Oggi, al discorso di accettazione del Nobel.
Obama ha detto le cose per cui avevamo seguito tutte le notti elettorali, con trepidazione, e di cui avevamo scritto. È stato questo Obama qui, quello che era un po’ sbiadito – nel tempo.
Obama ha detto che Gandhi non può funzionare contro Hitler, e difatti non avrebbe funzionato. Che siamo tutti, ora e subito, responsabili delle persone che vengono private della vita, delle libertà, di sé, in quelli che sono luoghi in cui c’è una pace soltanto apparente.
E l’ha detto, coraggiosamente, in quello che è l’ambiente dove è più forte il moloch di una definizione molto limitata di pace: l’idea che essa sia un fine, e non un mezzo per rendere le persone felici, intangibili, uguali nei diritti e nelle libertà. Credo di poter azzardare che nessuno – in quella sede – avesse mai reso chiare quelle parole.
Certo, sono parole. E sarà pur vero che fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma è anche più vero che fra il dire e il non dire c’è di mezzo un oceano. Complimenti a chi riesce ad attraversarlo:
Qui la seconda parte, qui la terza, qui la quarta.
Qui il testo (inglese)
Cioè ha detto esattamente quello che dicevano Bush e i Neocon dieci anni fa, ho capito bene?
farfintadiesseresani scrive::
No, Bush dieci anni fa diceva che non dobbiamo intervenire da nessuna parte perché che ci frega della democrazia, che le missioni di pace sono inutili se non difendono i tuoi interessi, e che Clinton era stato un baiocco a intervenire in Jugoslavia.
Bush jr era stato eletto sulla piattaforma di politica estera più protezionista, autarchiaca, ignava, che si vedesse negli USA da 50 anni.
Poi è arrivato l’Undici Settembre.
Sì, certo, hai ragione, ho detto 10 anni, valeva per i Neocon, ma non per Bush. Per Bush erano 8.
farfintadiesseresani scrive::
Allora la (mia) risposta è “per fortuna sì”.
Specie se “i neocon” sono Christopher Hitchens o Paul Berman.
Questo è un Nobel “particolare”.
Più che un riconoscimento sembra un invito a far bene.
Mi auguro che Obama non finisca schiacciato dalle aspettative che il mondo pone nei suoi confronti.
Perdona la domanda ma, constatando che continui a sostenere Obama, mi chiedo da donde ti venga la forza. In altre parole il tuo sostegno su quali basi si fonda, su quali azioni, su quali realizzazioni, su quali prospettive(a meno che – è chiaro – non siano sufficienti le parole seguita da nulla)?
Scrivi: “E sarà pur vero che fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma è anche più vero che fra il dire e il non dire c’è di mezzo un oceano.”
Vero, ma la storia non è pietosa nei confronti di chi ha avuto tutta la possibilità di fare bene, e ended up with doing (o non ha voluto?) nothing.
Allora anche tu sei convinto che questo nobel sia stato ben assegnato, se pur alle intenzioni, intenzioni però di uno che può metterle in pratica, influendo in maniera decisiva?
No perchè, all’assegnazione, molti rilevarono come tanti più di lui avrebbero meritato, mentre io ci vedevo una sorta di ‘incoraggiamento’ a fare qualcosa che tanti si aspettano, nei confronti di uno che può farlo.
@ paopasc:
Sorry ma, ti riferisci a me? 🙂
ABICAB scrive::
Beh, non rispondi all’obiezione, mi sembra. Io dico che meglio chi almeno dice, che chi non dice e non fa. Tu dici, ma meglio chi dice e fa.
Siamo d’accordo. Ma siccome oggi ha detto cose belle, e molto rare, lo applaudiamo. Quando non le farà , lo criticheremo, come già fatto.
paopasc scrive::
Molto onestamente, non lo so.
Giovanni Fontana scrive::
MANCO IO 🙂