Non so se è più grottesco che un allenatore venga squalificato perché ha bestemmiato, o che un giocatore abbia scampato la stessa pena per le queste ragioni:
Il calciatore uscendo dal terreno di gioco in conseguenza dell’espulsione inflittagli dall’arbitro pochi attimi prima, proferiva apparentemente un’espressione gergale, in uso nel Triveneto e in Lombardia, con becero riferimento a ‘Diaz’ e non a Dio (il diverso movimento delle labbra nelle pronuncia della vocale aperta ‘A’ rispetto alla vocale ‘O’ legittima quanto meno un’incertezza interpretativa).
Capitato anche a me come arbitro di rugby, nelle under 14-16 sono obbligato a espellere per bestemmie. Il decidere cosa fare su “zio” “diaz” e compagnia varia richiederebbe ore di interpretazioni regolamentari; nel dubbio, mi limito a richiamare.
Federico scrive::
I crimini contro la moralità . Siamo proprio nel Medioevo.
@ Giovanni Fontana:
Va beh ma anche se si mandano a fanculo espello, si tratta di avere un minimo di rispetto.
@ Federico:
Esatto. Se ti mandano affanculo è un’offesa diretta a te. Ma non c’è nessuno che ha titolo per offendersi a nome di Dio.
Per quanto la cosa sia piccola, il principio è grandissimo: solo nelle teocrazie succedono ‘ste cose, eh.
se si fanno regole stupide il minimo che possa capitare è una cosa stupida
se viene espuslo uno per avre offeso un essere che non esiste (dio) a maggior ragione dovrebbe essere espulso chi ha offeso qualche centinaio di migliaia di persone che si chiamano Diaz
“la stessa pena per le queste ragioni”…
Giovanni Fontana scrive::
Devo – con profondo dolore – dissentire: la bestemmia è purtroppo ritenuta offensiva da chi è credente (sfortunatamente la maggior parte delle persone). E posto che l’offessa è tanto più efficace quanto più chi la ascolta ne è sensibile, coerentemente con l’espulsione per chi “manda affanculo”, non tanto per la parola in sè, ma per la mancanza di rispetto nei confronti di chi la ascolta, dovrebbe essere espulso anche chi bestemmia.
Chissenefrega se chi si sente offeso non ne ha “titolo”… in fondo neanche io ho il titolo per offendermi di eventuali insulti razzisti – dal momento che non ne sono l’oggetto, e magari non lo è nessuno in campo – ma lo faccio lo stesso.
Detto questo, spero vivamente che tu abbia degli argomenti più convincenti dei miei e possa convincermi del contrario!
@ Mario:
Concordo. Se quando escono dal campo cantano “Signore castiga / chi no ghe piase a figa” oppure se si urlano “recchione di merda” mica devo chiedere “c’e’ un omosessuale offeso in campo?”
@ Federico:
Gli omosessuali, incontrovertibilmente, esistono, quindi l’offesa e’ rivolta ad una categoria di persone – esattamente come gli striscioni – indipendentemente dal fatto che sia presente in quel momento in campo / allo stadio qualcuno che rientra nella categoria offesa.
A parte che io coi reati di opinione ci andrei piano a prescindere.
Reati di opinione? Si chiede solo civiltà in campo, mica si manda in galera nessuno. Perché se lo estraiamo dal piano sportivo, allora perché non ho diritto all’appello sul fuorigioco?
Si chiede solo di trattenersi dall’offendere persone, culture, minoranze e religioni mentre in campo.
@ Federico:
Qualsiasi persona? qualsiasi cultura? qualsiasi minoranza? qualsiasi religione?
Quindi offendere i pedocannibali della Beata Chiesa dei Bambini di Satana Goebbels e’ sbagliato?
Dici che mi devo astenere?
Dici che respirare, coi tuoi standard, non offendera’ almeno qualcuno o qualcosa?
‘Civilta’ in campo’ che mi significa? Danneggio in qualche modo l’avversario, ne traggo qualche vantaggio illecito se ‘offendo’ un’entita’ inesistente (fino a prova contraria)?
Mario scrive::
Esatto. E difatti noi viviamo in una società in cui – a parte in campo religioso – le sensibilità non vengono mai, per fortuna, rispettate.
