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Qualche ora fa il governatore dello Stato di Washington ha firmato la legge che permette anche agli omosessuali di sposarsi.
Tempo fa avevo ascoltato la storia di una coppia di omosessuali che vive proprio a Seattle, la principale città dello Stato di Washington. L’avevo tagliata da questa puntata per mandarla a un amico, ma – a questo punto – perché non metterla anche qui per festeggiare?
La storia, dura un quarto d’ora, è divertente e commovente e racconta le contraddizioni e le paure di una coppia di genitori omosessuali, il cui primo timore – nella crescita del proprio figlio – è il modo stereotipato in cui la televisione dipinge gli eterosessuali (avete capito bene!).
Dan Savage è il narratore e protagonista della storia. È un celebrato autore (qualcuno dei lettori di questo blog ricorderà quest’altra storia, altrettanto divertente e commovente – come solo le migliori storie sanno essere), oltre che un famoso attivista gay, e l’inventore della – bella, famosa e di successo – campagna “It Gets Better”.
Ascoltatela! (premendo play qui sotto, è in inglese)
Quello che ho imparato dalla TV, Dan Savage
P.s. ho invece visto lo spot Arcigay “Ti sposerò”: è bello e fatto bene; ma davvero siamo ancora al livello in cui una coppia gay frequenta solo coppie gay, come amici ha solo coppie gay, invita solo coppie gay, etc? Davvero non ci rendiamo conto che fare uno spot in cui l’unica coppia etero è quella che evita schifata due omosessuali contribuisce alla ghettizzazione e alla sindacalizzazione delle cause?
Molto divertente! Grazie…
Aridalle, Giovanni! Dunque in tutto il video io ho contato solo tre coppie gay “dichiarate”. E ho osservato bene tutte le persone che si vedono: al parco a giocare a carte; a tavola quando annunciano le nozze; alla festa di nozze.
Da che cosa deduci che gli altri siano tutti gay?
Ila scrive::
Stavo per scrivere esattamente la stessa cosa 😉
Lo spot, già .
Già l’inizio sembrava la pubblicità di un’auto.
Poi i personaggi che quando non sapevano più che inventarsi per farli sembrare di sinistra infilavano a tutti una kefiah / pashmina / foulardino del cazzo che sembravano la versione cresciuta di Linus.
Per non parlare del tono melenso da Mulino Bianco, o della recitazione didascalica da film di Ozpetek.
Ma quel che mi ha reso quasi simpatico Giovanardi è stato il sottofondo musicale di Lorenzo Cherubini, l’autore degli immortali versi ‘Sei come la mia moto / sei proprio come lei / andiamo a farci un giro / fossi in te io ci starei’.
@ Ila:
@ Oscaruzzo:
Allora, lo spot inizia con una coppia omosessuale, i protagonisti, per quasi un minuto si racconta la loro vita, il loro modo di essere innamorati. Non ci sono altri personaggi.
Dopo 50 secondi compaiono degli altri personaggi, un’altra coppia, etero. Uno dice, bene! Saranno loro amici, no. Vabbè, saranno sconosciuti, si sorrideranno come si fa fra coppie innamorate che si incrociano. No. Si ignoreranno. Quello che fa la coppia etero è guardarli male e schifarli. I due si consolano a vicenda.
La scena passa su una manifestazione dell’arcigay, dove ci sono solo uomini, presumibilmente omosessuali.
Poi viene inquadrato un gruppo di ragazzi, ci sono due donne, ma non si può capire bene la relazione. Gli unici primi piani sono su maschi. La scena passa su una cucina in cui c’è uno dei due protagonisti con una ragazza. Uno dice: bene, finalmente un’amica! A fine spot si scoprirà che è lesbica anche lei, difatti uscendo il ragazzo incontra un’altra ragazza e la saluta: è un’amica etero? Macché, è la fidanzata di quella di prima, ma lo capiremo dopo.
Altre scene di loro due. Si inquadra una tavola: ci sono le due coppie omosessuali, e altri presenti. C’è la madre di uno dei due, e c’è una ragazza effettivamente, non si sa se etero o lesbica. Vengono inquadrati una lesbica e un ragazzo finora sconosciuto che esulta in maniera da cliché effemminato. Inquadratura sull’altra lesbica.
