A me le accuse ai tre medici italiani sono sembrate fin da subito assurde, e ora che ci ho ragionato sopra un po’, ancora di più. Che abbiano preso parte all’organizzazione di attentati del tutto assurdo, che abbiano ucciso l’interprete di Mastrogianomo impossibile – e difatti è subito stato smentito. Mi sembrano ridicole anche tutte le altre ipotesi di complotto che si fondano sull’obiettivo di “dare fastidio a Emergency”, quando il governo afgano – volesse – potrebbe chiudere l’ospedale di Emergency in quattro e quattr’otto, come del resto avevano fatto i talebani.
Per questo, alla notizia parsami incredibile, della confessione di colpevolezza da parte dei medici apparsa sul Times di Londra, ho aperto un thread su Frienfeed il cui titolo era: «mi spiegate cosa devo pensarne?», proprio perché non ne avevo idea. Ne è venuta fuori una discussione a cui hanno partecipato in molti e che è servita a scartare alcune ipotesi, e a rendersi conto che – a quanto se ne sa ora – non si può arrivare a una ricostruzione attendibile.
C’è tuttavia un equivoco di fondo, su Emergency, che è venuto fuori più volte nella discussione e che mi pare utile fare presente. Provo a raccontarlo qui senza pretendere che sia necessariamente l’atteggiamento di tutti coloro che in queste ore «stanno con Emergency» ma mi pare il “modus discutendi” di moltissimi di coloro con cui ho avuto modo di affrontare la questione.
Il primo riflesso è sempre quello di rivendicare la potenza etica delle posizioni di Emergency, ieri ho addirittura letto “la totale chiarezza delle opinioni di Gino Strada”, l’idea che in qualunque conflitto Emergency sia neutrale. Vale lo stesso discorso per i finanziamenti governativi: “Emergency non prende soldi dai governi”, come se fosse una cosa positiva. Quei soldi dei governi potrebbero salvare molte più vite e tu ti curi di non prendere denaro da chi non ti sta simpatico?
L’argomento filosofico su cui si fondano questi encomî è turpe, e tutti se ne rendono conto dopo un paio di obiezioni: come si può essere contenti di essere neutrali nei confronti di assassini sanguinarî? Difatti quando poi si fa presente quest’ultimo aspetto – la connivenza insita in qualunque tipo di neutralità – l’interlocutore recede e rivendica la necessità di una tale posizione per operare in contesti di guerra. L’appeasement.
Ora, io lo trovo un discorso del tutto logico. Emergency deve intrattenere rapporti con personaggi immondi per operare in Afganistan e in altre parti del mondo, e – in linea di massima – fa bene, perché il loro obiettivo è più importante. Soltanto un egocentrico o uno stupido può pensare che la pulizia della propria coscienza sia più rilevante rispetto a salvare la vita a delle persone. Per quanto la cosa mi causi qualche perplessità in più sono anche d’accordo che l’ospedale di Emergency curi degli assassini spietati senza poi consegnarli alle autorità afgane, per ragioni simili a quelle per cui ho considerato questa come la legge più indegna proposta dal Governo Berlusconi. Trovo per questo comprensibile che Emergency abbia rapporti con i talebani, e non mi stupirei troppo neppure se – sottostando a qualche ricatto – avesse fatto un ragionamento di maggiore realpolitik. “Sporcarsi le mani”, talvolta, è una cosa necessaria. È un compromesso irrinunciabile, a cui tutti vorremmo rinunciare, ma purtroppo non è possibile.
Quindi, però, non bisogna confondere l’ideologia con la strategia. Ciò che si può dire per difendere Emergency è: sono costretti ad adottare la neutralità come metro, anche se questa è una posizione disgustosa. Per un bene più grande, ovvero curare le persone, si trovano a fare una cosa indegna: ovvero essere neutrali rispetto a idee, come quelle del fondamentalismo dei taliban, per cui qualunque persona con un abbozzato concetto di etica proverebbe repulsione. Il problema è che Strada non dice nulla di tutto ciò, e anzi rivendica la sua equidistanza, il suo non prendere parte, come un concetto onorevole. Ed è un problema grave perché fonda l’equivoco principale su cui, secondo me, proliferano molte delle critiche che arrivano a Emergency anche da persone in malafede.
Insomma, il giorno che Gino Strada salirà su un palco e dirà:
«a noi non piace l’indifferenza, sappiamo bene che la neutralità è una forma di connivenza, come sappiamo che non prendere parte è una posizione acclaratamente immorale. Siamo perfettamente consapevoli che la neutralità di fronte a un’ingiustizia non esiste, non fare nulla per evitarla è prendere una posizione. Sappiamo tutto questo e vorremmo essere in grado di professarlo nella maniera più limpida. Purtroppo per operare in queste aree siamo costretti a fare finta che l’idea che i taliban hanno delle donne e degli omosessuali non conti nulla, ci tocca ignorare le loro posizioni sull’uccisione di tutti gli infedeli e la soppressione di ogni libertà personale, ma lo facciamo per un bene più grande, ovvero l’incolumità di tutte queste persone. Il giorno in cui ci sarà permesso di operare senza essere neutrali, parteggiando per chi ha a cuore le donne, gli omosessuali, e tutte le persone più sofferenti, saremo felicissimi di farlo. Fino a quel giorno ci tocca sporcarci le mani»
Ecco, quando Gino Strada farà un discorso così avrà, fra i tanti applausi, anche il mio: non solo per quello che fa – che già c’è – ma anche per quello che dice.