme alle sue tette.
Sarà che oramai mi sono abituato a stare lontano dall’Italia, che non percepisco “l’anomalia”. Che non riconosco il costante sentimento d’emergenza per il quale – sono certo – in tanti mi risponderanno che il fine giustifica i mezzi. Che non è ora il momento per i distinguo. Anzi, che se non ora quando?
Ma, scusate, si vive tanto meglio in un Paese nel quale a dire “quelle troie” e “in galera!” sono i fascisti.
Il femminismo era quello che non si faceva strumentalizzare.
Qui io non ci vedo nessun femminismo.
secondo me con “moralismo noioso” riesci ad accattivare solo quelli che non riuscirai a convincere
Lorenzo Panichi scrive::
No, ma “moralismo noioso” è un tag che metto ai post in cui scrivo cose che hanno a che fare con l’etica.
È proprio la parola “moralista” che io sopporto poco, per questo la uso su di me.
@ Giovanni Fontana:
a che pro?
(che fosse tag per discorsi etici era chiaro)
Vorrei fare una piccola trasposizione forse banalotta, forse non calzante. In caso correggetemi. Se oggi fossero scese in piazza persone di colore stanche di essere discriminate, per rivendicare il diritto di essere considerate al pari di persone prive di colore, senza se e senza ma, e lo sostenessero “in quanto di colore” e orgogliose di essere di colore, cosa diremmo?
Che sarebbe meglio non facessero discorsi razzisti?
Potacchione scrive::
Esatto. Precisissimamente sì. Pensa che uno dei post citati (il terzo, se ti va leggilo) parla proprio di bianchi-neri.
No one can make you feel inferior without your consent.
Per fortuna, non tutti lo dà nno questo consenso.
Potacchione,
non esistono persone prive di colore.
L’anomalia di Berlusconi consiste nel fatto che non esiste altro paese in occidente dove un magnate delle TV sia anche presidente del consiglio.
E questa primo problema genera tutti quelli che ne seguono, anomali dal primo all’ultimo.
L’ultimo, forse anche in ordine di importanza, è quello morale, e non tremo ne’ mi vergogno a pronunciare questa parola, soprattutto con un (in senso buono) moralista come te. La prostituzione non si elimina, si deve ovviamente cercare in ogni modo di eliminare lo sfruttamento, ma da qui a sdoganare l’idea che lo scambio sesso/favori sia ‘nu babbà ce ne passa: visto che sento molti ululare quanto questo sia giusto e normale che delle ragazzine usino il sesso per ottenere favori, beh, posso dire? Non sono d’accordo. E – ecco – penso che possa anche essere una buona cosa dire – in tanti – che CI PIACE che il sesso – anche per le donne, è bello che sia piacere e scambio tra pari, e non un do ut des. Che problema c’è? Quanto all’offesa della dignità della donna concordo, è uno slogan fesso.
@Giovanni grazie, ora vedo tutto più chiaro.
@Giovanna lo so. Concedimi l’iperbole 🙂
“No one can make you feel inferior without your consent.”
Io invece continuo proprio a pensare che il razzismo sia un problema del razzista e – sì – si può eccome far sentire inferiore qualcuno senza il suo consenso, come ben sa chiunque appartenga ad una minoranza discriminata. La responsabilità del razzismo è esclusivamente del razzista.
rosalux scrive::
Beh, la responsabilità dei pensieri sbagliati è di chi li pensa. Generalmente c’è una differenza notevole: che il razzista agisce come tale, comportandosi in maniera razzista. E quello è incredibilmente più grave.
Ma ognuno ha la responsabilità di quello che pensa e fa, indipendentemente dalla carta d’identità , dall’organo genitale, o dal colore della pelle
(non che creda che tu non sia d’accordo).
Grazie, grazie di cuore per aver scritto quest’intervento: è una settimana che sono arrabbiata per questa “manifestazione”.
Scusa, ma perchè sei arrabbiata? C’erano uomini, è stato ribadito che si era felici che ci fossero, il PDC è ricattabile, ricattato e ricambia favori con contratti e candidature: alle precarie raccomanda di trovare “mariti ricchi” per risolvere i loro problemi: delle donne che lo contestano osserva la non prestanza fisica, ma possibile che si neghi che c’è un problema? E che è un problema culturale specificamente italiano, vista la bassa presenza delle donne in qualsiasi campo di prestigio – al contrario di quel che succede in altri paesi europei? A me pare che questo continuo assumere gli slogan urlati dalla destra (moralisti, radical-chic, elitari) sia un darsi le martellate sui coglioni che davvero non è necessario, eh…
@ rosalux:
Rosa, a me pare che abbiate messo in piazza un gran calderone: e le donne dignitose, mannò anche gli uomini, e Berlusconi, e le “quote rosa”, e il maschilismo, e le donne che manifestano ma sono diverse dalle altre manifestanti, ecc.
E io continuo a pensare – anzi, a temere – che non è mandando via Berlusconi per il suo laido maschilismo che riusciremo ad arrivare a quel grado di civiltà che vediamo e ammiriamo in altri Paesi europei (come già disse Giovanni nel suo post: http://www.distantisaluti.com/che-di-berlusconismo-ne-ho-gia-abbastanza/ ) se non affrontiamo la questione prescindendo da tutte le malefatte di Berlusconi (e ce ne sono, eccome!).
Apriamo un dibattito culturale (come già stiamo facendo in questi giorni), confrontiamoci, dialoghiamo, riapriamo la questione, ché tanto non è mai stata accettata, o almeno è stata colpevolmente trascurata. E purtroppo anche per colpa delle femministe stesse.
Questo mondo così com’è è maschilista. Ok, allora intraprendiamo un percorso, lottiamo per i diritti di tutti, e lottiamo tutti assieme. Sarebbe fantastico! Ma diritti a priori, non perché io sia degna di questi in quanto brava ragazza, mentre altre e altri (N.B.) ci rubano la carriera. E tanto meno che questi diritti debbano essermi riconosciuti perché esibisco la mia fedina di donna per bene a chicchessia, in un corteo.
Perché così cediamo agli stessi stereotipi di quelli che combattiamo!
Nessuno ci ha tolto nessuna dignità . Tanto meno quello là . Ma figuriamoci.
rosalux scrive::
ma chi è che assume questi slogan?
se ti riferisci al dar del moralista a chi dice “puttanare è sbagliato” è vero, ma limitato a quello
@Ila
non si può affrontare il tema della civiltà e dell’etica pubblica, in Italia, a prescindere da Berlusconi
non perchè l’inciviltà italiana sia colpa di Berlusconi, ma perchè Berlusconi la istituzionalizza, la assolve, nè fa una bandiera
Sul terzo punto: erano presenti moltissimi uomini, non sembrava neanche una manifestazione femminista, di quelle da ridere, dell’8 marzo per intenderci.
Sul primo punto: non era una manifestazione contro le donne che vanno col Presidente del Consiglio offrendo sesso in cambio di soldi perchè come dici giustamente tu non c’è nessun concetto di dignità associato al sesso. Penso che se le piazze si sono riempite non è per una rivendicazione di genere. Ma perchè molte donne ritengono offensivo e ipocrita un Capo del Governo che mette in ruoli di potere e in una delle Regioni più ricche di Italia o alla Camera piuttosto che al sensato donne che non hanno alcuna competenza lasciando a casa chi è davvero meritevole. Inoltre per quanto in una condizine migliore di quella di molti altri paesi la donna italiana ha ancora tanta strada da fare non dico nel potersi emancipare ma nel senso di vivere in un paese che le offre davvero la possibilità di farlo. Io non ci vedo nulla di terrificante in questa domenica. Ed anzi se queste cose non ci fossero, e vivessi all’estero, sentirei meno la mancanza dell’Italia.
Ila scrive::
Beh, questo mi pare normale: era una manifestazione senza bandiere, ed era del tutto eterogenea. E meno male, aggiungo.
E ti dico pure che sono un po’ stufa di tutti questi consigli su come si dovrebbe fare e non si fa: se fai notare che è un evasore fiscale e favorisce l’evasione sei una radical chic che non capisce i desideri del popolo, se fai l’elenco delle malefatte vuoi batterlo per via giudiziaria, se poni un problema culturale e morale perchè il tizio si fa ricattare e regala posti alle sue amanti sei una bacchettona… i programmi del PD giacciono morti nel loro sito: qualcuno dibatte? C’è nessuno che li abbia letti? Tu hai qualche idea forte per battere berlusconi, visto che sai cosa non si deve fare?
