A Ioannina il clima è pessimo. L’estate è calda, e l’inverno è molto freddo, oltre a essere tutto l’anno una zona molto umida e quindi piovosa. Mentre in estate ci si arrangia con i ventilatori, quando arriverà il freddo, quello vero, sarà davvero dura. Le Nazioni Unite hanno preso l’impegno di non far passare l’inverno in tende a nessuno dei profughi che ora sono in Grecia, soltanto che – come molte volte accade – il tempo sta passando e le soluzioni non sono pronte.
Per questo dopo ripetuti incontri nella quale la situazione non si sbloccava, i profughi del campo di Katsika hanno deciso di organizzare una marcia: l’altro ieri sono usciti dal campo, e hanno percorso la strada che li separa dal paesino di Katsikas.
Dopodiché si sono fermati nella piazza centrale del paese e si sono accampati lì. Chiedono un impegno scritto con una data in cui avranno edifici, prefabbricati o container.
Nessuno è intervenuto, la polizia controlla la situazione ma lascia fare. Per quello che vedo io, le possibilità che questa manifestazione risulti in qualche cosa sono davvero poche. Se UNHCR dovesse concedere qualcosa ai profughi di Katsika, si ritroverebbe con tutti gli altri campi in strada.
Spero di sbagliarmi, ma ho paura che sarà un ulteriore sacrificio inutile.