Fatelo a Pisa, non a Lucca

Che i lucchesi siano strani, non è una novità, quindi ha poco di che bullarsi questa mandria di pisani, tantopiù che – non si dica che lo dico da fiorentino! – il peggior kebabaro del mondo è indubitabilmente a Pisa.

Quanto al migliore, beh, avete ancora un paio di mesi per venirmi a trovare a Betlemme, qui c’è il migliore kebabbaro del mondo, come direbbero ai Centri Dimagranti Sobrino: ho le testimonianze!

Ah, per quei pochissimi che non lo sapesseto, il riferimento è a questa assurda decisione della giunta lucchese.

EDIT: ma scusate, ho trovato qui la stessa notizia datata un anno fa: cosa c’è che non quadra?

Conseguenze

Da quando ho letto questa cosa che ha scritto Akille ogni volta che scrivo “ehehe” al computer ho il riflesso condizionatissimo di dover ridere, così accenno un sorriso e poi mi guardo intorno circospetto.

Obama

Oggi non ho commentato il discorso, come si faceva da un anno a questa parte per tutti i discorsi, perché in tutta Betlemme è saltato l’unico provider che c’è, quindi dalle 2 di pomeriggio alle 11 locali non c’è stata connessione. Per fortuna una TV amica è stata sintonizzata su un BBC (vi immaginate Obama doppiato in arabo su Jazeera?) pescato chissà dove, così mi sono potuto gustare tutta la cerimonia e tutta l’emozione.

Perciò ho smaltito tutti i commenti internettici solo a notte fonda. La cosa che mi ha colpito è che tutti in rete citano parti diverse, non c’è una parte che non abbia letto da qualcuno, e mi sto domandando se vuoldire che sia stato un discorso tutto bellissimo, o un discorso piuttosto normale in cui ognuno ha ramazzato quello che gli piace di più.

In ogni caso è un bel giorno, di tutti.

l’Unità, fine

Oggi mi hanno scritto che, visto il ridimensionamento che la faccendo di Gaza ha avuto, non sono più interessati alla nostra collaborazione. Per quel che mi riguarda il solo fatto di aver scritto cinque articoli per l’Unità è stata un’esperienza fantastica, anche per la loro gentilezza e professionalità. Non mi hanno mai fatto sentire “fortunatissimo”, solo per la possibilità che mi veniva offerta, come nell’altra mia breve esperienza editoriale.

Magari nei prossimi giorni proverò a scrivere in giro per vedere se ci sia qualcun altro interessato a pubblicare le mie cose dalla Palestina. Anche qui potrà essere utile dire che ho collaborato con l’Unità.

Mi dispiace solo che, diversamente da come avevo inteso, a questo punto io abbia trovato quest’occasione solo in relazione a questa guerra, ma forse è normale in una visione più disincantata delle cose, e dovrò augurarmi – dunque – di non scriverne più. Ma, appunto, sono fastidi momentanei: il bilancio è solo positivo.
E poi, volete mettere la vivace bellezza di mio nonno che – con tanto orgoglio per il nipote primogenito – per la prima volta in vita sua chiede all’edicolante l’Unità?

Aggiornamento

Nuove teorie accreditate sulla faccenda Bicicletta bomba: mio nonno (lui dice di aver letto molti libri sul Mossad) sostiene che la bici perforata di colpi sia chiaramente un avvertimento ai miei danni, da parte dei servizi segreti israeliani, che non sarebbero felici del fatto che faccio il volontario in Palestina.

Soltanto che lui ci crede davvero.

Passano gli anni passano

Effettivamente c’era da aggiornare il mio profilo, qui sopra, per far capire un po’ meglio chi sono.
Quella era la pagina in cui andrei io, se arrivassi in questo blog per la prima volta, quindi era un po’ trascurata, a cominciare dal dettaglio anagrafico.

Un amico caro e lontano, oltre a tante cose belle (una sua frase diverrà sottotitolo del blog), mi ha rimproverato la struttura temporale invertita, giocoforza quella dei blog, che rende la lettura di chi arriva qui monca delle prime parti e “senza quei primi post, non credo abbia senso leggere null’altro del resto”, dice lui.