Alla fine, penso che il problema sia stato che una (abbastanza scontata) manifestazione legittimamente (e probabilmente anche giustamente) contro Berlusconi sia stata “rivestita” di valore generale/etico/sociale. Dacché, altrettanto giustamente, le persone – anche di sinistra – con più indipendenza di giudizio ne denunciano la pretestuosità .
Ma allora si faceva una (o 203, fa lo stesso) bella manifestazione “per le dimissioni di Berlusconi” e si era molto più onesti (e si prestava meno il fianco a questo tipo di critiche)
No ma, Saverio, Rosa, voi potete aver visto un sacco di gente in piazza felice e gaudente che aveva tutt’altra idea rispetto a quella che muoveva la manifestazione. Io vedo quali sono i motivi, le foto, gli slogan.
Quella foto che ho messo lì su era la prima che c’aveva Repubblica in home. Ma l’avete visti gli interventi?
Questo:
http://tv.repubblica.it/dossier/caso-ruby-donne-dicono-basta/sofia-sabatino-una-lettera-a-ruby/61998?video=&pagefrom=2
L’arringa piena di una condiscendenza spaventosa di una ragazza che dice di “capire Ruby”, quando mostra di non capire assolutamente nulla.
http://tv.repubblica.it/copertina/suor-eugenia-bonetti-riprendiamoci-dignita/61991?video
La suora che ora è diventato l’idolo del femminismo: ma ci rendiamo conto?
Non è un caso eh, che il direttore d’Avvenire avesse detto che lui – da donna – avrebbe partecipato di certo.
rosalux scrive:
Ma quindi la manifestazione di oggi era per battere Berlusconi?
Allora ha ragione Cassa: le donne erano solo un pretesto.
E le donne si sono fatte strumentalizzare ancora una volta, mannaggia.
E quando Berlusconi non ci sarà più? Il maschilismo sarà – magari – vinto? Sparirà con lui?
Giovanni scrive:
Io vivo in Italia, eppure per me la lotta della sinistra non deve asserragliarsi sull’antiberlusconismo, nonostante tutto il male che io penso di lui.
E non ho un’idea forte: ho un insieme di valori in cui credo e che non vorrei vedere essere calpestati o strumentalizzati. E che magari sono anche i tuoi.
E ci ragiono sù, mi contraddico, m’informo, provo a capire quali possano essere le idee da portare avanti. Talvolta so che cosa mi piacerebbe fosse fatto, talvolta quello che non mi piacerebbe fosse fatto (scusa la banalità ).
Se vuoi, ne parliamo. Anzi, lo stiamo già facendo.
@ stealthisnick:
Per prescindere intendo senza soffermarsi esclusivamente su quello che ha fatto e sta facendo Berlusconi.
Trovo che sarebbe più utile ed efficace, soprattutto a lungo termine, fare un discorso generale. Abbiamo tanti esempî di principî calpestati che non sono esclusiva eredità (parlo già al futuro…) di Berlusconi: mettiamoli tutti assieme, no?
A qualsiasi manifestazione ho partecipato in vita mia gli slogan erano risibili ed ogni volta me ne dispiacevo. In piazza mi è capitato più di una volta di non sentirmi rappresentato da chi parlava dal palco o dagli striscioni, ma non per questo è meglio stare a casa o affacciati alla finestra quando invece la protesta ha motivo di esistere e in questo caso ha motivo di esistere e non perchè Berlusconi faccia sesso per soldi ma perchè con il suo comportamento, le sue menzogne, la sua ipocrisia offende la dignità di tanti italiani e come diceva qualcuno è il suo privato ad invadere il pubblico e non il contrario ( le donne che lui frequenta in privato hanno buone probabilità di essere elette in parlamento). Ho visto quei video e ti dò ragione, ma son contento di essere andato per strada a spiegare alla vecchietta con la sciarpa bianca il perchè la lettera a Ruby fosse demenziale.
@ Saverio:
Ho letto da diverse parti anche io che le piazze lontane dal palco di Roma sono state migliori delle cose dette là .
Però c’è una cosa: prova a convincermi di una qualunque buona ragione perché ora ci fosse una “manifestazione delle donne”.
Davvero, dico. Se ce n’è una, cambio idea.
Rosa, io non riesco a capacitarmi: mi son messo a guardare gli striscioni, quelli di cui ci sono le foto. Son 26, ne ho contati al massimo 5 che non abbiano un contenuto sessuofobo o maschilista.
giovanni: parto dalla mia considerazione sulla manifestazione. Purtroppo (ma questo passa il convento) gran parte degli interventi erano scontati. Mi è piaciuta la camusso, e brava anche la buongiorno. Noi siamo andati lì con un flash mob che metteva insieme un enorme quantità di cori di roma. Non ci hanno dato spazio: purtroppo se qualcosa non rientra nei canoni di assoluta prevedibilità e banalità , viene visto con sospetto. E’ un problema culturale che riguarda in generale l’italia: nessun coraggio e una costante attenzione a non uscire dai canoni del già sentito.
Detto questo, il fatto che non si possa, e non si debba mettere in evidenza un problema culturale se questo c’è è un’idea che non comprendo. Io l’avrei fatto con l’arte, con l’ironia, con la presa per il culo, e ho cercato – per quel che potevo – di portare questo in piazza. Tu cosa hai portato? L’idea che non si possa fare una critica culturale e morale a uno che fa pagare a noi le sue puttane? Non si può fare una critica morale e culturale al fatto che il massimo contraddittorio del PDC con le donne dell’opposizione è dir loro che son brutte? Spiegami perchè non si dovrebbe fare – tra le altri miriadi di cose – una battaglia culturale. Stai qui a bofonchiare perchè c’era una suora perbene che le puttane dalla strada cerca di toglierle ha partecipato ad una manifestazione dove si è APERTAMENTE parlato di fecondazione assistita, e di pillola del giorno dopo, CAZZO? E’ questo il tuo “contributo”?
ila: penso che questa che la sinistra sia troppo “antiberlusconista” sia tra tutti gli slogan sapientemente infilati dagli urlatori da talk show in assoluto la peggiore, davvero. Ripeto: li conosci i programmi del PD? Stanno sul misero sito del partito. Non li conosce nessuno, perchè in italia c’è un (gravissimo) problema di monopolio dell’informazione, che risiede non in un problema di “differenze di programmi” di tua nonna, ma risiede nel conflitto di interessi. In questo senso, per me non c’è problema ad allearmi con suore, ex fascisti, ex democristiani, comunisti per uscire da questo empasse e tornare ad una politica fatta di programmi. Sono antiberlusconiana ANNI LUCE prima che “di sinistra”, io.
@rosalux
Rosa, poi ti rispondo in dettaglio e forse meglio.
Intanto:
rosalux scrive::
Che il fatto che non li conosca nessuno dipenda dal «(gravissimo) monopolio dell’informazione e dal conflitto d’interessi», mica è vero. Nel mio personalissimo caso (e penso di non essere la sola qua), io guardo pochissimo la televisione (pennulla i talk show degli urlatori) e di sicuro non leggo i giornali berlusconiani. Anzi, penso di frequentare più i siti come Repubblica.it o il Post (ok, li ho accostati, bùm).
Se m’interessano i programmi del PD, essendo io dotata di un certo buonsenso e di una certa abilità , vado semplicemente a cercarmeli.
Quindi ti chiedo almeno di non accusarci di dabbenaggine perché vittime inconsapevoli di questo sistema informativo. Dà i.
Giovanni, stavolta proprio non ti seguo. E tutto questo spaccare il capello in quattro mi disturba un po’. In certi momenti occorre decidere, non sofisticare. E comunque, per levarti qualche dubbio su questo femminismo supposto moralista, ti consiglierei di ascoltare bene l’intervento di Giulia Bongiorno (immagino si trovi facilmente in rete). O quello di Alessandra Bocchetti. O di riflettere su questo: http://www.unita.it/italia/mara-e-mary-i-di-concita-de-gregorio-i-1.268550.
