S’io fossi Antonio Bassolino, chiamerei i miei amici camorristi (Antonio Bassolino non ne ha, ma li avrei io, s’io fossi Antonio Bassolino) e riempirei Napoli di monnezza ancor più piena di com’è, infiammerei ben bene gli animi degli abitanti di ogni buco dove è possibile piazzare un termovalorizzatore o una sezione di raccolta. Poi, fascia tricolore da Governatore, vestito grigio-zoccola, cacaglio arguto, accoglierei in città il Presidente del Consiglio dei Ministri (di lì deve passare, l’ha promesso lui, prim’ancora di diventare premier) e, nello stringergli la mano, gli sussurrerei: “Silvio, vediamo come te la cavi”. S’io fossi Silvio Berlusconi, risponderei ad Antonio Bassolino: “I miei amici camorristi (Silvio Berlusconi non ne ha, ma li avrei io, s’io fossi Silvio Berlusconi) sono più potenti dei tuoi. Facciamo una bella guerra di camorra, ti va?”. Non ci badate, son partenopeo, ho il gusto per la sceneggiata.
Malvino, oggi.