Del resto il principio cardine di qualunque società civile è che l’offesa non può essere nell’occhio di chi guarda, altrimenti un muezzin può offendersi perché mia sorella non porta il niqab. E ti garantisco che, secondo lui, quella è un’offesa tanto grande quanto una bestemmia.
È proprio lì il punto: se un credente può essere offeso se io bestemmio, io posso essere offeso dal fatto che uno porti un crocifisso al collo, o dica “cane”, o proprio “Diaz”. Ma non pretendo che gli arbitri caccino tutti i giocatori che dicono “Diaz”.
@ Giovanni Fontana:
Infatti secondo me non si dovrebbe espellere nemmeno per il vaffanculo… Quello che intendevo dire è che per coerenza, se si espelle per l’uno si deve espellere anche per l’altro… Si tratta di stabilire se il luogo è o meno (a mio parere entro certi limiti lo è) consono ad un linguaggio scurrile… Per esempio se uso un linguaggio volgare o bestemmio sul posto di lavoro, vengo – giustamente? direi di si – redarguito, non tanto per il “crimine contro la moralità “, ma perchè quel linguaggio crea disagio, tensione, imbarazzo e quant’altro.
Che poi tra l’altro infastidisce anche me, che non sono certo un moralista, quello che usa bestemmie e parolacce come intercalari.
Mario scrive::
No, perché se dici “sei un negro” a uno vieni espulso per l’offesa non per la frase “volgare”. Altrimenti bisognerebbe espellere anche, chessò, Ferdinand che dice: “sono un negro”.
@ Giovanni Fontana:
Mentre se dici vaffanculo vieni offeso per la frase volgare e non per l’offesa…
Ti chiedo: ritieni giusto che uno venga punito per una bestemmia, per il “vaffanculo” o per il “sei un negro” in un ufficio o in un negozio? Si? No? Per la bestemmia no e per gli altri si? E se si tratta della partita di cui sopra? è giusto espellere per il “sei un negro” ma non per gli altri due? (secondo me si, ma è sbagliato espellere per il vaffanculo e non per la bestemmia).
Mario scrive::
No, io sono un integralista del Primo Emendamento. Libertà di parola assoluta.
Mario scrive::
Detto che ci dovrei pensare, sull’uno e sull’altro, dico che dire “porco dio” o dire “cazzo” deve valere lo stesso. Dire “sei un negro” o “frocio di merda”, deve valere diversaente e di più.
se io credo in Dio – l’offesa che tu fai dicendo “porco Dio” è ancora più grande che se insulti me stesso. Ovvio che se dici “porco albero” un fondamentalista verde potrebbe offendersi di più che se insulti lui stesso, ma bisogna limitarsi e rispettare usi e costumi nel paese dove uno vive.
Le radici italiane, checchè dica odifreddi, sono cristiane. E dire “porco Dio” è un insulto. Quindi è giusto che chi bestemmia in campo venga punito. Quello su cui non sono d’accordo è la modalità (se a uno scappa, basta non la dica in pubblico), ma in questo tipo di società del grande fratello, è difficile mantenere un profilo privato, ogni cosa che fai è pubblica…
L’italia e’ un paese di cattolici, fondamentalisti cristiani, protestanti, musulmani, ebrei, satanici, wiccans, adulatori di Odino, fedeli della gnocca e della festa della porchetta, di atei, agnostici e scettici. dove e’ scritto che il cattolicesimo e’ la verita’ di stato?
la liberta di parola e’ per gran parte liberta di offendere le idee altrui.
quanto alle radici cristiane dell’Italia ahime hai ragione: la chiesa e’ infatti alla base del ritardo con cui l’illuminismo, vera radice moderna delle democrazie liberali occidentali, e’ arrivato sulle vostre sponde, nonche causa della cronica diseducazione scientifica degli Italiani e della sua classe dirigente. Ma la costituzione, quella che dovrebbe essere il testo fondamentale di una democrazia liberale, e’ “laica”, non riconosce religioni di stato,” Il principio di laicità , quale emerge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale”. pluralismo confessionale e culturale. quindi se il mio “credo” mi chiede di dire porco dio 10 volte al giorno, so be it. se ti offende tappati le orecchie.
come legge fondamentale uno immagina dovrebbe vincere sulle decine di norme monarco-fasciste contenuto nel codice penale quale retaggio degli anni 30. norme che puniscono offese alla religione ed i suoi vicari. piu’ uguali degli altri apparentemente. norme chiaramente anticostituzionali che in una vera democrazia liberale non sopravviverebbero a sfida legale.