O anche leggere ciò che scrive mia madre: http://edicola.unita.it/downloader.php?page=&dayfolder=20110213&edition=NAZ&type=single (lo trovi a pagina 7)
da quanto ho capito il problema è la frase “manifesto in quanto donna” al posto di “… in quanto essere umano, bipede, homo sapiens sapiens ecc. ” bell’esercizio inutile atto a screditare una bella manifestazione internazionale contro il berlusconismo.
Sei mai stato una mattinata intera, dalle parti della Camera, zona Pantheon a Roma, ultimamente? Ti invito a farlo. Il fatto che questa ragazza, per citarne una delle tante http://archiviostorico.corriere.it/2008/aprile/30/Annagrazia_onorevole_baby_posto_del_co_9_080430099.shtml
sia deputato e percepisca uno stipendio di 21.000 euro al mese è una diretta conseguenza di quello di cui stiamo parlando e sui giornali nessuno ne parla. Una donna che fa sesso ( non solo con Berlusconi ma magari con l’intera classe politica pidiellina) e in cambio ottiene posizioni di potere ha la libertà di farlo ma dal momento che questa pratica ” fa sistema” è una circostanza che offende la dignità di noi tutti, ed è ovvio che donne più preparate di lei si sentano colpite in primis e ad un certo punto dicano basta. Ti ripeto, la ragione per cui le donne scendono in piazza non ha nulla a che fare con Ruby e il bunga bunga di per se, non sono i comportamenti privati di berlusconi a sconvolgere le persone e a farle indignare. Ciò che è avvilente è la presa in giro, il fatto che fino a ieri mandasse Romani e i suoi amici nei salotti televisivi a convincere gli italiani che a casa sua organizzava cineforum e si invitavano ragazze a cui fare beneficienza e il giorno dopo cambi strategia dicendo a tutti che il suo libertinismo va elogiato, come se gli italiani fossero una massa di dementi e arteriosclerotici. E poi come ti accennavo sopra se il privato di Berlusconi non avesse invaso il pubblico con assegnazioni di poltrone piuttosto che telefonate alla questura, forse il problema non si sarebbe posto. Certo poi ci sono donne preparate come la Meloni, che hanno fatto gavetta, ma La Meloni è la stessa che poi va a dire alle nuove generazioni di fare “lavori umili” quando lo sa anche la mia portiera che il problema principale del nostro paese è che è scarsamente premiante per i giovani più qualificati e non investe nel capitale umano. Mi piacerebbe molto se il rischio all’indomani della manifestazione di ieri fosse quello di trasformare l’Italia in un paese sessista o di avere una fascista anzichè progressista, ma credo che le cose stiano diversamente.
Corrado Truffi scrive::
Stasera mi guardo gli interventi che segnalavi, quello di Bongiorno l’ho visto ed effettivamente era meno peggio degli altri.
Però dovresti rispondermi un po’ nel merito, altrimenti passa l’idea – guarda il commento di izzo – che l’unica ragione della protesta fosse andare contro Berlusconi.
Mi dite, mi dici, che in piazza c’erano persone molto migliori di quelle che l’hanno organizzata, e per i motivi per i quali l’hanno organizzata, però – almeno – non dimenticarti, nel valutare che stiamo parlando di: una manifestazione con un titolo orribile, un manifesto pieno zeppo di cose non condivisibili (ma l’avete letto?), in cui ci sono 5 striscioni sessuofobi o maschilisti per 1 appena condivisibile. Una manifestazione in cui compare per centomila volte l’espressione “la dignità delle donne”, che è l’unica cosa che non c’entra veramente nulla qui.
Non ha senso fare una manifestazione per le donne, ora. Aveva molto più senso farla quando Berlusconi diceva queste cose: http://www.distantisaluti.com/la-preda/ o quando ha fatto la legge contro la fecondazione assistita. Farla ora, cioè a seguito di Ruby, vuol dire esattamente approvare quella visione maschilista del sesso come qualcosa che la donna concede, non che fa per proprio interesse, che sia guadagno o piacere. Quella del direttore dell’Avvenire, per l’appunto.
Aveva, allora, se proprio vogliamo balcanizzare l’opposizione, più senso fare la manifestazione degli impiegati della questura, o delle minorenni, o degli elettori, oppure quello che vi pare a voi che avesse anche un poco a che fare con una critica vera – e ragionevole – di Berlusconi.
E guardate che discutere con i berlusconiani sull’unico – unico in mezzo a milioni di torti (la chiamata in questura, le cariche pubbliche, le bugie su Mubarak, l’incoerenza con i family day, etc) – argomento su cui hanno ragione loro è davvero davvero sciocco.
ho scritto “berlusconismo”, non “berlusconi”, è differente.
Mi tocca citare Boldrin con cui spesso mi accapiglio ferocemente. Ma proprio perché notoriamente liberal/liberista, questa volta è molto appropriato:
“Le donne (e, spero, gli uomini) che erano in piazza oggi c’erano anche per ricordarci questo: c’è un’Italia che fa sesso di gusto, onestamente, tranquillamente, allegramente, e persino con orientamenti diversi, da qualche decennio a questa parte. E NON è, nella grande maggioranza, l’Italia che sta con BS. Nella grande maggioranza, quella sessualmente liberata è l’Italia che sta CONTRO BS. Diciamolo, perdinci!”
(il tutto è qui: http://www.noisefromamerika.org/index.php/articles/N%C3%A8_puttane_n%C3%A9_madonne%2C_solo_donne_%28e_uomini%29 )
Più nel profondo, credo proprio che la mia età mi permetta di ricordare il punto di vista del femminismo storico. Ieri Alessandra Bocchetti lo ha rappresentato benissimo. Parlando di quella cosa che ti irrita molto ma che è e continua ad essere la sostanza della questione, piaccia o non piaccia a noi maschietti: la differenza di genere.
@ Giovanni Fontana:
sei come un tifoso del Torino che parla di vincere la champions league
non ti pare il caso che prima sarebbe meglio provare a conquistare la serie a?
Ila scrive::
no, io trovo che sia molto più utile ed efficace fare un discorso particolare, quando questo particolare è il simbolo (non la causa) di quello che c’è di sbagliato in un paese
Corrado Truffi scrive:
Scusa, Corrado, e chi dice che anche gli altri non facciano sesso altrettanto goduriosamente, tranquillamente, allegramente? E perché allora non sono stati “invitati” pure loro?
Ma poi che cosa significa fare sesso “onestamente”?!
E chi lo dice? Ripeto: che ne sappiamo noi di come fanno sesso quelli che sono pro Berlusconi? Mo ci attribuiamo pure l’etichetta: quelli_di_sinistra_fanno_sesso_allegramente?
E davvero dobbiamo scendere in piazza per dire che noi facciamo sesso allegramente e gli altri no? Che battaglia culturale e politica è?
E ancora: allora perché non lo facciamo ogni volta che gli oscurantisti della Cei ci dicono come (anzi, come non) dobbiamo fare sesso, che è addirittura molto più grave e pregiudizievole?
Boh, a me questi continuano a parere solo dei (grossi, a seconda dell’importanza) pretesti.
rosalux scrive::
daccordo, ma per me più che la proprietà (la 7 e la rai -piuomeno- stanno fuori) è l’esperienza mediatica:
il pdc si incontra con l’ambasciatore d’austria e al buonasera dell’altro risponde “cacca”. Evento strano, allora viene preso dai giornalisti e interpretato analizzato discusso, nelle trasmissioni con quelli del pd che dicono “ma perchè ha detto cacca?” e gli avvocati del pdc “ma dai ma gli elettori lo valutano per quel che fa e ha fatto, ma è stato simpatico, voi invece non parlate d’altro, volete rimuoverlo con sti stupidi pretesti, no programmi” e quelli del pd non sanno più che fare e si guardano e uno dice all’altro “ma perchè ha detto cacca?”… e la trasmissione finisce, senza aver parlato del programma
son daccordo, è chiaro che un’alleanza per restaurare il metodo liberl-democratico della “gara delle idee di fronte al pubblico” possa essere trasversale, che è diverso poi dalle idee che vanno a gareggiare
ila: ma ti sei letta? Mi vieni a spiegare che da personcina colta e informata non ti guardi la TV e così dovrebbero fare tutti? Ma di che stiamo parlando, scusa, che rilevanza pensi che abbia quello che fa una elite minoritaria e statisticamente vicina allo zero? Tu mi stai dicendo che il problema del conflitto di interessi non esiste perchè TU non guardi la TV? Ma un po’ meno autoreferenziali no?
lorenzo panichi: la tua descrizione del “perchè non si parla dei programmi “è assolutamente perfetta, concordo in pieno e divulgo. 🙂
rosalux scrive::
Chi ha detto: così dovrebbero fare tutti?
