Sopprobblemi – Diario dalla Palestina 76
Uno dei problemi che sono sopraggiunti al momento di fare gli inviti al matrimonio era quello non indifferente del: li invitiamo i mussulmani? Sembra che questa presenza non fosse molto gradita, ma al tempo stesso c’erano ragioni d’etichetta che imponevano un’estensione dell’invito almeno ad alcuni: Montaser (lo sposo) e il padre erano stati più volte invitati ai vari matrimonî dei mussulmani di Zababdeh e paesi limitrofi.
Ho chiesto il motivo di questa avversione, ma fra le spiegazioni l’unica chiara è stata che «potrebbero importunare le nostre ragazze». Effettivamente non è la prima volta che sento tirare in ballo l’argomento, perché il misto di sessuomania e sessuofobia che si respira in Palestina è più accentuato fra i mussulmani. Ma ovviamente c’è dell’altro.
Alla fine si è deciso di fare un pranzo prima del matrimonio solo per i mussulmani (a cui io, per dire, non ho partecipato) nel giardino di casa, in modo che risultassero come invitati ma non presenti alla cerimonia vera e propria – la festa del post “sì”. Inutile dire che l’invito valeva soltanto per i maschi, le pochissime mogli venute sono rimaste a mangiare qualcosa dentro casa, con la madre e le sorelle dello sposo.
Si era però sollevato un altro problema: dice che sugli inviti di matrimonio, nell’islam di qui, non è compreso il nome della donna ma solo quello dell’uomo. Perché il nome della sposa non deve essere conosciuto al di fuori dell’alveo familiare più stretto. Così la questione era: ristampare altri biglietti per loro, o fregarsene col rischio che si offendano (sic)? Montaser se n’è fregato. Evviva gli sposi, Montaser e Nura.
e le foto degli sposi dove sono?
comunque sabato sono andata anch’io ad un matrimonio ma a milano..anzi a vimercate