Volevo scrivere: ma come fanno a non rendersi conto della loro cretineria quelli che scrivono, in fondo a un post o in fondo a un commento “meditate gente, meditate”; Magari senza neanche conoscerne l’origine ironica e pubblicitaria?
Poi, dal mio osservatorio lontano, stavo cercando di riportarmi in pari con quello che succede dall’altra parte del Mediterraneo o dell’Atlantico leggendo un po’ di blog, e leggo – linkato da Francesco – un post, risibile nei contenuti, di Gabriella Carlucci che finisce proprio così!
Però poi, vedo che anche Francesco, pochissimo più sotto, termina un post con “tutto il resto è fuffa”, che se non è meditategente, siamo lì. Sarà perché condizionato da quel pizzico di sciatteria linguistica che ho trovato quel post molto scolastico; e visto che poche volte mi trovo in disaccordo con lui sulla politica, e pochissime volte l’uno o l’altro non cambia idea per vicendevole contributo, provo a spiegare il perché.
Dico molto scolastico perché dice, da una parte, cose ovvie: gli elettori di destra non sono geneticamente più portati a delinquere. Ma dall’altra, trascura di approfondire l’argomento: certo che nessuno si rallegra, se il proprio politico di riferimento è un corrotto, ma ci sono diverse sensibilità al tema che Francesco omette. Tendenze diciamo, ovviamente storiche e contestualizzate, come dice lui, ma comunque presenti.
Come quando qualcuno obietta che no, non è vero che i romeni rubino di più degli italiani. Faccio questo esempio perché sapete come la mia posizione sull’immigrazione sia più a sinistra (o più liberale, libero scambio di merci o persone) di chiunque, ma è vero che – date le condizioni storiche, sociali, etc – attualmente i rumeni, in Italia, sono più portati al furto.
Allo stesso modo, sì, andando in giro per mercati ho sentito elettori dire: «tanto tutti rubano» e sì, incidentalmente, erano molto più elettori di destra che di sinistra. Io non credo al feticcio della legalità né a un fenotipo di elettore berlusconiano, ci sono persone per bene, liberali convinti (che faticano un po’ ad aprire gli occhi), ne conosco. Neppure credo al rispetto della legge in quanto legge (questo sì una cosa di destra) ma so che nella grandissima maggioranza dei casi l’osservanza della legge, è bene.
È una cosa endemicamente di sinistra? No. Chi vota a sinistra è moralmente superiore? No. Però è vero che – con tutte le eccezioni del caso, senza nessuno psicodramma se dovessi scoprire l’opposto – se dovessi decidere fra votare Rifondazione Comunista (che sapete tutti quanto non sia il mio partito ideale) o Forza Italia, sarei poi meno stupito di un’indagine (e di una condanna) ai danni del secondo che ai danni del primo. Così come, sono certo, lo sarebbe meno Francesco. Ripeto, è solo una tendenza.
Un suo commentatore dice: “a me non interessa che Churchill fosse onesto, è quello che ci ha salvato”. Beh, a me sì, e questo non mi vieta di considerarlo “quello che ci ha salvato”.
Se il mio partito si dichiarasse non “il partito degli onesti”, ma “uno dei partiti degli onesti” io ne sarei contento, non perché questo costituirebbe una garanzia, ma perché alzerebbe l’orizzonte d’attesa: ed è questo che predichiamo, no?
Alla prima assemblea nazionale dei Mille venne il momento di pagare la sala – eravamo rimasti in pochissimi, accanto alla cassa soltanto io e Marco Simoni – e qualcuno suggerì di trovare un escamotage per non pagare le tasse sull’affitto della sala, eravamo un movimento appena nato, e quindi non avevamo mica le risorse che avevano altri partiti, con ben altri finanziatori: «non siamo mica Forza Italia!».
Ricordo bene l’argomento, scherzoso ma serio, con cui Marco rifiutò: «appunto».
ma Socrate che ha accettato di morire perchè non voleva andare contro una legge della sua città , che in generale rispettava, ma che nel proprio caso trovava ingiusta, aveva ragione o no?
Secondo me, timidamente, no.
Il contenuto del post è chiaramente tautologico, ma credo che se fossi un po’ più dentro alle cose che si dicono fuori dalla rete avresti sentito anche tu l’esigenza di spiegare passo passo cose così ovvie. Non solo che i politici di destra non sono geneticamente portati a delinquere, ma soprattutto che l’onestà non possa essere presa in considerazione come elemento caratterizzante della destra o della sinistra. La battuta di Marco, in questo senso, sta in piedi proprio perché si basa di una delle semplificazioni tipiche delle battute, assumendo che evadere le tasse sia una cosa di destra, una cosa da Forza Italia. Che si dica scherzando, o per rendere l’idea, va bene. Che si dica consapevoli della semplificazione, pure. Che si dica seriamente, e su questo si basino mille altri ragionamenti, no. Se tu mi dici che vuoi che iMille si battano per ridurre le tasse ai ricchi, ha senso che io ti risponda: “Non siamo mica Forza Italia!”. Ha senso perché queste sono le cose distinguono la destra dalla sinistra: non la disonestà .
Poi certo, c’è un discorso di maggiore o minore probabilità , ma non è per niente granitico e muta secondo i luoghi e le epoche. E soprattutto, è legato alle persone, ai partiti, al qui e ora: non ai concetti di destra e sinistra. E certo, storicamente – benché con parecchie eccezioni – la sinistra e i partiti della sinistra hanno mostrato molta più attenzione di quelli della destra nell’evitare che potessero schierarsi dalla loro parte personaggi disonesti. A destra se ne sono infischiati abbastanza, mostrandosi quantomeno poco sensibili alla questione, ma nemmeno questo fa della disonestà una cosa di destra e dell’onestà una cosa di sinistra. Se facciamo un salto, poi, e dal discorso sulla disonestà penale passiamo alla disonestà intellettuale, a sinistra c’è solo da avere l’imbarazzo della scelta.
P.S.: Il maniaco della lingua sei tu, ma a me sembra che “il resto è fuffa” sia pure una formula abusata ma conservi ancora un qualche senso, al contrario del “meditate gente”, ancora più abusato. Il “meditate gente”, poi, è anche una spia, un sintomo. Scriverlo alla fine di un discorso può vuol dire due cose: o “non sapevo come concludere e questa è la cosa migliore che mi è venuta in mente”, o “mi rendo conto che quello che ho scritto è poco incisivo o ignorabile o comunque non gliene frega niente a nessuno, per cui cercherò di chiedervi di interrogarvi usando la più abusata formula a disposizione, visto che da solo non riesco”. In entrambi i casi è deprimente. “Il resto è fuffa” è un modo banale per dire: queste e solo queste sono le cose da tenere in mente. Ecco.
Per darti l’idea di quel che si muove, fuori: negli ultimi giorni mi sono trovato a spiegare – solo contro parecchi – che è giusto che un cittadino sia ritenuto innocente fino a sentenza definitiva, mentre i miei interlocutori sostenevano che se sei indagato – manco rinviato a giudizio o condannato in primo grado: indagato – c’hai qualcosa che non va per forza. Mi sono ritrovato solitario a sostenere che la carcerazione preventiva non può essere usata per estorcere confessioni, ché se no si chiama tortura. Mi sono ritrovato a difendere la tesi per cui si è innocenti fino a prova contraria, e non il viceversa. Il tutto mentre parlavo con gente che hanno votato lo stesso partito che abbiamo votato io e te alle ultime elezioni, eh. Poi uno torna a casa, e invece di scrivere “a morte Travaglio” decide di scrivere un post come quello.