Chi ha detto che il problema del conflitto d’interessi non esiste?
Spiegami perché io non posso essere autoreferenziale quando tu scrivi:
e da lì fai derivare tutto il tuo ragionamento.
Tu sì e io no? Più autoreferenziale di così.
@ Ila:
consiglio però di leggere tutto il Boldrin. Ho commesso l’ingenuità di estrapolarne un pezzo. L’intera argomentazione mi sembra più importante – anche se urticante
Rosa,
io rispondevo a una tua domanda diretta:
rosalux scrive:
Come avrei potuto non essere autoreferenziale? Me lo spieghi?
@ Corrado Truffi:
Hai ragione, Corrado, non l’ho fatto in effetti, grazie.
Quando ti ho fatto notare che se hai un PDC che si crede un cavallo ed è proprietario di mezza Italia tu hai un problema che viene *prima* dei programmi, che pur esistendo non sono di facile accesso, la tua risposta è stata “ma io non guardo la TV”.
Era una risposta un po’ fuori tema: la domanda se *tu* conoscessi o meno i programmi del PD era a titolo di esempio, ed era funzionale ad un discorso che non riguardava – ovviamente – te, ma il problema del conflitto di interessi.
Sinceramente non capisco tutto questo astio verso la manifestazione del #13feb.
Il motivo di tale manifestazione è semplice: c’è una parte consistente dell’Italia che non accetta la mitopoiesi berlusconista, questa narrazione di uomo alfa dove le donne sono solo vassalle e l’uomo è quello con i “pantaloni2, il racconto dove B. è il mitopoieta italico da venerare e invidiare.
Ci sono persone che non si allineano a tutto ciò e manifestano contro a questa idea di società ma senza accettare il pensiero unico “contro” a tutto ciò, infatti in piazza c’era “di tutto”.
Il femminismo non c’entra un cazzo.
Izzo scrive::
E ne propongono uno esattamente identico.
Izzo scrive::
Esatto.
Guarda che la storia del femminismo è stata tirata fuori dalla destra; inoltre le persone che sono scese in piazza sono per l’autodeterminazione della donna prescindendo dall’uomo, e lo stesso uomo ha manifestato per rimarcare la differenza tra chi sbandiera il puttanesimo come valore e chi invece lo tiene chiuso nei discorsi da bar per pudore o perché proprio non lo pratica.
Bisogna smantellare il mitologema berlusconiano che si è insinuato nella società e questo passa anche per queste manifestazioni che sono delle prese di posizioni nette, è sbagliato ? altre soluzioni ?
Giovanni, identico a che? Bisogna evitare di dire che le donne si laureano più degli uomini, con voti più alti e sono più disoccupate e peggio pagate? Non va detto – e cito la Camusso – che preferiamo associare la parola “minorenne” a studio e a divertimento (nel quale includo anche il sesso, naturalmente) piuttosto che a prostituzione? Cazzo, io preferisco associare la parola “minorenne” a studio e divertimento, che a prostituzione, e sono disposta a ripeterlo un miliardo di volte e ancora di più: e proprio te che detesti il relativismo morale non lo capisci? E aggiungo anche che la prostituzione sarà inevitabile, sarei la prima a legalizzarla per poter limitare lo sfruttamente, ma comunque la si guardi è una BELLA MERDA, e – scusami – ma se devo anche spiegarti il perchè questo dimostra che esiste eccome una immensa questione di genere, e dimostra che – nel suo modo banale – quella ragazza che hai citato con scandalo non diceva poi cose inverosimili e arroganti.
(e quoto integralmente Izzo)
Mi sa che allora abbiamo visto due manifestazioni diverse, per slogan, titolo, manifesto, persone sul palco, striscioni.
rosalux scrive::
Nonnò, semmai è il contrario. Tu non mi hai ancora dato una ragione per la quale fare la prostituta è peggio che fare il dentista per chiunque, a parte il fatto che a te sembra una bella merda.
Nel momento in cui accetterai che il sesso si può fare per interesse, come si infila le mani in bocca ai clienti, la questione di genere che tiri in ballo si esaurirà .
Fino a lì, sarai sempre a trattare da povera e sfigata, e con condiscendenza (e altri, che so non essere tu, con disprezzo), una ragazza che decide di fare sesso per interesse, che sia piacere fisico o economico.
più che altro uno di noi 2 non ha capito la manifestazione del #13feb… 🙂
ps cosa c’è di femminista nello slogan “Se non ora quando ?”
Izzo scrive::
Nulla, appunto.
Visto che per te è un mestiere come un altro, troveresti sensato legalizzare la prostituzione dalla pubertà in poi?
E a tua figlia diresti che è un mestiere come un altro? Io – avessi una figlia femmina – parlando di sesso le direi di non ascoltare nient’altro che il suo corpo e il suo desiderio, riguardo al sesso. Sarebbe l’unico insegnamento “saggio” che mi sentirei di darle.
Tu pensi che sia raro che una donna baratti sesso in cambio di affetto/attenzioni oltre che favori? E pensi che sia salutare? Sei convinto che la sessualità maschile e quella femminile siano la stessa cosa? E se sei convinto di questo, come ti spieghi che la prostituzione in ogni epoca storica e in ogni luogo, nessuno escluso, vede le donne offrire il corpo e gli uomini pagarlo? Parliamone, dai.
rosalux scrive::
Ecco, questo è interessante: chi organizzava il tutto, concretamente/logisticamente e chi vi ha detto di no?
rosalux scrive::
Beh, io non trovo sensato il lavoro minorile. Ma, nel senso in cui lo dici tu, quello sul quale ti sentii dire molte cose sensate sul pedofilo come icona compiuta del male, penso che se un giorno stabilissimo che uno è completamente in grado di intendere e di volere a 16 anni, non avrei nessun problema.
rosalux scrive::
Non mi sembra proprio. Le diresti: ascolta tutti i tuoi desiderî, di tutti puoi farne un interesse, tranne del sesso.
rosalux scrive::
Al di là del fatto che ciò che è “naturale” non è ciò che auspichiamo, è il solito argomento sciocco della Chiesa: fosse così, non daresti gli occhiali a tuo figlio miope, perché va contro la selezione della specie.
Dopodiché, però, questo discorso sembra proprio venirmi incontro. No?
Ti voglio chiedere solo una cosa: pensi che fare la prostituta, lo spazzino, la badante, l’imprenditore, l’insegnante, il manager, l’ingegnere o il medico, siano tutti lavori appaganti allo stesso modo, realizzanti allo stesso modo, stimolanti allo stesso modo, interessanti allo stesso modo? Se pensi di sì, allora il tuo discorso è perfettamente coerente, se pensi di no, io qualche dubbio me lo farei venire.
Non ne faccio una questione morale, ma una questione prettamente pragmatica, di felicità (ovviamente fintanto che non vedo il mio parlameno popolato dalle puttane di Berlusconi, su quello sì che ne faccio una questione morale). Ma sul mestiere di una eventuale figlia, bè ti posso assicurare che se volesse passare la sua vita a trombare perchè quella è la sua passione, bè allora ben venga l’interesse, ben venga la puttana o la pornodiva, ma per soldi, non per un posto in parlamento, per quello c’è un altro percorso, e anche per fare la velina c’è un altro percorso: a fare la letterina ci deve andare chi balla meglio e chi ha un culo più bello e delle tette più sode, non chi si tromba Emilio Fede o chi per lui.
Ma detto questo, lasciata alla mia – eventuale – figlia la decisione nella più totale serenità , sicuramente non sarei io a spingerla a fare la puttana, ma cercherei di farle avere un’istruzione, di aprirle un ventaglio di scelte il più ampio possibile, e di fatto, com’è normale che sia, di indirizzarla verso scelte che ritengo possano renderla più felice. E chissà perchè una donna quando ha un ampio ventaglio di scelte, difficilmente sceglie di fare la puttana!!!
Gundam scrive::
No. E non penso neanche che contribuiscano alla società allo stesso modo.
Guarda: ti faccio la mia classifica d’interesse, così sei contento.
