L’Autorità

Quella sensazione di quando arrivi al semaforo che è arancione e quandotussarestiliquelloeggiaddiventatorosso e ci pensi un po’ e alla fine ti dici dici ma-che-fretta-ho e allora decidi di fermarti e poi vedi che dietro all’angolo c’era un poliziotto e allora sei felice ché ti avrebbe fatto la multa e poi invece quello ti fa con la mano di passare perché c’è tanto traffico e allora tu passi con il semaforo rosso… ma sotto l’egida dell’Autorità.
Beh, quella è una sensazione bellissima.

Styony

Vent’anni fa esatti il mio primo giorno di scuola. Poi si andò – con mio zio – a comprami il diario. Il giorno prima Baggio aveva segnato a Napoli un gol favoloso.

*

Quello della radio

Ecco qui. Lo so, non mi correva dietro nessuno. Ma un 20% di colpa va anche a loro che mi hanno detto che non c’era tempo, e poi invece il tempo c’era!

Vediamo se funziona questo nuovo accrocchio: dovete premere il triangolino, quello di play.
Non c’è pace 18 settembre

Radio killed the video star

Oggi alle 13.30 (o una decina di minuti dopo), su Radio Radicale farò un breve notiziario delle cose di cui mi interesso, e che credo andrebbero affrontate nel mondo: i diritti delle donne e degli omosessuali (anche) in Africa e in Asia, l’infibulazione, la democrazia nel mondo islamico e la giustizia internazionale. Sono anche le cose di cui, meritevolmente, si occupa questa associazione.

Per chi abbia l’immotivata smania di ascoltarmi, sono veramente un principiantello della radio, ci sarà anche la registrazione.

Settembre Undici

Io me lo ricordo perfettamente dov’ero otto anni fa, come tutti noi. Al mercatino di San Lorenzo, a Firenze, cercando una maglia del Chievo neopromosso, con Marco e Angela.
Quest’anno è il primo anno, non so perché, in cui lo sento un momento lontano, storico, dopo aver capito quel giorno che la Storia ero – anche – io.

E tutti
ci ricorderemo dove eravamo in quel
momento. Seduti in macchina a
cercar parcheggio, con la testa
tra i surgelati a cercar la
paella, davanti al computer a
cercare la frase giusta. Poi uno
squillo di telefonino, e
l’amico, il parente, il collega
che ti staccano una storia
inverosimile di aerei e
grattacieli, ma và via, dai,
lasciami perdere che oggi è già
una giornata difficile, ma lui
non ride e dice: ti giuro che è
vero. Ricorderemo l’istante
passato a cercare in quella voce
una qualunque sfumatura di
ironia, senza trovarla. Ti giuro
che è vero. E non dimenticheremo
la prima persona a cui abbiamo
telefonato, subito dopo, e
nemmeno quel pensiero –
immediato, sciocco ma
incredibilmente reale – “Dov’è
mio figlio? “, i miei figli, la
mamma, la fidanzata, domanda
inutile, perfino comica, lo
capisci subito dopo, ma intanto
è scattata – la Storia siamo
noi, è solo un verso di una
canzone di De Gregori, ma adesso
ho capito cosa voleva dire –
risvegliarsi con la Storia
addosso. Che vertigine.

Questo lo scrisse Baricco il giorno dopo.

Allegria

Qualche sera fa avevo fatto esattamente questo, con tanto di ricerca su wikipedia per conferma e scoperta della questione “u”:mike_bongiorno___silvia_battisti

L’altro giorno ho visto un pezzo del programma di Marzullo, quello dove lui saluta tutti dicendo buonanotte. Si parlava di Mike Bongiorno, ma sembrava uno speciale messo su in fretta e furia quando uno muore: i ricordi dei suoi amici, il racconto della vita, le immagini di repertorio e via dicendo. In studio vari “esperti” di Bongiorno. Allora ho controllato in rete, ma no Bongiorno non era morto (peraltro, lo sapevate che Bongiorno si scrive appunto senza u?).

E avevo pensato a una coincidenza enorme. Che un amico equivochi le stesse considerazioni, traendone le stesse conseguenze e poi procedendo nello stesso modo mi sembrava estremamente curioso.

Oggi ho capito che la cosa ha un significato esoterico.

La roba susa appesa

Stasera su via di Grottarossa c’era un assembramento di pompieri, polizia, nettezza urbana, perché un camion dell’AMA  – di quelli che quand’ero bambino chiamavo camiòni della roba susa – nell’atto di elevare e inghiottire un cassonetto l’aveva incastrato a un cavo della luce. Immagino fosse anche pericolosissimo, ma lo vedevo dal vero e sembrava un fotomontaggio.

Parlare con chiunque, eccetera

Ho deciso di non annunciare sul blog le prossime volte che andrò a parlare con chiunque di qualunque cosa, ma di mettere soltanto il racconto e le foto quando l’ho fatto. Non voglio che il blog sia monopolizzato soltanto da quel tipo di iniziativa. Mi son reso conto che il clamore (di cui sono ovviamente, anche, contento) della cosa mi aveva un po’ inibito,  sennò ci sarei tornato anche il giorno dopo per quanto m’ero divertito.

Ah sì, perché ho un paio d’idee per aggirare la questione “occupazione-suolo-pubblico”. Diciamo che è una cosa che farò, ogni qualche giorno, e poi – la sera – la racconto qui, perché una delle cose più divertenti è raccontare, e associare i racconti alle foto.