Io gli ho detto che ho rinunciato alla perfezione della ricezione dei miei messaggi, poco dopo aver rinunciato alla perfezione, però anche che ha ragione: quindi ho concatenato fra loro, almeno queste prime 3 parti, dopo il chi sono, e ora? (che, dicono essere la parte più importante), poi di lì la prima pagina del Diario, e la prima pagina dalla Palestina.

Se siete sopravvissuti a tutto ciò, beh, ne sapete di me quasi più di me.

Giorno X

Informazione di servizio: conferisco a tutti coloro cui devo una email il diritto di uccidermi se non rispondo entro sabato sera.

Dal vostro inviato

Sono passato a leggere un po’ dei bigliettini che vengono appesi alla stazione Termini, sull’albero di Natale

***

C’è chi chiede a Babbo Natale di portagli via Silvio.

C’è chi scrive “cerco lavoro. Qualsiasi lavoro”.

C’è quello più ecumenico: “non tutti i mussulmani sono terroristi, come non tutti gli italiani sono mafiosi, come non tutti gli ebrei sono egoisti”.

C’è quello che mette la pubblicità di una discoteca.

C’è quello, firmato dalla Befana che recita: “Babbo Natale, quest’anno pensaci tu, che io con la mia pensione da 413€…”

C’è quello, sparso più o meno ovunque, che rassicura tutti che la Madonna di Medjugorje (io mi son sempre chiesto: ma di madonne non ce n’è una sola?) salverà tutti.

C’è quella che ringrazia Babbo Natale per averle dato il “Suo Amore, quindi non mi serve nient’altro”.

C’è quell’altra, più prosaica, che “per Natale vorrei un Raul Bova”.

C’è quell’altra ancora che si appella ai valori che non ci sono più per riavere il fidanzato che l’ha lasciata (e sicuramente questi valori ce li aveva).

C’è quello che scrive solo “Pisa Merda”.

E c’è quella che vuole diventare famosa per “cercare un ragazzo che [la] capisca, e poi stare con l’amore della [sua] vita.” E scritto così, pare che sia due persone diverse.

Ritardati

Visto il successo di questo, avrei dovuto premunirmi d’un portatile per fare liveblogging dalle stazioni, però, invece che dall’aeroporto.

Per il solo tratto Firenze – Roma ci ho impiegato non ho idea di quanto. Dovevo prendere un espresso a Campo di Marte, vedo che ha 85 minuti di ritardo. Torno fra un’oretta mi dico. Lo faccio, e mi accorgo che il treno è stato accorpato a un altro treno che parte un’ora e un quarto dopo e ha – a sua volta – 90 minuti di ritardo. Ci rinuncio. Non posso aspettare tutto quel tempo: mi devono venire a prendere. Decido, quindi di andare alla stazione centrale (Santa Maria Novella), dove ci sono treni per Firenze ogni ora. Mi rassegno all’Eurostar (che costa, sulla stessa tratta, 38 euro contro i 14.70 dell’espresso), quindi.

Arrivo a SMN e trovo un treno per Roma in ritardo di 4.30 ore, uno in ritardo di 1.30 (non so perché questo tabellone contemplasse le ore, e quell’altro soltanto i minuti) , uno di 1.10; Il primo che passa, dopo un’ulteriore ora di attesa, è quello che avrebbe un’ora e mezzo di ritardo. Arriverò alle 23.20, con 2.55 di ritardo. Se il mio treno ha raddoppiato il ritardo non voglio immaginare cosa è successo a quelli altrui.

Riepilogando:

Espresso 85 minuti (poi accorpato a un altro, quindi diventano 157 in partenza)
Intercity 90 minuti (arrivato con?)
Eurostar 270 minuti (ma quando sono riuscito a partire io, erano diventati 345 e il treno non era ancora arrivato)
Eurostar 90 minuti (unico di cui abbiamo notizia all’arrivo, arrivato con 175 minuti)
Eurostar 70 minuti (arrivato con?)

Ah, lo sciopero era stato annullato.

Mi viene da essere contento che fra molto poco torno in Palestina…