Insegnante
Badante
Medico
Imprenditore
Prostituta
Spazzino
Manager
(Dentista)
Tuttavia, riconosco che ognuno può avere la sua classifica preferita. E se qualcuno vuole fare il manager, non gli dirò che è per forza costretto.
Dopodiché c’è un’altra questione: quanto un mestiere faccia bene alla società , e quindi quanta stima avrò di quella persona. In questo senso, e a seconda del tipo di medico, è probabile che un medico che dedica tutta la vita a curare gli immigrati che non si possono permettere cure è una persona che stimo di più rispetto alla prostituta (o al manager).
shilock: ho scritto all’organizzatrice del coro e mi ha spiegato che ha parlato con l’organizzazione e che ci hanno vissuti un po’ come una rottura di palle e non c’è stata alcuna disponibilità a ospitarci in un modo un po’ più decente. Non credo neppure sia stata una scelta politica, come si mormorava nel coro (qualcuno ha detto che all’organizzazione il Dies Irae di Mozart sembrava troppo “forte”) semplicemente la solita sciatteria italiana: se qualcosa rientra nei canoni va bene, e allora giù luoghi comuni, se soltanto ne esce leggermente mmmh…sospetto assoluto.
Comunque siamo qui:
http://www.youtube.com/watch?v=xhQUzbGbcLQ&feature=related
fontana: cercavo di spiegarti che il sesso per denaro esclude il piacere, e che il corpo paga, e molto amaramente. E’ una cosa che la maggior parte delle donne donne sanno perchè sperimentano nella vita – anche in un più frequente scambio sesso/affetto, o sesso/attenzioni. Gli uomini debbono fare lo sforzo per identificarsi un po’, invece. In particolar modo di questo abuso del proprio corpo (anche appunto assai più blando) non ci si accorge proprio a sedici anni. Questo era quello che cercavo di spiegarti ma evidentemente non hai intenzione di ascoltare nessuno che sia diverso da te. Sei pronto a dettar legge su cosa è bene e cosa è male, un po’ meno bravo ad ascoltare.
ALlora te lo spiego in un altro modo, e vediamo se capisci: difficilimente chi si prostituisce a sedici anni a quaranta fa la fisica nucleare o la cantante lirica: a quarant’anni se sei puttana inizi a far pompini per venti euro invece che per mille, e a cinquanta sei un cesso da buttare via, altro che “meravigliosa libertà di scelta delle sedicenni” e “non c’è connessione tra sesso e dignità “. Per me (e pensavo anche per te, ma ti vedo molto relativista, moltissimo) è importante offrire ai bambini ( e a volta a 16 è questo che sei) la possibilità di sviluppare la propria capacità , intelligenza, creatività .
Inoltre noto che non hai capito assolutamente nulla di quello che dicevo. Stavo appunto sostenendo che la “natura” in questo caso vada contrastata con ogni mezzo. La prosituzione è “naturale”, perchè la differente sessualità maschile e femminile crea un rapporto di domanda offerta che porta – talvolta e soprattutto nella miseria, che di solito non ti piace – alla mercificazione.
Cionondimeno va contrastata culturalmente perchè crea – e di solito lo si vede anche dall’esterno, se non si hanno gli occhi foderati dal prosciutto di un libertarismo d’accatto – molta grave sofferenza e infelicità .
Ho letto anch’io “storia di una maitress americana” e l’ho pure apprezzato, ma è una storia particolare e non la norma: e non tutte fanno “carriera” nel campo, l’unica carriera consentita, e diventano maitresse.
rosalux scrive::
Secondo me eravate troppo sofisticati 😉
Al popolo da manifestazione vanno ammanniti gli slogan, mica puoi servire nuovelle cuisine da McDonald’s.
Ma non mi hai ancora detto chi organizzava il tutto: per portare in piazza tutta quella gente mica bastano lo spontaneismo e l’indignazione, no? Il resto, soldi compresi, chi ce l’ha messo, i soliti noti? la CGIL? O il PD però non diciamolo per carità , che pare brutto?
Giovanni Fontana scrive::
Sarcasm Sheldon! 😛 (se non conosci la citazione, ti consiglio di andarti a cercare “Big bang theory”, ne vale la pena!).
Giovanni Fontana scrive::
Ammazza che scemo che sono, come ho fatto a nn usare questo argomento prima?!? Bè, comunque giusto, senz’altro è un altro parametro con cui, come senz’altro anche te, indirizzerei mia figlia.
Insomma, in definitiva mi sembra che concordiamo sul fatto che una persona si realizza e da un contributo alla società diverso (anche) a seconda del lavoro che fa, e che dunque è giusto fare in modo che le persone arrivino a scegliere la propria strada con il più ampio ventaglio di scelte possibile. Personalmente da una parte sono favorevole alla legalizzazione della prostituzione, per evitarne lo sfruttamento, ma credo anche che se così succedesse, molte donne che magari si sarebbero realizzate molto di più con un lavoro (per loro) molto più gratificante, si prostituirebbero, magari per la pigrizia di continuare gli studi.
Così come se la scuola superiore non fosse più obbligatoria, certo si lascerebbe più libertà ai cittadini, ma di fatto si leverebbero delle grosse possibilità a questi.
Incentivare la prostituzione credo che in una certa misura levi delle possibilità ad alcuni cittadini.
shylock: guarda che il dies irae dura due minuti esatti: credo che sia proponibile – con buon successo – anche ad un asilo… col mio coro abbiamo portato mezz’ora di musica antica alle elementari ed è andata benissimo. Se era questa la motivazione (ed è possibile) era sbagliata.
La manifestazione era organzzata dal comitato “se non ora quando” presumo sufficientemente trasversale da ospitare le suorine sgradite a fontana e la bonaiuto, sgradita ai alle compagne femministe. E’ buffo, non trovi? Come nello stesso thread si stigmattizza la manifestazione perchè orchestrata dai partiti (quali, nessuno lo ha detto) e perchè troppo eterogenea (suore che partecipano ad una manifestazione favorevole alla fecondazione assistita? Vergogna! Stateve in parrocchia!) ehehehehhehehe che mondo signora mia.
rosalux scrive::
Sì, vabbè, bum. Mo’ capovolgiamo la realtà . Tu sei quella che vuoi decidere la mente di una ragazza che decide un mestiere anziché un altro, iscrivendoci sopra un bel “lo fai per disperazione”, e sono io quello che detta legge.
Questa t’è proprio partita.rosalux scrive::
Sì, anche per me. Ma non vieterei di fare il dentista.
rosalux scrive::
Io non sono relativista sulle cose etiche, lo sono sui gusti. Tu stai dicendo che, a un’altra persona, non può piacere l’amarena. Non ti può piacere! È preda di una falsa coscienza, altrimenti le piacerebbe il pistacchio.
rosalux scrive::
Dammi le prove di questo, e cambio idea.
(se non me le dà i, dovresti cambiare idea tu, ma vabbè)
Gundam scrive::
Possibile. Ma siccome non siamo uno Stato del socialismo reale, uno in cui arriva lo Stato e ti sequestra la televisione da casa se guardi il Grande Fratello, è solo la nostra opinione e ce la dobbiamo tenere.
E, no, non c’entra con la scuola, perché – ripeto ancora una volta – una soglia per intendere e volere tocca metterla. E prima di quella soglia è giusto che la società cerchi di offrire le migliori possibilità a una ragazza (senza troppa invasività nei suoi desiderî).
rosalux scrive::
Anche qui, mescoli argomenti di persone diverse per farli apparire in contraddizione. Io non ho problemi con il fatto che la manifestazione sia organizzata dai partiti – semmai ho problemi che il mio partito organizzi una manifestazione come questa.
Sulle suore: l’ultimo paragrafo, qui.
http://ottagonoirregolare.blogspot.com/2011/02/col-vostro-permesso.html
Forse un po’ esagerato, ma sensato nel dire quali siano le cose che, quelle sì, offendono la dignità della donna.
rosalux scrive::
1) Il ‘nessuno lo ha detto’ sei tu: io è da mò che te lo chiedo e ricevo solo risposte evasive; è un segreto di Stato? o non lo sai proprio?
2) Io non stigmatizzo affatto il PD se ha patrocinato la manifestazione, stigmatizzo semmai l’opposto, ovvero che il PD, fra un po’, si vergognerà pure di esistere.