Si torna sui due protagonisti, sempre omosessuali.
La telecamera va ora sul comune dove avviene il matrimonio, non si può dedurre l’orientamento sessuale, gli unici che – comunque – sembrano coppie sono quelli più vicino alla camera: maschio-maschio e maschio maschio. In questo momento inquadrano diversi primi piani di persone, fra tutte queste per la prima volta (dopo più di due minuti e mezzo) c’è un qualche contatto fra un uomo e una donna che non sappiamo essere omosessuali: i due si sorridono, potrebbero stare insieme. Nuovi primi piani. La festa, si apre con in primo piano due donne appartate dagli altri. La camera si avvicina e ci sono diversi balli, gli unici personaggi che non conosciamo ancora sono una coppia di due donne che ballano e sembra proprio che stiano insieme. Poi la scena si sposta sull’altra coppia che a questo punto scopriamo anch’essa essere omosessuale.
Ora, il bilancio è:
Due coppie omosessuali certe (i protagonisti)
Una coppia eterosessuale certa (gli stronzi)
Due coppie omosessuali pressoché certe (gli amici)
nessuna coppia eterosessuale pressoché certa
Numerose (4,5?) forse-coppie omosessuali
Una forse-coppia etero.
Considerato che gli omosessuali rappresentano poco più del 5% della popolazione umana, beh, direi che c’è poco da aggiungere.
Giovanni Fontana scrive::
Il poco da aggiungere è che mi pare quasi una cosa ovvia che tra i loro più intimi (e tali sono quegli amici a cui loro annunciano il loro matrimonio e che poi invitano alla festa, a giudicare dal numero scarso di invitati) amici ci possa essere una percentuale di amici gay ben più alta del 5%. Se io penso ai tanti amici gay che conosco e li immagino in situazioni simili, quella percentuale del 95% di loro amici intimi etero non sarà mai tale, ti assicuro. I tuoi sì?
E io non ci vedo proprio nulla di male, non ci leggo quel “noi/loro” che ci leggi tu. Come ti ho scritto su Facebook, capita. Come capiterà alle tue nozze che queste percentuali gay/etero non vengano affatto rispettate: magari ci saranno più gay del 5% o più etero del 95%. Perché l’Arci Gay dovrebbe fare fiction?
E attenzione che il video deve “promuovere” le coppie gay: se mette il 95% di coppie etero e tra i loro amici a tavola (una decina, quindi si dovrebbe vedere uno 0,5% di gay, giusto?) e alla festa (una trentina/quarantina di invitati? Quindi 2 gay al massimo, seguendo sempre le tue percentuali), le coppie gay dove si vedono?!
Guarda, dell’Arci Gay se ne può dir parecchio male alle volte, però stavolta no, dà i, su.
Vorrei dire che una coppia – sia gay che etero – può anche avere amici/che single! Il vero clichè – difatti – è quello coppie che frequentano coppie. punto. Vorrei credere che le singole persone sono amiche di persone singole, non delle coppie.
Quindi: di molte persone che si vedono nel video, specie nella festa matrimoniale, non si capisce l’orientamento poiché non sono accoppiate. Meglio così, no?
@ antonella:
Sì, certo, ma – come giustamente nota Giovanni – c’è pure:
Giovanni Fontana scrive::
eppure non è accoppiato.
Quindi anche il tuo punto del single che non si può sapere se gay o no decade.
Sì, ma è uno! Ci sono scene di gruppo che rispecchiano – mi sembra – una realtà più varia.
Che poi, per dirla tutta… io sono lesbica e la maggioranza delle mie amicizie più care è costituita da lesbiche e gay.
Tutti i miei amici gay hanno parterre di amici quasi totalmente gay.
In effetti parlo di una generazione (quarantenni) forse più monotona di quelle più giovani.
@ antonella:
Boh, io conosco anche coppie gay più giovani e mi pare molto diffuso questo tipo di frequentazione. Che poi mica vuol dire che si autoghettizzano, solo che nella cerchia molto più ristretta di amici intimi è parecchio più facile che ci sia un’alta percentuale di gay (non coppie, ok; obiezione accolta).
Capolavoro (Savage, intendo). Grazie di averlo diffuso – non guarderò più un barboncino con gli stessi occhi.