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Qualche giorno fa era il compleanno di Christopher Hitchens, il miglior commentatore che ci sia attualmente al mondo. È anche malato di cancro. E ci sono discrete possibilità che questo sia stato il suo ultimo compleanno. Quando se ne andrà, starò veramente male, perché davvero nessuno è come lui, vorrei averlo come amico.
Mi è capitato di rileggere le parole che ha scritto diversi mesi fa a proposito di Israele e Palestina, e quanto sono perfette alla luce di quello che è successo a Vittorio Arrigoni. Vale per Obama, ma vale per tutti noi.
Non sono uno di quelli che crede – come, invece, Obama sostiene – che una soluzione alla questione di uno Stato palestinese metterebbe fine al risentimento mussulmano nei confronti degli Stati Uniti (c’è da aggiungere che, se Obama lo pensa davvero, la sua letargia e impotenza nei confronti del continuo gioco sporco di Netanyahu è ancora più colpevole). I fanatici islamisti hanno la loro agenda, e – come nel caso di Hamas e dei suoi sponsor iraniani – hanno già dimostrato che nient’altro che la distruzione d’Israele e la cancellazione dell’influenza americana nella regione li soddisferebbe.
No, la questione è un altra: è che la giustizia – e una terra per i palestinesi – è una causa buona e necessaria in sé stessa. È anche una responsabilità squisitamente legale e morale degli Stati Uniti che hanno dichiarato un sacco di volte quello dei due Stati come il loro obiettivo.
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