Non vedo perché un partito di sinistra dovrebbe vergognarsi di andare in piazza a dire no, noi le troie in parlamento o al governo per meriti professionali, o scarrozzate e scortate dalle auto blu, o scarcerate scavalcando il giudice minorile, non le vogliamo. E non vedo perché dovrebbe vergognarsi a metterci la faccia e le bandiere.
Dici che non c’è bisogno di essere di sinistra, basta essere persone decenti?
Eh, il problema è che dall’altra parte sono manifestamente indecenti; che loro non si vergognano affatto, a mandare in piazza o in TV le loro bandiere, le loro troie e le loro comparse a gettone.
shylock: mavah, non avevo capito che ti interessasse saperlo. Nessuna vergogna, in questo caso. Penso che l’idea di una manifestazione senza bandiere fosse assolutamente buona, politicamente. Sul fatto che il PD sia timido, assolutamente d’accordo.
giovanni: rinununcio. Non hai risposto a nessun argomento, non c’è terreno comune sul tema. Se pensi che sia “moralista” sperare che a sedici anni si abbiano orizzonti migliori della prostituzioni e attività più sane (sane, lo ripeto) che fare rimming nell’ano di potenti settantenni o fare uno spettacolino lesbo per fargli fare le seghe e avere in cambio un posto in TV non ho – davvero – altro da dirti, sul sull’argomento. Se pensi che una carriera da puttana iniziata a sedici anni sia l’equivalente di una carriera da dentista, e non rispondi a chi ti spiega che la funzione sessuale è massacrata (chiusa, kaput, fine) che a quarant’anni sei povera in canna e fai pompini a venti euro e a cinquant’anni sei da buttare, cos’altro devo dirti? D’altra parte, è questione di gusti anche se un figlio sedicenne di un testimone di geova decide di non farsi una trasfusione, o se una figlia sedicenne del corno d’africa si vuole far escindere la clitoride perchè così gli piace. Mi pare che tu su questi temi abbia (giustamente) le idee molto chiare su ciò che è bene e ciò che è male.
Giovanni Fontana scrive::
Bah, a me me pare che me stai a dà ragione…Giovanni Fontana scrive::
paragonato ad un regolamento della prostituzione? Mi sembri berlusconi e la sua banda che paragonano l’intervento della magistratura al blocco sovietico o al terzo reich…
Gundam scrive::
Regolamento?!?
Hai scritto questo:
“molte donne che magari si sarebbero realizzate molto di più con un lavoro (per loro) molto più gratificante, si prostituirebbero, magari per la pigrizia di continuare gli studi”
Io ho scritto che va bene, ma che da questo non ne puoi trarre la conclusione che devi decidere tu per loro – quando sono maggiorenni.
L’alternativa è che lo Stato si metta a dire: TU puoi fare l’ingegnere, TU puoi fare l’insegnante, TU puoi fare questo o quello.
Che è quello che accade nelle dittature comuniste, come in Cina.
Mi sembra chiara l’alternativa fra quello che tu speri che qualcuno faccia e quello che tu vuoi obbligare qualcuno a fare per legge.
Ora, mi pare di aver capito che tu non sei per lo scenario in cui lo Stato – a te adulto consenziente – indichi cosa è meglio che tu faccia. Ne sono contento. Ma se tu mi dici che tu “pensi che un lavoro non sia self-fulfilling”. Io ti dico “bravo, però non lo puoi imporre per legge”.
Veramente se si parla di maggiorenni nessuno in quella manifestazione ha sostenuto di voler proibire alcunchè (è un iniziativa – quella di punire gli avventori – di questo governo, ti ricordo).
Finora abbiamo parlato di battaglia culturale: ci sono mille battaglie culturali che trovo giusto fare pur senza sentire il bisogno di proibire qualcosa, dal burqua all’omeopatia alla prostituzione al negazionismo.
Donne, un problema di educazione Le manifestazioni non servono
di Luigi Negri*15-02-2011
La dignità della donna e il suo valore, il suo ruolo nella società , non l’abbiamo imparato da nessuna manifestazione, contro questo o contro quell’altro. Lo impariamo e dobbiamo impararlo da un’esperienza di vita personale e sociale nella quale una persona nella sua identità e quindi nella sua differenza specifica – perché la donna ha una differenza specifica nei confronti dell’uomo – possa essere riconosciuta, attuata e vissuta.
Io credo che la storia della società – anche quella italiana – abbia avuto ambiti e abbia avuto tempi e momenti nei quali la donna ha dato il suo contributo leale e reale alla vita della famiglia e della società , anche quando possono essere state vissute delle dialettiche intrafamiliari e sociali.
Ora scoprire che la donna ha una dignità che è fatta anche di rispetto della sua fisicità mi sembra una cosa assolutamente ovvia. In questa mancanza di rispetto della corporeità della donna e della dignità del suo corpo certamente, visto che non pare si tratti in nessun caso di violenze e di stupri, si deve quantomeno dire che c’è una grossa fetta o una certa fetta di donne che accetta questo tipo di abuso della propria dignità . Ma dare a questo problema un valore di carattere totalizzante sul piano della vita sociale, sul piano nazionale e internazionale, mi sembra realmente che si perda il senso della realtà .
Questi fenomeni di degrado della dignità della donna che sono articolatissimi – che vanno dagli spot televisivi al modo con cui le donne vengono in qualche modo costrette a vestirsi, muoversi – nascono dalla perdita della coscienza della propria dignità , che non si riacquisisce protestando ma solo con un’opera di riconoscimento di questa dignità e un’opera di educazione. La protesta è una forma di millenarismo: protestiamo e cambia la situazione, senza considerare poi che tali proteste sono evidentemente strumentalizzate, dall’una o dall’altra parte.
Ancora una volta – e dobbiamo ripeterlo anche in questo caso – si tratta di un problema di educazione. Se creiamo generazioni di donne, così come di uomini, per cui il benessere psicologico, affettivo, sessuale ed economico è l’ideale della vita, allora si sacrifica anche la dignità perché tutto è funzionale a questo benessere. Il problema è dunque offrire alle giovani generazioni un itinerario formativo che consenta loro di riconoscere pienamente la loro identità e di attuarla adeguatamente.
Quanto al contorno cattolico a queste manifestazioni, non è soltanto di oggi la rilevazione che esistano zone di confusione di carattere teologico, di carattere filosofico, di carattere culturale, che poi fanno sì che questi cattolici entrino in marchingegni più grandi di loro in cui rischiano di fare la figura degli “utili idioti”.
* Vescovo di San Marino-Montefeltro
(da http://www.labussolaquotidiana.it)
LE FEMMINISTE PROTESTANO CONTRO SE STESSE E LA LORO RIVOLUZIONE SESSUALE
Dopo che per anni hanno propagandato il sesso pre ed extramatrimoniale, il sesso adolescenziale, la sessualità liberata dal peso della fecondità , il sesso sulle copertine, nel cinema, nelle scuole coi distributori di preservativi, fuori dalle scuole con le prescrizioni a catena di pillole del giorno dopo, ecc.
di Renzo Puccetti
Provate ad andare su un qualsiasi motore di ricerca della rete, cliccate sulla funzione ‘ricerca immagini’ e digitate ‘femministe’ sulla vostra tastiera.
Troverete una sfilza di foto ottenute in tempi e luoghi diversi, il simbolo più ricorrente sono le mani unite a mimare l’organo genitale femminile, ma non mancano i seni al vento.
Ricordo ancora una puntata del Maurizio Costanzo Show, il programma condotto dal campione della tolleranza ideologica, in cui una prostituta fu invitata ad illustrare la sua scelta. Mi ricordo il senso delle sue parole: perché rinunciare ad un mestiere che le consentiva di guadagnare in una sola serata il corrispettivo di un intero usurante mese di lavoro come operaia?
Perché sfiancarsi ad accudire marito e figli, quando invece il mestiere di prostituta la metteva in contatto con personaggi importanti e facoltosi?
Un unico filo comune lega quelle rivendicazioni femministe alla scelta della prostituta sotto i riflettori: l’autodeterminazione, quello stesso principio espresso nell’arcaico slogan “il corpo è mio e lo gestisco io”.
L’apparato mediatico e ideologico relativista ha per decenni sostenuto in tutte le salse quel principio di autodeterminazione sciolto da ogni istanza veritativa pervicacemente negata in tutte le circostanze: non esiste né vero, né falso, ma solo opinioni, il bene di un’azione non consiste nel contenuto della scelta, ma nella libertà di effettuare la scelta.