Insomma, se uno nasce in una famiglia sfigata non per questo deve assumerne tutti i difetti e celebrarla come un fesso. uno matura e ne vede i limiti, magari la tollera, ma sicuramente non ne fa un altare. e’ nella natura umana cercare cose migliori……
…porco dio!
Angelo scrive::
Certamente, ma questo si chiama integralismo. Se accettiamo questa logica assassina non c’è nessuna ragione per non accettare che un Imam possa dire a mia sorella che deve mettersi il velo, perché sennò lo offende.
Angelo scrive::
Anche latine, ma nessuno si figurerebbe di espellere uno che dice «porco Giulio Cesare» o «porca pizza».
E poi, secondo questo concetto folle tu sei d’accordo con la fustigazione delle donne stuprate in Arabia Saudita, perché – beh – la Sha’aria è la loro cultura.
Giovanni Fontana scrive::
No, si chiama rispetto. Rispetto che non ti impedisce di ritenermi un idiota ne di bestemmiare, ma che ti impedisce di farlo in pubblico.
Max scrive::
Ora, il codice penale italiano è fatto anche per questo. Ci sono dei limiti alle libertà , anche a quelle di parola, altrimenti saremmo perennemente, come molte filosofie dicono, in guerra.
Giovanni Fontana scrive::
C’è una corte apposita, detta dei diritti umani, che ha stilato diritti universali in cui credo.
Angelo scrive::
Quindi io mi posso offendere se tu scrivi, in pubblico, “impedisce”. Sono offeso. Ti curerai di non farlo più?
Non si hanno più diritti perché si crede in qualcosa.
Angelo scrive::
Esatto. E su cosa fondi questi diritti universali? Perché se il tuo approccio è quello legalitario, ci siamo: in Arabia Saudita ci sono precise leggi che stabiliscono che le donne stuprate devono essere frustate.
Quelle sono le “loro radici”. È il concetto delle “radici” che è risibile. Bisogna fare la cosa giusta, non quella che si è fatta l’altroieri.
Bisogna fare la cosa giusta, non quella che si è fatta l’altroieri.
Giusto!!!
Cancelliamo “l’altroieri” e facciamo la cosa giusta!
Ma qual’è la cosa giusta e, soprattutto, CHI è ritenuto GIUSTO per poter DECIDERE la cosa giusta?
tenkiu scrive::
L’apostroofo.
Giovanni Fontana scrive::
Grazie, Giovanni!
Si, l’importante è avere poche idee ma chiare! 😉
2)non so se hai capito quello che intendevo: i diritti umani sono universali, sono innati, e vanno al di là delle singole leggi che derivano dalla cultura: per questo posso sostenere che la fustigazione delle donne stuprate si può considerare riprovevole.Questa è la mia opinione.
per la prima risposta ci vengono dentro troppe cose, e ora non ho il tempo. Quando ne avrò a sufficenza proverò a risponderti
Max scrive::
… e non solo, amico mio!
tu sei un italiano che non ha dimenticato la sua lingua e che probabilmente ha una gran nostalgia della porchetta…
Max scrive::
?..boh… non capisco…
la libertà di parola non ti obbliga ad essere offensivo, è possibile esprimere in modo rispettoso un’opinione senza arrivare ad offendere.
Certo tu sei libero di scegliere se offendere o no, anche chi riceve l’offesa è libero di cogliere o no l’offesa ma poi non dobbiamo meravigliarci se l’offeso reagisce dandoti una martellata sui denti… 😉
Max scrive::
Ma perrrrchè non sei rimasto in Italiaaaa!
Ti prego, torna e sistema le cose! 🙂
Angelo scrive::
Su cosa fondi questa opinione (che, fra l’altro, è anche la mia) se non sul concetto che ti porta a dire che l’offesa non può essere nell’occhio di chi guarda?
@ tenkiu:
nostalgia?…. non hai capito allora?