Una, per ora

L’angolo del romanista:

Tanto ad agosto siete già fuori

A Roma c’è una parola per definire uno a cui non sta bene perdere, che inventa tutte le scuse peggiori. Diciamo un “invidioso particolarmente espressivo”. La parola in questione, molti lo sapranno, è rosicare. Per capire meglio il concetto – questo scherzo fa leva proprio sul rosicare, tale dovrebbe essere l’effetto per i due anziani:

Dovete però sapere che c’è un altro modo di dire invalso nella capitale (fra chi non tifa per la Roma), ed è – appunto – sinonimo di “rosicare”: quest’altra parola, per definire un “rosicone”, è semplicemente romanista.
L’ho sentito anche a un paio di amici romanisti un po’ autoironici (in realtà non sono veri tifosi, perché nel momento stesso in cui il virus giallorosso infetta un bambino, salassa perennemente il corpo dell’infante di qualunque barlume di spunto autoironico).

Davvero, chiunque non tifi per la Roma, a Roma, definisce “romanista” chi rosica per l’altrui successo o per un’occasione persa, specie se lo fa molto scompostamente. Ovviamente ciò scaturisce dall’atteggiamento dei tifosi giallorossi, ma ormai si adopera in tutti i campi: «Luisella andato bene all’esame perché il professore gli ha fatto la domanda più facile del mondo, mentre a me ne ha fatta una difficilissima». Risposta: «dài, non fare il romanista».

Ogni tanto, se mi sveglio dal lato sbagliato, apro la pagina di wikipedia della Roma, leggo la frase in epigrafe, mi godo una risata crassa, e mi ricarico del buonumore necessario per tutta la giornata.

I giocatori della Roma sono i più forti del mondo, quel Partenone di Totti (bello e immobile) è il giocatore più forte del mondo, Cassetti e Tonetto (Cassetti e Tonetto!) i terzini più forti del campionato, Julio Baptista – unico brasiliano al mondo che non sa fare un dribbling – è il fenomeno assoluto (tra l’altro l’unico buono che c’hanno, Vucinic, lo insultano e basta)  ma inspiegabilmente non vincono mai: qual è la soluzione? Un complotto. Prandelli è andato via dalla Roma perché aveva “annusato” qualcosa, non perché la moglie era malata di cancro (poi è morta). Gli arbitraggi sono a sempre a sfavore: ho sentito una volta un romanista lamentarsi in una partita in cui aveva avuto due rigori di cui uno inesistente («perché tu non hai visto i falli a centrocampo!»). A ‘sto punto sono quasi meglio gli juventini, che dicono la cavolata che “alla fine del campionato favori e sfavori si equivalgono” (ma per quale regola statistica?!?), che almeno non pensano di trovare il semaforo rosso perché la CIA ce l’ha con loro.

Devo dire che anche i tifosi della Fiorentina, quanto a complotti e vittimismo, non scherzano, però almeno la Fiorentina è una squadra provinciale, quindi nessuno pensa di vincere lo scudetto a inizio anno. Essere riusciti per quattro anni di fila a fare più punti di una delle quattro grandi, è consderato da tutti un grande traguardo.

Potete immaginare che bellezza, quindi, la vittoria dell’anno scorso per un viola che abita a Roma: 4-1, e la scheda del cellulare esaurita in sms come “intertoto perché no?”. Le risposte erano tutte una variazione sul tema di quella frase lassù in cima.

Ah, che bella l’aria della Champions League.

[Nel titolo il numero progressivo di partite che la Fiorentina ha giocato in Champions più della Roma: fossero anche solo due.]