Per anni si sono adoperati per accreditare il sesso pre ed extramatrimoniale, il sesso adolescenziale, l’educazione alla sessualità liberata dal peso della fecondità , il sesso sulle copertine, il sesso nel cinema, il sesso in ogni spazio. Sesso nelle scuole coi distributori di preservativi, fuori dalle scuole con le prescrizioni a catena di pillole del giorno dopo, nemmeno la consacrazione religiosa doveva restarne immune; il celibato ecclesiastico è sempre stato giustamente percepito come una silenziosa, intollerabile testimonianza vivente del credere nel regno dei cieli.
Il corpo delle donne dal ’68 della rivoluzione sessuale è stato fino ad oggi esposto per sottrarlo al pudore, ritenuto segno di sottomissione all’oppressione della società dei maschi.
Oggi le donne scendono in piazza per protestare a difesa della loro dignità che dicono essere stata sfregiata.
Verrebbe da dire ‘finalmente!’; hanno capito che non può esserci vera libertà senza verità ? Hanno compreso che uomo e donna hanno una dignità grande rispettata da certe azioni e violata da altre?
Avranno cominciato a comprendere che esiste un significato intrinseco proprio di un’azione, che esso non necessariamente corrisponde a quello attribuito dall’intenzione, che fare sesso non è lo stesso che fare l’amore, quello vero, quello che vuol dire voglio il tuo bene donandomi tutto a te e prendendo tutta te, ora e per sempre?
Con un po’ di ottimismo se la manifestazione di oggi fosse sincera ci si potrebbe aspettare di vedere sventolare i librettini della lettera apostolica di Papa Giovanni Paolo II ‘Mulieris dignitatem’ e persino osare sperare di vedere i cortei trasformarsi in processioni.
E invece niente di tutto questo accadrà . Oggi si manifesterà avendo nel cuore lo stesso principio di autodeterminazione delle femministe di quarant’anni fa, le più giovani delle quali oggi sono nonne: del proprio corpo la donna può farci quel che vuole, tutto va bene, ogni cosa è lecita, basta che non lo conceda al cavaliere.
(da http://www.bastabugie.it)
Vabbè, dopo questi ultimi sue commehti di Tenkiu non resta che dire: ma guarda che strano, che queste idiozie le scrivo SEMPRE E SOLO gi uomini….
Gli stili di vita e le occasioni perdute della cultura femminile
di Antonio Polito
Le invereconde notti di Arcore sollecitano molte riflessioni sul Drago (per usare la metafora di Veronica Lario) ma ancor più ne stanno provocando sulle vergini, o presunte tali, che gli si offrivano. Soprattutto da parte del movimento delle donne, resuscitato dallo scandalo eppure già diviso tra chi vuol far la morale e chi teme il moralismo.
L’incertezza deriva dal silenzio talvolta complice con cui una parte delle donne ha accettato in questi anni il diffondersi di stili di vita e modelli culturali che sono apparsi moderni e avanzati, e in realtà altro non erano che l’accettazione di una cultura porno e machista, un trionfo per l’immaginario maschile. Le protestanti scrivono oggi sui loro striscioni: «L’Italia non è un bordello». Ma ne siamo così sicuri? Tra le donne emergono posizioni diverse, e il dibattito in corso sul Corriere ne è testimonianza di grande interesse.
Cominciamo col dire che l’uso dell’avvenenza femminile per avere successo nella vita è stato sdoganato da una messe di messaggi culturali. Le cosiddette teen comedy al cinema, per esempio. Qualche anno fa ne vidi una che mi lasciò allibito: una specie di favola di Cenerentola in cui l’adolescente bruttina ma studiosa e onesta decideva di trasformarsi in una pantera su tacco 12, che rubava per comprarsi i vestiti giusti e partecipare alla feste dove si sniffa la cocaina, e riusciva così a conquistarsi un fidanzato e a strappare un posto di assistente all’anziano e sbavante professore. Non provocò molto scandalo tra le donne.
Così come ottenne solo qualche sciovinista alzata di spalla quel povero giornalista inglese il quale si permise di segnalare che in nessun posto del mondo civile, nemmeno in luoghi più moderni e laici di questo, la pubblicità e la tv fanno uso del corpo femminile con la stessa compiaciuta e pornografica evidenza. Neanche la linea di confine tra chi si prostituisce e chi no è ormai tanto chiara. Un tempo c’era un solo modo di vendere il proprio corpo, e una generale riprovazione sociale per chi lo faceva.
Oggi trans ed escort sono figure tollerate e ben frequentate, le accompagnatrici sono usate dagli uomini d’affari nei viaggi di lavoro e i giovani leoni della City si incontrano nei locali di lap dance, dove si esibiscono studentesse non professioniste. Né la condanna della società , che si abbatteva un tempo sulle donne di strada, né a quanto pare quella delle famiglie, sempre più conniventi, colpisce più le multiformi e moderne incarnazioni del sesso a pagamento, alcune delle quali sono anzi ormai considerate un modo come un altro per guadagnare e— come direbbe qualcuno — «concedersi un po’ di relax».
La stessa chiave interpretativa classica della cultura progressista nei confronti della prostituzione—lo fanno per bisogno economico, perché sfruttate, e se emancipate e liberate dal bisogno non lo farebbero più — non regge di fronte a quello che leggiamo. Le ragazze protagoniste delle notti di Arcore, talvolta laureate, spesso occupate, sempre fidanzate, sono libere dal bisogno ma non dalla bramosia del denaro, e sembrano emancipate fino al punto di sfruttare il loro anfitrione più che farsene sfruttare.
Naturalmente non imputo al movimento delle donne la radicale trasformazione dei costumi dell’ultimo trentennio, anche perché un movimento delle donne ormai non c’è più (e bisognerebbe chiedersi perché non c’è più e perché le ragazze di oggi sembrano così lontane e diverse, e così ostili ai valori che avrebbero dovuto emanciparle). Ma imputo alla cultura progressista una timidezza nel contrastare questa presunta modernizzazione.
Per farlo, avrebbe dovuto riconoscere che c’erano aspetti della tradizione che sarebbe stato meglio conservare, avrebbe dovuto sforzarsi di comprendere la morale sessuale della Chiesa, avrebbe dovuto ammettere la necessità di un’etica privata, dopo essere diventata la paladina dell’etica pubblica; perché, come si diceva un tempo, il privato è pubblico. Non pretendo che un novello Berlinguer indichi alle nostre figlie il modello di Santa Maria Goretti, ma francamente non si può fare una battaglia sulla morale dopo aver esaltato l’indifferentismo morale di chi ripete che «ognuno sotto le lenzuola fa quello che vuole», Roman Polanski compreso.
Qualcuno avrebbe dovuto dire prima, anche quando il satiro non era il presidente del Consiglio, che quello che vedeva non era libertà ma licenza, non liberalismo ma libertinaggio, non società aperta ma casa chiusa. La sinistra liberal non l’ha fatto per paura di apparire bacchettona, e perché è ormai schiava di una cultura dei diritti che è stata declinata soprattutto in chiave di libertà sessuale. Solo se comincerà a farlo adesso, la sua campagna contro il bordello-Italia potrà evitare l’accusa di ipocrisia e di strumentalismo.
Pubblicato sul Corriere della Sera dell’8 febbraio 2011
si è detto tutto? 🙂
@ Corrado Truffi:
Sei italiano?
NO@ tenkiu:
NO, non si è detto tutto. Manca il punto di vista delle donne, considerato che citi solo maschi. E su questi argomenti i maschi sbagliano praticamente sempre (me compreso, eh…)
@ tenkiu:
si, dal nome non dovrebbero esserci dubbi:-))
Corrado Truffi scrive::
Beh, sai… il nome non è tutto…
Il dubbio mi è venuto perchè una mia amica della Costa d’Avorio scrive come te, ora sta facendo un corso di italiano e sta migliorando! 🙂
Corrado Truffi scrive::
Hai ragione, manca proprio la presenza femminile… dove saranno le Donne!!!?
Corrado Truffi scrive::
Ma che sciocchezza. Una cosa simile la potrebbe, davvero, dire Berlusconi. Pensaci, se non è vero.
