Sabato 3 gennaio / sera

Ramzi, presente – Diario dalla Palestina 125

Qualche giorno fa Hamas aveva annunciato che venerdì sarebbe stato il giorno della vendetta, e i Territori sono stati “chiusi”. Ovvero chi ha il documento verde, cioè i palestinesi-palestinesi, non può andare in Israele: neanche chi solitamente ha il lasciapassare. Le misure di sicurezza, al di là del muro, sono notevolmente aumentate, su ogni autobus ci sono tre uomini della sicurezza e si vedono soldati o poliziotti ovunque.

Anche se i territori sono “chiusi” gli arabi-israeliani e – va da sé – gli europei possono oltrepassare le “frontiere”, che siano linee verdi o muri.. Come se ci fosse un vantaggio a poter giocare su entrambi i tavoli, o su nessuno dei due. Perché neanche gli israeliani possono andare nella zona A dei Territori (Betlemme, Ramallah, Tulkarem, Qualquylia, Nablus, Jenin, etc,), come di legge da qualche anno. Oggi nessuno vuole problemi, anche questi controlli sono più stretti.

Tantissimi controlli in entrata a Gerusalemme, e pochissima fila al check point in uscita: sul pullman palestinese che fa la tratta Gerusalemme-Betlemme si passa un check-point per automezzi – se c’è molta calma è il soldato a salire e controllare i documenti, la procedura media è che si scende tutti, controllano i documenti e il bagagliaio del pulmino, e si risale. Oggi procedura approfondita, che in vari mesi non avevo mai visto: tutti scendono, si controllano i documenti, ma questa volta non li restituiscono. Nel quarto d’ora che segue ogni identità è vagliata approfonditamente con il quartier generale. Tutto a posto. Restituiscono il malloppo all’autista, e si riparte.

Qui l’autista, con tutti i documenti in mano, fa l’appello; il proprietario del documento, come a scuola, alza la meno e l’autista glielo consegna:

autiere.JPG

Per ora la vendetta di Hamas non si è vista.

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