(Tenkiu è il troll di questo blog)
Giovanni Fontana scrive::
Sto facendo “progressi”? 🙂
@ Giovanni Fontana:
Penso che ogni blog dovrebbe avere almeno un troll, un blog senza troll è come un bellissimo piatto di pasta senza sale… insipido! 🙂
http://www.repubblica.it/politica/2011/02/19/news/lacrime_ruby-12639193/?ref=HREC1-3
la discussione mi ha stimolato un paio di considerazioni, che non saranno originale, ma mi sento di fare.
saro’ simple minded, ma a 15-16 anni non puoi formare “consent” e se un vecchio di 70 anni ti usa per la tua patata, a casa mia e’ “statutory rape”. e se la storia di vita della ragazza descritta nel link e’ minimamente vera si puo dire che non ha mai avuto una chance di scegliere cosa fare della sua vita. la ladra o la puttana erano le uniche opzioni per uscire a 14 anni da una famiglia abusiva di maschi dominanti che menavano apparentemente pure forte….e le puttane italiane, pure quelle maggiorenni che possono fare quello che vogliono- a volte-, non sono quelle tedesche o olandesi con contratto e pensione e sanita…percui non so se condivido al 100% la posizione di principio di Giovanni.
sai la cosa peggiore pero? che una volta che quel figlio di puttana di Berlusconi se ne va, o muore o va in galera, ve ne restate con quei poliziotti e carabinieri che scortavano minorenni a orge senza controllare un documento o dire nulla, o quei questori milanesi concussi che per leccare il culo ai potenti di turno chiudevano occhi, bocca e orecchie o quel 60% di italiani che ancora ha il batticuore per berlusconi e le sue cazzate, incapaci di vederlo per quello che e’: un povero vecchio che si definisce solo la sua maledetta paura di morire solo e circondato dalla sua “roba”. how pathetic….
un giorno ci si liberera dello stronzo, it’s just a matter of time and nature, ma che fare con i restanti 40 milioni?
Max scrive::
OOOOOhhhh, yesssss!!!!!!!!!!!!!!!
Su questo argomento anche io non sono d’accordo. Ho provato a leggere tutti i commenti, ma riferendosi a fatti datati e di cui non sono informato, molte cose mi sfuggono (e anche il punto centrale della vostra discussione…).
ti dico perché non sono d’accordo con l’argomento generale e poi mi provo a buttare nel marasma della discussione (anche perché quella ha molto più a che fare con la contingenza di una manifestazione molto criticata anche dentro il femminismo e nella sinistra; vedi Il Manifesto).
L’argomento generale mi sembra povero e miope. Se capisco quello che vuoi dire alla luce della discussione dell’altra volta sui post-coloniali (per dire) il problema è sempre la parzialità , se vuoi la partigianeria.
Penso che una battaglia culturale nell’insegna del femminismo dovrebbe essere inquadrata nei connotati di quello che è ed è stato il femminismo italiano. Qualcosa di molto diverso dal femminismo delle differenze a oltranza contro cui te la prendi tu. Lonzi, Muraro, Diotima e La Libreria delle donne di Milano sono notoriamente molto critiche nei confronti delle teoriche del gender e del queer.
Qui da noi – in italia – è piuttosto in gioco una (ma una soltanto) irriducibile differenza: quella della donna. Declinata in due modi: la donna è stata cancellata dalla storia; la donna può agire nel mondo (politicamente,moralmente, epistemologicamente ecc…) in modi diversi dall’uomo. Che vuol dire? Vuol dire che ha della capacità , delle risorse, delle tradizioni, dei saperi differenti da quelli dell’uomo. Nel femminismo italiano – nella maggior parte – non ci si è mai proposto di cancellare il mondo maschile e sostituirlo con quello femminile, ma solo di prendere lo spazio che questa ‘forma di vita’ merita.
A ciò si accompagna la tutela giuridica – si accompagna; leggasi: molte femministe non erano favorevoli a leggi che pure oggi consideriamo a tutela della donna (almeno in gran parte) come divorzio e aborto (Carla Lonzi è una di queste). Non d’accordo nel senso che non era per loro sufficiente quel tipo di trasformazione lì: universale, astratta, giuridica, formale. Volevano riconoscimento sociale, culturale ecc… – e tutte quelle battaglie che rientrano in una visione liberl del mondo.
Alla luce di tutto ciò non mi stupisce l’idea di difendere la dignità della donna: il suo valore nell’ecosistema sociale umano.
Manifestare in quanto donna significa questo, ai miei occhi: manifestare in quanto forma di vita che in effetti partecipa al consesso sociale, porta nel mondo tutta una serie di valori sociali, economici, epistemologici, morali particolari (ovvero non necessariamente traducibili in un agire maschile, ma neanche necessariamente intraducibili si intende).
Mentre la manifestazione di chi è discriminato per il colore della razza è del tutto riducibile ad una manifestazione per dei diritti universali: sono uomo/donna, non negro/a; la manifestazione delle donne in quanto donne assomiglia di più alla difesa di una porzione di ecosistema (per tutto ciò che introduce questa porzione parziale nell’ecosistema in generale) o se vuoi di una lingua, che va morendo perché muoiono i suoi parlanti con il grave rischio di perdere una ricchezza difficilemente recuperabile; diciamo uno stile.
Quindi, ripeto, non trovo nulla di strano nell’idea di manifestare in quanto donna. Del resto la manifestazione (nel suo appello almeno) si rivolgeva ai maschi in senso partecipativo. Non era quindi una manifestazione di donne tra donne per donne (fatto che sarebbe comunque in linea con la tradizione femminista e ha una sua logica interna), ma di donne per donne e per tutti gli altri.
Non credo neanche che sia possibile associare questa parzialità (donna) in generale alle differenze di razza, gender, classe ecc…
Dietro a questi concetti (donna e gender) ci sono due teorie diverse e dovrebbero essere giudicati – positivamente o meno – secondo i loro propri principi.
In merito poi alla manifestazione in quanto tale, alla sua contingenza politica e alla sua ‘opportunità ‘, posso dire solamente che molte femministe italiane non hanno problemi con quelle donne che usano il loro corpo per trarne guadagno (e quindi interesse) a meno che questo non entri all’interno di un dispositivo di sfruttamento (la gran parte della prostituzione) o – ed è il caso della manifestazione – non diventi parte integrante di un meccanismo che va ad incidere non più solo interessi privati, ma interessi pubblici.
Se questo comportamento – che nel privato è giustificato – entra nella sfera pubblica, incide sul piano politico e istituzionale, se diventa il gioco pseudo-privato, ma in realtà pubblico, della classe politica, allora è inaccettabile. Perché il corpo (interessato certo) della donna diventa il tramite, il mezzo, per trattare in maniera privata la cosa pubblica.
Io credo che questo sia il punto forte della questione della manifestazione, al di là di chi compatisce Ruby perché non può o non vuole ammettere che Ruby agisca nel suo solo libero interesse. Del resto il femminismo è una sorta di movimento ed è quindi impossibile determinare una visione unitaria di esso: ci sono femministe che dicono certe cose e altre che ne dicono altre.
Qui su un sito femminista, al di là di quello che dicevo su quelle femministe che considerano la prostituzione libera e cosciente una possibile libertà di sé, ci sono argomenti o accenni ad argomenti secondo i quali la prostituzione è sbagliata di per sé, non tanto dal punto di vista di chi, magari liberamente la pratica, ma di chi ne fa uso.
L’idea è quindi che dovremmo preferire un mondo senza prostituzione, non perché tutte le donne che si prostituiscono non sono libere e sono delle poverine incosciente, ma perché dietro alla prostituzione c’è una rete ‘indutriale’, molto spesso connessa con la malavita e quindi con il traffico di droga. Perché partecipare come consumatore al traffico del sesso aumenta le probabilità di violenza sulle donne.
Mi dirai: e la libertà di trafficare in sesso fuori dai circuiti della malavita? civilmente e igienicamente? Molto bene, come è noto si può legalizzare la prostituzione, ma poi non basta ‘permetterla’, va tutelata affinché quello che è uno scambio tra privati non diventi un fenomeno sociale a grande rischio (violenza, igiene, criminalità ecc…).
Distinguerei quindi tre prostituzioni:
nel privato – legittime
nel sociale – criminali e pericolose
e nella sfera pubblica e politica – semplicemente inquinanti
che ne dici?
@ enrico:
http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article7726